Recensioni per
Dear Watson,
di Machi16
In questo capitolo l’attenzione si sposta su John, che si sente soffocare dall’atmosfera cupa da cui la sua vita è stata riempita. Ritornano i grandi dubbi su Mary, continua, sotterraneo, lo scorrere impetuoso di tutto quel “non detto” e “non espresso” che ha sempre caratterizzato il suo rapporto con Sh. |
Questo capitolo John centrico apre davvero tante domande, prima tra le quali è quanto John stia capendo dei propri sentimenti per Sherlock. Perché mi pare in una fase di profonda negazione, alla quale contrasta l'ossessione di sapere dove si trova, se stia bene e che cosa stia architettando. John non si dà pace, letteralmente. E nemmeno quando è casa. Anzi, se ne va via da lì perché non riesce a pensare e tanto che persino Mary gli dà fastidio, impedendogli di ragionare. John conosce Sherlock, ma non così bene da capire che cosa stia succedendo in quel momento o come fare per riuscire a trovarlo. Trovo deliziosi i suoi tentativi, ma quello che più mi ha fatta sorridere è la profonda e dilaniante irrazionalità che lo coglie a un certo punto. Già a Baker Street e sempre senza capirci niente di niente, John arriva a compiere un gesto impulsivo. Uno che reputa come "non da lui" ma che al contrario io credo sia nella cifra del personaggio. Quello che non è da John è il credere nel caso o nella fortuna, in quella sorta di magia che ti conduce nella giusta direzione (perché non puoi credere a certe "sciocchezze" quando da anni frequenti il razionale Sherlock Holmes), tuttavia è da lui quel gesto. La rabbia, la frustrazione e l'amore profondo che prova lo conducono lì. E chissà per quale motivo (ambigua e al contempo interessante l'idea che, magari, sia davvero una specie di magia data dalla fortuna) ci prende! Il foglietto che trova è inquietante, un ennesimo "Miss me" lasciato lì e forse incompreso fino ad ora. Almeno da me. Credo di star capendo attorno a che cosa ci stiamo piegando. |