Recensioni per
कामसूत्र – La linea del desiderio (Kāmasūtra)
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Master
15/12/20, ore 15:11

Credo che questo racconto sia il migliore tra quelli letti sinora all'interno di questa raccolta e credo che lo sia per una serie di motivi logici ed emotivi.

Partiamo dal momento stesso in cui situi questa istantanea, quel diluvio improbabile e furiosissimo che affoga mezzo mondo, durante il quale i bronzetti sono a sfondare colonne col visetto, e i nostri amati goldoni aspettano, sotto l'acqua battente, non si sa cosa di preciso. E io ricordo - beata gioventù - cosa diamine aspettassero a scendere in campo loro, gli eroi (sì, okay, crescendo avrei messo tutto nella giusta prospettiva; ciò nonostante, che diamine! Una scelta tattica degna di un ciuco sbronzo. Con tutto l'amore per i ciuchini, s'intende), ed ero con Aiolia, io - sempre col gattone - che ne ha le tasche piene di aspettare (Godot? Inizio seriamente a credere che sia il leit-motiv di Saint Seiya. O Godot, o i Tartari. Fai tu) e decide di intervenire.

Credo siano pochi - pochissimi - i momenti di Saint Seiya in cui io sia saltata sulla sedia e abbia detto "Ma stiamo scherzando?!": uno è quando Hyoga, complice il doppiaggio italiano, si rivolge a Freya chiamandola "Mia" (Mia un cazzo!, ho tuonato. Immagina il perché), l'altro è proprio questo, in cui a far da paciere interviene Milo.
Milo, uno che se gli si tappa la vena è finita.
E non sai quanto io ci abbia sperato nelle sberle volanti tra Mu e Aiolia, ché il gattaccio ha tutte le ragioni di questo mondo e dell'altro per perdere le staffe e suonargliele di santa - santissima - ragione al pecorozzo asceta.

Ché Aiolia è così, è un po' come l'apostolo Pietro: umano, umanissimo, il personaggio con cui il lettore può identificarsi meglio, e per la serie di rogne&sfighe che gli sono capitate tra capo e collo, e per il suo modo di reagire alle cose della vita. Aiolia fa; magari a rischio di sbagliare, sia chiaro: ma agisce.
Mu, no.
Mu è sempre lì, fermo, in attesa di non si sa cosa, con la fede cieca dello zelota. Nemmeno possiamo paragonarlo a San Paolo, ché almeno quel pazzo infervorato era per l'azione - altrui, sia chiaro; ma Mu?
Mu segue linee tutte sue, che difficilmente il lettore tipo riesce a capire.
Ma Mu, inaspettatamente, ha anche una lato umano, celato all'occerrenza e per esigenze di copione. Credo che un giorno mi immergerò in uno studio sensato sul perché, in Giappone, gli Ariete siano viste come creature dolci, tenere e delicate, senza spina dorsale, quasi; ma questo è un altro discorso.

Mu, dicevo, tira fuori gli attributi - le zanne, le chiama Sion - quando c'è proprio costretto, quando la vita gli dice "Adesso o mai più, tesoro". Ed è molto, molto interessante vedere che Mu ha questa fiamma dentro di sé prima che l'autore si decida a mostrarcelo - si decida a dare a Mu questo lato caratteriale, potremmo dire. Crei una specie di ponte tra l'eterno in fieri del Cialtronissimo e il tuo Mu, che mi sta simpatico di suo, non foss'altro per il suo perdersi assieme a quella goccia dispettosa che scivola sul corpo di Shaka, sotto l'armatura di Shaka, in luoghi che sono radicati nella zuccaccia di Mu.

E ho amato anche il modo in cui la rabbia e l'invidia e la gelosia divampino sotto le ceneri dell'atarassia di Mu. E tutte per motivazioni banali, come il vivere da vicini di dasa, potremmo dire; al tempo passato assieme, e che sia per scelta o per necessità, poco importa. Sembra quasi umano - è umano, ché quando siamo gelosi, non lo siamo di cse astruse e metafisiche, ma di cose squisitamente pragmatiche, fosse anche il tragitto in bus che l'amato bene percorre con qualcun'altro e non con noi. O la condivisione dello stesso pianerottolo.

Il tuo Ariete è un lago, uno di quelli placidissimi in superficie, ma solcati da correnti tumultuose e pericolosissime, di quelle che ti afferrano per una caviglia e ti trascinano in basso, verso un fondo limaccioso. Tipo il Lago di Como.
Lo rendi umano, lo rendi plausibile, non un tizio piallato come un bambolotto (cit.) che serve da voce della coscienza prima che l'autore lo rificchi sotto naftalina. Lo rendi persona e non personaggio, ché Mu c'avrà tutte le colpe di questo mondo e dell'altro - alla faccia del peccare in opere ed omissioni!! - non discuto e io sarei uno zelantissimo pubblico ministero che spende voce e anime per mettere il pecorozzo davanti alle proprie responsabilità (sì, tipo Di Pietro con Berlusconi. O Paperino con Anacleto Mitraglia); ma in mano a te questo grandissimo paragnosta diventa a tutto tondo: non è più un tizio abbozzato a colpi di mannaia, è un personaggio, con le sue luci e le sue ombre. Qualcuno che potrebbe essere un tuo vicino, il dirimpettaio di scrivania in biblioteca o il tizio che ti serve il caffè al bar, ogni mattina, fatte le debite proporzioni, ché questo signore qui spacca le stelle a cazzotti.

Scherzi a parte, mi piace il tuo Mu. Riesci a fargli dire e fare cose che non mi lasciano indifferente, come avviene col personaggio base, senza snaturarlo, senza fare troppi passi in là rispetto al canone.

Chiudo con il mio applauso alla discesa della goccia di pioggia lungo il corpo di Shaka e al desiderio che attraversa la zucca di Mu mentre dovrebbe essere in altre faccende affaccendato, ché sì, il desiderio chiama all'appello quando dice lui, non quando vuoi tu, ed è anche bravissimo a scegliere i momenti meno opportuni e meno indicati, dalla fila alle casse del supermercato ad uno scontro con un compagno che non chiede altro, non foss'altro che per sanare vecchie ruggini e mettere la parola fine ad una questione che si sta trascinando da tanto, troppo tempo.

Recensore Master
19/11/20, ore 21:36

Premessa: non ricordando assolutamente l'episodio da te menzionato, ho impiegato 200 ore circa a scovarne una traccia. L'ho fatto solamente per curiosità, però, perché questo scritto ha valore a prescindere dall'eventuale contestualizzazione.
Pare difficile immaginarsi un Mu geloso e corroso dal rancore, specialmente con riguardo al fatto che, in questa sede, tali sentimenti sono correlati al rapporto intercorrente tra Shaka e Aiolia – rapporto che io, complice il loro famoso scontro nelle stanze del Gran Sacerdote, tendo a figurarmi come non proprio idilliaco. 
Eppure, ho gradito moltissimo il lavoro in questione: non si deve infatti dimenticare che, nonostante l'apparente aria zen, Mu rimane comunque un Ariete, ed è noto come i segni di fuoco abbiano tutti una certa propensione alle emozioni potenti e un po' irrazionali. 
Dalle tue parole traspaiono tutto l'astio e l'amarezza accumulati da Aries durante gli anni di un esilio imposto che, tra le tante cose, gli ha rubato la possibilità di crescere insieme ai suoi compagni – Shaka in primis. 
A differenza di Aiolia, Mu non ha potuto godere della confortante presenza di qualcuno che condividesse il suo stesso destino; non gli è stato concesso di vedere Virgo farsi uomo giorno dopo giorno, di scambiare con lui pensieri, idee e, perché no, anche sogni.  
Leo ha avuto tale privilegio – altresì facilitato dall'abitare la Casa più prossima alla Sesta –, e neppure se n'è accorto; la consapevolezza di ciò, congiunta all'atteggiamento non proprio accomodante del Quinto Custode, è bastata a far esplodere in Mu il magma di tutte le sue sensazioni represse. 
Il tuo Shaka, poi, trasuda eleganza da tutti i pori (persino quando compare solo di riflesso)!

Recensore Master
25/10/20, ore 23:32

A quanto pare, l'unica cosa di cui Shaka non ha consapevolezza è l'inganno perpetrato per anni dall'uomo che siede sul trono del Grande Tempio – ma tu guarda i casi della vita.
Scherzi a parte, ho trovato anche questo pezzo molto aderente al personaggio messo in campo: avendo ben impresso il destino di morte che accomuna tutti gli esseri viventi, Shaka può concentrarsi con maggior profondità su ogni aspetto della vita stessa – che spazia dal granello di sale sulle labbra alla sensazione della stoffa a contatto con la pelle.
La conoscenza è l'anticamera della saggezza (non a caso, Virgo mostrerà di avere paura soltanto di ciò che non conosce; vedi l'accorata richiesta che porge a Ikki prima di oscurarsi nel celeberrimo mondo di luce "Perché lo stai facendo? Che senso ha una vittoria, se non si è vivi per gioirne?"), così come l'istinto è figlio della natura: il nostro Sesto custode non può dunque esimersi dal provare a conoscere anche se stesso, cedendo a un impulso proveniente proprio dal suo corpo. 
Solo che, beh, fa strano immaginarsi Barbie-Buddah in simili, lascive vesti XD  

Recensore Master
25/10/20, ore 22:43

Per essere un personaggio che non apprezzi, hai dato uno scorcio di Mu di Aries così delicato ed esatto da far dubitare sulla veridicità delle tue preferenze.
Questi pochi passaggi sono vagamente nebulosi, ma comunque chiari – un po' come guardare un paesaggio nella bruma mattutina –, e vi si legge l'essenza del cavaliere dell'Ariete: l'incertezza della sua posizione, la frustrazione dell'attesa, il senso di abbandono e solitudine acuito dall'asprezza della terra che gli diede i natali. La rabbia – ben nascosta, eppure presente – scaturente da un'ingiustizia che lui non è in grado di dimostrare, ma che conosce da sempre, giacché l'ha privato anzitempo del suo Maestro. 
Ho trovato davvero estremo il tatto con cui accenni al modo scelto da Mu per far fronte alla solitudine – che sì, può essere anche carnale. Specialmente per un individuo maschio di venti anni. 
Lavoro superbo!

Recensore Master
11/10/20, ore 17:03

Ciao ^^
Eccomi finalmente, perdona il ritardo ma, come credo tu possa ben capire, quella cosa a volte sgradevole – ma necessaria e imprescindibile – che si chiama vita reale questa settimana ha cospirato affinché restassi lontana da te per un tempo decisamente poco accettabile. D’altra parte, mi è bastato dare una scorsa ai titoli presenti sul tuo profilo per capire che, per lasciarti un commento si spera almeno intellegibile (ma non all’altezza dei tuoi scritti, su questo metto già le mani avanti e mi dichiaro sconfitta in partenza), avrei dovuto aspettare un momento di relativa quiete domestica – tradotto, due quarti della famiglia dovevano per forza dormire o essere assenti, altrimenti non avrei potuto combinare nulla. Approfitto dunque della pennica post prandiale della domenica per godermi in tranquillità e solitudine quello che considero una squisita prelibatezza, un dolce in grado di mandarmi in fibrillazione le papille gustative.
Alla fine ho optato per questa raccolta, troppo affascinata dall’oggetto e dalla fonte da cui ne hai tratto ispirazione per resistere alla tentazione di aprirla e darle una sbirciatina. Ammetto di avere ricordi fumosi di Saint Seiya – che, per me, perdona la blasfemia, ma rimangano “I Cavalieri dello Zodiaco” che guardavo alla televisione dopo la scuola, mentre facevo merenda – però al nome di Mu mi si è aperto un file nel cervello e se, come credo sia inevitabile, parte della caratterizzazione dei personaggi ahimé mi è preclusa (per una mia mancanza, naturalmente), almeno sono riuscita a dare a entrambi un aspetto specifico – perché sì, poi i file mentali aperti sono diventati due e anche Shaka è stato collocato nel posto che gli compete di diritto.
Comunque, dicevo, ho letto i capitoli tutti d’un fiato, e ho deciso di lasciarti qui un parere complessivo, perché mia cara non sei l’unica a vantare tempi biblici tra un’apparizione sul sito e l’altra. Se non la commento adesso, chissà quando potrò tornarci di nuovo.
In qualsiasi caso, lascia che ti palesi tutto il mio sgomento davanti alla definizione che tu stessa hai dato a questa raccolta: ma quale pornazzo e pornazzo, quella che ho letto è pura poesia!
Non conosco il Kamasutra (mea culpa, mea grandissima culpa), ma il mio personale sentire si allinea perfettamente al modo in cui, fra le tue righe, spiritualità e carnalità si fondono in un tutt’uno per dare forma al sacro. Il desiderio, il piacere, la geografia dei corpi, sono riti che gli adepti celebrano e attraverso i quali entrano in armonia con l’intero universo, facendo risplendere quella scintilla di divinità insita nella natura umana. Il corpo – proprio o dell’amante – appare come una porta al di là della quale sembra svelarsi il mistero del mondo. Tormento ed estasi si uniscono nelle tue parole, la meraviglia e la grandezza della creazione si svelano nell’attenzione a dettagli all’apparenza insignificanti, e in un respiro spezzato, in uno spasmo di piacere, in una preghiera appena sussurrata si nasconde la chiave verso il sublime.
Come mi sono premurata di specificare all’inizio, questo commento non rende minimante giustizia a quanto scritto – sono sinceramente dubbiosa che questa sorta di delirio da me partorito abbia effettivamente un senso.
Sono però felicissima di aver scoperto questa perla e colgo l’occasione per renderti partecipe di tutta la mia ammirazione <3
Un bacione e a presto :*

padme

Recensore Master
06/10/20, ore 13:33

L'esilio, in fondo, è come l'attesa
Oh, sì. Perché l'esilio è attendere che la tua punizione finisca. Anche - soprattutto - quando è ad vitam, perché uno ci spera, sotto sotto, che l'esilio rientri, in qualche modo. Poi Mu ci si è relegato da solo, in esilio, un esilio che sa di bolla protettiva, in cui tenersi lontano dalle ombre che popolano il Santuario.
Ma l'esilio è anche solitudine, e quando lo passi sulle montagne, dove al massimo puoi incontrare un fagiano o una marmotta grassoccia, può portare alla pazzia. Insomma, svalvolare è anche accettabile se ti ritrovi da solo a solo, tra le nuvole, rocce aguzze e un paio di argali che brucano erbe spontanee.
E mannaggia a te, che mi hai fatto provare simpatia per questo pecorozzo mite.

Recensore Master
06/10/20, ore 13:25

Conosco la tua bravura e conosco la tua eleganza che scende in campo quando c'è da raccontare qualcosa di intenso. Non dici, non ti aggrappi ai centimetri di pelle e alle soluzioni semplici. Tu mostri, coinvolgi, catapulti il lettore in posizione privilegiatissima, quella di chi spia dal buco della serratura (ma con grazia maggiore dei film scollacciati pieni di dottoresse, professoresse, vigilesse etc etc). Adoro la declinazione liturgica che hai dato a questa scena. Perché sì, l'amore è sempre una smisurata preghiera, a prescindere dalle liturgie che conosciamo e che mettiamo in essere.
E il fatto che la scena coinvolga due personaggi che appenderei per le orecchie è un accidente aristotelico irrilevante, quasi...

Recensore Master
24/09/20, ore 14:08

Anzitutto, mi preme tantissimo farti una domanda: davvero conosci il sanscrito? O_O 
Bene, adesso smetto di ficcanasare e passo ai fatti.
Viene assai semplice pensare a Shaka quale asceta incorruttibile; uno che, facendo proprie filosofie millenarie, ha raggiunto la Pienezza (non del Dragone) attraverso l’Assenza — di emozioni, bisogni fisici e materiali. Ad essere sincera, la sua figura mi ricorda un po’ quella di Narciso nell’opera di Hesse. 
Solo dopo l’avvento di Ikki di Phoenix e degli altri cavalieri di bronzo la Vergine si renderà conto di non aver ancora raggiunto lo stadio di perfezione che credeva e di esserne, anzi, ben lontano; ecco allora che Shaka è costretto a rivedere le fondamenta della propria esistenza, e a ridimensionare quell’orgoglio che sino ad adesso non gli ha permesso di vedere altro che se stesso. 
Un’accezione di “Sesso” scevra da pregiudizi di matrice cristiana, a mio avviso, è pienamente in grado di possedere carattere quasi spirituale; in questi termini ho letto il tuo pezzo qui presente, scritto in una maniera così elegante da non sembrare neppure un testo di genere erotico – il quale, di solito, finisce inevitabilmente per scadere nel volgare.
Mu e Shaka, possedendosi vicendevolmente, non fanno altro che ricercare il Sacro celebrando la vita – quella terrena. 
Mi piace! 


Nuovo recensore
22/09/20, ore 15:53

Ciao. Inanzitutto; ti chiedo scusa in anticipo, non scrivo molte recensioni e perciò non so mai come iniziarle e talvolta anche a finirle... ammetto che le poche volte che recensisco una storia scrivo tantissimo e a volte vado anche un po' fuori tema, perciò volevo solo avvertirti. Prima di iniziare la recensione di questa tua flash-fic ti devo confessare che ho letto quasi tutto quello che hai scritto di saint seiya tranne il libro dell'inquietudine perchè la saga di nettuno non l'ho ancora vista. Ma ho visto la saga dopo,quella di hades. Mea culpa. Comunque mi sono piaciuti molto tutti i tuoi lavori sopratutto la rosa dei venti, confessioni di una maschera e minuetto. Adoro il tuo stile di scrittura, molto completo e con termini molto calzanti e a volte poetici, in più fai un buon uso della grammatica ( cosa non troppo scontata). Comunque ci sono state molte volte in cui avrei voluto lasciarti una recensione, ad esempio nella rosa dei venti,che forse è la tua storia che preferisco, ma in quel caso, contando quante parole avevi messo in un capitolo avevo paura che la mia recensione potesse diventare il doppio,cosa che vorrei che non succedesse visto la lunghezza dei capitoli. Ci avevo riprovato con minuetto ma alla fine non ce l'ho fatta. Ora ti chiederai perchè questa storia, e anche perchè questo capitolo, visto che ne è già uscito un altro, ho deciso di recensire e anche perchè in questo caso ce l'abbia fatta. Oltre il fatto che, non andando nel dettaglio, ho avuto un periodo molto lungo dove non sonp stata bene fisicamente e mentalmente e ne sono uscita recentemente questo mese, ho letto questa flash-fic e mi è piaciuta tantissimo. Infatti in questa tua storia la mia flash fic preferità è proprio questa: nel mezzo del diluvio. Ho adorato il luogo della storia, come l'hai raccontata, non in modo molto lineare, dove si racconta il paesaggio, le emozioni di mu verso due persone vicine a lui e dove lui racconta un po' anche di se stesso. C'è da dire poi che amo quando una storia parla di mu e aiolia e li vede contrapposti. Poi,non per dire, ma nella mia personale classifica dei gold saint loro due sono entrambi nella mia top 5 con aphrodite. I primi due posti sono rispettivamente deathmask e shura. Perciò chiusa questa parentesi un po' fuori tema; veder parlare mu, sentire la rabbia, il rancore, la gelosia e l'invidia che prova per aiolia, per me, è stata una cosa stupenda. Perchè anch'io la pensavo un po' così, anche se le nostre visioni sono un po' diverse, per un motivo molto semplice che scriverò dopo. Comunque per me mu e aiolia si invidiano un pochino a vicenda. Aiolia,anche se si vede che a lui il suo carattere gli vada benissimo così, conscio il fatto quello che scoprirà dopo i 13 anni maledetti, si condanna un po' per la sua irruenza. Basti vedere l'episodio con cassios, li si colpevolizza perché se fosse stato meno imprudente e più riflessivo ci sarebbe stato un morto in meno nella sua coscienza, oltre al fatto che ha ferito seiya, una persona che gli sta a cuore come ad un fratellino minore. E mu, al contrario, invidia la "libertà" di aiolia, di poter esprimere così liberamente i suoi sentimenti e le sue azioni, come un bambino, cosa che mu non ha mai potuto fare perché anche in episode 0 il prequel dove si vede la notte degli inganni si vede già li' che shion impartisce a mu un certo controllo. Un controllo che alla fine gli rimarrà per tutta la vita. Comunque, chiudendo questa parentesi, e finendo la recensione; non voglio fare ripetizioni ma questa volta è d'obbligo: amo come scrivi. Amo come hai strutturato il racconto, ogni parola che hai usato e come le hai usate in questo contesto, amo vedere come riesci a mettere la personalità di mu insieme ad una scrittura che descrive non solo lui, aiolia e shaka ma anche il luogo del racconto. Amo tutto di questa flash-fic insomma.
Ultima cosa. Il perché non la penso esattamente come te sulla questione dei caratteri di mu e aiolia. Il perchè é abbastanza banale: non shippo shaka e mu. E tu ti chiederai perché mi sia letta questa tua opera se non mi piace la coppia e sopratutto perché l'abbia pure recensita per prima. In verità ho iniziato a leggerla quasi per caso. Quasi. Come già detto ho letto molte delle tue storie e mi sono piaciute tantissimo perché scrivi molto bene e infatti ho iniziato a leggere questa storia per pura curiosità. Sia perché mi interessa scoprire cose nuove, sia perché io penso che anche se una coppia possa non piacerti si possa comunque apprezzare una storia. Io,in verità ho letto molte storie e poi da quelle mi sono partite un sacco di ship (crack qui devo menzionarlo per forza perché sono tutte ship crack...), e in base a questo e anche per il tema della raccolta: il kamasutra non l'ho mai letto e mi sembrava un'idea interessante mettere insieme kamasutra e saint seiya,un fandom dove i cavalieri dovrebbero essere tutti scapoli e illibati (questo non per tutti), e metterci anche i due buddisti aka shaka e mu in un contesto diagonalmente opposto alle loro personalità. Perciò mi sono buttata nella lettura di questa storia e mi sta piacendo, anche se comunque non shippo shaka e mu lo stesso.. mi spiace ma io tra loro due non ci potrei mai vedere niente di più di una cosa romantica. Comunque spero di aver scritto una recensione decente, non ne sono sicura, in caso ti chiedo scusa per il disastro che ti ho scritto. Mi vergogno un po' a inviarti una recensione così caotica, al contrario di te che scrivi così bene. In caso è il pensiero che conta, perciò spero che la mia adorazione per la tua scrittura sia stata percepita bene. Un saluto, Rossella.

Recensore Junior
31/08/20, ore 17:40

Adoro. Semplicemente adoro. Io che amo Shaka come non potrei? Io che sono buddista? Giammai. Attendo con ansia gli eventuali altri capitoli

Recensore Master
30/08/20, ore 18:13

Ogni volta che scrivo o leggo di Shaka è come se il tempo si fermasse e i dettagli assumessero un'importanza quasi eccessiva. Mi verrebbe da usare termini come "boato" per descrivere il suono di una goccia d'acqua, o "urlo" per parlare di una brezza.
Forse perché nella mia umile testolina, la piena consapevolezza delle cose è associata a una loro percezione amplificata e insostenibile e, talvolta, penso che i nostri sensi siano annebbiati semplicemente per proteggerci.

E comunque, ritrovare i tuoi scritti ... che meraviglia. *_*
Insieme a quelli di Fra, mi sembra quasi che il tempo si sia riavvolto o non sia mai passato, nonostante gli impegni e la vita ci abbiano tenute lontane dalle nostre storie.

E poi qui c'è tutto Shaka, interamente. Perfetto.

Un abbraccio.

Recensore Veterano
08/01/18, ore 19:51

Perdonami per il ritardo, carissima! Questi lavori di ristrutturazione sono infiniti...
C'è una bellezza sospesa, inquieta e indecisa, in questa tua, come l'esilio e l'attesa. Catturi qualcosa della quintessenza di Mu, del ragazzo sotto l'armatura e il mantello dell'eroe che è sempre (più o meno) stato dalla parte della ragione. Qualcuno potrebbe dire che Mu è saltato sul carro del vincitore quasi all'ultimo momento. Ho l'impressione che qui tu stia spiegando come, perché, da che condizione umana derivino le scelte di Mu. Spieghi, ma non giustifichi, non scusi.
Come sempre, stilisticamente incantevole.

Recensore Master
21/11/17, ore 20:54

Ave diletta. Ben trovata e ben tornata, leggo con piacere questo nuovo capitolo..leggo tanto e scrivo poco, ma merita, è superbo, sontuoso e rutilante come Mu. Attesa e ritorno, la carne e il sangue ..e siamo sempre Vivi sotto un azzurro cielo. Scusa la recensione astrusa ma è scritta con il cuore e di getto, evitò papiro per non ingolfarci con noti rimandi.. Netta, geometrica e superba una raccolta ineccepibile e curata come tuo solito, grammatica e sintassi perfette punto per punto as usual. Alla prossima con affetto Jane Queen Imperatiz 👑🌹🌹

Recensore Veterano
19/04/17, ore 17:27

Tu lo chiami "pornazzo", ma questo è un pezzo con la tua solita eleganza. Raffinato. Sì, Shaka fra le tue mani è una garanzia: lo riconosco nella prima metà e credo alla ripresa puntuale nella seconda. C'è tutta una vita qui dentro. E siamo solo all'inizio!
"Il sacro, il potere, il piacere"... mi hai fatto venire voglia di leggere il Kamasutra!

Recensore Veterano
19/04/17, ore 17:21
Cap. 1:

Duecento esami da correggere mi hanno fatta rimanere indietro. Avresti mica da suggerirmi qualche analogo pruriginoso per Chimica I? No perché qui è un disastro.

Credo che il tuo Shaka sia sempre una garanzia, vestito o svestito: me lo rendi sempre credibile e sono sicura che saprai renderlo plausibile anche con Mu. Dunque ti seguo mooolto volentieri!

[Precedente] 1 2 [Prossimo]