Salve!
Allora, la storia sommariamente è molto originale e carina ─più che farmi ridere, mi ha fatto sorridere: non la farei entrare propriamente nel genere “comico” [ benché abbia un inizio piuttosto tragico e una fine protremmo dire “felice” ], piuttosto nel genere nonsene. Ho avuto però un po’ di difficoltà nella lettura e più volte sono incappata in errori di grammatici e orografici che mi hanno fatto un po’ storcere il naso. Meglio elencarli, magari puoi andare a rivederli e correggerli:
“Guardi, che Cristina Marzoni è deceduta”, la forma corretta è “Guardi che Cristina Marzoni è deceduta”, senza la virgola fra -guardi- e -che.
“Viva è invece” in questo caso la “e” è una congiunzione, non verbo essere.
“In  in bestia”, “Nel pomeriggio. Alfredo” errore presumo di distrazione
“Tornavo dall’aver fatto”, piuttosto cacofonico, sopprimerei l’-aver fatto.
“Ci sono nata, mezza cretina”, virgola inutile.
“Nessuno: Ne oggi, ne per i giorni scorsi” – “Nessuno né oggi né i giorni scorsi”
“Non conosco un cane, in città, all’infuori del mio amico avvocato” – “Non conosco un cane in città all’infuori del mio amico avvocato”, -in città- non è un’incidentale, non c’è bisogno di virgole.
“Si chinò a baciarmi, e” virgola anche qui inutile e scorretta: c’è una congiunzione, quindi.
Per il reso, è davvero una storia originale; mi è piaciuta, seppur mi avrebbe entusiasmato più una introspezione psicologica del personaggio narrante. Insomma, ha appena scoperto che in realtà è morta, cosa prova in questa circostanza?