Recensioni per
La mafia uccide solo d'estate
di Jawn Dorian

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
26/07/16, ore 17:19

Ciao!
Recensisco dopo una vita, ma non ho avuto molto tempo ultimamente.
Questo è un capitolo più "leggero" rispetto agli altri, ma tocca comunque tematiche profonde nei flashback della guerra. Mi piace come Lovino, nei ricordi, volesse semplicemente essere un soldato, uguale a tutti gli altri. E' un bel messaggio che porta con se molti significati. I suoi dialoghi con Scaccia rimangono veramente impressi, in particolare quando gli rivela il suo nome. Questi flashback stanno benissimo nel racconto, ad accompagnare la storia presente, sicuramente più leggera.
Le scene a Bruxelles sono molto belle, con la sua riflessione su i suoi amici e il rapporto cordiale con Spagna, che non ha nulla di formale (mi è piaciuto molto quando, al ristorante, lo ha presentato come Antonio e non come Spagna), poi la sua reazione quando il vecchio lo insulta in quanto italiano,prendendo argomenti di guerra piuttosto stereotipati, mi ha sorpreso, perché onestamente non pensavo che avrebbe risposto in una maniera così tranquilla e controllata.
Germania, che risponde alle frecciatine di Romano in un modo divertentissimo e che, per un attimo sembra orgoglioso di lui, è fantastico.
La riflessione finale e quella frase di Romano:"Non guardatemi così. La guerra è finita, giusto?" è perfetto.
Anche questo è uno splendido capitolo.
Al prossimo capitolo!
Cratere da Impatto MT

Recensore Junior
22/07/16, ore 14:09

Hi! :3
Qui Saroyan!

Ow, è stata decisamente una bella sorpresa notare l’aggiornamento di questa storia. Avevo letto il capitolo ieri sera, ma ero troppo stanca e soprattutto pigra per fare una recensione degna di essere chiamata in questo modo- odio poi scrivere robine da quattro soldi e spacciarle per recensioni. Quindi, preparati al papiro, perché stamattina sono piena di forze ed energia.
Innanzitutto, quel pezzo iniziale che abbiamo prima del titolo scritto in giallo col suo relativo sottotitolo. Credo sia davvero un’ottima introduzione per tutto ciò che seguirà nella one-shot: non ci sono descrizioni, non sono necessarie. È tutto reso come se ci si trovasse in un mondo di melassa, qualcosa di fermo e bloccato dal tempo. Basta poco, davvero poco, per immergersi nell’aria di guerra che si respira in quelle poche righe d’introduzione. Ancor prima del dialogo diretto, ci sono quelle poche righe d’introspezione che fanno ben capire i pensieri che girano nella testa di Romano e la situazione in cui si trova.
Mi ha ricordato molto la canzone di De André, “La guerra di Piero”.

{La divisa la portavano perché così non potevano distinguersi, perché di fronte alla guerra si era tutti uguali: ricchi o poveri, nazioni o umani.}

Questa parte invece mi ha fatto venire in mente un racconto di Edgar  Alla Poe, “La maschera della morte rossa”. Con la semplice differenza che se nella fanfiction si parla di guerra che non fa distinzioni, il racconto parla della morte che non fa distinzioni. E se ci si pensa bene, la differenza tra le due cose è minima.
I numerosi salti temporali trovo siano inseriti davvero in modo esemplare: non sono pesanti o senza senso, ma messi nel punto preciso in modo che rompano un momento di tensione. È difficile gestire molti e continui salti temporali senza rendere il tutto confusionario, ma tu ci riesci egregiamente- per quanto io non sia una grande amante del centrato in corsivo, che mi suona molto come egocentrismo malcelato, ma va be’.

{“Ehi!” protestò energicamente la ragazza “Che si era detto sul manifestare la tua superiorità sul cibo?”
“D’accordo, d’accordo” si arrese Lovi “decida lei, madame.”}


Questo momento così  bellino tra la mia adorabile Belgio- anche se Emma è il nome che meno mi piace quando si tratta di lei- e Romano mi aveva fatto ben sperare in una RomaBel coi controfiocchi, ma ovviamente m’illudo sempre inutilmente dato che siamo in tre persone massimo in questo fandom a shipparli. Oh, sarò strana io, ma per me lui starebbe mille volte meglio con Belgio che con Spagna- porca miseria, un giorno troverò qualcuno che la pensa come me, non posso essere sola in questo fandom. Beh, comunque sia, Marten mi sta simpatico.
Ma torniamo alle questioni serie: abbiamo un flashback, a parer mio molto significativo. Ora, io non sono nessuno per parlare dei drammi della guerra. Non sono un’esperta, né tantomeno qualcuno che ha vissuto determinate esperienze sulla propria pelle- e già per questo dovrei stami  zitta, ma purtroppo io non riesco proprio a zittirmi.

{Davanti a lui un soldato inglese, che ai suoi occhi non era un soldato, non era inglese, non era il nemico e nemmeno un bersaglio. Era nulla di più che un ragazzino appena maggiorenne – esile come suo fratello - , e arrancava con la gamba gravemente ferita, tentando di trascinarsi il più lontano possibile da lui. “VARGAS, SPARA!”
Il ragazzo inglese si era voltato indietro per gettargli un ultimo sguardo disperato. Piangeva.
Che mondo diverso sarebbe, quello in cui le lacrime cambiano le traiettorie dei proiettili.
Non era un soldato e non era un uomo. Era solo un ragazzino.}


Lo dico sul serio: leggendo questa parte mi è scesa una lacrima. Forse sono io ad essere estremamente sensibile o esagerata nell’immedesimarmi nella situazione descritta, ma davvero, l’immaginarmi tutta la scena mi ha fatto davvero commuovere. Hai reso davvero alla perfezione quelli che sono traumi psichici relativi alla guerra e alla pressione psicologica che i soldati subiscono.

{“Ma tu non hai paura?” gli chiese, un giorno.
Scaccia aveva trent’anni e già quattro figli e un moglie stanca che lo aspettava a casa come tutti, e che come tutti non poteva permettersi il privilegio di sperare che sarebbe tornato.
“No. Gli uomini veri non hanno paura della morte.”
“Non della morte” lo interruppe Romano con stizza “ma del fatto che a conti fatti siamo tutti assassini.”}


Credo sinceramente che questi sprazzi di… chiamiamola vita quotidiana, per quanto sia tremendamente sbagliata definirla così- magari definiamola con ‘momenti in cui è possibile parlare umanamente’- rendono il tutto più reale. Ho immaginato questo dialogo tra Scaccia e Romano come intriso di paura da entrambe le parti: solo che il primo riesce a non mostrarla all’altro, mentre Roma non si pone il problema di nasconderla. E le sue parole così veritiere colpiscono dritto chi legge. Perchè in guerra non esistono vittime né tantomeno carnefici; non ci sono i buoni né i cattivi.
Come anche la crisi che colpisce Romano, che è quasi un crollo psicologico dovuto alla pressione di cui parlavo poco prima. Ripeto, non so cosa si possa provare, ma a me è parso così realistico che è un pugno nello stomaco.
Come lo è stata la morte di Scaccia- anche se secondo me era qualcosa di già preannunciato: dopotutto la morte di qualcuno spinge poi alla maturazione di una persona. Ed ammetto che anche qui mi è scesa una lacrima.

{“Oh” pianse Lovino “Oh, Scaccia-“
“Antonio.”
“Co- che cosa?”
“Io mi chiamo Antonio Scaccia.”
Romano posò la fronte sul suo petto e pianse ancora più forte. Riuscì a soffocare  i gemiti di dolore solo dopo un paio d’attimi.
“Ti prego, dì ad Annuccia e ai bambini che li amo.”}


È stato davvero un pezzo… triste da leggere. Triste a dir poco.
Il rapporto d’amicizia stretto che c’era tra i due, per quanto non si chiamassero neanche per nome, è davvero toccante. Ho provato ad immaginare come deve essere stato accolto questo messaggio dalla famiglia, dalla moglie e dai bambini. Mi si è stretto il cuore.
Adesso giungo ad un punto probabilmente molto meno importante dei precedenti, ma che in ogni caso ha fatto sì che la one shot mi piacesse quanto la prima.
Chi mi conosce almeno un minimo, sa che odio la Spamano- per quanto ‘odiare’ è un po’ un parolone dato che si sta parlando solo di una ship tra l’altro non canon- ma in generale sono in cima alla lista delle mie NOTP.
I motivi sono tanti, non mi metterò qui ad elencarli perché ciccerebbe fuori qualcosa di veramente troppo lungo, ma mi limito a dire che non mi piacciono assolutamente insieme.
Faccio questa premessa per spiegare che nonostante questo mio palese non apprezzamento per la coppia- di cui mi ero altamente fregata leggendo l’introduzione alla tua storia perché quando c’è una fanfiction su Romano io la devo leggere a prescindere, soprattutto se tratta temi simili e in questo modo- mi è molto piaciuto il dialogo tra l’italiano e Antonio. Una volta tanto, lo spagnolastro (ho l’abitudine di chiamare così Spagna, chiedo venia) ha detto qualcosa di veramente intelligente e direi anche saggio. È quasi strano vedere Antonio serio, ma io lo preferisco decisamente così.
Ho adorato la risposta che ha rifilato Romano all’uomo. Anzi, mi correggo. Sarebbe meglio dire: ho adorato la risposta che tuo zio ha rifilato al suo collega, dato che l’ispirazione per questa storia nasce da lì. Ha fatto decisamente bene.
Sinceramente, sono abbastanza sicura che se questa situazione fosse stata gestita da un altro autore/autrice, alla provocazione dell’uomo gli avrebbero fatti rispondere con una sequela d’insulti in dialetto stretto e Germania (bellino lui~ Vederlo verso la fine sorridere orgoglioso di Romano e della sua risposta mi ha fatto sorridere, amorino bello) e Spagna avrebbero dovuto trattenerlo dal picchiare l’uomo. Per fortuna, non sei ricaduta in questo banalissimo cliché, che dopo tutta l’introspezione presentata precedentemente mi avrebbe fatto cadere le braccia. Qualcuno potrebbe dire che in questo modo sei andata in OOC, ma non è così. Hai semplicemente trattato a tuttotondo un personaggio da millemila sfaccettature. E questo non può che essere un lavoro apprezzabilissimo, soprattutto per la sottoscritta che non sopporta la stereotipazione dei personaggi di Hetalia- farei tanti complimenti a schiaffoni in faccia alle persone che riescono a stereotipare dei personaggi che già di per sé sono stereotipati in quanto rappresentati di nazioni che si basano appunto su di essi.
Ed infine… il testo della canzone di Caparezza è davvero adatto a tutta la one-shot, molto azzeccata
...
Sono consapevole di aver scritto un papiro enorme, so che molte cose potevo risparmiarmele poiché inutili, so che nessuno leggerà tutta ‘sta cosa, so che devo smettere di scrivere perché ho altre tremila storie da recensire- la gente si mette d’accordo per aggiornare tutta negli stessi giorni, vero? È tutto un complotto, vero?
Mmh… non ho null’altro da dire e quindi: ciau!


Saroyan
Ps: non farmi venire voglia di partire per un altro paese, adesso dovrò aggiungere il Lussemburgo alla lista di nazioni da visitare.
 

Recensore Veterano
22/07/16, ore 13:49

Veramente un bellissimo capitolo!
Mi piace come descrivi Romano, specialmente nelle scene di guerra. E Romano ha tutti i motivi per essere stufo di tutto quello.
Adoro anche ci sia un poco di spamano (eh ma come si puņ non vederli insieme quei due? XD ) le loro scene sono dolcissime!
Ludwig mi sembra di troppo qui, ma anche la sua parte dove trascina Romano al tavolo consigliandogli d'ignorare le offese mi č piaciuto... Insomma ho amato tutto il capitolo!

A presto (spero)
Elisir