Recensioni per
Sniper's soul
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
15/01/16, ore 15:30

In questi giorni sto recuperando un sacco di gente, ma quando ho visto il tuo aggiornamento sono volata! :D
Non vedevo l'ora di leggerti!

Vediamo come Roy fin da ragazzo si interessa ai fatti di cronaca, specie riguardanti quelli del suo paese, e non lo vediamo molto diverso da quando poi avrà la batosta della guerra proprio su di sé e arriverà alla decisione di essere più in alto di tutti. Già da ora manifesta ansia per la guerra, per come le cose degenerano in questi casi invece di migliorare. Sa molto di idealismo, come in effetti dirà Hughes più avanti, ma questo va a cozzare terribilmente con la freddezza di Berthold, che invece pretende da lui che diventi un bravo alchimista e basta.
Dal canto di Riza, c'è uno stravolgimento ulteriore da quando Roy ha messo piede in casa Hawkeye, ed è quello di vedere maestro e allievo scontrarsi, specie con un uomo con cui neanche lei ha mai litigato, per timore.
Quei discorsi sulla guerra che la radio rende "reale" a dispetto di quelle guerre descritte nei libri di storia ovviamente anche a lei fanno un certo effetto. Il primissimo è quello della paura: Ishval non è poi così lontana, e tutti quei morti non fanno altro che eccitare la sua mente che invece preferirebbe la placidità del luogo. Certo, non basta spegnere la radio per far sì che le cose non accadano ma si sa, "se non lo vedi non è mai successo".

Ma con la partenza di Roy in qualche modo viene indirettamente "invitata" ad andare a fondo ad ogni faccenda, prima fra tutte la rabbia di suo padre esplosa è come se facesse entrare la violenza in casa, la stessa che lei reputa latente fino a quel momento - dovresti aver fatto l'abitudine sul mio modo di collegare le cose, sorry - e la paura di essere presa per essere picchiata. Tutte sensazioni orrende che nessuno dovrebbe mai provare, ma è alquanto interessante se vengono paragonate a quelle della guerra che si sta scatenando a pochi chilometri da casa sua.
Lo vedrà dopo, in quella stanza devastata come se ci fosse passato un uragano dentro.
Ripeto, tutto comincia dalla partenza di Roy, e da quella abitudine di ascoltare il notiziario alla radio che Riza aveva lasciato fuori. Ovviamente sono tutte mie considerazioni che applicate a questo capitolo sono molto embrionali, ma tant'è. xD

Bellissimo capitolo! Dai, che ripartiamo! ;)

PS.: Bello Roy? Ovvio! u.u xD

Recensore Master
14/01/16, ore 22:41

Al grido di "la guerra è bella!!!" bentornata a te e a questa storia. 
Roy, fattene una ragione, tu e la guerra sarete un tutt'uno e non ti abbandonerà finché non stirerai i piedi. Fino a quel momento goditi pure i tuoi sogni di pace e democrazia, a distruggerli ci penserà la realtà dei fatti fra qualche anno e quella psicolabile di Green Star.
Capisco il motivo che l'ha spinto ad abbandonare il suo mestro. Avere a che fare con Berthold non è facile e persino un ragazzo paziente come Roy può arrivare ad avere le scatole piene del suo comportamento. Mi fa specie che Roy e Riza pensino che non si reincontreranno mai più: mai dire mai miei cari, e qui è più che azzeccato. Si ritroveranno a fare i conti con una situazione totalmente non prevista in mezzo alla sabbia, allo sporco e a tutto lo schifo che può portare una guerra. La Signorina Elliot haragione: spesso e volentieri i libri di storia semplificano troppo le guerre, si giunge subito alle conclusioni e non ci si fermaa riflettere su cosa effettivamentw abbia significato la guerra per i civili, per i soldati, ma anche per chi la storia l'ha fatta e ne è stato protagonista. Riza e compari faranno la storia e verranno ricordati per le loro azioni, volenti o nolenti.

Ad ogni modo, tornando alle avventure di zio Bertoldo è veramente frustrante vivere sotto lo stesso tetto con uno psicolabile. Riza si rende perfettamente conto che quel pazzo potrebbe farle qualcunque cosa (sottolineiamo qualunque cosa) senza che lei possa opporre resistenza. E' completamente sola, abbandonata da tutti e in balia di un vero e proprio animale. E niente, niente sarà paragonabile a quello che le sarà fatto fra qualche anno, nessuno potrà imamginarlo, nessuno tranne Berthold. Tutto quello che può fare quella sventurata è buttarsi a capofitto nello studio ed estraniarsi così, nella convinzione che ishval rimarrà un puntino su una carta geografica senza significato alcuno. Bella la scena in cui Elliot la accoglie in casa per farla riposare, capisce che la sua situazione familiare non è delle migliori e decide di mettere da parte la scuola almeno per un giorno. Un personaggio molto umano, davvero. 

Presumo che a partire dal prossimo capitolo si respirerà tanto #disagio, perfetto! Non vedo l'ora. 

Alla prossima. 

Recensore Junior
31/12/15, ore 00:08

Aaaaw light of my eyes *^*
La mia anima RoyAi ha esultato tanto tanto forte, leggendo questo inizio un po' tirato del loro rapporto *^*
All'inizio del capitolo vediamo una Riza già più matura, lontana dalla terra dei sogni, orgoglio della signorina Elliot. Se prima stava scomparendo, dissolvendosi, vivendo in quel suo involucro, adesso si è trascinata, e un po' strattonata, fuori, dove l'aria è più difficile da respirare e lei, uccellino abituato a vegliare sui rami degli alberi, è stata tirata giù nel fango. Si inizia dunque con l'immagine finale del primo grande cambiamento che ha dovuto subire questa creatura, e subito dopo conosciamo il nuovo intruso nella vita di quella vecchia casa silenziosa. Signori e signore.. Rooooy Mustang! owo
Già pupillo di Afrodite, nonostante la giovane età, a me, sinceramente, ha scaldato il cuore.
Ce lo presenti così adorabilmente, così posato, discreto e garbato, che non puoi fare a meno di volerlo strapazzare per un po'. Un ragazzino che ancora non sa come sarà il suo futuro, ma che è già convinto di riuscire a essere qualcuno, prima o poi. Tristissimo, ora che rileggo qualche frase, rendersi conto di cosa alla fine diventerà e associare quell'immagine a questo patuffolo con naso rosso dai modi gentili.
Ma torniamo a noi, a quando la guerra è ancora lontana e l'alchimia del fuoco è ancora imprigionata nell'inchiostro.
Riza è ovviamente disorientata dall'arrivo di un ragazzo a casa sua, qualcuno che ha intenzione di starci per un po', ma di cui ha già intuito la partenza, che sembra aver conquistato un briciolo della luce che MrLovelyDaddy aveva sempre e solo riservato all'alchimia.
Non c'è da stupirsi, d'altronde, che questi abbia ceduto al carisma di Roy e alla sua maestria nel parlare, dopo aver realizzato di aver trovato l'individuo più simile a lui dopo anni di solitudine. Qualcuno cui affidare la sua protetta, la sua luce, colei cui ha votato praticamente l'intera sua vita, qualcuno che avrebbe portato avanti i suoi studi, avrebbe fatto crescere la sua creatura, perché ormai questo è diventata l'alchimia, in quella casa. Penso sia stato uno dei giorni più lieti della sua vita, quelli. Qualcuno che ti considera per quel che sei, che vuole che tu gli parli della cosa che sai meglio.. Davvero, non oso immaginare le sincopi che sono prese a quell'uomo.
Mentre Roy e Riza erano in cucina a studiarsi vicendevolmente, allungandosi gentilezze, e facendo a patti con i silenzi imbarazzanti, lui stava facendo festa, soffocando gridolini da fangirl nei cuscini e accarezzando i libri sussurrando loro quanto bene si sarebbero trovati con il loro nuovo uomo, con i lacrimoni degni di una madre al matrimonio di sua figlia. Cosa molto probabile e assolutamente realistica, nevvero? ewe
Quindi era da aspettarsi che un po' Riza invidiasse il posto d'onore che era toccato a questo sconosciuto nella vita di suo padre. Sconfitta dall'alchimia e perfino da un tizio parecchio puccioso che nessuno aveva mai visto (e di cui già tutto il paese spettegola) (vai così nonnina Berth). Abbastanza frustrante, si può capire. Se si era abituata alla presenza soffocante della prima, etichettandola come qualcosa di inevitabile, che mai nessuno sarebbe stato in grado di superare, che l'aveva preceduta di anni nell'esistenza del suo daddy, la sottospecie di affetto cui è stato fatto oggetto Roy la lascia disorientata, facendo apparire lei la sconosciuta della situazione. La delusione deve essere stata immane.
Ma piccola dolce Riza, don't worry, alla fine ti rifarai e diventerai una delle donne più rispettate del tuo universo. Pure la Armstrong ti rispetta, pulcino. [è stata l'orgoglio della mia vita, in quell'episodio :”)].
E avrai un CiccioBreda da strapazzare e un MiniFury da trattare come un figlio.
Non ce la faccio a rimanere nel passato, sorry xD
Anyways, Riza non odia affatto Roy, anzi. Oltre a stimarlo come persona, distinguendosi per intelligenza e educazione, penso nutra già un certo affetto nei suoi confronti. È un dispensatore quotidiano di piccoli gesti di gentilezza, la inizia alla normalità. Penso che questo sia stato l'unico periodo in cui Riza possa dire di aver conosciuto la normalità, almeno in parte. Dal giorno in cui il suo vecchio ha avuto la brillante idea di iniziare una nuova corrente artistica, al periodo Squadra Mustang, con l'aggiunta dello scandalo delle pietre filosofali, dopo la leva militare e Ishval, e quindi ciao ciao felicità e vita tranquilla, non penso abbia vissuto tanto nella normalità.
Anche solo trovare qualcuno che ti ringrazia per quel che fai, che si offre di aiutarti nei tuoi lavori casalinghi, ce mangia con te, che si interessa a te, che ti saluta non appena ti vede, che ti dona un sorriso al giorno e che ti fa sentire almeno un po' amata, non penso sia cosa tanto sottovalutabile.
Quindi, se da una parte Roy è causa di un piccolo male, dall'altra le assicura una più duratura serenità.
Penso un po' si sia reso conto dell'aria che si doveva respirare quotidianamente in quella casa, la solitudine cui era obbligata Riza, ed è così carino come si limiti a agire normalmente, senza forzare sulla timidezza e la rigorosa educazione di lei.
Adesso posso evaporare :D
 

Recensore Junior

Visto che brava che scrivo obbrobri pure il 31 dicembre? ù-ù
Scusa il ritardo qwq
Finalmente iniziamo a vedere un po' di più il nostro adoratissimo padre, l'esempio di genitore che tutti vorrebbero. L'equilibrio che si era creato, in cui due vivevano per conto loro e poi c'era l'eremita che poteva morire senza che nessuno se ne rendesse conto, è stato spezzato. Il rapporto tra lui e Riza è stato quindi obbligato a cambiare dopo la morte di Elizabeth che, se da una parte ha devastato la bambina, dall'altra ha privato la casa di qualcuno che si prendesse cura dei suoi componenti.
Ma Berthold, da padre saggio e affettuoso, ha preso molto bene la cosa.
Ignorando sua figlia, lasciandola morire e andare dietro a sua moglie, continuando a vivere come se niente fosse successo, per me già si merita di esser squartato da un falco bianco :D
Ammetto che in questo capitolo, per quanto possa essere detestato, da una parte può fare pietà. Non nel mio caso, io voglio solo vederlo morto uwu
Da una parte mi dico che dovrei compatirlo, che è solo un uomo perso, che un po' si sta impegnando per non far morire sua figlia sotto il suo tetto, ma poi mi arrabbio perché è inconcepibile che una bambina sia lasciata in mano a persone come lui che nemmeno hanno realizzato cosa significhi avere un figlio e trattarlo come tale. Berthold è uno dei pochi personaggi che non riesco a digerire, sorry.
La cosa più bella è che siamo solo all'inizio e che, come hai detto tu, il modo in cui si pone nei confronti della figlia è denotato da un grande imbarazzo.
Ma vediamo di partire dall'inizio e con la bambina estremamente fragile che quasi sembra strano rivederla nella donna che tutti siamo abituati a vedere. Ma ovviamente se “oggi” è così, è anche perché tante volte è stata costretta a cadere, esser lasciata a terra e rialzarsi da sola, crescendo con sé stessa e l'allievo venuto da lontano.
Abitudine che non ha perso è quella di rifugiarsi nel suo mondo quando le cose si fanno troppo grandi per lei nel mondo reale, costruendosi una realtà parallela certo molto più serena, una specie di ricovero autoimposto che però non fa altro che degradarle corpo e animo, a lungo andare. D'altronde lasciata a se stessa, in quella casa che risuonava ancora della voce di sua madre, ma che ne era di fatto priva, con l'arduo compito di fare a patti con il lutto, la sua reazione non è affatto inaspettata. Cresciuta con poesie, in mondi illusori, pieni di cose belle, che dipingevano tutto di colori pastello, non era abituata a affrontare un mondo decisamente meno colorato.
La signora Berth è la salvezza di Riza, in quel periodo, anche se magari a fare una capatina prima sarebbe stato meglio. Ma che non dia peso alle sottigliezze ce ne eravamo resi conto.
E a questo punto sentiamo la soave voce di Berthold, nella sua prima apparizione in questo capitolo. Quel che dice è di indubbia profondità: si lava le mani di aiutare sua figlia. Ma data la sua incapacità, fin qui lo posso capire. Non ha mai nemmeno interagito con Riza, figuriamoci se sarebbe in grado di accudirla nelle condizioni in cui è. Tenterebbe una trasmutazione umana, piuttosto.
In compenso, dal dialogo con il dottore e la signora, ha deciso di rendersi utile nei suoi limiti e provvedere all'istruzione di Riza, unica cosa buona uscita da quella testa.
La preparazione scolastica della bambina, di molto inferiore a quella dei bambini della sua età, dovrebbe già esser un segnale allarmante riguardo le condizioni in cui è cresciuta. La madre, per quanto buona e amorevole, certamente non era proprio la madre perfetta. Sì, aveva cercato alla meglio di fare da insegnante alla figlia, e non l'avrei biasimata se Riza fosse ancora piccola, ma a nove anni saper solo leggere è assurdo. Stava involontariamente precludendo la sua felicità, rendendo sempre più difficile l'interagire con il mondo al di fuori della casa e un ipotetico inserimento in un grado di istruzione un po' più alto. È semplicemente terribile.
Ma tornando indietro, Riza torna con i piedi per terra con le prime piogge di settembre, in grado a quanto pare di metter in chiaro i suoi pensieri e pulirli dalla polvere estiva, e subito si ha un primo confronto con Berthold, il quale riesce a rientrare nei parametri di “padre”.
Avrà tutto il tempo di degenerare, comunque, quindi non c'è da disperarsi. [si vede proprio che lo amo, vero?]
Riesce a portare avanti i rapporti con sua figlia, inoltre, arrivando a stringere un patto di reciproca sopportazione e sopravvivenza e infondendole un certo timore e forse odio per l'alchimia, da lei stessa definita sua sorellastra.
Non poteva trovare termine più azzeccato. Lui ama l'alchimia, la asseconda, la studia, se ne prende cura e cerca di aiutarla a splendere sempre di più, ci perde ogni sua giornata dietro, arrivando a trascurare persino sua figlia e il lutto per la perdita di sua moglie, tanto è assorbito, intrappolato, all'interno di tale materia.
Sia lui che sua moglie, come Riza ha genialmente realizzato, si erano persi. Si fossero persi tenendosi per mano sarebbe stato, in qualche misura, danno minore, ma niente, loro due hanno proprio deciso di tuffarsi e lasciarsi annegare nei loro interessi. L'una aspirando all'impossibile, l'altro aspirando a una soluzione per l'impossibile. Sognatori malati, traditi dalle loro stesse fantasie, di cui avevano fatto unica ragione di vivere e esistere, loro casa e dimora dei loro cuori.
Infine, finalmente, un personaggio che perso proprio non è, ma che, al limite, aiuta a recuperare i perduti e impedire a chiunque di perdersi.
Madga Elliot.
Nome che veste a perfezione il carattere. Mi ricorda tanta gente, sinceramente, sia proveniente dai libri sia dalla realtà :3
Signora adorabile, tra l'altro, che è riuscita a far recuperare quasi quattro anni di scuola a Riza, insegnandole anche a organizzarsi la giornata e maturare complessivamente, influenzando senz'altro quel che sarebbe diventata.
Questa signora mi piace, yay uwu
Stavolta non evaporo, ho un'altra recensione da fare c:
(Recensione modificata il 31/12/2015 - 12:06 am)

Recensore Master
18/12/15, ore 21:44

Ed ecco finalmente il nostro Roy!
Riza si trova comprensibilmente spiazzata dall'arrivo di questo "straniero", arrivato a sconvolgere la sua quotidiana routine.
Ma dopo poche settimane si adatta benissimo al suo ospite, come se lui ci fosse sempre stato, e già cominicia a pensare con malinconia a quando se ne andrà.
Comprensibile anche la "gelosia" che ha nei confronti di Roy.
Una gelosia mai mostrata, perchè in fondo lui è gentilissimo con lei, ma vedere come Roy in pochi giorni abbia parlato con Berthold più che lei in tutta la sua vita, immagino sia davvero triste per la ragazza.
Gran bel capitolo.
A presto.
Narclinghe

Recensore Master
14/12/15, ore 21:52

ci sto lasciando l'anima in questa storia.
Roy è un cosetto pacioccoso, mi viene voglia di dargli un morso per vedere se sa di caramella dopo aver letto questo capitolo.
è così assolutamente e adorabilmente entusiasta per il suo apprendistato a casa Hawkeye... santo cielo, è tenerissimo.
poverino, lui non ha idea di cosa abbia causato il suo arrivo nella mente della nostra bimba adorata.
se dopo un'esistenza passata a vivere nella stessa casa, Roy con appena arrivato passa più tempo con Berthold di quanto Riza abbia mai fatto, è naturale che lei si senta spodestata.
oltre a quella sorellastra onnipresente nella sua vita, l'alchimia, ora Riza si trova ad affrontare il nuovo figliastro del suo stesso padre.
e sì che Roy non ha ancora fatto nulla di cui pentirsi amaramente, è solo sognatore ed entusiasta come abbiamo imparato ad immaginarlo, e secondo me si domanda perchè Riza sia così distante e freddina nei suoi confronti.
e... non saprei dirti. continuo a provare pietà per Berthold ma non odio, continuo ad essere sciolta per l'allegria di Roy che come un fulmine è entrato a scombussolare la rassicurante routine di Riza.
ovviamente resta con noi quella magnifica ancora di salvezza che è la signorina Elliot, valvola di sfogo e rifugio felice per la nostra bambina (sì, fino a che non mi supera di età la chiamerò sempre così).
la rassicurazione non la convince però, e mi chiedo quanto ci toccherà attendere perchè la situazione degeneri fino al punto che sappiamo
un capitolo un po' più slice of life, la malinconia di fondo è stata nascosta dall'accecante bagliore di Roy.
ottimo lavoro!
Alsha

Recensore Master

inizia qui la mia crociata di recensioni da recuperare
che la Verità mi protegga e non mi porti via parti del corpo in cambio

ma sai che alla fine non è che riesco proprio a odiarlo, Berthold?
cioè, mi irrita che abbia lasciato quel gioellino di bambina a sè stessa, fino al punto che Riza si è quasi lasciata morire, ma odiarlo no.
più che altro mi fa compassione.
Riza ha riassunto tutto perfettamente, in effetti: Berthold si è perso, e quando uno è perso per sè stesso non può guidare gli altri. nemmeno Elizabeth ha potuto, anche lei era persa, anche se dietro a parole di campi fioriti invece che a dati e cerchi alchemici.
la signorina Elliot, invece, sì che è stabile. ha una base forte, anni e anni di insegnamento che l'hanno forgiata come insegnante severa e maestra preziosa, proprio la guida di cui Riza aveva bisogno per tirarsi fuori dall'abisso, per scoprire che in fondo un ritmo che scandisse la sua vita le serviva, oltre che ad una piccola via di fuga in cui rifugiarsi.
il regalo dell'astuccio di metallo in cui riporre le penne segna un effettivo legame tra le due, e questo mi rende felicissma perchè Riza ha un accenno di famiglia a cui aggrapparsi.
dopo la signora Berth, che è una specie di nonna dal mio punto di vista, non per l'età ma per l'atteggiamento "mangia una torta tesoro che sei magra magra", abbiamo la signorina Elliot, che a me fa pensare un sacco alla Zia Elinor di Cuore d'Inchiostro, anche se con un carattere un po' meno ossessionato dai libri e un po' più accogliente verso il nostro pulcino biondo.
quello che più mi preme è che il rapporto con la maestra ha spaccato la sua relazione, deleteria oserei dire, con i genitori, tanto che non vuole essere nè un'alchimista solitaria e indifferente come il padre nè una poeta intrappolata nella sua bolla di sogni. vedremo poi che sbatterà contro la realtà di sabbia e sangue di Ishval prima di rendersene conto.
great job
Alsha

Recensore Junior
14/12/15, ore 19:00

Ed eccoci arrivati all'arrivo di Roy. Vederlo arrivare in questo capitolo mi ha suscitato un qualcosa di emozionante. Per me è così, questi missingo momento sul passato dei personaggi mi fanno sempre un certo effetto, sapendo già come i due continueranno la loro vita.
La reazione di Riza è stata assolutamente genuina, si è sentita completamente scombussolata dall'arrivo di questo estraneo, un ragazzo più grande di lei che viene da una grande città come Central City. E' come se finalmente la bambina si rendesse finalmente conto che eiste ben di più oltre il cancelletto di legno dell'isolata casetta di suo padre. Il mondo è grande, ci sono tantissime altre persone, posti lontani da visitare... E' sicuramente Roy suscita in lei un'innocente curiosità. E' comunque vero che il ragazzo ha senza mezzi termini sconvolto la sua quotidianità, quella tacita routine che si era instaurata tra lei e suo padre, tra il prendersi cura della casa e le lezioni della signorina Elliot. Credo che Riza non avrebbe mai immaginato che un estraneo avrebbe potuto "entrare" così di prepotenza nell'esistenza della sua piccola e strana famiglia, e che una persona come Berthold abbia fatto accomodare un altra persona nella villetta... Per fargli da maestro oltretutto! E qui il comportamento del capofamiglia Hawkeye posso capirlo anche se non lo condivido: lui con quella figlia non ha molto in comune oltre al vivere sotto lo stesso tetto. E' sua figlia, questo è l'unico legame tra di loro, non c'è altro. Con Roy invece c'è l'alchimia, l'ossessione a cui sta dedicando la vita. Anche io sono concorde sul fatto che sia il figlio che probabilmente avrebbe desiderato al posto di Riza, intelligente e talentuoso in questa particolare scienza. 
Per quanto riguarda Riza, anche se ha ancora una personalità legata all'infanzia, si comprende perfettamente che è segnata da una punta di gelosia non rancorosa (lui è un ragazzo gentile e disponibile nei suoi confronti, come potrebbe lei disprezzarlo?). Nel finale di capitolo ho scorto chiaramente come sia velatamente triste per come Roy l'abbia violentemente scavallata nella scala degli affetti di Berthold, e probabilmente nonostante la loro famiglia si sia allargata, lei si senta in un certo senso ancora più sola. Mi fa molta tenerezza...
Al prossimo capitolo!

Recensore Master
13/12/15, ore 16:36

Ecco Roy! :D
Leggendo di lui in questa situazione non sapevo come esprimere quel che pensavo. Vedere Roy così pacato, nelle acerbe vesti di allievo di Bethold e immerso nella quotidianità di Riza è un lato inedito della sua vita.

Riza si è ritrovata scombussolata dal suo arrivo, ma ha comunque fatto del suo meglio per dare a Roy una buona sistemazione. Il nuovo arrivato non le risuta scomodo: dopo le prime ore di smarrimento ha accolto interiormente il ragazzo come una sorta di compagnia - pur mantenendo le distanze che convengono.
E penso che con lui Riza abbia trovato i primi stralci di quella che è la normalità di tutti: fare colazione con qualcuno, per esempio. Da qui ha anche modo di capire che Roy ha una certa educazione, e che perciò è qualcuno che potrebbe benissimo far concorrenza alle poche persone che popolano la sua vita, come la Elliott.
Inoltre, Roy è molto gentile, e le apre un mondo che le è completamente estraneo.

Però era altrettanto normale che subentrasse la gelosia, anche se per poco. Riza non è mai stata coinvolta - per ora - nella vita di Berthold e dei suoi studi neanche per un secondo. A Roy invece sembra sia riservata tutta la sua attenzione. E' vero, molto probabilmente non avendo nessuno con cui condividere la sua ossessione, Berthold abbia finalmente trovato qualcuno con cui farlo. Ma ciò non toglie che Riza si senta profondamente delusa: solo l'alchimia ha avuto l'esclusiva nella vita di suo padre, ma per quanto la considerasse una nemica aveva sempre lasciato le cose così come stavano, trovando come dici tu, un equilibrio. Ora c'è una persona che in poco tempo è entrata nel mondo di suo padre e con pochi sforzi. Però una volta entrato lui stesso in questo equilibrio, Roy non costituisce alcun tipo di fastidio, tutt'altro. Ritornando al discorso di prima - sto facendo una confusione immensa xD -, Roy è una fonte di conoscenza diversa da quella appresa dalle lezioni della maestra, e sentirlo fa capire a Riza che il suo è una sorta di limbo.
Quando Riza gli confessa che suo padre non si stacca un attimo dai suoi studi alchemici, penso che Roy si sia soffermato - seppur sommariamente, avrà modo di capire meglio la sua solitudine un po' più avanti - sulla vita da esclusa della ragazzina. Sarà per questo che una volta morto il padre le ha lasciato un recapito: credo sapesse che prima o poi Riza si sarebbe liberata della sua dolce e malinconica culla e della sua timidezza introversa che la tratteneva a casa per scoprire altro.

Bien, per adesso mollo. Continua così!! ;) Io sono qui ad aspettare! :***

Appuntino: p(o)rta

Recensore Master
12/12/15, ore 22:28

Ciao Roy, sei sempre un bel figo anche da ragazzino.
Povera Riza, in questo capitolo mi ha fatto tanta tenerezza. Non avendo modo di avere a che fare con l'altro sesso la presenza di un ospite del tutto inaspettato l'ha scombussolata non poco, finendo per stravolgere la sua routine quotidiana. Non che il lettore si aspettasse diversamente ma per lei, vedere che Berthold si mostri interessato nei confronti dello sconosciuto dà un senso di estraneità. Come detto dalla signorina Elliot non è detto che un figlio debba necessariamente seguire le orme dei genitori e questo mi sembra il caso più eclatante. Semplicemente Risa e suo padre sono due mondi distanti, mettiamola così. Quest'ultimo avverte maggiore affinità con Roy perché ha finalmente trovato qualcuno con il quale condividere la stessa passione (ossessione?) e non si preoccupa di scatenare nella figlia reazioni di "gelosia": ma in fondo è anche giusto così. Come detto prima padre e figlia non hanno molto di che parlare e quindi dal punto di vista affettivo niente è cambiato tra loro. Notare comunque come sin dal loro primo incontro è come se si prevedesse la piega che prenderà il rapporto tra Roy e Riza. Si intravedono già il modo con cui saranno da grandi ed è un particolare che apprezzo davvero tanto.

Elliot mi piace sempre di più ad ogni capitolo. E' severa, puntigliosa, quasi una roccia, ma capisce perfettamente la situazione in cui è immersa la sua allieva: fa poche domande ma sempre pertinenti, lascia che Riza tragga le dovute considerazioni su quanto accade ed è una cosa che mi piace davvero tanto. In pochi tratti hai creato un personaggio semplice ma efficace nella sua funzionalità: la tipica maestra d'altri tempi con un imprevedibile quanto discreto dono per la comprensione dei pensieri altrui. E come vuoi che sia un buon insegnante? Se in Italia avessimo più signorine Elliot l'istruzione ne gioverebbe.

Berth invece non so come inquadrarla.
Sicuramente non è cattiva, lo dimostra il fatto che ha aiutato Riza a guarire, fatto sta che il suo fare pettegolo tipico della donna di provincia non me la fa stare granché simpatica. Tuttavia se consideriamo la questione sotto un punto di vista differente non posso biasimarla: è giunto un giovane di buona famiglia a studiare dal maestro Hawkeye e d conseguenza viene spontaneo cercare di capire che tipo sia. Ad ogni modo signora Berth non si preoccupi, Roy è un bravo ragazzo e si comporterà da ospite educato... Basta che non salti fuori la storia del bordello di Christmas. XD

Alla prossima.

Recensore Junior

Scusa il ritardo!
Come sai avevo letto questo capitolo appena l'avevi postato, ma ho voluto recensirlo per bene in un momento di pausa, in modo da scrivere con appropriatezza ciò che penso senza tralasciare nulla. <innanzitutto vorrei farti i miei complimenti di rito: anche questo secondo capitolo è stato emozionante, mi ha colpito moltissimo tanto da farmi sentire un tuffo al cuore nei momenti più drammatici della prima parte in cui Riza si ritova abbandonata a se stessa. In più non ho trovato refusi (anche se non ho letto cercando attentamente gli errori, quindi potrebbero essermi sfuggiti), sei sempre molto attenta all'uso di un lessico ben calibrato e alla grammatica in generale.
Per quanto riguarda la trama, come ho già detto la prima parte mi ha colpita. Riza vive i giorni dopo la perdita di sua madre allo sbando completo. E' un periodo segnato da profonda solitudine (forse il peggiore della sua vita in questo senso?) , in cui suo padre continua ad essere una figura evanescente, una presenza/non presenza distante. Lui è lì, rinchiuso nello studio, ed è come se non si ricordasse di avere una figlia. Il suo atteggiamento psicologico ha un qualcosa che personalmente mi affascina: quando viene prontamente rimbrottato per aver lasciato la bambina in un tale stato di indigenza pare sorpreso, dispiaciuto, come se fino a quel momento non si fosse reso effettivamente conto che sotto il suo stesso tetto ci fosse una bimba, la sua oltretutto,in un grave stato d deperimento fisico e psichico, sporca e malata. I ruoli tra i due sono ribaltati in un modo grottesco: sembra quasi che sia lui il bambino da seguire e lei una piccola adulta in miniatura, che porta sulle sue fragili spalle rimaste infantili un fardello troppo pesante. Berthold pare poi quasi cercare di scusarsi, pensare "ma guarda cos'ho fatto, è ora di fare qualcosa per mia figlia", quando in modo del tutto impacciato (almeno, io ci ho visto una sottile tenerezza tra le righe, ma potrei sbagliarmi) decide che sia ora che Riza abbia un'educazione più solida. Lei fino a quel momento si è comportata come una specie di animaletto abbandonato allo stato brado, impara dalla sua severa ma giusta insegnante il rigore e l'ordine mentale: caratteristica che ovviamente Riza si porterà dietro er tutta la vita e che le tornerà utile quando le toccherà in futuro fare da babysitter ad un certo colonnello di nostra conoscenza... 
Degno di nota è poi sicuramente il finale, per cui noi lettori sappiamo già che cosa diventerà Riza da grande... L'ho apprezzato moltissimo come espediente narrativo!
Grazie ancora per le emozioni che mi regali!
Lolly  

Recensore Master

Si dice che tutto quello che non ci uccide ci rende più forti!
Direi che questa frase si adatta benissimo a Riza, che dopo la morte di sua madre si è lasciata completamente andare, rischiando seriamente di raggiungerla.
Per fortuna la signora Berth si è accorta di quanto stava accadendo alla piccola, e grazie al dottore sono riusciti a salvarla.
In quei giorni di convalescenza Riza si è veramente resa conto che sua madre non sarebbe più tornata, e dopo un sacrosanto pianto liberatorio è cominciata la sua rinascita.
Mi piace molto il personaggio della signorina Elliot; da lei Riza sta imparando tante cose, non solo di scuola, ma soprattutto quell'ordine, quel rigore e quella precisione che l'accompagneranno anche nell'età adulta.
Come giustamente scrivi alla fine il rapporto tra Riza e suo padre è ancora parecchio soft, ma qualcosa succederà vero?
Complimenti anche per questo capitolo.
A presto.
Narclinghe

Recensore Master
09/12/15, ore 18:22

Capitolo stupendo che mi ha stretto il cuore.
Bellissima la descrizione che hai dato della piccola Riza, così realistica, mentre si culla dietro alla porta dove sta morendo sua madre, come a cullare un dolore troppo grande per una bambina così piccola.
Anche il momento in cui Riza vede la sua povera madre morta è impermeato di un realismo incredibile (le macchie di sangue, le mani che sembrano artigli), ma soprattutto mi ha colpito l'odore della morte che già ha impregnato quella stanza.
Poi un funerale; triste, disadorno, senza nemmeno una lapide.
E ora Riza è completamente sola, con un padre che è come un estreneo, e che nemmeno il giorno del funerale di sua moglie si degna di stare con la sua bambina.
Vado al prossimo capitolo, e ti confesso che temo all'idea quello che potrà fare il "buon padre" Berthold.
Al prossimo capitolo.
Narclinghe

Recensore Master

Ora si vedono chiaramente gli effetti che questo abbandono di se stessa comporta. Si è ritirata in una realtà solo sua dove c'è ancora sua madre in vita: la solitudine l'ha spinta a confondere i suoi desideri con la realtà effettiva, finendo con il non comprendere che la madre non c'è più. Solo durante il periodo di convalesenza riesce a fare i conti con la perdita con gli occhi completamente aperti. Cerca di dare una svolta, cerca di non pensare al brutto periodo.
In tutto questo le uniche parole di Berthold sono state di approvazione nei confronti della signora che si offre di prendersi cura di Riza. Solo dopo, quando si rende conto che è necessario per lei intraprendere un corso di studi si fa avanti, ma lo fa sempre con freddezza, addirittura ricordando che sono stati la signora ed il dottore a ricordarglielo.
Però non posso dargli torto su questo punto, anche perché lui non avrebbe mai speso il suo tempo prezioso per insegnarle qualcosa in più che leggere e scrivere. Da quel che ha imparato da sua madre, deduco che fosse più interessata a ciò che lei reputava giusto, ma riducendosi all'essenziale - anzi, forse meno.

Ma era ciò che viene poi contrapposto all'insaziabile voglia di leggi precise che Berthold trovava nell'alchimia. Se l'una si è data alla fantasia sfrenata a causa di quella sorta di clausura in cui viveva, l'altro si è dedicato a tutt'altra materia. Riza la chiama sorellastra, e non ci può essere una parola più adatta: è la ragione per cui Berthold è ciò che è. L'alchimia copre un posto privilegiato rispetto perfino alla famiglia che si è costruito, lo ha assorbito completamente, tanto che a Riza sembra quasi una sorta di mostro che provoca confusione nelle librerie - perché la prima immagine dell'alchimia è stata questa - e indifferenza fra coniugi e fra genitori e figli. Ovviamente l'alchimia è alla mercé di chi la usa, ed acquista il suo carattere buono o cattivo sempre in base a chi la utilizza. Ma vedendo la situazione, provando repulsione al punto da non offrirsi di fare ordine, cosa può pensare la bambina? Penso sia il punto di slancio verso gli ideali di Roy che poi condividerà: pur studiando l'alchimia, Roy ha sempre pensato di voler fare del bene - anche se poi le circostanze sono state un po' avverse.

L'unica relazione fra padre e figlia sono soltanto quelle approvazioni sui pasti e nient'altro. Oltre all'insegnamento, Berthold non da' alla figlia nessun'altra attenzione. Ma essendo quasi un estraneo per lei, Riz molto probabilmente ne rimarrebbe anche a disagio.

La signorina Elliott mi ricorda la mia prof di latino... perciò le do' pienamente ragione quando Riza pensa che a questa non basta di certo che sappia contare fino a cento. xD Povera bambina!
Inoltre, la cosa della puntualità, di precisi orari e regole da rispettare sono davvero fuori da ogni abitudine di Riza.
Ma hai pienamente ragione quando dici che Riza con lei ha cominciato ad apprezzare il senso di rigore che la maestra le stava trasmettendo. E rendendosi conto di quei paletti che vengono posti ha imparato a non oltrepassare la soglia di ciò che deve conoscere.

Credo di aver scritto troppo xD
Che capitolo! :D Brava! Aspetto il seguito! *ç*

Recensore Junior
08/12/15, ore 15:34

[Sono diventata brava, nevvero?uwu]
Ow povera piccola Riza T^T
Ottimo inizio, insomma. Lei è morente su un pavimento che ha le peggio schifezze sopra, con tizi armati e indemoniati intorno e va a pensare alla dipartita di sua madre. Una valida ragione per restare in vita, mi pare.
Ma stacchiamoci dalla situazione nel presente per parlare di questo bellissimo e macabro flashback che ci hai donato.
Wow. Approvo senza ombra di dubbio la scelta di mostrare a chiari termini la situazione, senza cercar di alleggerirla, riflettendo a pieno lo spirito di Riza che in quel momento, mostrando grande forza sceglie di non crearsi un mondo suo, ma affrontare la cosa.
Introduzione all'infanzia di Riza fatta magistralmente, my dear. Tutto il capitolo ha come sfondo il fantasma di una pseudo serenità creata a quattro mani, due di madre e due di figlia, che poggiava su estremamente fragili sostegni. La madre malata, il padre che poteva essere uno straniero arrivato anni prima da oltre oceano. E davanti, in primo piano, quel che ora sarà di Riza, la vita che la aspetta, da sola con un uomo che non la conosce, incapace persino di sembrare una persona.
In compenso questo suo nascere e vivere in una situazione piena di amore e dolcezza, l'ha resa parecchio realista, elemento che l'ha aiutata, almeno in parte, ad affrontare questa perdita. Certo, è sempre la perdita dell'unica persona che davvero aveva a cuore la sua esistenza, l'unica in grado di farla sentire amata o comunque non da sola, e l'attesa dell'inevitabile dipartita certo non è stata una passeggiata, così come anche vedere il cadavere del genitore ridotto in quel modo.
Il mal sottile dell'Ottocento che si portò via la Silvia di Leopardi, le borghesi di Tolstoj, e tantissimi artisti, ha colpito anche Elizabeth, dunque. Tra l'altro mi sembra un'opzione estremamente probabile che questa sia stata la causa di morte di moglie e marito, in quella famiglia.
Una cosa che mi ha fatto stringere il cuore è stata leggere il primo “incontro” di Riza con l'odore della morte. Non ha ancora idea di quante volte dovrà sentirlo.
Estremamente realistica e lugubre la descrizione della donna, inoltre, e la consapevolezza che una bambina abbia dovuto assistere a un tale pietoso spettacolo mi fa stare fisicamente male.
La vicina, poi, santo Alexand, cos'ha in testa di lasciar entrare Riza nella stanza della madre senza prima dare una sistemata alla defunta? Tranquilla bambina cara, se stai male perché è morta tua madre ora potrai stare meglio vedendo come è ridotta, giusto perché ti rimanga una sola immagine radiosa di questa donna e perché non ti traumatizzi a vita. Ah, in questo modo potrai anche ricordarti ogni singolo dettaglio per sempre. Enjoy your life, proprio.
Breda necessitiamo di un tuo intervento, qua.
Brutto vedere come affronta il lutto, ti riduce il cuore a una poltiglia, così come anche la fine del capitolo, estremamente nostalgica. Ogni singola cosa diventata grigia, priva di importanza, dato che nessuno potrà mai apprezzarla, ma con ancora tracce del valore che aveva prima, prima che Riza rimanesse sola.
Allenata fin da piccola a percorrere sentieri cupi e privi di illusioni, dunque. È una cosa estremamente triste a pensarci; i bambini soprattutto possono avere il diritto di fingere che qualcosa non sia com'è davvero, possono godersi quel tempo in cui è possibile rifiutare la realtà e non rimanere troppo feriti dopo. In compenso spiega benissimo com'è arrivata a esser quel che è, e le dà ancora più prestigio. Non è diventata come suo padre, ha mantenuto la capacità di sognare, ma sempre con i piedi per terra, ha avuto la forza di affrontare esperienze spaventose e non lasciarsi spezzare, di essere dolcissima nonostante tutto quel che ha vissuto.
Non ho idea di come tu ci stia riuscendo, ma sto apprezzando ancora di più questo personaggio nella tua fic çwç
Io ho sempre immaginato, infine, per quanto riguarda il rapporto tra Elizabeth e Berthold, che lui in fondo le volesse bene. Non si spiegherebbe altrimenti perché lei avesse deciso di rimanere con quest'uomo. Solo che poi la cosa è andata a degenerare e il carattere dell'uomo non ha fatto altro che chiuderlo in sé stesso, isolarlo dal mondo, renderlo sempre più indifferente. O forse le faceva solo tanta pena.
Questo capitolo mi ha messo particolarmente a disagio, sinceramente. Mi è rimasta appiccicata addosso quella sensazione di nausea mista a compassione per un po', ma in fondo me lo aspettavo che sarebbe andata a finire così. E mancano ancora i capitoli incentrati sull'amore che prova il nostro signorotto per sua figlia, cosa che penso sarà il tema del prossimo capitolo (yay, non ho ancora voluto leggerlo, il Santo Signore dello Studio se la sarebbe presa, you know) e quelli su Ishval. Avrai un gatto sulla coscienza, cara uwu
Adieu, evaporo~