Yo.
Ventiquattresima recensione a questa storia la mia è. E non so perché ho ordinato la frase in quel modo, ma mi andava di proporre qualcosa di diverso come apertura di recensione del solito - ed ormai scialbo - "Ciao, come stai?".
Ho letto tutto d'un fiato in quasi mezz'ora questo capitolo che, da quello che mi ricordo, ti stava dando molti problemi per via di una specie di blocco. Ah, mi sono accorto che hai raccontato della genesi di questo capitolo -passami la ripetizione - solo adesso. Pardon moi.
Detto questo, io passerei a spendere due parole sul titolo: mi sono soffermato molto su quel foglie che, nella mia mente, si ricollega subito a diverse cose che ho letto nel corso degli anni e che non sto qui ad elencarti perché la recensione si discosterebbe troppo dal materiale. Mi piace molto come titolo, da proprio l'idea della situazione tutto sommato precaria in cui i ragazzi dell'Accademia si trovano.
Trovo originale la trovata del sondaggio-intervista proposta ai ragazzi. E mi sale lo shipping ossessivo-compulsivo ogni qualvolta leggo di una chiacchierata tra Dan ed Ele. Che devo farci, mi piacciono troppo. Mi sa che tra un po' mi rinchiuderò volontariamente in manicomio per cercare di essere meno ossessionato.
Devo dire che mi manca un po' l'atmosfera della vecchia Accademia: era più gioiosa, più simile ad una vera e propria scuola più che ad una sottospecie di campo di addestramento militare. A quei tempi della guerra si parlava pochissimo, mentre qui la sua presenza aleggia tiranna su questi poveri ragazzi. Tanto sappiamo che questa presenza si paleserà in maniera travolgente e destabilizzerà parecchio i nostri protagonisti.
Beh, io ho finto. Scusami per la recensione piuttosto corta, ma ho ancora un intero capitolo da scrivere e vorrei portarmi avanti prima della carellata di verifiche che mi aspetta da mercoledì prossimo.
Un saluto \0-0/
Moro |