Victor è il personaggio che preferisco di più, sia nell'anime che in questa fan fiction. È la sua purezza mescolata alla forza, alla leggiadria e alla potenza, non so spiegarlo, ma lo guardo e vedo questo: un ghiaccio infuocato. È questo ed è quello al tempo stesso e non so come faccia. È meraviglioso.
Mi sono innamorata di lui un'altra volta con questo capitolo e con questo passo di preciso:
"Ecco cosa siamo.
Due ballerini solitari impegnati in un duetto.
Stiamo ballando insieme.
Ma su due diverse melodie.
Togliti le cuffie, Yuuri.
Toglile.
O se preferisci, permettimi di afferrarne una.
Fammi sentire la tua musica.
Afferra la mia mano.
E balliamo, Yuuri."
È un invito ad amare, bellissimo.
Siamo tutti ballerini solitari in questa vita e ciò che conta è con chi scegliamo liberamente di ballare; conta a chi scegliamo di cedere il passo, a chi scegliamo di cedere il comando, la guida di tanto in tanto. C'è bisogno di armonizzarsi in tante cose, di andare a tempo, di non seguire una musica singola e di amalgamarla con quella dell'altro. Scegliere con chi ballare è fondamentale.
La musica è anima, è energia e amore. È stato emozionante e commovente leggere questi passi tra le fila dei pensieri di Victor... davvero, mi sono commossa.
Trovare un amore così è... stupendo e ogni giorno non faccio che ringraziare per averlo trovato. I passi non li sai mai di questa danza e a volte non vengono nemmeno così naturali come ti fanno credere, a volte si interrompono, a volte hai bisogno di riprendere fiato, a volte sei stanco, indolenzito, ma tornare sulla pista e continuare a ballare è sempre il fine ultimo di tutte le tue scelte. Per quanto tu ti possa fermare, per quanto tu possa pensare che non ce la farai, SAI che devi tornare su quel palco. Perché a meno di farlo, non ci riesci. Quella fatica è troppo bella, è troppo motivante, è così viva che stare senza vuol dire morire.
E quindi balli, perché è nella tua natura, é nella natura dell'altro e ti coordini con i suo passi e con il suo amore.
"Vorrei poter assorbire il tuo dolore, Yuuri.
Farmene carico e lasciarti riposare."
Vorrei esprimerti quello che ho provato nel leggere questa frase prima di piangere, ma non penso esistano parole per spiegarlo. Ma forse, raccontandoti una piccola cosa di me, potrai capirlo meglio...
Il dolore così forte è così stancante... ti toglie energia all'anima e finisci per essere un guscio vuoto. Stancante è l'aggettivo giusto. Quante volte sono stata stanca in quel modo? Tantissime e sono sempre stata cocciuta nel voler restare sola in quella stanchezza e in quel dolore. Ho la testa durissima anche in quello.
Ultimamente c'è qualcuno che sta minando la mia libertà, qualcuno che è ossessionato da me, che mi cerca e che non mi lascia spazio, mi soffoca e il mio compagno lo sa bene. Oh, quanto mi conosce bene lui.
Mi ha chiesto di alleviarmi questo peso. Me l'ha chiesto. Mi ha chiesto se potesse farmi da scudo per questa volta.
Perché lo sa che sono testarda, lo sa che risolvo io ciò che mi riguarda, lo sa che il dolore lo condivido, ma lo affronto da sola, lo sa che non mi faccio scudo con nessuno.
Mi rispetta al punto da chiedermi di concedergli di aiutarmi, almeno questa volta. E l'ho fatto. Ho accettato, con le lacrime agli occhi.
Quel giorno ho accettato che mi amasse un po' di più, ho accettato che si prendesse cura di me ancora di più. Ho accettato di farmi proteggere.
Ho accettato di posare le armi e di accucciarmi dietro di lui, di riposarmi, di riprendere le energie mentre lui e lì in prima linea al posto mio.
È questo che ho rivisto in queste righe, che mi ha fatto vibrare il cuore nel riconoscere questo amore così puro e meraviglioso, fatto di rispetto e di "ti prego, lascia che io mi prenda cura di te."
Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi ad un certo punto della nostra vita e quando ci concediamo lasciamo andare tutte le difese, tutta la tensione, tutte le armi. Tutto. Il peso si alleggerisce e già da lì siamo un po' più liberi.
E non so come descrivere questa sensazione...
Questo percorso sta diventando sempre più bello, sempre più pieno di speranza, sempre più nostro.
Grazie. |