Recensioni per
The lass in the pretty rose glass
di theuncommonreader

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
29/02/16, ore 16:24

In clamoroso ritardo, ecco anche la mia recensione!
Inizio con un breve elenco di appunti.
Per prima cosa, "dolorosamente" e "dolore" che, benché non attaccati, risultano forse ancora un po' vicini l'uno all'altro – inoltre, a una lettura superficiale, potrebbero far sembrare i due relativi periodi in lieve contraddizione. E segnalo anche un doppio "zia", quando Madeline spia la riunione delle due attempate amiche.
Ho poi trovato un po' confusa la seconda frase diretta, con tutte quelle virgolette: forse sarebbe meglio usare un corsivo o quelle inglesi per evidenziare la parola? E continuo a cercare di convertirti all'uso delle virgolette basse, comunque! ùù
Altra piccola sciocchezza, dovresti eliminare l'andar a capo fra "Odo ciò che tu non cogli, testarda ragazza. Quante volte devo ripetertelo ancora? Non possiamo fidarci di loro" e ciò che segue dopo, dato che è un unico solo di scorso di Alice.
In generale, lo stile è curato come al solito ma resta comunque scorrevole e non si prova alcuna fatica nel leggere un testo che, di certo, corto non è.
Quanto alla storia, il capitolo mi è piaciuto molto e finalmente – non che sia una critica, no, perché per rendere credibile certi eventi occorre del tempo... – vediamo che il legame fra Madeline e Alice non è – permettimi lo stupido gioco di parole! XD – tutto rose e fiori: qualcosa di oscuro lega le due e, nonostante l'apparente miglioramento della giovane Maddie, come la chiama l'amica, le cose non sembrano esser migliorare da prima dell'arrivo dello specchio, anzi.
Sono attratta – beh, ne dubitavi? – dal lato morboso di questa storia, ma mi piace tanto anche la sua faccia più quotidiana, una sorta di cronaca del vissuto di tutti i giorni, fatto di piccole cose, della protagonista e delle altre due donne che occupano la casa: mi piacciono tutti quei piccoli, inutili – per così dire, sia chiaro! – dettagli che rendono più vera l'esistenza di Madeline.
Mi son sentita nuovamente vicina a lei, alla piccola disperata, tornata in quest'ultimo capitolo di nuovo nelle mie grazie – sarà merito della condizione di scontenta prigioniera, senza alcuna vera speranza nel cuore e prospettiva negli occhi, che la rende, nonostante tutto, una vittima bisognosa di pietà.
Adesso, arrivata alla fine del capitolo, sono molto curiosa di sapere come la storia si evolverà – anche se, maledetta, mi hai consegnato un bello spoiler!
Alla prossima, dunque. ùù

Recensore Veterano
18/02/16, ore 19:04

... Ed ecco che, in questo terzo capitolo, l'ambiguità finalmente si disvela in tutta la sua realtà di palese minaccia.
Le carte sono scoperte, finalmente - la partita resta da giocare, ma l'asso di picche è in tavola, nelle sembianze della bella ed eterea Alice - con la sua pelle di luna e la lingua biforcuta.
Questo capitolo è la vera e propria "svolta" - il giro di vite, per così dire, lo scavalcamento del valico; non è ancora successo niente - niente di irreparabile o di conclamato - ma è tutto racchiuso nel dialogo mentale tra Maddy e la sua doppelganger (ebbene sì, ormai è chiaro che lo sia: non è una sosia, non è una emanazione benigna del suo spirito - è il doppio maligno, quello che condanna e maledice) quando le due si rendono conto che la zia non è più disposta a tollerare le stranezze della nipote, e ha deciso di passare all'azione.
Ed è interessante come zia Martha - angelo custode benigno e materno del primo capitolo - si stia pian piano trasformando in una sorta di matrigna delle favole - la premura che diventa ansia soffocante, l'affetto che diviene gabbia, la preoccupazione scambiata per ostilità.
E ciò che mi piace è che tutto ciò non risponde necessariamente al vero: zia Martha è sempre la stessa, è cambiato il modo di Maddy di percepirla (la fanciulla è narratore molto inaffidabile a questo punto), spinta a questo cambiamento da quella specie di grillo parlante oscuro che è Alice.
Ho riscontrato, nel gesto di Maddy di cacciarla via dalla stanza, un ultimo, disperato tentativo di cacciarla via anche dalla sua testa, forse l'ultima strenua difesa nei confronti della vecchia se stessa - lunatica e complicata, sì, ma docile e affettuosa, e capace di provare ancora gratitudine nei confronti della donna che le ha dato un futuro e si è sacrificata per lei, pur essendo imperfetta come tutti (si, penso si veda che mi piace la zia Martha^^).
Questo tentativo, per quanto lodevole, mi sembra tuttavia ormai fiaccato dalla lenta erosione che Alice è andata a esercitare su di lei, e temo proprio che non sarà sufficiente ad arginare la frana.
Franerà, oh se franerà. Me l'attendo in grande spolvero nel prossimo capitolo - e ok, io già so, ma avrei pensato proprio questo, se fossi arrivata a questo punto totalmente all'oscuro dello sviluppo della trama.
Del resto, quel sogno inquietante che appare a inizio capitolo non credo sia stato messo lì per caso. Eh, no.

Molto buono, come sempre il lavoro sull'ambientazione, che - come detto più volte - fa da perfetta quinta teatrale per il dramma dei personaggi, arricchito da tutti quei deliziosi dettagli sulla vita quotidiana del tempo, e nei quali è un piacere immergersi, guidati da una narrazione molto visiva e sensoriale, estremamente efficace in un racconto che punta moltissimo sull'atmosfera e su tutti quei piccoli dettagli all'apparenza insignificanti, ma che invece costituiscono clue preziosi per entrare nel vivo della vicenda. Nulla è lasciato al caso, e tutto contribuisce a creare un quadro chiarissimo nella mente del lettore, come veder scorrere le immagini di un film - uno di quelli che guardi di notte, a luci spente, e ti fanno rabbrividire un po' nella poltrona.
Avanti col prossimo, dunque, e brava. :)

Nuovo recensore
18/02/16, ore 17:55

Buonasera, mia cara!
Ho scelto la tua storia tra tante perché mi ha colpito il titolo, devo ammetterlo con sincerità, e non mi aspettavo di trovare questo piccolo giardino segreto
Ho amato, nei tre capitoli che ho letto, l'ambientazione antica e la tua padronanza dei termini, nonché le note, sempre utili per chiarire questo o quel dubbio. Apprezzo molto le storie che narrano di epoche lontane dalle nostre, e ciò mi ha invogliato ancor di più la lettura, nonostante il thriller non sia il mio genere preferito, perché sono una fifona. Abbandonando dunque un attimo la mia fifa nera, mi sono messa in testa di leggere tutti i capitoli, ed eccomi in fine qui prontissima per recensirti. 
La storia che stai raccontando è molto bella, curiosa e vagamente spaventosa. L'idea di un doppio cattivo, una sorta di doppelganger dietro lo specchio, che instilla nella protagonista una follia crescente è una trovata molto ingegnosa. Le domande che mi vengono in mente sono molte: è un'allucinazione? E' uno specchio maledetto? Ci scapperà il morto? Io punto sulla signora Barlow ed il suo fastidiosissimo pontificare sulla povera protagonista.
Questa infatti, sebbene non sia maltrattata dalla famiglia, è comunque evidentemente il soggetto "debole". Non caratterialmente, ma fisicamente. 
Non ho ben compreso perché digiuni, devo ammetterlo, ignorando la cameriera ed i pasti consegnati. 
E' effettivamente affetta da qualche malattia mentale?
Alice è inquietante, tutte le scene in cui lei è presente, mi mettono angoscia. Dalla stanza trasformata in "roseto", alla coperta stesa sul pavimento, a lei che le sussurra all'orecchio che vogliono separarle e stanno parlando della pazzia. Mi mette paura, devo ammetterlo, ed avrei volentieri chiuso gli occhi durante quelle righe così spaventose. Ho sempre più l'idea che sia un demone, un poltergeist, un'entità cattivissima che infesta lo specchio. Dopotutto, i precedenti proprietari l'hanno sempre riportato indietro. Io avrei fatto lo stesso!
Un plauso alla scelta del nome, che come tu stessa hai spiegato ricalca la pazzia e la lunaticità della protagonista, ed ancora una volta alla tua abilità nell'usare termini ricercati ed adatti all'epoca. 
Tuttavia ci sono alcuni punti, alcuni termini o frasi, che mi lasciano perplessa:
- "sulla vecchia poltrona fiorata", in questo caso è fiorata, che mi lascia un attimo il dubbio. E' il termine giusto? Non so, se provo a leggerlo ad alta voce stona un po', mi ricorda sfiorata, o sfiorita, anche se ho capito perfettamente che cosa volessi dire. 
- "tuffandosi oltre superficie impietosa dello specchio", secondo caso. Manca un "la" prima di superficie, oppure è una frase voluta? 
Volevo inoltre chiederti se fosse possibile ingrandire un poco il testo, giacché così mi è sì difficile leggere, ma sopratutto non vedo la punteggiatura, che rimane piccola e parecchio chiara rispetto allo sfondo bianco di efp.

Ancora complimenti,

Vale