All'inzio di sentiva quasi sciocca ma, via via che andava avanti, acquistava sempre più sicurezza: gli raccontò della scuola, della neve, di come la vita avvesse ripreso a scorrere più o meno regolarmente.
"Ci manchi."- mormorò, sfiorando con la mano la fredda roccia.
Ho dovuto rileggere tutto da capo perchè sinceramente ho una memoria del cazzo, e mi sono ritrovata davanti queste tue parole. Bene. Isabelle ha fatto quello che faccio io quando vedo le foto di quando io e le fave eravamo piccole. Ora, dato che io e Samuele ci siamo ripromessi di leggere questa tua storia insieme e comunque, mettendo da parte le nostre incomprensioni del cazzo, non posso sclerare con lui in questo momento di merda. Quindi ti ritroverai la Giuliettina a rompere il cazzo. Allora, non so come minchia tu abbia fatto a descrivere così bene un sentimento che lo si prova solo quando un fratello more, ma porca troia. Però c'è una cosa che non mi convince, tu hai scritto "la scuola la distraeva" e allo stesso tempo hai detto che Neal e Izzy si incontravano nei corridoi per chiacchierare. Okay, bene, per una persona non è così, e fidati, non parlo per esperienza ma facciamo tutti così. So che non modificherai mai la tua storia e sto scrivendo un poema su questo e dovrei piantarla, ma anche no, così migliori andando avanti. Una persona quando ha subito una perdita rivede questa persona ovunque, e non si tratta delle solite questioni di tempo che tira fori sempre lo psicologo, no. E' una cosa che viene da dentro che è viscerale, ameno ci capiamo... Quindi ti consiglierei di scrivere che Isabelle era distratta dalle cose della scuola, tipo che so i compiti e i progetti di scienze, ma che appena metteva piede fuori dal corridoio o aveva un secondo per pensare ai cazzi suoi -E NON ZELENA-, BOOOOM! La botta di feels. E se tu intendevi questo te sei espressa male.
Per il resto non te la cavi male, non fai errori grammaticali, ma è la logica che 'meh'.
Io.
(scusami ma sono una merda, una cacchetta, continuo a leggere, vah) |