Sono quasi giunta alla conclusione e mi dispiace troppo. Quando arriverò al decimo capitolo me lo rimpiangerò e me lo rileggerò un paio di volte, credo sia abbastanza chiaro.
Inizio col farti i complimenti che, non sono mai troppi, quando meritati. E te li meriti perché è splendido ciò che hai scritto.
"Sagittarius cercò di dimenticare tutto: negò l’ira verso Ofiuco e la pietà per Elena, cancellò la stima e l’invidia nuove verso Manigoldo,(...)" <-- Questo pezzo, questa frase è sì l'inizio del capitolo, ma è anche il punto di svolta e ho adorato quando 'cerca di cancellare le nuove emozioni-sentimenti-pensieri' su Manigoldo.
Quando c'è quel contrasto-unione fra i cosmi di Cancer e di Sagitter fra le righe mi sembrava di vedere qualcosa di mistico e sovrannaturale. Ma ancor di più qualcosa di arcaico. L'unione e la potenza della morte -i fuochi fatui- e il vigore della vita -la freccia d'oro-. Penso sia il contrasto e l'unione essenziale ed è venuta perfettamente, resa completamente.
Così come i loro cosmi anche loro si sono conosciuti. E l'immagine dello specchio e della sua metafora del 'vedersi' (come conoscenza) per la prima volta mi è tanto piaciuta.
Rende bene l'effetto visivo poi l'attacco. L'ho davvero immaginato visto.
Come sia morto lo Specter mi ha costernato, ma in senso positivo. Era uno che si lamentava e che aveva tutte le responsabilità su di sè. Ora che il suo compito è reso ad Hades... può solo che spirare. Ecco. Lasciando quantomai stupiti i due cavalieri, ma con le mani sporche di sangue... per non aver salvato Elena.
Alla prossima recensione,
Giò |