"Bohemian rapsody" ti ho accennato in altra sede, dopo aver letto velocemente questo succulento capitolo. Che però ho voluto rileggere accuratamente come merita per vivisezionare meglio questo personaggio che, come sai, mi ha sempre affascinato in modo incredibile, per tutta una serie di motivi.
Che Ludwig non fosse un cattivo tout court l'avevo capito. Nessun calcolo mellifluo e subdolo, nessuna passione insana per il complotto e la macchinazione. La contrapposizione a Erasmus, se vogliamo, come abitante del mondo delle ombre. Uccide per costrizione, s'ammanta di lucido cinismo come il cappuccio che cala sugli occhi per proteggersi dal nulla, perché altro non può o non sa fare. Non per scelta, ma per imposizione del Destino. Ancora una volta crudele, beffardo, che si prende gioco di lui.
In qualche modo una condanna già ordita dalla nascita, la sua. La condanna ad essere dannato, maledetto, già solo per il fatto di essere un figlio illegittimo. Un ripiego, una seconda scelta. Frutto dei ludici momenti d'intimità del Vescovo, immagino. Quindi un "mezzo", uno strumento per il lavoro sporco, per le missioni sotterranee, per ciò che
la luce del sole non contempla.
Per quello, e da lì si scopre tutta la sua rabbia ed il suo cieco furore, c'erano i due orfani Johannes e Justus. Dal passato sconosciuto ( a noi, per ora..c'è sempre un debito da onorare, sin dal prologo..), sono una pagina bianca, puri, limpidi, da istruire al suo volere e da far risultare come i "campioni" su cui fondare tutto il suo potere ed il suo fulgore. La parte pulita del Vescovo Winkel, quella da esporre.
E, dalle battute iniziali, dai ricordi malinconici e bui di due donne le cui sembianze si sovrappongono, vien da pensare che non sia tutto qui. Che la maledizione del boemo sia continuata, non sia riuscita a riscattare la macchia della sua nascita. Che abbia amato profondamente una donna, che abbia tentato di avere un futuro felice con questa, che abbia tentato di avere una famiglia. E che il Destino si sia accanito ancora su di lui, portandogli via tutto: la sua donna, suo figlio, l'Avvenire.
Dunque, senza più nulla, nulla da perdere, che fare? Sopravvivere, amaramente, ai margini, nell'ombra. Come sicario, come un simulacro d'uomo che tenta di dimenticare la sua anima, la parte più vera di sé, quello che può rischiare anche di renderlo debole. In realtà senza riuscirci mai del tutto, mai davvero...ed i suoi comportamenti, quella pietà umana che affiora di volta in volta, lo dimostrano, annunciano la vittoria della Coscienza.
Non posso non spendere due parole, ora, per il duello tra le due fiere. Troppo intenso, vibrante, si vede che lo stavi vedendo a tua volta. Incalzante nel ritmo, serrato nella concitazione, tirato e crudo nell'esplosione dei sentimenti, di entrambi...Il Leone ed il Lupo, a confronto diretto: spettacolare!! Perfettamente in equilibrio, anche nella lotta accesa, il moro ed il biondo, la luce e l'ombra...le due facce della stessa medaglia.
Adesso attendiamo che Johannes vada a riprendersi ciò che è suo, l'unico vero diritto che sa di avere, che non dipende dalla volontà di nessuno, se non dalla propria. Ed anche qui, tutti i sottintesi sulle frequentazioni del nostro caro Vescovo, fanno pensare che ci sia sotto molto, molto altro ( anche riguardo la morte del padre di Lena...perché no?)....
Mi sa che è uno dei capitoli in cui hai dato una gran prova di te e delle tue apprezzabilissime doti, posso dirtelo ancora?
Ps:...e visto che la tracimazione ormai è a livelli parossistici, aggiungo una cosina, che non c'entra molto...nel bosco, quando Ludwig fa scattare l'imboscata, se non fosse per il segnale convenuto, mi pareva quasi d'udire la voce di Luca Ward recitare "Al mio segnale, scatenate l'inferno!"....aaaah, il "Boemo"...
Ti lascio davvero...e ti aspetto, fremente...
Un bacione.
Tamara Alessandra. |