Eccomi qui, finalmente ho trovato un attimo di tempo dallo stress degli esami e sono subito corso a vedere questo capitolo in cui, finalmente, ammiriamo Eunev. Eunev è la vera protagonista del capitolo, in una costruzione narrativa molto diversa da quelle che fai normalmente e che non avevo mai visto nel corso del progredire della tua storia. Neanche quando hai descritto la grande foresta, o la città degli elfi. In breve i ragazzi esplorano la città, si procurano una casa e persino una stalla - a quanto pare in buonissime condizioni - e si preparano senza problemi a restare a lungo tra le mura della città.
Ho alcune perplessità riguardo il capitolo, e le sparo subito a zero, per poi passare alle impressioni vere e proprie: Il punto di vista. Di chi è il punto di vista qui? Normalmente è sempre uno dei protagonisti a vedere le cose, venendo seguito come con una "telecamera" da te che narri. Qui invece la tua "telecamera" sembra confondersi come i ragazzi e non si capisce chi vuole davvero seguire, come se si muovesse fastidiosamente saltellando di qua o di là. Visto che hai preferito non mostrare - giustamente - le lungaggini burocratiche che avvolgevano Cedric io ti consiglierei di concentrarti su uno solo dei ragazzi o delle ragazze e descrivere bene le sue sensazioni e i suoi pensieri durante la lunga attesa invece di fare questo continuo "ping-pong" tra punti di vista, che può risultare un po' scorante, soprattutto quando ti trovi a descrivere una grande città come Eunev.
Passiamo quindi alla Eunev vera e propria: Hai fatto un grande lavoro per costruire questa città. La pianta è circolare, un classico delle grandi metropoli del fantasy che non stanca mai. I distretti sono equamente distribuiti in grandezza ed è evidente che Eunev è una città "pianificata" cioé costruita a tavolino da un gruppo di ingegneri (o architetti, o grandi maghi, o grandi costruttori) che ne hanno pianificato gli spazi prima di costruirci dentro, riuscendo persino ad "azzeccare" i bisogni della popolazione che avrebbe abitato la città con decenni, se non con secoli di anticipo. Tutto questo genera una sensazione di artificiosità notevolissima, soprattutto di fronte ad una grande metropoli. Personalmente sono più per le città "reali", quelle che strasbordano fuori dalle mura, che puzzano di vero e che non sembrano il sogno ultimo di un grande progettista, ma capisco che nell'ottica del fantasy classico la tua città sia perfettamente ragionevole!
Ultima cosa: la città mostra, nel modo di fare delle guardie e della burocrazia, un atteggiamento altamente burocratico e mostruosamente moderno. Registri per consultare l'accesso ad una metropoli sono cose da mondo attuale, simili ai controlli anti-immigrazione degli aereoporti, e mi hanno fatto pensare che gli abitanti di Eunev siano dannatamente avanzati da un punto di vista tecnologico e burocratico per poter sostenere un impianto del genere. Senza contare il fatto che non sembra esistere criminalità nella città, tanto che nessuno ha assalito, derubato o pedinato - almeno apparentemente - quei quattro ragazzi sperduti e pieni di viveri, bagagli e cavalli.
In sostanza: Eunev non è come me l'aspettavo e non ha i canoni del resto del mondo a cui ci hai abituato. Leggerò con molta attenzione i prossimi capitoli per cercare di comprendere quanto la città di Eunev sia "calata" all'interno dell'ambientazione in maniera organica e quanto invece è nato così, dal pensiero di un momento, pronto a fartelo - se lo vorrai - notare.
A prestissimo
Morgengabe |