... Ed ecco che, in questo terzo capitolo, l'ambiguità finalmente si disvela in tutta la sua realtà di palese minaccia.
Le carte sono scoperte, finalmente - la partita resta da giocare, ma l'asso di picche è in tavola, nelle sembianze della bella ed eterea Alice - con la sua pelle di luna e la lingua biforcuta.
Questo capitolo è la vera e propria "svolta" - il giro di vite, per così dire, lo scavalcamento del valico; non è ancora successo niente - niente di irreparabile o di conclamato - ma è tutto racchiuso nel dialogo mentale tra Maddy e la sua doppelganger (ebbene sì, ormai è chiaro che lo sia: non è una sosia, non è una emanazione benigna del suo spirito - è il doppio maligno, quello che condanna e maledice) quando le due si rendono conto che la zia non è più disposta a tollerare le stranezze della nipote, e ha deciso di passare all'azione.
Ed è interessante come zia Martha - angelo custode benigno e materno del primo capitolo - si stia pian piano trasformando in una sorta di matrigna delle favole - la premura che diventa ansia soffocante, l'affetto che diviene gabbia, la preoccupazione scambiata per ostilità.
E ciò che mi piace è che tutto ciò non risponde necessariamente al vero: zia Martha è sempre la stessa, è cambiato il modo di Maddy di percepirla (la fanciulla è narratore molto inaffidabile a questo punto), spinta a questo cambiamento da quella specie di grillo parlante oscuro che è Alice.
Ho riscontrato, nel gesto di Maddy di cacciarla via dalla stanza, un ultimo, disperato tentativo di cacciarla via anche dalla sua testa, forse l'ultima strenua difesa nei confronti della vecchia se stessa - lunatica e complicata, sì, ma docile e affettuosa, e capace di provare ancora gratitudine nei confronti della donna che le ha dato un futuro e si è sacrificata per lei, pur essendo imperfetta come tutti (si, penso si veda che mi piace la zia Martha^^).
Questo tentativo, per quanto lodevole, mi sembra tuttavia ormai fiaccato dalla lenta erosione che Alice è andata a esercitare su di lei, e temo proprio che non sarà sufficiente ad arginare la frana.
Franerà, oh se franerà. Me l'attendo in grande spolvero nel prossimo capitolo - e ok, io già so, ma avrei pensato proprio questo, se fossi arrivata a questo punto totalmente all'oscuro dello sviluppo della trama.
Del resto, quel sogno inquietante che appare a inizio capitolo non credo sia stato messo lì per caso. Eh, no.
Molto buono, come sempre il lavoro sull'ambientazione, che - come detto più volte - fa da perfetta quinta teatrale per il dramma dei personaggi, arricchito da tutti quei deliziosi dettagli sulla vita quotidiana del tempo, e nei quali è un piacere immergersi, guidati da una narrazione molto visiva e sensoriale, estremamente efficace in un racconto che punta moltissimo sull'atmosfera e su tutti quei piccoli dettagli all'apparenza insignificanti, ma che invece costituiscono clue preziosi per entrare nel vivo della vicenda. Nulla è lasciato al caso, e tutto contribuisce a creare un quadro chiarissimo nella mente del lettore, come veder scorrere le immagini di un film - uno di quelli che guardi di notte, a luci spente, e ti fanno rabbrividire un po' nella poltrona.
Avanti col prossimo, dunque, e brava. :) |