Recensione per il contest "Cento giorni di introspezione, fantasia e romanticismo"
Correttezza grammaticale e sintattica: - 1,25 punti
Nella storia ci sono alcuni errori. Trattandosi di un racconto lungo credo sia normale qualche distrazione, ma ho preferito segnalarti comunque tutto per permetterti di correggere.
La stanza era immersa nel buio e l'intero
castello sembra respirare sommessamente → l'intero castello sembrava […], visto che il resto della frase è al passato;
Alexandra riusciva a scorgere il lontano profilo delle case, i puntolini di luce delle lanterne al loro interno e il sottile sbuffo di fumo che saliva dai comignoli, persino la sagoma di un segnavento a forma di gallo su cui un raggio di luna rimbalzava e creava in un improvviso riflesso. → credo che "in" sia superfluo, o, in alternativa, che la frase sia formulata in modo un po' confusionario: forse ho capito cosa intendessi dire, ma in quel caso hai coordinato due verbi ("rimbalzava" e "creava") che si riferiscono a due oggetti diversi (perché la luce rimbalza sul segnavento e crea una sagoma) senza riprendere gli oggetti. Forse non sono riuscita ad esprimere bene il concetto, ma comunque avrei strutturato la frase diversamente. Inoltre, anche se questa è davvero solo una sfumatura (che segnalerei nello stile, se questo non mi costringesse ad incollare di nuovo la frase, allungando inutilmente la valutazione), avrei messo un punto e virgola o un trattino alto al posto dell'ultima virgola per dosare meglio il ritmo e dare un po' di respiro, così da far risaltare meglio l'immagine finale;
Non ha più bisogno delle preghiere: ti ho affrancato anche dalla volontà di Dio e ora crescerai in potenza giorno dopo giorno → non hai più bisogno;
Adesso, signora del castello e della città che dorme alla sua ombra, capirai presto cosa significano queste mie parole, quali porte ti sono state spalancate, quali banchetti ti sono stati approntati → avrei messo la prima completiva al congiuntivo invece che all'indicativo, considerando anche l'ambientazione e lo stile (oltre al fatto che sia più corretto in ogni caso);
In te, ho trasfuso tutto ciò che ho imparato → credo che la virgola sia errata, perché, anche se non si tratta di una virgola tra soggetto e verbo, comunque "in te" copre una valenza del verbo e per questo non li avrei separati;
Avevo lasciato dietro di me l'enorme salone e i miriadi di candelabri → c'è un accordo sbagliato, perché "miriade" è femminile;
[…] posandomi una mano sulla spalla e parlandomi a voce più bassa, come se avesse paura di evocare chissà quali presagi → il resto della frase è al passato, quindi dovrebbe essere "come se avesse avuto paura";
Ti chiamano mostro, dicono che sei hai fatto il patto col demonio → svista;
mentre il sole tramontava e spandeva sulle mie spalle un barbaglio sanguigno.0 → svista;
Preda dei dolori più lancinanti,conobbi, in quei terribili istanti, la morte → hai dimenticato lo spazio dopo la prima virgola;
una Vampira che sembrava risplendere di un potere tracimante come un gioielli incastonato nella notte → un gioiello;
le bacia le labbra prima che esalasse l'ultimo respiro → baciai
scattante come quello di un enorme belva selvatica → un'enorme;
Mi scongiurò di andare con lei, ma preferì non lasciare il castello dei Benavia. → preferii;
Capì solo molto dopo che proprio il tempo è un concetto relativo per quelli della mia razza e che, ciò che per i mortali è un periodo lunghissimo, per noi è un mero battito di ciglia → capii; inoltre credo che dovresti rimuovere la prima virgola;
Emisi un orribile ringhio di belva terrorizzata., incapace di difendermi → svista;
Era un animale superbo, con il collo arcuato e muscoloso e le froge allargate che su cui il respiro bollente si condensava nell'aria → altra svista (immagino che il "che" sia residuo di una formulazione precedente a questa);
Non importa da dove viene → anche qui sarebbe stato meglio usare il congiuntivo al posto dell'indicativo;
Firenze, Roma, Napoli, Venezia, e molti altri comuni → la virgola prima della "e" ormai viene accettata (infatti non la correggo quasi mai), ma credo che negli elenchi sia da evitare;
Scoprire poi, alle soglie del 1600, Caravaggio, fu l'apoteosi → virgola tra oggetto e verbo;
Ma, sopratutto, il Vampiro che si accompagna ad un cavaliere nero alla guida di una carrozza in cui adescavo spesso le sue prede → accompagnava; inoltre prima ti riferisci ad Alphonse come "il Vampiro" e poi usi il verbo alla prima persona;
Fu così conquistai una delle donne che avevo desiderato più a lungo → svista;
Mi invaghì, come solo un Vampiro affamato può → invaghii;
Si chiama Claire → chiamava;
Ascesi fino alla balconata di quella stanza come se non avessi peso → avessi avuto;
Nuberus venne con me, tu stesso l'hai intravisto spesso → tu stessa, visto che si sta riferendo ad Alexandra;
Era la fine del 1700 e mi presentai agli amministratore delle mie proprietà → amministratori;
ed è eri vestita di bianco → svista;
Finalmente il castello riprese vita, ne aprì le porte alla gente e fui lieto → aprii;
con uno grazioso cappellino → un;
Lo afferrai e lo scossi con tutta la potenza di cui ero capace; i miei occhi si erano colorati di cremisi in quell'impeto di ira bestiale e che le zanne erano ben visibili tra le labbra socchiuse. → svista;
sentii il mondo crollarmi addosso → Sentii
Le sue mani rimasero sollevate, bloccate a mezz'aria come se tutto la stanza attorno a lei avesse appena perso ogni consistenza e sfumasse in un mondo rarefatto → tutta la stanza; fosse sfumata;
Sotto la coltre del tempo, si intravedevano ancora gli affreschi e i fregi dipinti da un'artista ormai obliato → un artista.
Insomma, ci sono degli errori, di cui alcuni ripetuti più volte; per il resto non mi preoccupo più di tanto, diciamo, perché quando si scrive una storia così lunga può capitare che sfuggano delle imprecisioni o delle distrazioni.
Stile e lessico: 14/15
Penso che lo stile di questa storia sia meraviglioso.
Mostri un'incredibile cura dei dettagli, soprattutto nelle descrizioni, che onestamente mi hanno ricordato Anne Rice e la sua cura maniacale per i particolari (cosa che ti ho sicuramente già detto), per l'introspezione e anche per le descrizioni delle scene cruente. Mi è piaciuto moltissimo questo tuo modo di approcciarti alla storia: sei riuscita a trasmettere immagini vivide e dinamiche, a far immaginare tutto come probabilmente lo immaginavi tu ed è una grande qualità in una storia, visto che spesso è ciò che fa la differenza tra un racconto appassionante e uno scialbo e noioso.
Inoltre, sei riuscita a dare un ritmo adeguato alla storia: lento per via delle descrizioni e dell'ambientazione, ma comunque il tutto è abbastanza intrigante da tenere il lettore incollato alla storia; è tutto così affascinante e misterioso da rendere la storia irresistibile, nonostante il ritmo moderato e l'utilizzo di termini ricercati.
Ci sono alcune espressioni che vorrei farti notare: sono dei punti in cui ad esempio avrei usato dei segni di interpunzione diversi per dosare meglio il ritmo o in cui mi sarei espressa in modo diverso, ma ovviamente si tratta di consigli molto soggettivi.
Eppure il sangue di Violate si diffondeva in ogni fibra, in ogni capillare come una matassa di voraci serpi, si annidò ovunque, rimodellò ogni scampolo di carne: rinacqui. → non mi convince molto la virgola tra "serpi" e "si annidò", visto che la parte che segue è una sorta di spiegazione della precedente e che c'è addirittura un cambio del tempo dei verbi (in effetti non proprio del tempo, ma dell'aspetto) tra le due parti; avrei usato un segno più forte;
Contemplò la città che sorgeva ai piedi della collinetta su cui si ergeva il castello circondato da alte mura merlate e un fossato oltre cui si gettava un ponte di pietra → qui avrei inserito una pausa da qualche parte, perché il ritmo forse risulta troppo veloce;
[…] che il mondo in cui vorresti farmi vivere non ha nulla a che vedere con quello che è realmente il mio → non c'è nulla di sbagliato, ma hai usato una perifrasi fin troppo lunga per esprimere un concetto molto semplice e mi è sembrato superfluo;
di una crudeltà che non mascheravo ma, anzi , conoscevo e amministravo benissimo → forse questo è troppo soggettivo per essere segnalato nella grammatica, ma inserire sia "ma" sia "anzi" è ridondante; probabilmente l'hai messo così per enfatizzare, ma credo che comunque risalti un po' troppo; inoltre non condivido molto la scelta di "amministrare": indubbiamente è corretto, ma forse sarebbe stato meglio usare qualcosa di più evocativo;
Invece, tu eri quella sfida, una miscela di audacia e di accortezza → le pause di questo periodo non mi convincono molto, il ritmo mi sembra troppo lento. Non saprei suggerirti una soluzione, ma leggendo mi è saltato all'occhio e quindi ho deciso di segnalartelo.
C'era stato il sangue, sì, ma non era più il suo, ma quello di Alphonse che la cullava teneramente. → ripetizione.
Il lessico mi è sembrato preciso e curato quanto lo stile: usi termini piuttosto ricercati (a volte forse troppo, ma in fondo è l'ambientazione a richiederlo) e in genere li usi consapevolmente. L'effetto finale insomma non è troppo pomposo: è forse leggermente barocco, ma comunque c'è un certo equilibrio che fa sì che la storia non risulti troppo pesante. Volevo comunque segnalarti delle scelte lessicali che personalmente non avrei fatto, essendo un po' imprecise:
il groviglio di corpi in cui erano ammucchiati era un delirio istintivo e gutturale → "gutturale" è un aggettivo che in genere si riferisce a suoni o voci, quindi in questo contesto non è adeguato; forse c'era l'intenzione di esprimere anche il "suono" emesso dal groviglio di corpi, in questo caso capisco, ma comunque leggendo non mi ha convinta.
i capelli lunghi e mori appiccicati alla faccia dai tratti marcatamente maschili e il lungo mantello afflosciato sulla schiena → "mori" non mi convince molto; forse è un po' troppo basso per lo stile utilizzato;
mi disse con voce bassa, fonda, metallica → "fonda" non mi convince, avrei usato un altro aggettivo.
Questo è quanto: nonostante le piccole cose che ti ho segnalato, ho amato il tuo stile dalla prima all'ultima riga. Complimenti!
Trama e originalità: 14,50/15
Mi è piaciuta molto l'idea di raccontare la storia attraverso la lettera e il prologo e l'epilogo in terza persona dal punto di vista di Alexandra: questa scelta ha dato un senso di completezza a tutta la storia e, del resto, sarebbe stato impossibile inserire il finale a sorpresa limitandosi alla lettera.
Nonostante lo stile abbastanza ricercato, la storia si legge velocemente ed è anche grazie alla tua capacità di strutturare e ordinare le scene in modo da non farle sembrare mai noiose e inutili: durano tutte il giusto, non c'è nulla che sembri affrettato o tirato troppo per le lunghe.
Mi sono piaciute moltissimo anche le descrizioni: ricchissime di particolari, ma comunque dinamiche abbastanza da non risultare noiose. Ad esempio, una descrizione che mi è piaciuta moltissimo è quella che hai fatto nella scena in cui Alexandra cerca Alphonse, con la sua voce che rimbomba e fa tintinnare i cristalli del lampadario e le percezioni date dai sensi affinati: quella scena sembra incredibilmente reale.
Mi è piaciuta tantissimo anche la scena della trasformazione di Alphonse, con il dettaglio della luce e delle stelle che sembrano raccogliersi.
Una scena su cui sento di dovermi soffermare è quella di Beth, un po' perché è descritta in modo magistrale, un po' perché la vedo come il punto chiave della storia. Devo ammettere che all'inizio non pensavo che quella scena avrebbe avuto una particolare importanza: era scritta talmente bene che ho pensato l'avessi inserita soltanto per la sua bellezza intrinseca, quando poi si è rivelata un punto cruciale, ovvero quello dell'incontro tra Alphonse e Nuberus. Ho apprezzato moltissimo il conflitto di Beth e il fatto di vedere Alphonse confrontarsi per la prima volta con un essere più potente di lui. Questo credo abbia cambiato molto profondamente il suo modo di pensare e credo sia stata una tappa fondamentale per la sua svolta: il fatto che si sia sentito fragile e solo per la prima volta è molto importante.
L'unica cosa che non mi ha convinta totalmente, come spiegherò meglio nella caratterizzazione dei personaggi, è la svolta finale: credo infatti che l'amore per Alexandra si sia sviluppato troppo in fretta e per motivazioni descritte in modo un po' generico: avrei insomma preferito una contestualizzazione più precisa riguardo la nascita di questi sentimenti, visto che sono una parte molto importante della storia.
Mi è piaciuto molto il finale, con Alexandra che non riesce a trovare il corpo di Alphonse: ha un certo effetto sorpresa e senza dubbio lascia aperti degli spiragli a proposito del suo destino.
Non ho potuto fare a meno di notare alcune cose che mi hanno ricordato la Rice e altri autori in generale. Ad esempio, l'episodio del monastero mi ha ricordato del momento in cui Louis (in Intervista col Vampiro) si nutre per la prima volta di una persona innocente, perché ‒ se non ricordo male, è passato tantissimo tempo ‒ anche in quel caso era successo in una chiesa e la scena era rappresentata in modo molto drammatico; anche le scene di violenza e il viaggio in Europa orientale mi hanno ricordato un po' la Rice, mentre nell'episodio di Claire ho notato alcune piccole analogie con Sibyl Vane, la giovane attrice di cui si innamora Dorian Gray. Li ho davvero apprezzati, come riferimenti.
Caratterizzazione: 14/15
Ho trovato Alphonse e Nuberus descritti molto bene; hai lasciato Alexandra un po' sullo sfondo, ma come scelta è comprensibile.
Per quanto riguarda Alphonse, mi ha fatto piacere vederlo malvagio e dissoluto fin dall'inizio: il modo in cui faceva di tutto per arrecare dolore al suo precettore, che in fondo gli voleva bene e tentava solo di allontanarlo dalla vita che faceva, il suo essere sprezzante nei confronti di tutto e di tutti… penso sia difficile rappresentare un personaggio simile senza far venir voglia al lettore di prenderlo a schiaffi. Per quanto infatti le sue scelte non siano facilmente condivisibili, si prova in un certo senso empatia per lui, perché riesci a coinvolgere al punto da far vedere il mondo con i suoi occhi. È un personaggio che si riesce ad immaginare perfettamente, fin dalle prime pagine, e che risulta coerente in tutta la sua evoluzione, tranne forse nel momento in cui conosce Alexandra. Per tutta la storia, infatti, hai mostrato Alphonse dissoluto, malvagio, cinico: gli unici momenti in cui compare uno sprazzo di umanità sono la morte dei genitori (quando ripensa al loro amore e si chiede se possa accadere anche a lui) e l'incontro con Nuberus, quando per la prima volta Alphonse ha paura. Proprio alla luce di questo mi sembra assurda e leggermente incoerente la conversazione con Nuberus: Alphonse dice che Alexandra è ciò che ha cercato per tutti quegli anni, ma nel corso della storia non mostra quasi mai pensieri simili, se non in occasione della morte dei genitori, quindi doveva essere una cosa molto più inconscia di quanto possa sembrare da quel dialogo, perciò avrei tentato di spiegare quei sentimenti in modo un po' diverso e di insistere per non far sembrare il cambiamento troppo repentino. Dell'amore di Alphonse per Alexandra ho trovato invece incoerente il fatto che lui si sia sentito attratto dalla sfida rappresentata da lei: non perché non accada o perché sia poco credibile, ma dopo aver creato un personaggio così interessante non credevo che avresti utilizzato un espediente tanto comune, inoltre insistendoci ‒ almeno a mio avviso ‒ troppo poco.
Per quanto riguarda Alexandra, invece, sappiamo molto poco e la maggior parte delle informazioni si ricava dalla lettera di Alphonse. Non sono riuscita quindi a inquadrarla benissimo, come personaggio, ma non mi è dispiaciuta. L'unica cosa che mi è sembrata un po' incoerente di lei è il discorso che fa ad Alphonse e il fatto che si dica in grado di vedere la sua umanità. Beh, l'umanità di Alphonse in quattro secoli è venuta a galla molto poco, quindi sembra un po' strano che lei sia in grado di percepirla da subito. Non è nemmeno questo il problema, quanto il fatto che lei si sia resa conto quasi da subito della sua natura e che abbia deciso comunque di fidarsi in base a questa percezione. Insomma, credo che una cosa simile sia difficile da accettare, quando si hanno così poche informazioni sul personaggio.
Giudizio personale: 19,50/20
Nonostante i punti che ti ho fatto notare nelle voci precedenti, ho trovato questa storia meravigliosa e credo meriti appieno il "Premio Giuria" (altrimenti non te l'avrei assegnato, del resto).
Hai saputo creare un'atmosfera coinvolgente fin dall'inizio e la storia è bellissima, oscura, maledettamente affascinante. Devo ammettere di avere un po' la fobia dei vampiri "alla Twilight", citati anche nelle tue note: quei vampiri che di davvero vampiresco hanno soltanto l'immortalità e che vengono rappresentati, nel migliore dei casi, come dei normali esseri umani, come se la sete di sangue e l'aver vissuto dei secoli non avesse modificato affatto il loro modo di vedere le cose, il che sinceramente mi sembra assurdo. Questo è il meno, ovviamente: il vero problema è utilizzare delle creature che avrebbero bisogno ‒ come del resto qualsiasi personaggio particolare e difficile da gestire ‒ di una grandissima cura per renderli protagonisti di storie d'amore che tutto sommato potevano uscire uguali anche con un mortale e con un po' di fantasia in più nel rappresentare un protagonista maschile "bello e dannato" (perché è questo che cercano, non hanno alcuna voglia di scrivere ‒ o leggere ‒ sovrannaturale). Insomma, tutta questa premessa per dire che prima di leggere una storia sui vampiri ‒ che sia un romanzo o un racconto di EFP ‒ ci penso una decina di volte e infine mi decido per il no. Conoscendoti già come autrice non avevo certo timore che mi deludessi per quanto riguarda questo aspetto, tuttavia non mi sembra una buona ragione per non spendere neanche una parola sul fatto che tu non abbia scelto la strada più semplice (e triste, noiosa e banale, ma spesso chi la percorre non se ne rende conto). Sei riuscita a presentare un personaggio molto carismatico e interessante e, nonostante sia difficile trovarsi d'accordo con lui, si prova comunque una certa empatia e, per quanto possa stare poco simpatico, non si prova per lui la repulsione che ci si aspetterebbe di dover provare nei confronti di una persona che agisce in quel modo.
Mi sono piaciute molto anche le citazioni che hai inserito nel testo perché, a differenza di altri prompt per i contest (ad esempio in altre storie che si trovano su EFP), si sposano perfettamente con il contesto in cui l'hai inserite e si amalgamano benissimo: non viene insomma da pensare "ah, sì, questo era il prompt di un contest" (mi è capitato spessissimo, in effetti). Insomma si tratta soltanto dell'ennesima dimostrazione della cura che hai messo nel creare questa storia e ti faccio ancora i complimenti, perché è una delle più belle storie che abbia letto per un contest. Se non fosse stato per i particolari che ti ho fatto notare in trama e caratterizzazione dei personaggi, avresti potuto prendere il massimo in questa voce. Bravissima.
Totale: 60,75/65 |