Devastante questo capitolo, riassunto tutto in "La verità è che non è il lavoro o il successo a definire una persona, quanto l’importanza delle relazioni che costruisce – e questo lui l’aveva capito troppo tardi" perfetta per descrivere lo stato d'animo di Sherlock. |
Mi piace sempre di più il modo in cui hai costruito il personaggio di Amanda, senza eccessi, credibile e perfettamente complementare alle vicende che hai messo in piedi. Riporto qui alcune parole: “…rimaneva una vecchia testuggine dal cuore arrugginito…”. Questa è una delle più azzeccate immagini per rappresentare l’umanità di John, cocciuto ma affidabile, purtroppo, però, senza la capacità di cogliere i segnali più reconditi che Sh inviava; del resto credo che, con lui, restiamo nel raggio d’azione di una mente normale. Efficace anche la similitudine che stabilisci tra l’edera ed il consulting, la cui complicata ed inesauribile energia intellettiva bene è rappresentata dalla pianta in questione, che tutto copre con la sua struttura elegante. L’immagine di un muro coperto da quel rampicante è suggestiva, dona un tocco di leggerezza ma, ci si chiede come potesse essere in realtà il pezzo di costruzione avvolto nel verde. La qualità di ciò che segue nella narrazione è reperibile solo raramente nel fandom, e tu sei un autore di quelli affidabili, carichi di una capacità introspettiva matura ed acuta. I moti dell’animo li rendi con reale carica empatica, coinvolgente, davvero. |