Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Machi16    11/01/2017    2 recensioni
Le tracce di quegli insulsi pensieri che i due si scambiavano attraverso gli occhi diventarono parole precise, esse delinearono il loro essere Holmes e Watson e allo stesso tempo Watson e Holmes.
Non era mai esistito l' uno senza l' altro perché in una maniera sconosciuta e misteriosa i due erano complementari, in una maniera altamente improbabile e lo si vedeva ogni qual volta i loro sentimenti avversi combaciavano e il loro risolvere misteri indicava un lento districarsi della loro anima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

John Watson aveva perso il conto delle volte in cui sarebbe voluto entrare nel cervello di Sherlock Holmes, delle volte in cui gli sarebbe piaciuto scavare nei meandri di quella mentre altamente superiore in alcune cose ed infinitamente banale in altre, se la figurava spesso come un labirinto senza una precisa via d’ uscita e pieno di enigmi di cui solo il proprietario conosceva la soluzione.

Un puro caos perfettamente in ordine nella sua imperfetta confusione.

Sherlock era in grado di nascondersi se lo voleva, scappare se lo sognava e sparire se gli fosse stato utile, era in un fantasma in un enorme città piena di occhi puntati su di lui, come diavolo avrebbe fatto a trovarlo ancora una volta?

Fece un respiro che servì a poco a calmare i suoi nervi ma continuò a provarci, continuò a fingersi lui, a ragionare come lui ad essere lui ma niente di tutto quello che provava e sperimentava lo avrebbero portato al suo livello e ne era pienamente consapevole nonostante fosse passata una settimana durante la quale tutti sembravano essersi dimenticati di lui, del detective assassino con il cappello.

 

“Ricomparirà John, ne sono sicura!”

 

Le parole di Mary non facevano altro che innervosirlo portandolo a credere esattamente il contrario, spingendolo dalla parte opposta del fiume dei suoi pensieri e spingendolo negli abissi della sua mente, era orribile da ammettere quanto non riuscisse a sopportare il suono della sua voce in quei momenti: chi gli assicurava che non gli stesse mentendo?

Le bugie erano come una costante nella sua vita, una trappola che lo incatenava alle pareti di un esistenza che credeva essere completamente diversa, più semplice e possibilmente più lineare poiché mai nella vita si sarebbe aspettato di sposare una spia e poi perdonarla per le sue continue, assurde e profonde bugie ma l’ aveva veramente assolta dalle sue colpe?

Si fermò a pensare ad altro per un momento ricordando una cosa che in effetti non si era mai realmente lasciato alle spalle: la finta morte di Sherlock.

Lo aveva picchiato, gli aveva urlato contro, lo aveva odiato, rinnegato e poi ripreso, poi lasciato per poi infine vederlo uccidere per salvare la falsità del suo matrimonio.

 

“Io esco!”

 

Probabilmente Mary non udì quelle parole perché le disse solo in fondo alle scale, prima di salire sul taxi che lo avrebbe portato a Baker Steet, lì riusciva a pensare meglio, ad ordinare i pensieri senza darsi la colpa di ogni singolo gesto di Sherlock Holmes ma perché si preoccupava tanto di un uomo, una macchina, che non aveva fatto altro che abbandonarlo nei più disparati modi?

John Watson prese il suo posto sulla poltrona e osservò il vuoto di quella stanza e la solitudine del violino lasciato distrattamente in un angolo in fretta e furia. La melodia della sua vita era composta da suoni che quelle corde avevano suonato e silenzi in cui ne aveva sentito la mancanza, ora lo sapeva.

Chiuse gli occhi ma non vide niente, non conosceva le vie del palazzo di Sherlock Holmes, vide solo un enorme nero in perfetta tinta con la sua esistenza priva di definizione e di cita stessa, chi era veramente John Watson?

D’ impulso fece quello che non avrebbe mai fatto fino ad un secondo prima: si alzò di scatto e lanciò il coltello che era sul tavolino accanto a lui colpendo la parete di fogli accuratamente sistemata a casaccio, era un gesto non da lui ma dalla persona che voleva essere in quel preciso momento e, caso vuole, che nessun palazzo mentale potesse sostituire la fortuna di centrare proprio quel foglio, l’ unico indizio che Sherlock non aveva rimosso.

Era un foglio strappato da un blocco di appunti scritto con una calligrafia tremolante che di sicuro non era quella di Moriarty e nemmeno quella di Sherlock anche se ne ricordava vagamente i tratti, il sangue e le due parole però non mentivano:

 

MISS ME?

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Machi16