Recensioni per
Lontana Menegroth
di Silvar tales

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
09/02/15, ore 14:28
Cap. 3:

Rieccomi, non proprio nel weekend come credevo, ma chissene, sono più che felice di essere riuscita a passare a leggere e commentare *__*

Oh, che capitolo! 
Se quello precedente mi dava meno la sensazione di leggenda, questo è tornato ad avere un che di mitologico e molto simbolico. Sarà che la fuga del cervo non sembra nulla di "semplice", è più che un semplice fatto nella vita di Thranduil e Filigod, è una premonizione, è un segnale.

A parte che l'immagine di Filigod vestita di bianco che insegue il cervo bianco nella foresta nera e contorta è bellissima, l'artista che è in me ha fatto le fusa.

Vediamo se riesco ad andare con ordine, le idee vanno e vengono come vogliono e il mio vigile mentale fatica a indirizzarle (ma come parlo, wtf).

Ho amato, in particolare, questa frase di Filigod:

Soli e indifesi, poco più che bambini eravamo, eppure il mondo di fuori non ci atterriva. Perché invecchiando, ora, la paura ci frena?

Capisco il punto di vista di entrambi e non so dire cosa farei io al loro posto, ma questa frase è bellissima, secondo me definisce molto bene Filigod e si capisce perché Thranduil diventa come lo vediamo nel film, quando perde la moglie. Era lei a mantenerlo "in equilibrio", a portare quella spinta di speranza e ottimismo nella sua vita (idea che condivido su tutta linea!) e la perdita di Filigod è la conferma dei suoi timori, e lo porta a fermarsi sulle sue posizione, a fossilizzarsi sul suo isolazionismo, a estremizzare la sua visione del mondo al di fuori del cerchio protetto del palazzo. 

In una parola: ADORO! È sempre una gioia per me leggere storie in cui il ruolo della moglie di Thranduil nelle sue scelte future non è solo superficiale (quanto non mi piace quando, alcune autrici non solo nel fandom italiano, decidono che la moglie di Thranduil non lo amava e lui neppure, e bla bla bla - è tutto più bello e straziante se c'era amore tra di loro! E io amo le cose strazianti :D)

Così come è straziante il sacrificio di Filigod per preservare il regno dagli occhi degli Orchi. Non blatero oltre sulle sue motivazioni, perché trovo che tu le abbia rese più che bene e non potevo che darle ragione, mentre da qualche parte nel fondo della mia mente sentivo un "no no no no no no" a ripetizione. 

Unica nota, mi sembra un po' esagerato che Thranduil rinchiuda Eredion e il suo gruppo nelle segrete per non aver affrontato un gruppo di Orchi che li superava in numero, per di più, senza sapere che la Regina era nella foresta. Non ha molto senso privarsi in quel modo di soldati, quando dovrebbe semmai rimandarli immediatamente alla ricerca della Regina, mentre prepara un altro gruppo di guardie. 
Poi, non sono una stratega militare, però questa decisione mi è sembrata davvero assurda, anche in un momento di dolore. Stiamo pur sempre parlando dello stesso Elfo che è riuscito a riportare a casa l'esercito che non è andato a morire con Oropher durante l'Ultima Alleanza, sarà un mio headcanon, ma di certo non è uno sprovveduto dal punto di vista militare, no? :)

Ti segnalo che purtroppo la canzone per questo capitolo è stata cancellata da Youtube e non sono riuscita a risalire alla traccia in altro modo! Mi piacerebbe ascoltarla, però :D

A risentirci (prestissimo, corro al prossimo capitolo, yuuuhuuuu)

Kan

Recensore Junior
28/01/15, ore 12:58
Cap. 3:

Ho seguito questa storia in silenzio per qualche capitolo, ma la voglia di lasciarti un commento è diventata incredibilmente pressante, quindi, dopo essermi ritagliata un po’ di tempo, eccomi qui.
Devi sapere che non sono una grande estimatrice dei Sindar e delle loro storie, a cui tendo sempre a preferire i Noldor e le controverse vicissitudini di cui sono stati vittime e artefici; ma ho imparato ad apprezzare la figura di Thranduil proprio grazie ad un autrice su EFP, e mi sono avvicinata a lui, vedendolo sotto un ottica che travalicasse il mero “padre di Legolas, Sovrano Sinda di Eryn Galen”.
Così ho anche iniziato a leggere questo racconto. E sono subito rimasta affascinata dalle tue parole, dal tuo stile in grado di richiamare quella magia di cui il legendarium è intriso. Non è scontato riuscire a trovarla nei racconti dedicati all’universo di Arda; eppure io credo che essa sia più importante di qualsiasi aderenza al canone, in quanto restituisce lo spirito ontologico alla base del grande disegno tolkieniano.
Il tuo racconto trasuda questo incanto, la bellezza di Neldoreth, dei cieli notturni del Doriath; e poi quella di Eryn Galen, delle nuove Aule di Thranduil, scavate in rimembranza dei fasti della perduta Menegroth. Prima che la selvaggia eppure delicata bellezza della foresta venga nuovamente ghermita dall’Ombra, e allora Eryn Galen si tramuti in Taur-e-Ndaedelos, culla di una minaccia che ne offuscherà il fascino, rendendola pericolo quando un tempo era rifugio.
Allo stesso modo si susseguono le vicende di Thranduil, sempre strettamente legato alle foreste, in cui dimorava da suddito e di cui, ora, è divenuto sovrano. E questo, probabilmente, è il motivo per cui hai soprasseduto sulle vicende del Lindon e di Amon Lac, oltre che sulla prima guerra per L’Anello del Potere.
Nella storia, Thranduil è un sovrano altero e volubile come le foreste che gli sono care, ed è ben percepibile l’amalgamarsi fra la sua nobile natura Sinda e quell’ascendenza esercitata dai luoghi, dai sudditi di cui è sovrano; un’indole propria dei Nandor che egli ha interiorizzato. Al suo fianco troviamo Filigod Ithilglin, una creatura che sembra incarnazione della poesia di cui è pregno tutto il racconto. Un’anima della foresta, libera e ammantata di stelle. Ed ella diviene il fulcro della storia e della vita dello stesso Thranduil. L’unico appiglio per scacciare l’angoscia lasciata dalle guerre della Prima Era, dalla distruzione del Doriath, e poi dall’avvento di una nuova ombra.
La nascita di Legolas è percepita come un ulteriore dono, e l’attesa di un nuovo figlio è un aggiunta allo strazio che seguirà.
Devo ammettere di aver davvero apprezzato il modo in cui hai narrato la fine di Ithilglin; il suo coraggio, che la porta a farsi esca per celare agli Orchi l’ingresso del Reame di Eryn Galen. Una prova della sua forza, della sua grandezza in quanto Regina.
L’unico appunto che mi sento di rivolgerti riguarda Celeborn. Per quanto sia possibile che non intercorressero buonissimi rapporti tra Eryn Galen e Lothlorien, essendo quest’ultima sotto la guida di una Noldo qual è Galadriel, e i Sindar non abbiano mai fatto mistero delle loro disprezzo nei confronti dei primi; credo che Thranduil potrebbe avere uno sguardo più indulgente nei loro confronti. Conosceva i due sovrani da tempo, poiché erano ospiti a Menegroth e tenuti in grande considerazione da Melian stessa, inoltre Celeborn è un Teler, quindi della stessa genia dei Sindar e Galadriel pur essendo una Noldo, non prese parte al Fratricidio di Alqualonde. Capisco che Thranduil non abbia il desiderio di combattere (e forse in parte invidi il potere di Nenya, in grado di osteggiare l’oscurità), capisco che Celeborn si presenti con una richiesta arrogante, ma ho trovato un po’ troppo astio nelle loro parole.

E cosa ancora più importante, non credo affatto che Celeborn, marito di una potentissima elleth quel’è Galadriel, e a sua volta padre di una bambina (Celebrian), possa dimostrarsi “maschilista”. Ma questa è un mio personalissimo parere.
In conclusione, ti rinnovo i miei complimenti e mi auguro di poter leggere presto il nuovo capitolo.


(Recensione modificata il 29/01/2015 - 11:41 pm)

Recensore Veterano
15/01/15, ore 20:24
Cap. 3:

povera, povera ragazza... cosa le hanno fatto!
mi sento male, una vaga sensazione di fastidio e di nausea, e mi dispiace infinitamente per Thranduil e per il bambino che doveva ancora nascere...
bravissima...
Sara