Recensioni per
Leggenda di Ghiaccio
di Hugin BenMar

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/05/18, ore 18:17

Elsa, sei tu? Lol.
E caverna di Aladdin, sei tu? Lolol.
Certo che “eroe Nord” un paio di ciufoli: Steinbjorn sì che è un macho. Rambo levati proprio.
Con ciò non intendo criticare Koll: anzi, abbiamo constatato come affrontare le grandi impervietà col senno anziché col testosterone sia decisamente più producente (non che servisse Koll a insegnarcelo ahahah)... il senno e il sostegno delle divinità, ovviamente. Direi che la sua assenza nella prima parte dell'epico scontro viene ampiamente ripagata entro la fine.
Gran bella storia, quella delle anime. Sono troppo semplicistica, nel dispensare il mio giudizio? Forse, ma poche parole a volte sono più esplicative di lunghe elucubrazioni e, semplicemente, congiungere l'anima di Koll, protagonista, questo è vero, ma pur sempre traditore dunque non propriamente puro, con le anime dei Morti di Dunclivo... voglio dire, le anime nere della Gola del Mondo non solo è suggestivo ma anche folkloristicamente verosimile.
Ebbene, trama intrigante, prosa non perfetta ma buona, sapore mitico. Nel complesso, bel lavoro.

Recensore Master
28/05/18, ore 07:42

"Perché infondo ancora lo amava": alla faccia dell'infondo! Ahahahahah.
È incredibile: in questo capitolo non accade nulla... eppure è pieno. Perché è così: è sostanzioso, conosciamo le ragioni dei personaggi, il rapporto che c'è tra i due, i pensieri che nascondono e, se nel primo capitolo erano sia i ragionamenti di Koll che di Stejnbiorn ad esplicitarsi, con armonia ed equilibrio, qua Koll domina senza ritegno. Ciò non significa che Stejnbiorn sia un soprammobile posto al suo fianco, ma non è lui il traditore, non è lui l'uomo ancora a un passo dalla forca (almeno finché non scoprono che ha preso tutti per i fondelli con la sua bella storiella lol), dunque è un diritto di Koll avere più spazio.
La prosa non è perfetta ma molto buona, come nel capitolo precedente e, paradossalmente, credo che la parte più debole risieda proprio nei dialoghi: non un grosso problema, considerato che sono pochi e gran parte di quanto accade si esprime per mezzo della narrazione.

Recensore Master
23/05/18, ore 22:06
Cap. 1:

Ed è proprio da me mettermi a leggere e recensire una storia di quattro anni fa postata su un profilo inattivo da tre ahahah.
Mi piace l'approccio epico/biblico con cui affronti l'argomento della creazione e, allo stesso tempo, la prosa bonaria con cui articoli il tuo testo. Certo, ci sono specifiche scelte lessicali che non condivido appieno, ma che senso avrebbe perdere tempo a elencarle e commentarle, sapendo che nessuno se ne accorgerà mai? Ahahah.
Notevole la presentazione della creazione di Alduin, poiché non c'è ossimoro più grande che vedere la creazione dal Nulla. E ancor più bella la personificazioni attiva di soggetti altrimenti astratti. E, diamine, l'inizio della narrazione vera e propria, della storia nuda e cruda, è potente. Le transizioni tra Steinbjorn e Koll sono tanto repentine quanto fluide e, pur essendoci due visioni completamente diverse, opposte direi, non viene data ragione all'uno o all'altro, non c'è sbilanciamento nel narratore. Non sono cosette da poco.
“Nulla era certo di vincere, Tutto sapeva che non avrebbe perso”: che bomba di frase lol.

Recensore Junior
01/04/16, ore 00:59

Hugin BenMar,
non avevo mai notato questa storia, e me ne dispiace, perché è.. poesia. Poesia pura.
Hai rielaborato in un modo tutto tuo la mitologia di Skyrim, la religione di Tamriel, la storia del Sangue di Drago, ma lo hai fatto davvero molto molto bene.
Ho apprezzato in paricolar modo le parti in cui parlavi di Nulla e Tutto (specie quando "giocano" a scacchi) e i pensieri di Alduin, che hai reso splendidamente. Bello anche il legame quasi telepatico che hai inserito tra lui e il Dovahkiin. Particolare, ma bello, e sarò ripetitiva ma non mi vengono altre parole, perché la storia mi ha lasciata anche piena di meraviglia.
Bello il finale, il modo in cui i due contendenti rimangono congelati nel ghiaccio per sempre (ricorda una quest Oblivion), e Steinbjorn (che è un nome da nord e non da imperiale, ma sorvoliamo) che continua a vivere, ricordare, amare. Come ho detto prima, poesia.
Sento che ci sono tante altre cose che vorrei dire, ma al momento non me ne viene in mente nessuna: sicuramente dopo avere mandato questa recensione mi verranno altre mille commenti.
Rinnovo i complimenti e il mi dispiacere per non aver potuto leggere prima questa storia incredibile

Curse_My_Name

Recensore Master
23/11/14, ore 00:04

-Terza classificata al contest "Io e te alla fine del mondo": “Leggenda di ghiaccio” di Hugin BenMar

Grammatica e stile: 7,75/10
Caratterizzazione: 9/10
Attinenza ai parametri e originalità: 10/10
Gradimento personale: 11/15
Punti bonus: 0
Totale: 37,75/45

Grammatica e stile: 7,75/10
Scrivi in modo lineare e pulito. C'è qualche errorino che ora ti segnalo:
- “Tuttavia io in questo centro ben poco,” c'entro si scrive con l'apostrofo, altrimenti è voce del verbo centrare.
- “In fondo” l'ho trovato un paio di volte scritto attaccato, infondo. Sai che è una cosa che facevo anche io fino a poco tempo fa? Se non me l'avessero fatto notare, probabilmente continuerei a farlo anche adesso (xD), quindi togliamoci il vizio insieme.
- Ho trovato due volte scritto scritto “se”. Quando non è accompagnato da “stesso”, va scritto sempre “sé”.

Più che altro ti consiglierei un piccolo lavoro di lima su sintassi e punteggiatura.
Ci sono delle ripetizioni di termini che ricorrono spesso e che sono molto vicini (“loro... loro”, “scoprì... scoprì”, “uomo... uomo”, “labbra... labbra”) e pure di gruppi di parole (“gli faceva male... gli faceva male”).

C'è una frase, nel primo capitolo, della quale non mi piace molto la costruzione:
- “I suoi occhi marroni cercarono qualcosa cui aggrapparsi per continuare quel discorso, trovarono solo le iridi azzurre del Nord.”
Avrei messo “trovando” oppure “i suo occhi marroni, che cercavano... trovarono...”

Per quanto riguarda la punteggiatura, ho trovato diversi periodi piuttosto lunghi che penso tu possa tranquillamente spezzare con un punto o una virgola per poter alleggerire la lettura.
Per esempio, dal primo capitolo (ti do anche una possibile correzione):
- “Il Sangue di Drago insegnò agli altri mortali le parole VIRGOLA ma essi non le pronunciavano forte come faceva lui, PUNTO loro non riuscivano a usare la Voce a proprio piacimento, loro usavano Parola, la sorella minore e più debole di Voce VIRGOLA anche se dentro di loro ciascuno la portava nascosta”
Spezzando il periodo in più frasi risulterebbe non solo di più facile lettura, ma anche più incisivo e d'effetto, più adatto a un racconto mitico.
Dal secondo capitolo:
- “Guardando le luci che si perdevano nel cielo la notte creando strisce piene di colore che si
riflettevano nella neve VIRGOLA si era sentito infinitamente piccolo.”

- “Eppure speranza.”
Ci metterei la virgola dopo eppure, o viene da leggerlo tutto d'un fiato.
Ci sono altri piccoli casi in cui ho sentito il bisogno di qualche virgola che mancava.

C'è una frase, invece, in cui la virgola non ci vuole. L'ho considerata una svista ma in ogni caso te la segnalo comunque (non ci vuole dopo Mondo):
- “l'aria era pesante, la nebbia più fitta, la montagna chiamata Gola del Mondo, era tanto spaventosa quanto lugubre.”

Le descrizioni sono molto buone e chiare. Sai coinvolgere il lettore nel racconto, sembra di stare lì con i personaggi perché sei brava a descrivere il “come” senza dover esplicitare cosa provano ogni volta. Per esempio, facendo osservare a Koll la gestualità di Seinbjorn vediamo tutto il nervosismo e il timore di quest'ultimo dai movimenti incessanti delle sue mani.
Ti muovi con disinvoltura tra più punti di vista e credimi, non è facile evitare di far confondere il lettore quando si scava nei pensieri di più personaggi... l'ho apprezzato ancora di più perché si passa continuamente dal POV di uno al POV di un altro, e non hai fatto, per esempio, una divisione netta dei due punti di vista in più capitoli. Ho letto un mucchio di storie in cui, in questi casi, stavo lì a chiedermi per interi minuti di chi diavolo stessi leggendo. Questo problema non ti ha riguardato minimamente.

Caratterizzazione: 9/10
La caratterizzazione dei tuoi protagonisti l'ho trovata davvero molto umana. È facile cadere nel tranello di creare personaggi che ci piacciono e che facciano sempre le cose che riteniamo giuste; descrivere personaggi che reagiscono alla paura nascondendosi o che fanno la cosa sbagliata è di certo più verosimile e, in ogni caso, è una scelta interessante e coraggiosa.
Koll è una specie di anti-eroe; ci viene presentato subito come colui che ha sbagliato tradendo tutti, ma alla fine dimostra il suo coraggio. È bello che decida di combattere il drago non per chissà quale spirito di auto sacrificio, ma più che altro per una questione di onore personale e orgoglio. Poi, ovviamente, lo smuove anche il pensiero della fine che sarebbe toccata all'amico.
Steinbjorn è sicuramente un personaggio più positivo e luminoso. Non ha secondi fini, reagisce per istinto e sempre dando retta al suo cuore. Un dettaglio che mi è piaciuto è stato il ricordarci continuo dei suoi occhi scuri... in questo modo hai colorato la sua figura di una sfumatura molto dolce.
Stavo per rimanerci male pensando che sarebbe morto in quel modo, ma poi la sua anima è accorsa in aiuto di Koll e qui hai fatto una mossa azzeccata, perché hai sollevato il dubbio che sia stato proprio il loro amore a dare la spinta finale che ha motivato Koll... e a me piace pensare che sia così.
L'unica cosa che non mi ha convinto è il motivo per cui Koll tradisce. Capisco che non è il punto centrale della vicenda che hai voluto raccontare, ma in ogni caso resta una domanda che io, da lettrice esterna, mi pongo. Mi ha lasciato un po' perplessa saperne poco proprio perché è quella la causa scatenante da cui poi si origina tutta la vicenda.

Attinenza ai parametri e originalità: 10/10
- Fine del mondo:
La consegna della descrizione del paesaggio apocalittico è stata rispettata; la montagna con le anime e il vento è stata tratteggiata molto bene, hai coinvolto in sensi del lettore in modo quasi completo (il freddo, gli ululati delle anime...). È un paesaggio da fine del mondo proprio in senso letterale.

- Io e te:
Ho notato che i sentimenti che Steinbjorn prova per Koll vengono definiti subito, mentre per un po' ho creduto che fossero a senso unico. Con mio grande piacere, sono stata smentita.
Tra le parti che mi sono piaciute di più c'è il periodo in cui Steinbjorn ripensa a quei piccoli momenti tra loro, come il dormire insieme e il proteggersi; qui in poche righe hai reso molto.
In generale, sei stata abile nel tratteggiare sentimenti così delicati provati da uomini tanto ruvidi e duri. Mi è piaciuta la naturalezza con cui l'hai fatto e le scene tra loro due, quelle intime in cui vengono messi a nudo i sentimenti, penso siano le più efficaci della storia. Mi ha letteralmente sciolto come uno allungava la mano affinché venisse presa e come l'altro lo abbracciasse, riparandolo contro il freddo. Queste cose fanno felice il cuore di una shipper.

La fine del mondo e la parte romantica sono perfettamente amalgamate tra loro.

Gradimento personale: 11/15
A quanto è già stato detto posso aggiungere che mi è piaciuto il mito e la presenza costante delle divinità che muovono tutto. È una storia che sa di mito nordico, per certi versi.
Anche il modo in cui hai letto e interpretato il concetto di un amore da fine del mondo è stato interessante, perché questa fine si rivela, in fin dei conti, un inizio per un mondo nuovo.
Inserire i tuoi disegni nel testo mi ha confermato tutta la passione che ci hai messo nello scriverlo (a proposito, sono molto belli, complimenti!).

Recensore Veterano
28/10/14, ore 13:48
Cap. 1:

Ehi!!
Bellissima storia, è a dir poco favolosa!
La trama è originale, accattivante e coinvolgente e poi adoro Koll, mi piace un sacco come personaggio!
Spero con tutto il cuore che la continui, perchè merita davvero e mi piacerebbe un sacco leggere il seguito.
Bravissima e complimenti,
Sara :)