Dunque il capitolo è molto bello!le mie parti preferite{+annesse ragioni}di tale cap sono:
🐾“Angel, sai che io ho una grande opinione di te”, rispose Ichigo, seria. “Ma ci sono dei momenti come questi in cui cadi davvero in basso. Tu hai sempre da ridire sulla chiusura mentale di Flan, di come disprezzi gli uomini ritenendoli feccia. Ma non hai notato che stai parlando esattamente come lui?”
Angel si fermò, sentendo un senso di paralisi immobilizzarle le membra.
“…Cosa?” riuscì a buttare fuori.
“Sì”, insisté Ichigo, fissandola nelle pupille. “Sono d’accordo che Waffle sia un individuo pericoloso, che va fermato. Su questo hai ragione. Ma se è così, è solo perché lo è diventato, non è certo una cosa spontanea, la sua. Le persone sono fatte così.”
“Ma Waffle non è una persona, Waffle è un alieno”, alzò allora la voce Angel, ritrovando mobilità. “Loro sono tutti così, nessuno escluso, e lo sono perché è nel loro DNA essere malvagi. Fidati, io lo so.”
Ichigo la guardò con uno sguardo preoccupato, poi le disse: “senti Angel, io ho capito che dopo tutto questo tempo ancora vuoi bene a Waffle, ma credimi, non è togliendo la responsabilità a lui ed estendendola a tutta la sua specie che lo aiuterai. Se lui è diventato come suo padre, è perché è stato cresciuto in un certo modo. La sua specie non c’entra.”
Quell’ultimo discorso lasciò Angel pietrificata, e lei ci mise alcuni secondi prima di trovare le parole per replicare.
“Ichigo, ti sbagli, io non voglio bene a Waffle. Gli ho voluto bene, certo, quando eravamo piccoli. Cosa ti fa pensare che ancora senta qualcosa per lui?”
“Non è che ci voglia tanto, in squadra l’abbiamo capito tutti”, rispose Ichigo con comprensione. “Nelle volte in cui abbiamo parlato di queste cose, quando abbiamo discusso di questo senso religioso estremo che porta gli individui a pensare così, tu sembravi accettare il nostro ragionamento; ma appena per caso nominavamo Waffle ti chiudevi e rifiutavi tutti i discorsi e le conclusioni a cui eravamo arrivati prima.”
Angel non rispose e rimase a fissarla, con gli occhi spalancati dallo stupore.
“Posso capire quello che provi, Angel, ma non chiudere così la tua mente. Non risolverai né i tuoi problemi né i suoi”, concluse Ichigo, prima di rimettersi a camminare, ed Angel si affrettò a raggiungerla tenendo il suo passo.
{Le parole di ichigo mi sono piaciute molto,sapevo che prima o poi sarebbe arrivata visto che a far ragionare angel su tale dogma ma leggerlo è stato anche meglio di quanto immaginassi}
****
🐈"Non penso che ci sia bisogno di aggiungere altro”, concluse Ryou. “Anzi, forse una cosa c’è. Ti farebbe così brutto l’ipotesi di tornare amica di Waffle? Devi volergli davvero bene, se arrivi al punto da accusare un intero popolo per una colpa che è soltanto sua, e tutto questo solo per giustificare quello che ha fatto e togliergli la sua responsabilità.”
Detto questo, se ne tornò nello studio, lasciandola lì, sola e inebetita in mezzo alla stanza.
{Questa parte sapevo mi è piaciuta esattamente come quella appena precedente della Mew rosa}
*****
😿Qualche giorno prima, Angel, per aiutare i suoi amici, lo aveva ingannato, ma quella chiacchierata che avevano avuto nel momento centrale del loro incontro non era stata una montatura. Quello sguardo e quella voce non potevano mentire. Angel davvero, in quei momenti, aveva avuto nostalgia per quei bei tempi in cui loro due erano stati buoni amici. E, cosa che lo spezzava in due, anche lui, insieme a lei, aveva sentito quel desiderio ritornargli, dopo tanti anni che non lo aveva sentito più. Era inutile negarlo e far finta di non aver provato nulla di simile.
Waffle provava tutti questi sentimenti senza riuscire a concretizzarli nella mente, perché le barriere mentali che suo padre gli aveva costruito intorno per tutti quegli anni erano troppo salde. Però, se avesse potuto dare una forma a quelle sensazioni, avrebbe espresso il suo desiderio di poter tornare ad essere con Angel quello che era stato molto tempo prima; il guardarla non più come nemica giurata e feccia del creato, ma come una cara amica che si corre ad abbracciare non appena la si vede. Quel periodo spensierato che aveva passato con lei era stato davvero il migliore della sua vita, e in tutto quel tempo trascorso insieme aveva provato quei sentimenti positivi che non aveva più sentito da quando ne era stato strappato via da Flan.
Ma tutto quello che riusciva a pensare nel concreto era la paura che ora lei gli strappasse via la sua vita, a lui che aveva solo quindici anni e tutta l’esistenza davanti.
“Perché…? Come ho fatto a ritrovarmi in questa situazione?… Io non voglio morire… non voglio morire…” ringhiava disperato, sdraiato nel suo letto, a denti digrignati ed occhi strizzati, con le lacrime che gli bruciavano sotto le palpebre, stringendosi forte al cuscino.
Solo verso le tre del mattino finì per cedere alla stanchezza
{Questa parte è straziante però è bello vedere che la scena della battaglia precedente sia stata ripresa&non sia stata fanservice,ed che quindi si riveda il lato umano del povero waffle}
******
🐱in quella stessa notte, sola nella sua camera, Angel si cambiò mettendosi il pigiama pesante e si infilò sotto le coperte. Era rimasta profondamente turbata per tutta la serata, ma Ryou e Keiichiro, discreti, non le avevano detto nulla.
Si rigirò tra le lenzuola e il piumone almeno per un’ora, senza riuscire a prendere sonno. Si stava sentendo vacillare, sia nella mente sia nel corpo. Le sembrava di essere sospesa nel vuoto, come se a tutta la solida impalcatura di princìpi e valori che si era costruita con fatica nell’arco della sua vita fosse stata tolta la base. Ed in effetti era così. Il principio della malvagità assoluta degli appartenenti a quella specie aliena era diventato col tempo per lei quasi un dogma da non mettere in discussione, un qualcosa su cui aveva costruito tutte le sue convinzioni. Già tempo fa, Zakuro prima, Bu-ling e Retasu poi, avevano cercato di far vacillare questo suo principio, ma lei aveva opposto strenua resistenza rifiutandosi di ascoltarle. Ma Ichigo, lei non poteva rifiutarsi di ascoltarla. Tanto più che aveva tirato fuori un elemento che Angel non aveva mai davvero realizzato sul piano concreto: lei veramente aveva da sempre pensato così al solo scopo di giustificare Waffle? La ragazza, ponendosi questa domanda, tentò di tornare indietro con la mente, molto indietro negli anni, cercando di ricordare quando effettivamente avesse preso questa decisione sulla natura degli alieni. E, sforzandosi, le venne in mente: nel periodo di convalescenza successivo al tradimento di Waffle, quando le ferite fisiche e psichiche che le aveva procurato erano ancora fresche. Ma, in tutti quegli anni, anche se si erano chiuse, le cicatrici non avevano mai smesso di bruciare. Ancora, se ci ripensava, sentiva il cuore diventarle un macigno. Era per questo che si era costruita tutte quelle convinzioni?
Allora, premendosi il cuscino sopra la testa, cercò, per la prima volta nella sua vita, di trovare qualche elemento concreto, delle prove, che giustificassero questa sua incrollabile certezza. Rimase a riflettere a lungo ma, con sgomento, non ne trovò nemmeno una.
Non ce n’erano. Quei due alieni con cui si era ritrovata a parlare quasi per caso, Tart e Quiche, non sembravano affatto possedere un qualche tipo di cattiveria intrinseca, non c’era nulla che lo dimostrasse. Sostenere il contrario significava pensare in malafede.
Zakuro, l’estate scorsa, le aveva spiegato con chiarezza che il problema di Waffle e Flan era solo una questione di cultura e religiosità estrema, che non aveva nulla a che vedere con la loro specie.
Bu-ling era molto affezionata a quell’alieno più piccolo con cui aveva parlato, ed Angel sapeva che una ragazzina giusta e corretta come lei non si sarebbe mai potuta legare a qualcuno che fosse portato a fare del male.
Retasu le aveva aperto uno spiraglio su una possibilità di dialogo col più giovane dei loro due nemici, perché essendo ancora non completamente cresciuto, una speranza per lui ci poteva ancora essere.
E in tutte queste occasioni, Angel aveva rigettato con decisione ogni loro considerazione, senza preoccuparsi minimamente di portare prove concrete che potessero smentirle. Su cosa si basava allora, tutto quello che aveva pensato fino a quel giorno? Sul nulla assoluto, ecco la verità. Aveva condannato un’intera specie senza avere dei motivi per farlo. Ichigo aveva avuto ragione: in cosa era diversa lei da Flan, che tanto disprezzava?
La ragazza, sepolta sotto le coperte, iniziò allora a sentire un senso di dolore nel petto, come le fauci di un animale che le azzannavano il cuore. E più pensava alle parole che Ichigo e Ryou le avevano rivolto quel pomeriggio, più sentiva i canini di quella bestia impiantarlesi più in profondità nel petto.
“Quindi, io…” mormorò Angel, premendosi il cuscino sulla testa. “Se avessi iniziato a ragionare da prima… se avessi ascoltato da subito quello che gli altri mi dicevano, forse, ora, non mi troverei in questa situazione. Per tutto questo tempo, ho pensato una cosa sbagliata su Waffle.”
Strizzò le palpebre per la vergogna e il rimorso, sentendo le lacrime iniziare a uscirle dagli occhi. Non voleva piangere. Ma tanto ora non la vedeva nessuno.
“Ho sbagliato, ho sbagliato, per tutti questi anni ho sbagliato”, ammise ripetutamente, a denti stretti. “Se Waffle è diventato quello che è diventato, la colpa è stata solo sua, che ha ceduto a tutto quello che suo padre gli ha inculcato. È solo per questo che è così, non era una cosa scontata. Ma se avessi… se me ne fossi resa contro prima, avrei potuto cercare di aiutarlo. Lui avrebbe potuto resistere, ma io avrei potuto parlarci, cercare di impedire che Flan lo plagiasse così tanto. Invece ho lasciato correre… ho lasciato stare, mi sono voluta convincere che la sua cattiveria fosse intrinseca in lui. È anche colpa mia se ora lui è diventato così.”
Arrivata a questo punto del discorso, dovette smettere per un attimo e togliersi il cuscino da sopra, perché stava soffocando. Prese fiato e si rimise a pensare, soprattutto a un particolare che le avevano detto la sua leader e il suo boss.
“Allora io… mi sono veramente macchiata di questa colpa perché ancora gli voglio bene e non volevo dare la responsabilità a lui?”
Rimase a pensarci su alcuni minuti, immobile, poi affondò singhiozzando la faccia nel cuscino.
“Sì, è vero, hanno ragione. Ancora, dopo tutti questi anni… Waffle, mi dispiace… avevi bisogno del mio aiuto e ti ho lasciato nelle mani di quel pazzo. Che razza di amica sono? Sono uno schifo, ecco cosa sono. Se avessi fatto qualcosa, ora saremmo ancora insieme, io e te, come una volta, e saremmo migliori amici. Quella volta, sul grattacielo… era un piano all’inizio, sì, ma mentre parlavamo non ti ho mentito. Eravamo di nuovo amici in quei momenti. Perché le cose non possono tornare com’erano? Perché ho fatto uno sbaglio del genere? Come ho potuto? Che razza di guerriera sono? Che senso di onore e dignità ho?”
Dopo essersi sfogata e aver bagnato buona parte del cuscino, si calmò a fatica, anche se il suo respiro rimase affannoso.
“Tutto quello che posso fare ora è cercare almeno di rimediare al mio errore: voglio seguire il consiglio di Retasu, voglio cercare di parlarti. In te quel giorno ho visto ancora qualche traccia di quello che eri una volta. Te non sei come tuo padre, lo so che non sei come tuo padre. Non voglio più combattere contro di te, non voglio più essere una tua nemica. Ti parlerò quando potrò, da pari a pari, sono sicura che mi ascolterai.”
Solo verso le tre del mattino finì per cedere alla stanchezza.
Erano sempre a Tokyo. Ma non questa Tokyo viva e vitale, ma quella in cui erano nati e cresciuti. Si capiva perché i grattacieli erano pochi e con l’ossatura di ferro scoperta. Ma questo non si notava molto, perché i palazzi erano lontani. Si vedevano solo gli alberi del boschetto in cui un tempo usavano incontrarsi per giocare. Anche se erano anni che non ci andavano, non avrebbero mai scordato quel posto e la strada per arrivarci. Entrambi arrivarono al luogo dell’incontro trafelati, Angel si fermò stremata dopo aver corso per tutto il tragitto, Waffle, appena atterrato, dovette passarsi un braccio sulla fronte bagnata. Non era inverno, visto che gli alberi erano pieni di foglie e i praticelli di fiori. Appena i due ragazzi si videro, i loro visi si illuminarono e si corsero incontro, gettandosi una nelle braccia dell’altro.
“Fai piano Angel, altrimenti mi ribalti!”, rise Waffle staccandosela di dosso e porgendole le mani con i palmi rivolti all’insù.
“Era tanto che volevo rivederti” esclamò Angel, battendogli le mani rispondendo al gesto di saluto. “È molto tempo che non ci vediamo, ma non è cambiato niente”, aggiunse con sollievo.
“No”, rispose Waffle, con tono sicuro. “E niente mai cambierà.”
Nel sonno, Angel e Waffle sorrisero.
{Questa parte mi è piaciuta per le stesse ragioni di quella su waffle in quanto 'ste2scene sono2facce della stessa medaglia🏅}
**********
Belle anche le nda anche se in parte spero che flan le cose vadano un po' diversamente!dico ciò in quanto anche se egli è un pessimo individuo(a prescindere dal fatto che sia un alieno o essere umano o altro)spero che abbia detto al figlio di non fallire perché"in caso contrario una volta a casa l'adulto gli avrebbe dato il resto"sia un avvertimento fatto per spingere waffle ad non abbassare di nuovo la guardia con i loro rivali ma che non sia davvero serio,sia chiaro non lo giustifico come padre ma nonostante ciò ho visto figure genitoriali anche peggiori! |