Recensioni per
St. Jimmy Rebel
di Midnight the mad

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Questo capitolo è meraviglioso. Lasciamo perdere il fatto che scrivi da Dio, e detta così sembra la solita stronzata alla "è bellissimo questo capitolo, grande scrittrice, grande storia!", come se non sapessimo di essere solo ragazzini che provano a farlo perchè gli piace, ma sono seria. Mi piace lo stile che hai, è semplice, diretto, frequenti pause, buona proprietà di linguaggio, ed è ordinato e disordinato allo stesso tempo, qualità che apprezzo molto. Da' la sensazione di disordine, ma non lo è affatto.
Ma ora passiamo alla storia, perchè la mente di Whatsername ha risucchiato la mia, facendomi desiderare di essere al posto di Jimmy, di parlare con lei. Se vogliamo proprio dirlo, l'impressione che da' è di essere contemporaneamente St. Jimmy, Whatsername, e in parte, anche Jimmy, per la concezione che avevo io di lui, e mescolandoli così hai ribaltato la mia concezzione di lei: in Whatsername ho sempre visto la speranza, una bambina che gioca, ma che ama il dolore quanto tutto il resto, che non ne ha paura. Ho sempre visto lui, come quello che sarebbe dovuto essere terrorizzato dal dolore. In American Idiot è lei che salva Jimmy, qui sembra dover essere il contrario, e questo è fantastico.
Quello che lei pensa, poi, la sua visione delle cose, è davvero affascinante, e non tanto diversa dalla tua, anzi, quasi affatto, ma per quanto sia un ottimo ragionamento, ha ragione Jimmy, è stupido. Una vita senza dolore sarebbe inutile, è il contrasto a darci la percezione di ciò che apprezziamo, vediamo il bianco perchè conosciamo il nero, vediamo la luce perchè conosciamo il buio, e così via. Distinguiamo freddo e caldo perchè conosciamo entrambi, se mancasse il freddo, in un certo senso mancherebbe anche il caldo. Il dolore è una cosa brutta, si, e allora? Non è distaccamento dalla vita, è paura. Lui ha ragione, la sta solo vivendo in maniera superficiale. Non la sta vivendo davvero, e forse, per questo, neanche la merita. Sicuramente meno del pianista, comunque. Tutti abbiamo paura, tutti soffriamo, e alla sofferenza reagiamo arrabbiandoci, apatizzandoci, amando, essendo felici, tristi, e tutto il resto. Se eviti il dolore, eviti anche ciò che provoca, e il dolore e le fredde consapevolezze che ti da' hanno creato tutto ciò in cui credo, e in cui crede, suppongo, anche lei. Il dolore è ciò che ti spinge a reagire, se non lo provi stai fermo, immobile, e perdi il tuo tempo, occupando spazio. Noi siamo un'agglomerato di impulsi nervosi, che producono sentimenti, e questi si equilibrano fra loro, se uno ne viene a mancare, anche gli altri rischiano di annullarsi.
E se, con un capitolo, sei riuscita a tirarmi così tanto nella storia da farmi desiderare ardentemente di essere al posto di quel ragazzo e di poterle parlare, di poter fare qualcosa, allora significa che sei davvero brava, Whatserface. Complimenti.

-Brat.