Ciao Rota! |
Contest "Titoli su titoli" |
Non pensavo avrei mai letto qualcosa su di loro, perché ho una mia idea su Makishima che non credevo potesse trovarsi in armonia con una storia dedicata solo a lui e Choe, una storia romantica. Ma una storia romantica non è, lo segnali, ma non molti danno valore alla parola Sentimentale, così non l'ho dato troppo io, ma nel momento in cui Makishima si guarda con gli occhi Choe, allora è lì che quel sentimentale guadagna senso e si trasforma in qualcosa che stringe il cuore e che - fondamentalmente - è ciò che io amo di Makishima; finalmente - come concludi - il mondo gli appare un po' meno solitario, giusto un pizzico, perché l'umanità è vasta e numerosa e a Makishima uno solo non serve, ma è già qualcosa, una conquista se può averlo vicino, se può sapere che sarà lì, suo, e non diverso da lui e - per questo - interessante, non banale. Quasi il mondo sembra non giudicarlo, suggerirgli che ha ragione, che può essere un Salvatore, un Messia, perché Choe è il suo primo apostolo pronto a predicare il Verbo chiamato Umanità, pronto a sporcarsi per il suo Signore e in questa storia questi ragionamenti non sono esplicitati, ma quantomeno suggeriti e probabilmente la frase esemplare di questo ragionamento è qui: Trovi in lui l’esempio perfetto di come l’uomo possa servirsi di una macchina per ribadire se stesso e il proprio sentire. E' davvero emozionante come tante cose riesci a dirle con così poche parole, davvero. |
Interessante questa riflessione sugli occhi di Choe Gu-Sung in relazione alla concezione di Makishima dell'essere umano, da cui partono poi una serie di idee molto toccanti, descrizione non solo di un rapporto molto più dolce e delicato di quanto ci si possa aspettare dai tipacci che sono loro due, ma anche di un personaggio, Makishima, colto in tutte le sue sfaccettature in pochissime righe. Di questo devo assolutamente darti merito. L'hai detto tu, è una personalità complessa che rischia di scivolarti via dalle mani in un secondo, ma nella flash non ho visto altri che /lui/, così come l'ha scritto Urobuchi, arzigogolato anche quando parla d'amore, ma appassionato fino a commuovere. In più è scritta magnificamente, la seconda persona non inibisce ma coinvolge e non ci sono errori di nessun tipo. La sintassi, soprattutto, l'ho trovata impeccabile: ci sono frasi che farò fatica a dimenticare. |