Recensioni per
Sniper's soul
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Non avevo pensato che la signorina Elliott non arrivasse a scoprire tutta la verità. E' giusto che l'altra metà del segreto resti al momento affare di Roy e Riza e il silenzio discreto della vecchia insegnante ha aiutato a lenire il dolore psicofisico della giovane. Ancora una volta Riza si trova di fronte alla possibilità di scegliere tra la vita civile e il rientro nell'esercito, ma a quanto pare, vuoi per gli ideali di Roy, vuoi perché effettivamente Riza non sa cosa significhi vivere in mezzo ai civili, sceglie l'esercito, dove ad attenderla vi è un Quartier Generale in pieno subbuglio.

Mi ha fatto specie la riunione di camerata delle ex compagne di Accademia di Riza: sapere che la metà di loro non ce l'ha fatta mi ha fatto specie, considerando che quelle erano poco più che ragazzine mandate allo sbaraglio. In tutto questo si sente, forse, anche la "colpa" per essere sopravvissute che si aggiunge a quella per le persone uccise. C'è da dire che Rebecca se l'è cavata meglio, a lei è toccata la guerriglia che richiede operazioni in cui viene più semplice non pensare, fortuna che non è stata concessa a Riza: se n'è stata da sola e ha avuto tutto il tempo per pensare, tranne quei pochi frangenti in cui doveva mirare all'ishvaliano di turno per farlo fuori. E' una condizione che richiama i soldati della prima guerra mondiale, che oltre ad aspettare non potevano fare altro. Riza però non si rende conto di una cosa (e probabilmente non lo farà mai): la sua tempra forte, poche persone (e pochissime sue coetanee) avrebbero conservato la sanità mentale dopo aver subito e visto determinati accadimenti. E' una caratteristica che non viene mai esternata ma che si percepisce chiaramente. Del resto non ricordo che nessuno abbia fatto esplicitamente accenno alla resistenza mentale di questa donna ma ciò non impedisce al lettore di arrivarci da solo.

Bene, posso dire che non vedo l'ora di vedere Grumman? Vecchia volpe che non sei altro, ti ho aspettato per tanto tempo. <3

Alla prossima.

Recensore Master

Capitolo bellissimo e commoventissimo!
Ma andiamo con ordine!
La guerra è finita, e fa davvero contrasto, dopo la sua durata di ben otto anni, sentirne annunciare la fine così, come si annuncia un dispaccio di normale amministrazione.
Tutti i soldati sono felici, pensano alle loro vite salvate, alle famiglie che stanno per riabbracciare; ma Riza non può farlo, Riza si sente ancora le mani sporche di sangue, e sa che non potrà avere mai più una vita nè tantomeno farsi una famiglia normali.
Commoventissimo il discorso di Morris a Riza, che le parla come ad una figlia; il lato paterno che viene fuori e supera il soldato.
E' straziante la vista del piccolo Ishvaliano morto e ormai in decomposizione, l'ultima freccia che colpisce Riza alla fine della guerra.
Ed infine il momento più triste e doloroso, il momento dove Roy brucia parte della schiena di Riza, in modo che un altro Alchimista di Fuoco non nasca mai più.
Povera Riza, in questo capitolo ne ha passate davvero tante, adesso spero per lei che dalla provvidenziale Signorina Elliiot possa trovare un pò di pace e riposo.
Ancora complimenti.
Alla prossima.
Narclinghe

Recensore Master

ho provato a non piangere, ma tra Morrison, Riza e Roy, e infine la signora Elliot...
mi hai demolito. smontato pezzo per pezzo e mi hai lasciato lì priva di forze.
ho adorato Morrison, e finalmente abbiamo potuto capire anche cosa c'è dietro a quel suo essere guida per Riza. un padre che vede quella che potrebbe essere sua figlia a fare quello che nessuno dovrebbe mai.
per poco non si poteva percepire il calore di un abbraccio rimasto in sospeso tra il tenente e il cecchino. quel tocco sulle spalle, forte e inaspettato ha reso quella possibilità tanto vivida e al contempo irraggiungibile da fare male.
e il bambino, smangiato dalle mosche dietro un cumulo di terra, e Roy che sa sempre dove trovarla ancora prima di sapere perchè.
quello che segue è distorto e scollegato dal dolore, dalle ferite, dalla febbre.
in un attimo il fuoco è passato, in un attimo la ferita brucia e viene medicata al meglio delle possibilità (o sono i sensi di colpa, quelli che Roy cerca di spegnere con degli asciugamani bagnati?).
e in un attimo, come in un incubo che però finisce quasi bene, ci troviamo ad East City, davanti ad una porta di una casa qualunque. che qualunque non è, visto che a viverci c'è l'ultimo porto sicuro di Riza.
grazie al cielo, grazie, per la signorina Elliot. un po' di pace per la nostra ragazza, finalmente, e qualcuno che le dimostri l'amore che merita, almeno per un po'. speriamo.
un capitolo stupendo
Alsha

Recensore Master

ero convintissima di aver già recensito, by the way

aspettavo questo momento da sempre. è tra i miei preferiti del manga, e leggerne un capitolo così bello mi ha praticamente ucciso.
rivediamo finalmente Mustang nelle sue nuove vesti di alchimista di stato, ed è un colpo al cuore.
di quel ragazzino allegro e spensierato che avevamo conosciuto all'inizio non è rimasto più nulla. un'ombra di sè stesso, con degli occhi da assassino che si stupiscono di incontrarne un paio uguale e diverso in un posto che sperava essere l'unico a dover sopportare.
e invece, per fortuna, una fanciulla dagli occhi di falco veglia su di lui, con la prontezza di un cacciatore e la freddezza di un killer.
il discorso di Kimbley è stato riportato nella maniera più dolorosa ed efficace possibile. da far venire i brividi, proprio come l'alchimista che le ha pronunciate. e Dante. come Dante.
mamma mia, quanto dolore, quanto astio in poche frasi, quasi me lo vedevo di fronte a sputare parole all'acido sulla povera Riza...
non è sola, almeno, e non so se sia un bene e un male. anche Roy soffre con lei, anche noi soffriamo con lei.
ho letto il titolo del prossimo capitolo e già ho paura.
arrivo di là
un bacio-
Alsha

Recensore Master

Da macchine da guerra questi soldati ora sono tornati ad essere umani. Ciascuno di loro pensa alla vita nella propria casa, con i propri parenti ed amici, come se un peso venisse sollevato dalle loro spalle. Ma se è normale per molti, proprio come hai detto, come se quella fosse stata soltanto un'esercitazione come tante, non può esserlo per chi invece ha sentito l'assassino che da dentro è uscito fuori. Nonostante il consiglio di Morris sia di ritornare alla normalità, Riza in cuor suo non potrà mai farlo. Frasi una famiglia e lasciare l'esercito era come se cancellasse tutto questo e non sarebbe stato da lei che si è sentita come un'assassina libera di agire indipendentemente dagli ordini, e non come un mero dovere da eseguire come se niente fosse. L'immagine del bambino ucciso e con il cadavere ormai in decomposizione le da' un'ultima ed impietosa immagine della guerra, precisamente la fine. E contrariamente a tutte quelle facce felici di poter tornare a casa, di poter tornare alla vita, quel bambino come molti altri non potrà far niente di ciò che attende i soldati, così come lei non potrà fare qualcosa per lui. L'unica cosa è costruirgli una tomba: l'unico gesto di pietà umana in mezzo all'indifferente felicità della parte "vittoriosa" della guerra.

Cancellare le formule sulla sua schiena è un primo mattone nella costruzione di un mondo migliore. La cosa disgusta profondamente Roy, ma l'ha accontentata perché sa che non tutti condividono quel sogno, di conseguenza non tutti potrebbero utilizzare l'alchimia di fuoco per buoni scopi, anzi.
Così facendo la ricerca di Berthold Hawkeye la porterà con sé una volta morto a sua volta, e non ci sarà nessun altro che potrà usarla, considerando quanto sia distruttiva.
La scelta di farsi deturpare la schiena proprio dove tanti uomini sono stati fucilati la dice lunga su quanto Riza senta su di sé la necessità di marchiarsi quanto più possibile di quella guerra - e di trovare un minimo di espiazione anche se vuole negarsela - perché il sogno condiviso con Roy ora è diventato qualcosa di più. E' diventata la colpa di una formula trasmessa ad un ragazzo che voleva vedere il suo paese migliore, è diventata quasi una sorta di voto.

Ovviamente in tutto questo - la guerra, il tatuaggio e la scelta di portare quel peso tutta la vita - Roy non potrebbe non sentirsi in colpa nei suoi confronti. Ed ora per lui sarà peggio, dal momento che più della ricerca e dell'alchimia, a lui sta a cuore la condizione psicofisica di Riza.

E da chi poteva andare se non dall maestra?

Mamma che bello! *^*
Un altro meraviglioso capitolo! *si smoccola il naso*

Appuntino: Non c’era niente di poetico (nella) in quel bimbo

Recensore Master

Aaaaah, i capitoli densi di angoscia sono in assoluto i miei preferiti, Certo, finisco per odiarli perché appunto, causano angoscia ma mai nessun altro genere mi darà le stesse sensazioni come l'angst. <3

L'uscita di Morris non me l'aspettavo, sono sincera. Credevo che avrebbe fatto pressione affinché Riza entrasse nella sua squadra e invece le ha consigliato di smettere con l'esercito e di rifarsi una nuova vita. Il soldato che è in lui avrebbe probabilmente cercato di tenerla nell'esercito ma a quanto pare ha prevalso il lato paterno, con quella figlia che ha la stessa età di Riza. Sappiamo come andrà a finire ma resta comunque interessante questo breve vacillamento, è più che legittimo.

E passiamo così alla parte clou del capitolo, quello in cui lei e Roy "decidono" di mettere fine alla storia del tatuaggio. Roy mi fa una pena incredibile, capisco perfettamente il punto di vista di entrambi ma non so come mi ritrovo a "parteggiare" per lui, forse perché vederlo vacillare in questo modo fa dannatamente "aw". Ed è dannatamente "aw", non prendiamoci in giro, suvvia. Ha mostrato tutta la sua bontà d'animo con i suoi tentativi vani di farla desistere, lui che riuscirebbe a vendere ghiaccio agli eschimesi. E' strano vederlo così, ma fa anche piacere. Mi ha ricordato l'episodio che si ricollega all'inizio della storia, quella in cui viene tagliata la gola a Riza. Si cresce, certo che si cresce, ma l'indole resta invariata, e qui c'è tutto il buono di Roy Mustang.

Quanto a Riza mi sorprendo di come decida di trovare rifugio presso la signorina Elliot. Uno dei misteri che aleggiano intorno a FMA è come Riza sia riuscita ad evitare gli ospedali senza ammalarsi di setticemia. Qui hai ovviato al problema con l'intervento esterno di un OC ma a conti fatti non sappiamo come sia andata in effetti. Resta comunque un bell'espediente, rivedere la cara vecchia insegnante è sempre bello (e se non fosse che ho quasi terminato la mia raccolta avrei preso in prestito anche lei **).

Alla prossima.

Recensore Master

E così Roy e Riza si sono finalmente incontrati sul campo di Ishival.
Ciascuno con il suo carico di sensi di colpa.
Sia Riza che Roy sono entrati in Accademia spinti dalla voglia di creare un Mondo ed un futuro migliori; Riza contagiata da questa bellissima idea di Roy.
Ed ora si trovano delusi, disillusi e pieni di sensi di colpa.
Riza poi si sente addosso, oltre alle sue uccisioni, anche i morti causati dall’alchimia del fuoco, perché è stata lei il “motore” di tutto questo.
Ci vorranno anni, ma alla fine capirà che la sua scelta non è stata sbagliata, ma è stata la più giusta che potesse mai fare.
Interessante il dialogo di Riza con Dante, che incarna il perfetto soldato; colui che pensa che ogni Ishvaliano ucciso è un passo avanti verso la fine della guerra, e se la sua famiglia sarà sopravissuta, lui si sentirà un artefice di tutto ciò.
Davvero un bel capitolo, pieno di riflessioni sullo stato d’animo di Riza in un momento così  particolare e duro per lei.
Alla prossima.
Narclinghe
 

Recensore Master

E' stata una bellissima quanto azzeccata mossa questa dei riferimenti danteschi sulla colpa e relativa punizione di chi commette un peccato. Perché quello di Riza è un peccato, e molto grave se consideriamo che ha ucciso persone che non avevano fatto niente di male. Ed ovviamente a dispetto dele raccomandazioni dei superiori di non pensare alla parte etica e morale di tutto ciò, il pensiero di aver fallito, di veder andato in fumo il sogno di un mondo migliore, dipeso anche in piccola parte da lei si presenta, e lo fa sotto forma di un individuo da cui Riza ha sempre tratto delusione, proprio come ora sta traendo delusione dal sogno di pace condiviso con Roy. Ed è proprio lui che salva nel momento in cui stava per essere attaccato da un ishvalano. E' un istante pieno di significato, dove ci rendiamo conto che per proteggere quel sogno deve in primis proteggere colui che glielo ha trasmesso.
Purtroppo non è ciò che in questo momento pensano i nostri, perdendosi nell'orrore dei propri atti. Rivedersi in circostanze simili e così diversi e disillusi quasi non si riconoscono. Ricordo bene come Roy fosse rimasto suo malgrado sorpreso per aver visto Riza proprio lì. T-T
Pensando all'alchimia in particolare, non si può fare a meno di credere di aver sbagliato a pensare che fosse un mezzo per costruire qualcosa, quando hanno visto soltanto che può anche distruggere.
E la colpa è sempre di Riza in qualche modo: se non gli avesse svelato il segreto della formula sulla sua schiena, non avrebbe mai acquisito l'alchimia di fuoco, ed uccidere sarebbe stato meno facile.
Ma in qualche modo anche lui è rimasto vittima oltre che carnefice in questa storia.

Dante raffigura perfettamente ciò che i soldati pensano: se uccidiamo loro, sopravviveremo noi. Tutto finirà, nessuno lo verrà a sapere e noi ci godremo i frutti di questo lavoro - non sapendo che effettivamente sono loro i veri illusi, e anni dopo si scoprirà perché.
Ma non è l'idea di Riza, questa. Non quando ci sono in ballo vite umane. Certo, se ha scelto di entrare nell'esercito non può pensare di rimanere con la coscienza pulita, su questo non ci piove. Ma Si è ritrovata ad affrontare l'inferno quando cercava il paradiso, ma questo sembra così lontano, a dispetto di ciò che credono gli altri militari. Ma gli altri non sono tutti, e c'è qualcuno oltre lei che sta facendo i conti con tutto questo. Uno di questi è Roy, e credo alcuni altri.

Molto bella la scena finale. Era naturale che Roy si sentisse in colpa per lei: è stato determinante per Riza il suo ideale. Ma per me in qualche modo lo è stato anche l'atteggiamento di Berthold di fronte al mondo: l'indifferenza estrema ha portato alla ricerca smaniosa dell'inverso, e l'ha portata in mezzo ad un campo di battaglia. Sappiamo che si rinfrancherà dopo il Giorno della Promessa, ma ora come ora c'è tanta confusione in testa, la stessa che ora cercano di esorcizzare pensando alla signora Berth, a casa, e alla tranquilità - un metodo per ottenere una difesa contro la morte che aleggia attorno a loro.

Capitolo meraviglioso! *^*
Hai fatto benissimo a dare una tua personale versione degli eventi. :)


PS.:Tralasciamo Kimbly e la sua provocazione, visto che della questione della soddisfazione di aver centrato il bersaglio ne abbiamo già parlato.
(Recensione modificata il 16/02/2016 - 11:46 am)

(Recensione modificata il 16/02/2016 - 11:48 am)

Recensore Master

Parto col dire che hai fatto bene a mettere in bocca a Morris un difetto di trama fra i più vistosi in assoluto nel manga: com'è possibile che la guerra civile nei confronti di una minoranza etnica sia durata ben sette anni? Nemmeno le due guerre mondiali hanno avuto tale durata, e stiamo parlando di due scontri continentali, non di una guerra civile (e sottolineo civile)! Com'è possibile che l'esercito abbia deciso di consumare questo numero ingente di risorse umane senza mandare subito gli Alchimisti di Stato? Va bene, andava fatto un marchio di sangue, King Bradley sapeva perché una guerriglia che sarebbe dovuta durare non più di sei mesi sia invece proseguita per anni, ma mi sorprende di come non sia stato inserito almeno il punto di vista di un soldato semplice random riguardo questo. Ma anche fosse stato perché il Padre voleva andasse così non si spiega come mai la sommossa di Liore sia stata soffocata nel giro d pochi giorni. Avrò io una qualche mancanza ma non trovo una spiegazione plausibile a riguardo.

Fatta questa precisazione, la Riza di Ishval è quella che mi ha fatto capire che sia lei che Roy non sono per nulla tagliati per l'esercito. Loro fanno i soldati, non sono soldati... non so se mi spiego. Personaggi come Morris e Dante sembrano essere nati con la divisa addosso, riescono perfettamente a scindere la vita privata da quello che succede in campo, considerazione che non posso fare sui due canon. Roy è un idealista, è un uomo che è riuscito a costruirsi una maschera, quella del soldato, che gli consente di fare quel lavoro. Se non fosse nato in un paese come Amestris sarebbe diventato un ottimo leader politico, è in assoluto il personaggio più carismatico del manga e ti dirò che in una AU ce lo vedrei benissimo come protagonista di un thriller politico. Stessa cosa Riza, per quanto gli orrori della guerra si facciano sentire lei è ancora attaccata alla sua vita precedente, quella in cui è abituata a pensare che ogni vita vale qualcosa: non è così che funziona. In tutti i racconti sulla guerra che ho letto la preoccupazione dei soldati è una soltanto: sopravvivere. Il senso di colpa si sente solo a guerra conclusa, quando il soldato si riscopre uomo e con esso tutta quella gamma di sentimenti che non puoi portarti a tracolla assieme al fucile. Non dico che siano brutti personaggi, continuo tuttora ad amarli, sia chiaro, ma ti dirò che questo loro voler fare da crocerossine mi sta un po' sulle scatole. XD E devo dire che hai reso perfettamente questa sensazione, sei riuscita a farmi irritare tanto quanto riesce a irritarmi quel particolare del volume quindici del manga. XD Kimbly poi mi è arrivato tantissimo, hai citato quelle due frasi e sembrava che lo stessi facendo interagire con gli altri, meraviglioso. Così come meraviglioso è stato Dante col suo schiaffo morale a una Riza ancora troppo giovane e inesperta almeno mentalmente parlando. Dante non è un soldato, lui è IL soldato, quello che riesce a trasformarsi in un predatore per la sua sopravvivenza e quella della sua famiglia. "Mors tua, vita mea, e chi s'è visto s'è visto" canta Pierpaolo Capovilla. Ma a ben riflettere non è anche la motivazione di Hughes? Anche lui combatte per rivedere la sua famiglia, e ti confesso che la sua motivazione mi ha convinta più di quella di Roy.

Tornando di nuovo a Roy e Riza in guerra, loro due mi paiono gli unici esseri umani in mezzo a quella bolgia infernale. Particolarità che può farteli apprezzare come potrebbe anche farti pronunziare un clamoroso "mah!" nei confronti dei loro sogni di pace e democrazia. ma va be', considerati i personaggi che invento non credo che una tale presa di posizione da parte mia ti sorprenda più di tanto, lol.

Insomma, la guerra sta per giungere al termine, annuso già i sentori del Team Mustang con tutto ciò che ne conseguirà. Ma forse sto già correndo troppo, asd. Per ora mi son goduta questo capitolo very very angst, brava te, io con le sequenze riflessive faccio sempre a pugni.

Alla prossima.

Nuovo recensore
15/02/16, ore 22:37

Bel capitolo, amo questa storia, come si evolve, i personaggi, tutto! Spero che Riza non vada al fronte ma credo che sia inevitabile. Domani cercherò di leggere tutti i capitoli, voglio sapere come continua. Vai avanti che questa storia é un capolavoro :)

Recensore Master

sembra quasi di essere accanto a Riza, a osservare le sue azioni leggermente scostati da lei quel tanto che basta per sentirsi al sicuro.
accanto a lei durante quel primo smistamento, fino a rimanere sola davanti a tutti, l'unica ad essere diversa. l'Occhio di Falco, sarà a breve, e intanto la guardiamo appostarsi sulla torre, caricare il fucile e prendere la mira.
vediamo il volto di un uomo che un fucile non sa nemmeno imbracciarlo, che si è trovato trascinato in una guerra che non vuole quanto la voglia lei, e vediamo il suo volto esplodere per un proiettile sparato da una ragazzina.
dodici volti che le sono passati davanti, dodici vite per diventare un assassino in divisa.
però mi ha fatto sorridere il tenente Morris, come con lo sguardo di chi ha già visto troppe volte quella scena sia riuscito a capire esattamente cosa dire e cosa fare con Riza per darle forza, per far sì che non resti spezzata anche lei da quella guerra orribile.
scalda un po' il cuore il modo rude in cui l'ha scossa dal suo dolore, anche se poi è tornato nella calma innaturale delle tende.
e ora? cosa succederà?
ho paura di scoprirlo e al contempo ne ho bisogno.
non resta che attendere, magari arriverà un novello Virgilio a soccorrerla. o forse l'attendono ancora le tre fiere da affrontare, ma mi sembra strano, all'inferno c'è già stata più a lungo di chiunque altro.
alla prossima
Alsha

Recensore Master

L'accademia è finita, e ora Riza non è più la cadetta, ma è un soldato.
Al suo arrivo Riza viene chiamata ragazzina, come quello che è: una ragazza che non ha potuto nemmeno finire l'accademia e che viene buttata al fronte.
Un fronte arido, un inferno di sabbia e caldo.
A Riza viene chiesto di fare quello che sa fare meglio: sparare ai nemici!
E Riza esegue gli ordini, ripete quei meccaninici movimenti che faceva in accademia, per non impazzire.
Alla fine della giornata non è più "la ragazzina", ha ucciso dodici persone, ora è un soldato, ma il prezzo che ha pagato, e che pagherà è altissimo.
La perdita della sua innocenza, il pensiero che non l'abbandonerà mai più:
e' questo il mondo migliore?
Capitolo davvero bellissimo!
Non vedo l'ora di leggere di quanto si incontrerà con Roy.
Alla prossima!
Narclinghe

Recensore Master

Quel che le hanno inculcato in Accademia ovviamente la sprona a fare ciò per cui è stata addestrata. In primis Riza ha la concezione che sparare ad un essere umano va contro l'etica naturale - che è anche sua - ma la convinzione che siano pericolosi per il popolo di Amestris si fa sentire, così come pian piano si sviluppa il suo orgoglio di cecchino perfetto, di meccanica esecuzione degli ordini. Non fa strano che tenti talvolta di immaginare di essere in Accademia, dove erano ordini fini a se stessi, con cui non si uccideva nessuno. Però è anche vero che sapendo della situazione tesa di una guerra civile, entrando a far parte dell'esercito uccidere è la norma, purtroppo. Ma il mondo del fronte è ben diverso da quello di un poligono: è l'inferno contro il paradiso, praticamente.

Però, come già abbiamo visto nel manga e nelle ff dedicate a questo argomento - fra cui le tue :) - questa soddisfazione di sé e della sua mira è solo una goccia in mezzo al mare di vergogna che poi ne viene fuori. Prima c'era del tremore, e la consapevolezza che uccidere è facile, specie se sei dalla parte del più forte. Per non parlare della sensazione di essere "brava" in ciò che fa - uno dei migliori cecchini dell'esercito a soli diciotto anni.
Riza si dimostra fredda, ma la perplessità di fondo in tutta questa storia - non doveva esserci un mondo migliore? E lo si costruisce sparando a delle persone? - non l'abbandona mai.
Il culmine arriva con la visione della sua prima vittima, e con le altre che poi si ritrova a dover avere sulla coscienza. Perché sì, ha eseguito degli ordini, ma non può scaricare la colpa ai suoi superiori.

Povera Riza! T-T
Questi capitoli sono sempre i miei preferiti.
Bravissima!

Recensore Junior
09/02/16, ore 11:38

Eccomi di nuovo qui a recensire dopo un sacco di tempo di ritardo. Sappi che  lascerò il mio giudizio su tutti i capitoli, non temere, te l'avevo promesso!
Innanzitutto, dopo il fortissimo capitolprecedente, che per ora rimane il mio preferito, c'era il rischio che la temperatura si smorzasse troppo bruscamente, oppure che la tensione rimanesse alta troppo a lungo, rendendo i testo difficilmente digeribile. Tu sei invece riuscita invece a far scemare lentamente il disagio, partendo appunto dai giorni successivi alla tortura di Riza, riequilibrando il tutto sul finale, con la comparsa di RRy e l'augurio che le cose finalmente cambino, che vadano per il meglio. Pare innaturale dirlo, eppure per Riza la morte Berthold è solo un sollievo. Fatica perfino ad ammetterlo a se stessa, ma verso quell'uomo ormai non sente più nemmeno un minimo legame, nulla. Lei è solae la sua mente finalmente prende la dolorosa coscienza della verità: suo padre non si è mai comportato da tale. E capisco quanto possa farle male giungere ad una tale concusone, ma è la realtà. Da bambina l'avrebbe lasciata morire di inedia se non fosse stato per la signora Berth, e chissà quando se ne sarebbe accorto. Probabilmente non avrebbe versato una lacrima nemmeno per sua figlia, esattamente come per sua moglie, sarebbe stata solo una persona in meno che girava per casa sua. E anche ora, Riza non è stata altro che lo strumento per raggiungere il suo scopo, come già era evidente nello scorso capitolo. L'unica parte che le interessa di lei è la schiena, che continua a curare con gesti amorevoli ma che al lettore e alla stessa Riza mettono i brividi.
E poi arriva Roy, perfetta controparte di Berthold. Lui è tutto quello che l'anziano malato non è: gentile e premuroso tanto che Riza si stupisce perfino del fatto che la sua salute e le sue emozioni siano pe lui di primaria importanza rispetto al segreto dell'alchimia di fuoco. Per troppo tempo è rimta sola ela carenza di ontatti umani decenti si fa sentire. A quindici anni è inftile e matura allo stesso tempo, decisamente realistica come cosa. 
Ah ed ecco che arrivo alla parte della recensione che tu odierai, ma io devo assolutamente dirti cosa penso!XD  Lo so, lo soche non c'è del tenero tra Roy e Riza, e concordo assolutamente con te el dire che sicuramente il loro rapporto amoroso, se mai si è evoluto, deve essere sfocciato molto più avanti, ma io qui tra i due ci ho visto già un'accenno di tenero. Il modo con cui lui la tratta, con delicatezza, in un momento in cui la ragazza è tanto fragile (togliersi gli abiti è qualcosa che si può legre che in modo simbolico, Riza è esposta completamente ad un altro uomo in modo "sconveniente"). avvero molto bella quest'ultima parte, in cui per lei rivelare i segreti del padre all'ex allievo è sia una speranza per il futuro ma anche un'intrinseca venetta verso l'uomo che le ha fatto tanto del male... E che forse voleva che il segreto rimanesse tale proprio perché non cadesse nelle mani di Roy.
Alla prossima!

Recensore Master

Ti giuro che ci ho messo un po' a capire il nesso tra la citazione del titolo e Dante... quello che porta Riza a compiere il suo primo omicidio.
Insomma, collegamento geniale ma io lo sono un po' meno.

Bando ai miei scleri, passiamo a questo capitolo che per la crudezza e le reazioni umane rappresentate sono rimasta soddisfatta.
La parte che ho adorato di più è stata quella in cui Riza spara al primo ishvaliano che incontra. Esattamente come la terra arida che abitano questo popolo di distingue per la durezza dell'animo e un orgoglio fuori dal comune, estraneo alle abitudini degli altri amestrisiani. Nonostante molti di loro non siano addestrati continuano comunque a combattere, preferendo morire piuttosto che fuggire. A questo proposito mi torna in mente l'OAV in cui viene narrata la nascita dell'amicizia tra Maes e Roy e dove il primo uccide il loro ex compagno d'Accademia, probabilmente il frangente che io ho trovato più significativo in tutta la vicenda di FMA, se devo essere oggettiva. Qua i buoni sentimenti non esistono più, ci sono i sodati e loro, i nemici, che devono essere uccisi e basta. Certo, Riza è anche una persona di buon cuore oltre che un soldato, sotto la scorza marziale con cui l'abbiamo conosciuta nasconde un animo sensibile che inconsciamente sa che quell'esperienza la segnerà per sempre. Sempre a proposito mi viene in mente un altro OC, l'aviatore tedesco che compare in "Thor: Vikings" in cui gli viene chiesto come mai sul suo aereo ci sia una svastica lui risponde, parafrasando, che quello è il suo dovere e basta nonostante auspichi la caduta del regime per cui combatte. Tutto questo per dire che non importa se hai diciassette anni, trenta o sessanta, se sei un soldato devi tenere in conto che la tua pistola possa uccidere qualcuno ed è meglio farci l'abitudine. I soldati che hai creato mi piacciono molto, sono delle vere macchine da guerra che agiscono di conseguenza senza sogni di democrazia o altre idee utopistiche. Tuttavia Riza in mezzo a tutti quei soldati con anni di esperienza mi fa una tenerezza incredibile, sembra un pulcino bagnato in mezzo a uno stormo di falchi. <3 Ti dirò che ho provato tenerezza per lei.

Beh, direi che Rebecca se la sia passata meglio rispetto a Riza! Ma del resto sono dell'idea che non penso abbia preso parte attiva alla guerra.

Alla prossima!