Guarda chi c'èèèèèèèèèèèèèèèèèè?!!! :D
Bwaaah, come ho potuto lasciare il mio piccolo Danzō in uno stato del genere?! Sono un mostro!
Fottuto mondo ninja.
Un altro capitolo introspettivo, un altro scontro di pensieri. Prima Hiruzen, ora Biwako; lo Shimura e i Sarutobi sono praticamente destinati a seguire tipologie di pensiero completamente equidistanti e a dibattere su esse anche nei più piccoli risvolti della vita. Però nonostante tutto, si apprezzano e finiscono per ritrovarsi a inseguire lo stesso obiettivo. E' una cosa bella, no?
Mmm, tu mi dici di non fidarmi di lei ma ancora mi risulta difficile crederti, io sono un po' picchiata in testa e le persone che ridono mi fanno simpatia, ancora di più se possono permetterselo, e ancora ancora di più quando non possono ma lo fanno comunque :P. Avere una famiglia di quei tempi è un dono che non è possibile dare per scontato, e chi può apprezzarne la presenza è giusto che lo faccia. Naturalmente c'è modo e modo di sbattere in faccia agli altri il proprio ottimismo. Biwako è stata carina dai, ironica al punto giusto, anche perché con questo Danzō ancora può permetterselo.
BabyDanzō (cosa?! Facciamo DanzōKid? Blah) “Questo Danzō qui” già conosce i suoi limiti ma ancora non si è chiuso del tutto nel suo personaggio costruito. Sa già quali sono i suoi doveri e cosa ci si aspetta da lui ma ancora non ha chiuso gli occhi alla speranza che uno spiraglio di vita rimanga aperto, anche per lui. Ancora ci crede, a dispetto di quello che la sua testa gli dice. E forse è proprio di questo che si vergogna?
L'accademia ninja gli fa sperimentare un contatto umano a cui non sa come approcciarsi ma forse troppo fugace per attecchire dentro di lui, difatti quando torna a casa fa i conti con un'infinita solitudine e le parole di incoraggiamento si rimpiccioliscono sempre di più.
Quanto ci si può fidare di quel “forse” finale?
Nessun bambino merita questo. Senza contare che un giorno, morirà allo stesso modo: solo. E beh, vaffanculo.
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