Buonasera, BlueLady!
Troppo tempo è trascorso dall’ultima volta in cui ti lasciai una recensione; francamente, sarà per via dei molteplici pensieri che mi affollano la mente (o la mia innata sbadataggine), non ne ho memoria. Posso solo assicurarti di aver seguito da sempre la tua storia, che ha contribuito ad accompagnarmi durante la mia crescita come shipper e scrittrice. Ero ancora agli albori dell’amore per Rein e Shade quando capitai qui e guardami ora: una long in corso, molti progetti in cantiere e molta più intraprendenza in quel che decido di scrivere. Insomma, suppongo che seguirti mi abbia aiutata ad acquisire un po’ più d sicurezza nelle mie capacità… e quindi non posso che ringraziarti: per questo, e per la bellissima storia che ci hai proposto.
Ma ora bando alle ciance e immergiamoci in questa recensione senza troppe digressioni.
Anzitutto, partiamo dalla trama. Come avrai modo di scoprire nel caso ti imbattessi in qualche mia storia, io amo tutto quello che riguarda il passato. Ne sono così affascinata che a un certo punto della mia vita ho persino pensato a iscrivermi all’Università solo per scegliere quella facoltà, anche se alla fine la parte più realista di me ha optato per un’altra strada; in ogni caso, tutto ciò che spazia dal Medioevo fino alla prima metà del Novecento è pane per i miei denti e linfa vitale per me. Ritrovare dunque il mio amato periodo regency applicato a una delle coppie che amo di più è stato come vincere alla ruota nazionale, soprattutto per quel leggero sentore di universo alternativo che inizialmente rimanda a Orgoglio e Pregiudizio. Quando lessi il libro, qualche tempo dopo aver scoperto la tua storia, mi resi conto che la permanenza di Fine presso i Tinselpearl fosse stata estrapolata proprio da quel romanzo e, lo ammetto, la cosa non mi piacque molto. Fortunatamente la mia opinione cambiò con il corso del tempo, portandomi ad apprezzare quel delicatissimo momento RedJewel e quella che considerai una menzione d’onore alla Austen. Per il resto, trovo che la storia risulti come quasi sospesa tra un limbo fatto di balli, cipria e civetteria aristocratica e quell’abisso di pericolosità e mistero del mondo criminale ottocentesco di cui poco si parla. I toni si alternano quindi dalla delicatezza dell’innocenza alla consapevolezza di sentimenti come odio e tumultuoso amore, di vendetta anche. Dopotutto, l’introduzione non ci prepara a una favola; ma a qualcosa di ben più verosimile. In conclusione, romanzare questa storia e inserirci i miei personaggi preferiti ha contribuito a farmi innamorare sempre di più del primo ottocento.
Da appassionata amante delle descrizioni, dote che ammiro oltremodo negli scrittori e che annovero come miglior indice del loro talento, credo che le tue ambientazioni siano delle più vivide che abbia avuto il piacere di trovarmi sotto gli occhi. La sala da ballo del palazzo dei Mera, i campi della contea di Moonville, il giardino dei Sunrise; con la giusta dovizia di particolari sei riuscita a imprimerli a fuoco nella mia memoria, sappilo. E vogliamo parlare delle sensazioni? Dei tumulti del cuore che sei stata in grado di raccontarci? Tutto questo è romanticismo allo stato puro e non mi riferisco alle smanceria da coppietta innamorata, bensì a quei sentimenti indomiti che la passione trascina con sé, al risveglio della natura nell’animo razionale dell’uomo, all’ardore di rischiare e vivere, semplicemente vivere. Il sospetto, l’orgoglio, la cura, l’affetto e il timore: sei riuscita a delinearli tutti, redenzione compresa, e in quanto lettrice (ma anche scrittrice) non posso che complimentarmi con te per l’ottimo lavoro. Tra tutte le fanfiction che abbia mai letto questa è una delle più curate, e l’unica cosa che mi dispiace è che sia finita così in fretta.
Parlando dei personaggi, considerando il contesto completamente differente rispetto a quello originale, devo dire di essere rimasta pienamente soddisfatta dalla cavalleria di Bright, dalla dolcezza di Fine, dalla tenacia di Rein, dalla nobiltà di Shade e la capacità di farsi valere di Altezza. Molti nella serie le puntano il dito contro come antipatica e viziata, tu qui la chiami perfino “la Dea”, ma sotto quell’apparenza di frivola fragilità si nasconde una donna che non teme di ottenere quel che vuole. Auler è testardo quanto lei, anche se in modo diverso, e per questo sono perfetti l’uno per l’altra; nonostante occupino entrambi un ruolo meno rilevante nella vicenda rispetto a quello dei due protagonisti. Ciò che mi ha maggiormente stupito è stato l’OOC drastico che hai applicato su Sophie, anche se un esempio di tanta malvagità ci viene fornito in un episodio della seconda stagione animata; il che, essendo dunque riconducibile al canon, fa sì che tutto torni.
Sulla grammatica sappi che non ho nulla da dichiarare, ogni capitolo è curato con una minuzia non indifferente che si rivede sia nei dialoghi che nelle descrizioni, così come nell’inserire e spiegare usi e costumi del tempo (per esempio il passaggio dal rivolgersi con il voi al dare del tu quando si conversa con la persona amata). Sotto questo punto di vista si vede che hai raccolto le informazioni necessarie a costruire un universo verosimile: il sistema gerarchico che spieghi nei primi capitoli, per spiegare lo status di Shade, viene introdotto così bene che per tutta la durata della storia le differenze sociali sono estremamente percepibili; soprattutto quando Rein scopre la verità sulla contea di Moonville e ogniqualvolta Sophie e Auler appaiono dal nulla, circondati da quell’aura di timore che spesso definisce la presenza di un aristocratico di alto rango.
Infine, prima di concludere, è doveroso per me concentrarmi su quest’ultimo capitolo. Che, ti dirò, mi ha lasciata senza parole. Sarò sincera, non mi aspettavo un matrimonio con l’amata Rein… ma immaginare che l’avrebbe lasciata per cercare Sophie e consegnarla alla giustizia, questo mai! Pensandoci bene è un comportamento che uno Shade maturo (quindi nel contesto in cui l’hai posto) potrebbe seguire, ma ammetto che la delusione è stata forte quando lui ha abbandonato le stanze di Rein dopo la loro ultima notte d’amore.
– È così difficile lasciarti – mormorò.
– È così difficile lasciarti andare – sussurrò lei.
Ecco, queste le due righe che hanno definitivamente spezzato il mio povero cuoricino. Il pathos di questa scena è terribile, potente. Ma la speranza che alberga nel cuore di Rein è tale da far sì che anche il lettore riesca a percepirla, forse nascosta nel desiderio di leggere un secondo capitolo a seguito di questo primo episodio. Non lo attenderò assillandoti, ma aspetterò sempre desiderosa di capitare un giorno in sezione e trovarmi dinanzi questa meravigliosa sorpresa. Un po’ come potrebbe succedere con i nostri due innamorati, non trovi?
In conclusione (questa volta per davvero), rinnovo quanto scritto sopra. Ovvero che questa storia è stata importante per me, per te, per molte persone. La passione che metti nel creare queste opere si vede, BlueLady, si vede eccome. Spero sarai in grado di coltivarla per qualcosa di più di una semplice fanfiction in futuro, ma anche per quello, staremo a vedere! Godendoci giorno per giorno la speranza di una lieta novella.
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