Sono rimasta colpita da questo breve testo, come in un batter di ciglia poche parole possano rappresentare a pieno l'idea di solitudine e di estraneanza con rapporti di unione e di legami profondi, come qualcuno puó sentirsi solo, tanto da pensare di lasciar tutto e andar via. Via senza piú aver ritorno.
Elisa, descritta da te, esprime bene i pensieri sulla libertá, collegando vari oggetti e azioni a sensazioni e percezioni umane.
Ancora una volta i tuoi scritti riescono a farmi capire discorsi più profondi e a farmi riflettere, su quelle che sono i sentimenti della protagonista, in questo caso molto chiari.
La velocitá della vicenda, a differenza della recensione precedentemente letta, a me ha rispecchiato di piú quanta fosse l'intolleranza della vita che Elisa portava sulle spalle, il sentirsi estraneata ormai da tutto e da tutti e rassegnata a dover continuare cosí, o non continuare.
Ci tengo a farti particolari complimenti sulla fine del racconto, per la descrizione che sei riuscita ad ottenere, collegando i capelli, le onde e la neve, alla protagonista. Non è per nulla facile riuscire a collegare tutti i frammenti di una vicenda mente man mano che la forza di gravitá faceva il suo corso ed Elisa andava piú giú, la libertá sprigionata dai capelli, il rifrangersi una e un'altra volta delle onde e il ciclo che fa la neve, allo scontrarsi con il suolo, fa capire quanto diversa sia la fine che Elisa avrebbe fatto pochi istanti dopo e, nonostante tutto, quanto a lei non importasse dato che, guardandosi alle spalle, non vedeva nulla per cui valesse restare.
Ancora una volta ti faccio i miei complimenti e ti dico che scrivi realmente molto bene, felice di aver letto un'altra tua storia e spero di poterne leggere ancora in futuro.
Un bacio, alla prossima! (Recensione modificata il 25/08/2015 - 05:42 pm) |