Recensione neutra perché comprendo che l'intento dello scritto non era altro oltre che catartico. Il tentativo di inserire la vostra rabbia grottesca nella struttura del sonetto è apprezzabile, ma il susseguirsi di anafore con l'ausilio della sola parola "vaffanculo" rende ammorbante la lettura. Le anafore della prima quartina ("vaffanculo per...") lo fanno parere, a parer mio, simile a una pubblicità: il reiterarsi prolungato di una certa struttura scade nel sentito, nella tiritera carina perché facile da ricordare ed orecchiabile o comunque accattivante, soprattutto con una formula così usata e colloquiale. Personalmente trovo le rime bambinesche, tutt'altro che comiche ma alquanto banali ed eccessivamente volgari, nel senso di volgarità spicciola, senza la benché minima vena artistica e senza abbastanza spiglio creativo. Infatti essa cade in stantii luoghi comuni come "perché fai pena pur al cesso", che, senza offesa, può benissimo essere scritto anche da uno di quei "vecèt" che si trovano nei bar a giocare a scopa.