Valutazione del contest: somewhere. Over the ratings
BandBfun con: Lettera d'addio
Grammatica 9.75/10 punti
Praticamente perfetta; nelle note ti è sfuggita una parola:
ed il suo più rappresentante (voleva certo essere “il suo più noto rappresentante”)
Stile e lessico, 14/15 punti
Lo stile che hai scelto è quello epistolare, e hai saputo renderlo al meglio. C’è la spontaneità di una donna che racconta qualcosa all’uomo che ama, quindi è giusto che tu ti sia limitato ad un gergo piuttosto semplice, perché sarebbe stonato, se non addirittura sbagliato, che in una circostanza simile anche la persona più colta e raffinata pensi a comporre un poema. Intendiamoci, non hai usato parole povere: il mio è solo un apprezzamento per il realismo di cui hai impregnato la trama.
Milda è una donna piena di angoscia e insieme di accettazione per quello che le succede. Non potevi esprimere i suoi sentimenti in modo più pieno; cosa c’è di più generoso, vero e totalizzante di un amore che è rivolto solo al bene dell’altro? Quanto coraggio ci vuole ad affrontare la morte da soli, per non infliggerne lo strazio a chi resterebbe a tenerci la mano fino all’ultimo?
Io sono rimasta convinta dalle parole di Milda (dalle tue, quindi!) che preferisce lasciare di sé il ricordo dei momenti felici, della sua bellezza, della vitalità.
Le immagini che hai descritto parlando dei momenti di passione tra lei e Daumatas non indulgono nella rappresentazione di scene erotiche, eppure non c’è neppure censura, per così dire; sono parole in libertà, ricordi bellissimi che affiorano spontanei, a tratti.
Possiamo vedere i graffi, ascoltare il cestello della lavatrice, e anche calpestare i cocci dei piatti rotti prima di far pace senza ferirci, perché la sensazione è quella di affacciarci su uno spazio privato, un giardino dell’anima, ma senza disagio, perché siamo stati invitati.
Anche i termini che hai selezionato per mostrarci come sarà il declino fisico, pur essendo chiari, non sono “sporchi”, come lo è quello che accade quando è la malattia a prendere possesso di noi, quando è difficile non ascoltare il corpo che grida anche se possediamo uno spirito forte.
Ho trovato tanta attenzione in frasi come: “ti chiamo e tu non rispondi, quasi sempre perché non ci sei ed io me lo dimentico”. Hai reso il lessico che potrebbe essere davvero quello di una ragazza che si sente confusa perché non può neppure concepire che lui non sia lì, tanto da chiedersi perché non le risponde.
Più che grandi termini accademici, le tue frasi fanno trasparire molta sensibilità, capacità di immedesimazione.
Non è facile descrivere l’aspettativa della morte senza far fuggire il lettore in cerca di conforto.
In qualche passaggio si notano delle ripetizioni, come “hai già fatto per me”, che hai usato due volte con un intervallo di solo sei parole. Altre volte sono funzionali al testo, come “e chiedere di più”, che serve a rimarcare il concetto, però non essendo uno stile poetico è meglio limitarne l’uso a favore di qualche sinonimo.
Rating Creativo, 13/15 punti
Come per una tua collega, purtroppo da questa voce devo sottrarre due punti. Malgrado le indicazioni del contest, non hai formato quello che è un vero specchietto di un rating, cioè qualcosa di simile a quelli dei siti di scrittura: età indicata per la lettura, generi e avvertimenti adatti, segnalazioni (che erano libere, anzi più ne aveste usate meglio sarebbe stato) come: minori accompagnati da adulti, etc.
Hai invece descritto — adeguatamente e in modo esaustivo — cosa rappresenta per te il colore nero (che non è un rating Nero).
Ci sono la sensazione dell’angoscia, della depressione, dello “sprofondare in un pozzo nero”, e molto opportunamente l’incombenza della morte. Sarebbe stato implicito, quindi, dire che l’avvertimento: Character!Death sarebbe perfetto per questo rating.
Per quello che riguarda la simbologia del colore, niente da eccepire. Ci sono il buio che ha spento i sogni di Milda, l’aspettativa — che è solo un conto alla rovescia — che questa mancanza di luce diventi definitiva, quando gli occhi si chiuderanno per sempre. Anche l’iconografia della Morte, col mantello nero, è richiamata spontaneamente durante la lettura.
L’angoscia, la consapevolezza della sconfitta e della perdita sono espresse con chiarezza, e anche il sacrificio personale è la faccia della medaglia più “buona”, se vogliamo, più fuori dai cliché.
Trama/originalità, 4/5
La trama è in effetti un racconto in prima persona, un’introspettiva, perché la maggior parte delle azioni della protagonista al momento sono ancora un progetto. Comunque non manca il dinamismo dato dal contrasto tra la prima parte (quella del ricordo delle impressioni provate all’annuncio della diagnosi) la riflessione sulle decisioni da prendere, il tuffo nei ricordi ed infine la decisione per il futuro.
Hai fatto bene a non compire balzi avanti e indietro con le componenti della trama, perché sono poche linee guida e in una lettera nessuno sceglie di fare degli excursus temporali.
L’originalità non è proprio il massimo perché il tema è piuttosto sfruttato nelle originali, però c’è da dire che difficilmente storie così tristi vengono scritte per un contest. È un argomento spinoso, una lama a doppio taglio: se da una parte fa leva sull’empatia del lettore, dall’altro gli prospetta una situazione che difficilmente potrebbe avere un finale molto diverso a meno — purtroppo — di scegliere un genere sovrannaturale, o parlare di un miracolo.
Personaggio/i, 5/5
Il personaggio che incontriamo di persona è uno, la sfortunata Milda, anche se la persona di Daumatas è il perno intorno al quale gira tutto il mondo di questa ragazza, tanto da mettere lui al primo posto anche in un momento come questo.
Scopre la peggiore delle malattie e la condanna maggiore è l’idea che questa graverà sull’esistenza del suo amato.
Ha paura, ma non vuole riversarla sul suo compagno portando questo alone scuro anche sulla sua testa.
Ogni cosa, ogni spazio della casa le ricorda momenti di vita autentica vissuti con lui, ma scapperà in qualche posto vuoto e anonimo per lasciare incontaminato il loro nido.
Hai davvero approfondito il personaggio, ad una prima occhiata alla storia mi sono chiesta: “ma neppure un po’ di rabbia, di odio per i suoi sogni infranti?”.
Invece è giusto, era un’idea mia, perché mi sono trovata catturata e sono mi sono istintivamente calata nei panni del personaggio.
Ripeto: tutto ha è reale e credibile, ma la forza di questa donna non può non stupire.
Gradimento personale, 4.5/5
La storia è molto buona, profonda e importante. Ho apprezzato tanti dettagli, anche piccoli come i nomi lituani, preferiti ai più ovvi nomi anglofoni (io sono la prima) che senza aggiungere alcun dettaglio ci fanno anche immaginare una cornice tipica delle città baltiche, bella ma fredda.
Immagino i personaggi in una casa tradizionale, e forse Milda allontanarsi sotto dei fiocchi di neve.
Il tono drammatico era ottimo per il rating Nero, peccato quella svista sul bando!
La grammatica e la sintassi sono ottime, le parole scelte ma non pesanti, gli stati d’animo palpabili. Non ci sono colpi di scena, ma non posso lamentarmene, sei stato semplicemente coerente con lo squarcio di vita vera che hai voluto raccontare.
totale: 50.25/55 punti
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