Ciauz!
Approfitto di questo pomeriggio a casa con l’influenza per leggere qualche storia e lasciare delle recensioni. Wow, siamo già al settimo capitolo! Penso che questa sia una tra le storie dove sono più avanti con la lettura, ma bando alle ciance.
Ricordo che il capitolo precedente terminava con Jason che bussava alla porta di Jasmine dopo che la ragazza lo aveva visto uccidere quelle due tipe, quindi immagina la mia ansia con la quale ho iniziato a leggere questo settimo capitolo.
La prima parte ripercorre l’ultima parte del sesto, ma raccontandolo velocemente dal punto di vista di Jason. È interessante notare che uccide le persone solamente quando “sente” la voce di sua madre che glielo dice. Sembra strano dirlo, ma questo elemento aiuta a comprendere che alla fine lui è una persona mentalmente disturbata e di quanto sua madre, invece di aiutarlo a stare meglio, ha peggiorato la sua psiche, tanto da condizionarlo anche ora che non c’è più. Incide così tanto che, non sentendo più la voce di sua madre che lo incita ad uccidere, decide di risparmiare la vita di Jasmine e allontanarsi dalla sua abitazione, rimanendo comunque nelle vicinanze in modo da poterla continuare a sbirciare (peggio dei miei vicini XD). Ho sorriso quando si chiede il perché le donne si spogliassero sempre nude e non indossassero mai i costumi da bagno, visto che è un po’ quello che ci chiediamo tutti quando vediamo un film horror.
La seconda parte del capitolo, invece, vediamo Jasmine che se ne sta immobile davanti alla porta di casa, spaventata dai forti colpi che sentiva, fino a quando tutto intorno a lei torna ad essere silenzioso. Penso che questo sia ancora più spaventosi e i nervi siano ancora di più in allerta. Soprattutto la ragazza non sa bene cosa fare e un primo momento pensa di chiamare sua madre, ma cambia subito idea, immaginando che Jason si trovi ancora nelle vicinanze. Mi fa piuttosto tenerezza quando ammette di avere paura di quell’uomo, anche se lui l’aveva risparmiata ancora una volta. Possiamo cercare un modo per capire gli altri e metterci nei loro panni, possiamo anche iniziare a giustificare le loro azioni, ma è davvero difficile continuare a farlo dopo averli visti uccidere due persone a sangue freddo.
Il fatto che abbia preso in mano il telefono, ma non abbia chiamato nessuno non è di certo passato inosservato a Jason che, naturalmente, inizia a chiedersi perché la ragazza non abbia ancora raccontato a nessuno di averlo visto. Immagino che per lui sia davvero difficile comprenderla visto come è sempre stato trattato dal resto del mondo. Quando ormai è certo che Jasmine non chiamerà la polizia, decide di tornare alla spiaggia per liberarsi dei due cadaveri. Mentre si trova lì, trova a terra la collanina con la maschera da hockey in argento che Jasmine aveva comprato quel pomeriggio, ma decide di non dare molto peso alla cosa e di portarsi via l’oggetto. Il fatto che si sia portato via, oltre ai cadaveri, un sacchetto di snack svela leggermente il suo animo ancora infantile, infatti penso che chiunque altro avrebbe rubato anche il cellulare.
Il capitolo si conclude con la frase ‘La stagione della caccia era aperta’, quindi immagino che vedremo nuovi omicidi nei prossimi capitoli. Bene, bene, inizio a fare scorte di pop corn e coca cola per il prossimo scambio XD ahahahaha!
Mi è piaciuta molto la tua scelta di inserire, dopo un capitolo carico di eventi come il sesto, di concentrarti principalmente sui pensieri dei due personaggi in questo, infatti l’ho trovato davvero utile per comprendere meglio questi due personaggi.
Continua così perché questa storia merita davvero molto.
Alla prossima! Un grande abbraccio,
Sharpey
(Questa recensione partecipa all’iniziativa ’10.000 recensioni in un anno’ indetta dal ‘Giardino di EFP) |