E rieccoci con un nuovo capitolo, a due settimane e oltre dall’ultima recensione. (Naturalmente non per te, perché tu le vedrai quasi di fila, ma chissenefrega.)
Questo capitolo ha in effetti un singolo focus: il rapporto di Dream con Fiordoropoli. Anche l’intervista con Elvira, che ha l’elegante compito di chiudere il cerchio di flashback ricongiungendoci quasi definitivamente al presente del Capitolo 1 (ci racconta come Dream è entrato al Corriere), appare di fatto come poco più di una cornice al resto. E ciò può sembrare bizzarro visto lo spazio che le è dedicato, ma di fatto non fa che ribadire o esplicitare fatti che già erano deducibili dai precedenti diciassette.
Prima di partire con il grosso, c’è spazio anche per un breve roundup su ciò che sta succedendo nel qui e ora a Kanto-Johto. Sorprendentemente non abbiamo molti riferimenti al cliffhanger (giusto uno volante), mentre è maggiore la concentrazione sul futuro destino di Dream a Kalos (avremo dello screentime a Luminopoli? Non so se si evince da LKNA, ma quella città mi piace parecchio).
È però ovvio che il capitolo è in realtà una dichiarazione di amore (e se vogliamo anche di odio) verso Fiordoropoli. Tutto si riconduce lì come parte di una spirale: le difficoltà degli Allenatori alla Palestra di Chiara, l’offerta presentata a Dream di diventare Capopalestra e soprattutto lo splendido passaggio che racconta il primo incontro del ragazzo con la Capitale. E non è solo una descrizione della città, ma anche un’analisi dei suoi abitanti e uno studio del sublime dinamico. Non ho mai particolarmente apprezzato Fiordoropoli (io sono più uno da Violapoli, da Amarantopoli, da Olivinopoli o da Ebanopoli), ma il modo in cui questo capitolo ne ha parlato è stato sufficiente a farmi dubitare dei miei stessi gusti.
E a concludere tutto, la motivazione per cui Dream rifiuta la Palestra è tanto ovvia quanto inattesa. Di nuovo Umbreon, di nuovo quel singolo evento che è stato suggerito con maestria a metà L&F come un evento trascurabile e si è rivelato essere il pilastro portante di tutta la vita del protagonista.
Osservazioni datate:
- - Il titolo Fama Capitale, oltre a essere tematicamente attinente, ha particolare risonanza nel periodo in cui scrivo questa recensione visto il recente funerale di Vittorio Casamonica. Così, per la posterità.
- “«La notte non è pericolosa se hai un buon pokémon allenato, mamma. La gente scansafatiche è pericolosa» disse a sua madre quando questa tentava di dissuaderlo nel partire con qualche conoscente”. Dissuadere significa persuadere a non fare. La frase che immagino cercassi dovrebbe essere “tentava di persuaderlo a partire con qualche conoscente”.
- “Dream ammirò per l’ultima volta Fiordoropoli illuminata da un migliardo di luci che la formavano”. Miliardo, methink.
- “Croconaw stai fermò! Muoviti! Vieni qua!”. Al di là del refuso su fermò, prima gli dice di fermarsi e poi di muoversi? Dream, deciditi!
- “Attualmente, sono riusciti a battere Chiara esattamente… zero allenatori della nostra annata”. Il Diabolico Miltank colpisce anche nell’universo di L&F.
- Con l’inciucio dei casinò, ora abbiamo anche una spiegazione sul perché a Fiordoropoli abbiano preso piede i Gira-Voltorb. Boom!
- Come cittadino di Milano, noto diverse somiglianze tra essa e Fiordoropoli. In particolare la scena di Dream nel bar silenzioso mi è sembrata talmente familiare da domandarmi se non l’avessi per caso scritta io.
- Ehi, ehi, è Mr. Saxobeat! La conosco! Per una volta Dream cita una canzone che conosco! Certo, mi repelle e risale ai tempi bui in cui guardavo MTV, ma conta comunque, giusto?
- “«Ma cos’è che stiamo festeggiando esattamente?» pronunciò una voce femminile, rauca, lenta, emessa come se si stesse pronunciando una preghiera alla Madonna”. Niente da fare, riesci a citarla in qualsiasi contesto possibile.
- “[…] Una palestra di questo tipo è un interessante esperimento» chiarò Lance con la sua voce sempre precisa e puntuale”. Non so che verbo debba essere, ma nella sua forma attuale non credo esista.
- “Il primo nome aspetta alla Capopalestra dimissionaria e io ho deciso di appoggiarla immediatamente”. No, spetta non è un troncamento, è proprio un verbo a sé.
- “E la panna di cannone si chiamava “Cancro” e più che Dream aveva colpito Umbreon”. Certi tuoi typo sono esilaranti, non so come farei senza.
- Sì, c’era anche una scena in discoteca da qualche parte. Ma sono stanco e non ho voglia di parlarzzzzzz
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