Questa, avrebbe potuto divenire una storia interessante. Ma non è andata così.
Non voglio traumatizzarti e nemmeno offenderti in alcun modo. Semplicemente, vorrei aiutarti a capire dove sbagli e come migliorare.
Innanzitutto, hai fatto una miriade di errori grammaticali, che mi hanno fatto passare ogni qualsivoglia forma di interesse o curiosità. Ti consiglio caldamente di riprendere in mano un libro di grammatica e dare uno sguardo ai modi e ai tempi verbali. Scrivere non è una cosa facile, anzi, è forse una delle attività più complesse che una persona possa sperare di fare, ed è per questo che è necessaria una certa cura, anche per gli errori di battitura. Cura che qui nel tuo testo non c'è.
Inoltre, ti consiglio di descrivere in modo più accurato i luoghi e i personaggi, specialmente il protagonista (il nome, almeno? O il popolo di provenienza? L'introduzione al capitolo non conta, sai?). Le descrizioni sono più che fondamentali, e tu le hai saltate a piè pari o quasi: sono l'unico modo che noi lettori abbiamo per vedere ciò che tu ci vuoi mostrare. Se non descrivi il protagonista, o il suo modo di pensare e ragionare, io come lettrice non riesco ad immaginarmi niente, leggendo. Così come "l'uomo con l'armatura d'ebano" non vuol dire assolutamente niente: era alto? Muscoloso? Che arma aveva? Cosa devo immaginarmi, io? Tu, scrittore, devi dire a me, lettrice, cosa devo vedere e cosa devo immaginare
E già che ci siamo, le ripetizioni sono una delle cose più fastidiose che si possono trovare in un testo: rileggere potrebbe aiutare a evitare questo genere di inconvenienti.
Altra cosa: la coerenza. Deve esserci una relazione tra quello che dici, tra le parole dei personaggi e le loro azioni. Parlare di pericoli e poi spedire il tuo protagonista disarmato in un tumulo nord mi sembra il modo più veloce per concludere una storia al capitolo uno.
La mancanza di coerenza diviene ancora meno sopportabile nei dialoghi che, secondo me, non hanno un minimo di senso logico. Il tuo reguard dice "io" e l'altro replica "le parole sono pericolose come la lama di una spada" ... ah, perchè "io" è sicuramente una parola minacciosissima, piena di aggressività e capace di ferire chiunque. Capisci cosa intendo dire? Altra mostruosa incoerenza: ho capito male io o hai descritto il daedra come "uomo"? Perchè questa cosa non ha un minimo di senso.
Altro punto: la coerenza con i fatti narrati in Elder Scrolls, specialmente in Skyrim. Non si è mai vista una singola lancia di vetro a Skyrim, tra tutte le armi possibili immaginabili dovevi proprio scegliere l'unica che non esiste? Per di più, giocando, non mi sembra di aver mai sentito nessuno chiamare i "dwemer" ingannatori e bugiardi. Potrei ricordare male, ma ho solitamente una certa memoria per queste cose. Il collegamento che fai, dunque, nell'ultimo dialogo, non è proprio immediato e perde gran parte del suo senso. I Dwemer sono ricordati principalmente per la straordinaria tecnologia e per la loro misteriosa scomparsa, prima che per il loro tradimento nei confronti dei falmer (con cui nessuno ha mai simpatizzato).
E, proprio volendo essere pignoli, se il daedra apparso è veramente Vaermina (come penso di aver capito), allora il discorso precedente sul disprezzo per la paura e l'odio dei mortali perde ogni stilla di significato: Vaermina È il Principe Daedrico degli Incubi e della Paura! L'incoerenza qui diventa quasi ridicola! Per di più ... davvero un imperiale ha appena sconfitto Vaermina?! Tutti questi miei dubbi, sarebbero stati risolti con delle descrizioni più accurate.
Altra cosa: la punteggiatura: le virgole e i punti fermi hanno ruoli ben specifici e non vanno messi a caso. Ti consiglio di rispolverare anche quelli, insieme all'ortografia e alla grammatica.
Ho la sensazione che ci sarebbe altro da dire ma mi fermo qui.
Dovresti proprio riguardare questo capitolo.
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