Rieccomi.
Ti dico subito che ti sei superata con questo capitolo, veramente. Prima di tutto la scelta stilistica: dividere la narrazione in POV brevi, alternando il momento di pace del capitano Faust alla tragica vicenda di Daniel.
Poi ovviamente i contenuti son notevoli, ma questo non è differente dal solito.
Non so da dove cominciare.
La parte iniziale, quella del treno stipato di gente, non fa presagire un esito del genere. I soldati sono felici di stare tornando a casa, sono presi dalle loro cose, e chi se ne frega che in quel vagone non c'è nemmeno più lo spazio per respirare.
Daniel incontra un suo vecchio amico, un po' più grande, che ha fatto carriera e ha l'uniforme targata doppia S, e gli racconta di come gli sono andate le sue vicende. Uno di loro e morto, un altro vecchio amico, e lui lo dice con il sospiro amaro di chi ricorda un episodio sgradevole, senza sentimentalismi.
Si chiacchiera e si ride, giocano a carte, pregustano il ritorno a casa. E ti dico la verità: non mi sarei mai aspettata che il treno avrebbe deragliato e che sarebbe successo un casino del genere.
Daniel si ritrova a lottare per la vita, rischiando di morire congelato, con la gamba rotta o peggio. Il treno si è rovesciato su un fianco ed è il delirio, e lui nemmeno riesce a chiamare aiuto.
Lo scenario di piacevole calore è diventato un quadro di devastazione, e il poveretto nemmeno riesce a recuperare una giacca da un cadavere... ci svela di aver mentito al reclutamento, e a tutti noi, sulla sua età. Daniel ha diciassette anni. È un adolescente, quasi un ragazzino, che cosa ci fa qui.
E questo fa riflettere sulla dinamica inculcata del patriottismo. Che cosa può spingere un ragazzo così giovane ad andare a immolarsi, con documenti falsi, ad andare a gettare alle ortiche la sua vita in questo modo? Eppure succede qui, con enorme realismo, com'è successo davvero tante (troppe) volte nella storia del nostro triste mondo.
E mentre il piccolo Daniel lotta per la sua vita, proprio nel giorno in cui sarebbe dovuto tornare a casa, il capitano e gli altri uccidono un cervo e banchettano, bevendo liquore attorno al fuoco per rinfrancarsi, e cantando inni sconci e poco patriottici.
Ecco dove finisce il patriottismo: attorno a un fuoco, sperando di vivere un altro giorno, nel migliore dei casi. Nel peggiore, fatto a pezzi sul campo di battaglia, oppure a congelare con una gamba rotta dopo che un treno ha deragliato.
E niente Paws, complimenti per questo capitolo stupendo e per questa storia, in generale, che riesce a sorprendere a ogni aggiornamento.
A presto, spero che riuscirai a tenere la tabella di marcia degli aggiornamenti bisettimanali :)
~Sky |