H^o^la cara Anne!
Che bello questo capitolo! Bello bello bello! *o*
No, ok... Proviamo ad articolare meglio il concetto... Ehm.
Con ordine. Innanzitutto ho apprezzato tantissimo il flashback sulla cattura di Molly, non tanto per gli eventi in sé quanto per il modo con cui hai scelto di narrarlo. E' stato più che un semplice stream of consciousness, è stata un'introspezione stratificata, pensieri che recuperano altri pensieri. Insomma, ci hai fatto contemporaneamente rivivere il momento dagli occhi di Molly e i suoi sentimenti nel ripensare all'accaduto. Fantastico, non ho altri aggettivi. Ed il pezzo in cui dice: Perché non hai urlato? Ah, già. Come una sciocca avevi pensato fosse lui. Ma si può sapere come ti è passata per la testa una cosa del genere?! Dannazione, dovresti aver imparato ormai, non credi? beh, era più che fantastico.
Ma passiamo a Sherlock, perché lui è il co-protagonista e quindi, giustamente, abbiamo una parte scritta nello stesso registro, che ne fa da pandant. O meglio, ne abbiamo due, perché la psiche del nostro detective è così complessa che non conosce solo un modo per rievocare ricordi passati. Da un lato abbiamo lo Sherlock adulto, quello che ha costruito il suo Mind Palace con rigore analitico, dove sa esattamente come muoversi, quello che vi ha riposto e dove trovarlo, dall'altro abbiamo lo Sherlock bambino, quello che ancora non sa gestire la sua sfera emotiva, che vorrebbe reprimere sentimenti che però comunque prova e risvegliano in lui associazioni incontrollate.
Sulla prima parte dico solo che sì, in effetti ho trovato il profilo di Norton presentato in maniera un po' troppo magnusseniana, perché Sherlock più che archiviare le informazioni dentro a dei fascicoli le “sublima” visivamente in immagini, anche se poi quanto ad accuratezza il risultato non cambia molto... E comunque, è solo una mia idea. Piuttosto, passiamo a ciò che più mi è piaciuto: la stanza di Molly. Bellissima. E' stupendo che non sia stata riempita di informazioni, ma di ricordi. E che sia così caotica perché Sherlock sa che, se dovesse metterci mano, iniziare a riordinarla, allora sarebbe costretto a svuotarla quasi completamente. E lui non vuole liberarsi di nessun ricordo di Molly... ma non perché non vuole dimenticarla: non può dimenticarsi di lei, fa parte della sua vita. Lui non vuole dimenticare quello che prova per lei, l'amore con cui ha collezionato le sue 45 differenti tipologie di risata e tutte quelle altre cose di Molly che, nel loro insieme, esprimono la profondità del loro rapporto. Ma qui sta il problema, perché lui ha avuto modo di notarle e lei di esprimerle solo grazie all'ormai completa compenetrazione delle loro vite. E Sherlock, lo Sherlock che si ritiene troppo diverso per stare con gli altri, non si sente pronto per una simile condivisione, perché crede che se si aprisse completamente con lei allora riverserebbe nel suo mondo anche tutti i suoi problemi, le sue complessità, i suoi nemici fino a distruggerlo. Avanti, devi uscire, devi portarli via con te, si dice alla fine. E qui i miei feels sono ufficialmente andati a pezzi. Si autocondanna alla solitudine per il bene delle persone che ama, senza capire che è proprio dalla solitudine che nascono i suoi demoni, e che basterebbe uscirne per scacciarli per sempre...
Comunque, mi sono piaciute molto anche le scene più narrative, specialmente il dialogo tra Godfrey e Molly che, nonostante tutta la sua paura, ha saputo trovare abbastanza forza da tenergli testa. E' innegabile che sia un personaggio negativo e decisamente creepy, però ha un fascino mostruoso che hai reso benissimo in tutti i suoi dialoghi e le sue espressioni. Non dovrei, ma lo amo. <3
Chiaro che poi con la fine mi hai lasciato un sacco di curiosità, per cui attendo con ansia di scoprire dove Sherlock voglia imbucarsi e soprattutto cosa ha sgraffignato dalla casa di Molly!
Alla prossima,
XOXO
Evee
P.s. dimenticavo la best quote : E non trovi sia un po’ egocentrico mantenere tutte quelle differenti tonalità di “Sherlock” della sua voce?! Troppo tenero, lui. |