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Autore: _BlueLady_    23/10/2017    5 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ EPILOGO ~
 
La luna tornò ad accarezzare il cielo della contea ancora una volta, un’ostrica argentata che illuminava il cielo notturno di un tenue pallore.
Rein sedeva sul letto ad ammirare il suo riflesso attraverso la specchiera, l’Occhio della Notte che produceva un timido scintillio tra le tenebre, superbo e maestoso nella sua singolare bellezza.
C’era silenzio attorno a lei, rotto soltanto dal lieve canto dei grilli.
Rein osservò la sagoma del gioiello che predominava prepotente sulle altre, e chiuse gli occhi abbandonandosi ad un sospiro. Si lasciò cullare dal silenzio della notte per qualche istante, e dai disegni che la sua mente creava per lei, quando un improvviso tocco freddo e delicato, le dita di una mano che le accarezzavano il collo discrete e silenziose, la costrinsero a ridestarsi dai suoi pensieri, portando a scontrare lo sguardo con un paio di iridi color tenebra a lei ben conosciute.
Sorrise, nel riconoscerlo, e le sue labbra si dischiusero appena per pronunciare il suo nome in un sussurro, mentre percepiva il cuore ingigantirsi nel petto.
- Shade – mormorò, abbandonando la testa sul palmo della sua mano come un gatto mentre fa le fusa, ed intrecciando le dita alle sue per poi baciargliele intensamente con la punta delle labbra – Sei qui –
Il giovane si accovacciò accanto a lei sul letto, affondando gli occhi nei suoi.
- Sono venuto a salutarti – sussurrò deciso, sbattendole in faccia quella decisione senza scrupolo né preavviso.
Rein trasalì nell’udire le sue parole, il sorriso sul volto si spense, e per un istante si sentì mancare il respiro.
Non era certa di aver capito bene le parole che lui le aveva appena detto.
- Stai dicendo sul serio? Te ne vai?- soffiò con voce tremula, mentre gli occhi cominciavano a pungerle.
Shade annuì, cupo, il cuore distrutto da quella decisione immodificabile.
- Sophie come ben sai è fuggita a nord, non so neanche io dove, ed è mio dovere ritrovarla per porre finalmente fine alla tragedia che mi porto dietro da quindici anni. È troppo pericolosa per lasciarla a piede libero. Va fermata, e io sono l’unico in grado di farlo –
Rein deglutì a fatica un boccone di saliva fin troppo amaro. Non era pronta a lasciarlo andare, non in quel momento, non così presto.
- Correrle incontro è come gettarsi in pasto ai leoni. Lo sai questo?-
- Ne sono perfettamente consapevole, tuttavia non ho scelta. Se non la fermo continuerà a disseminare povertà e distruzione nel marchesato di Windsworth, senza contare il fatto che potrebbe addirittura decidere di tornare per vendicarsi. Neanche tu e la tua famiglia siete al sicuro. Auler è in prigione pronto a pagare una pena che non gli spetta, ed è mio compito accertarmi della sua incolumità. Sono riuscito a rimandare il processo per un tempo scarsamente sufficiente a mettere Sophie alle strette, non c’è tempo per tergiversare su ciò che va fatto. Devo andare. Per ogni minuto sprecato Auler si avvicina sempre di più alla sua tomba. Per quanto anche lui abbia le sue pene da scontare, la morte è una punizione che non gli spetta –
Rein abbassò lo sguardo consapevole, sentendo il cuore farsi pesante.
- Sei disposto a perdonare tuo fratello, nonostante tutto ciò che ti ha fatto. Hai un gran cuore –
Shade sorrise amaramente.
- Non sono nobile come credi, il mio risentimento nei suoi confronti è grande, necessiterò di tempo prima di riuscire a perdonarlo del tutto. Tuttavia ho percepito in lui la forte volontà di cambiare, e redimersi dei suoi errori passati. Chi sono io per negarglielo? Sono convinto che Altezza saprà guidarlo verso la giusta strada, ci sono casi in cui l’amore è in grado di guarire un cuore malato – asserì, e Rein al suono di quelle parole gli sorrise timidamente, prendendogli il volto tra le mani – Spero che ciò valga anche per te – gli disse, e subito lui le sorrise di rimando e la baciò, fondendo il loro respiri tra le loro bocche.
- Non immagini quanto mi sia costata questa decisione – le confessò, appoggiando la fronte alla sua.
- Posso immaginarlo – rispose lei con gli occhi lucidi.
- Tornerò. Appena questa storia si sarà conclusa, tornerò da te a volto scoperto, senza più segreti né rimpianti – le disse deciso, fondendo il proprio sguardo con il suo – Non dipende da me, cerca di comprendermi. Ho sulle spalle la vita di troppe persone. Bright, Altezza, la tua famiglia, Auler, mia sorella, mia madre. Tu, Rein. Le responsabilità sono troppe, perché io possa ignorarle. Devo concludere questa faccenda, finché ho ancora la possibilità di farlo. Lo faccio anche per te –
Rein gli sorrise fiduciosa tra le lacrime: - Lo so – rispose – non devi giustificarti –
- Sophie ha tentato troppe volte di avvicinarsi a te per cercare vendetta. Finché è in libera circolazione, non sei al sicuro. Non basta trascorrere qui tutte le notti, aspettando l’ora della resa dei conti. Non permetterò che si avvicini ancora alla tua famiglia, hanno già pagato abbastanza. Non posso permettermi altri errori. Devo partire. Devo cercarla, affrontarla, e trascinarla in prigione a scontare la propria pena. Questa sarà la mia vendetta. Mi capisci?-
- Capisco –
Shade le accarezzò il volto con il dorso della mano, asciugandole le lacrime che le sgorgavano capricciose dagli occhi.
- È così difficile lasciarti – mormorò.
- È così difficile lasciarti andare – sussurrò lei.
Si baciarono nuovamente, con il cuore gonfio e la tristezza negli occhi. Fu un bacio amaro, che sapeva di paura e speranza, di disperazione e voglia di vivere.
- Non voglio costringerti ad aspettarmi, se è ciò che non vuoi – le disse Shade una volta separatosi da lei, con un nodo alla gola – Come già ti ho detto, sono disposto a lasciarti libera, amandoti in silenzio da lontano. Mi basta questo –
Rein gli sorrise nuovamente, scuotendo piano la testa.
- Ti aspetterò. Sono pronta ad aspettarti per tutto il tempo che serve – rispose, carezzandogli il volto con la punta delle dita, ed avvicinando le labbra a quelle del giovane.
Fusero i loro respiri assieme una, tre, cinque volte, poi l’emozione fu troppa perché fossero entrambi capaci di trattenerla ancora.
Shade le cinse la vita con entrambe le braccia, avvicinando voglioso il proprio corpo a quello di Rein, mentre lei gli si gettò al collo baciandolo con foga, rabbia, disperazione, stringendolo tanto forte da non volerlo lasciare più.
Separarsi da lui proprio ora, proprio quando avevano cominciato a viversi davvero, ad amarsi, a condividersi come mai avevano fatto, senza più segreti né limiti, era come strapparsi il cuore dal petto.
Non poteva sopportarlo, eppure l’avrebbe fatto in nome di un amore ancora più grande del suo: quello che Shade provava per tutte le persone che gli erano state accanto, aiutandolo ad affrontare i fantasmi del suo passato.
Ci voleva un enorme coraggio a sopportare quell’incertezza, ma lei l’avrebbe affrontato a testa alta, senza mai cedere allo sconforto. Sarebbe stata coraggiosa quanto lui, più di lui.
La distanza ed il lungo tempo di separazione avrebbero messo a dura prova i loro sentimenti, ma era un compromesso che entrambi erano disposti ad accettare, per vivere finalmente un giorno il loro amore senza più limiti né costrizioni.
Si abbandonarono ancora una volta tra le lenzuola, amandosi ancora più intensamente della prima volta. Le loro bocche si cercavano fameliche, i loro corpi si desideravano, ogni singola cellula reclamava ancora il sapore di quell’amore combattuto, nato per caso, rinnegato più volte ed assaporato una notte soltanto.
Shade osservò attentamente il corpo nudo e sinuoso di Rein, percorso da sospiri e brividi di piacere, accarezzandolo intensamente con lo sguardo, come ad imprimersi nella memoria l’impronta di quel ricordo e renderla inviolabile, incancellabile, viva. Voleva immaginarla nei suoi sogni anche solo invocando il suo nome. Voleva respirarla, sentire il suo odore, e farlo suo. Ogni volta che la sua mente avrebbe pensato a lei, l’immagine dei suoi seni pieni, le gote arrossate, il corpo sudato e la bocca carnosa leggermente socchiusa in sospiri affannati ed eccitati, si sarebbe sentito a casa.
Voleva ricordarla fiera ed orgogliosa accendersi di fronte ad ogni sua più piccola provocazione, la bocca leggermente inarcata all’ingiù, gli occhi severi e taglienti, che gli scavavano dentro in cerca di una fessura in cui entrare, per non uscirne più.
Voleva ricordare la sua risata cristallina spandersi leggera nell’aria, i suoi occhi che chiedevano in cambio soltanto di essere amati, le sue mani delicate a percorrergli il corpo.
Si fusero di nuovo assieme, due anime in un corpo solo, desiderandosi, toccandosi, esplorandosi, incastrandosi l’uno con l’altra: due pezzi di un puzzle perfettamente complementari.
Si amarono incerti dell’avvenire, con il cuore gonfio di angoscia, e la tristezza ad appesantire loro l’anima.
Quando lo percepì entrare in lei, Rein si strinse forte a lui, agganciandosi con la punta delle dita alle sue scapole, innamorata, eccitata, viva.
Non appena si sentirono l’uno nell’altra, si abbandonarono entrambi ad un sospiro che sapeva di attesa e desiderio, di soddisfazione e appagamento.
Si amarono sapendo che quella notte non sarebbe stata sufficiente per dirsi addio, consci che il tempo era avido, crudele. Si amarono sapendo che non si sarebbero mai bastati. Si amarono, col desiderio di farlo altre mille volte ancora.
Shade, altrettanto eccitato, bello come un Dio greco, gli addominali tesi nello sforzo di impossessarsi di lei, bramoso di fondersi a Rein per non lasciarla andare più, si abbandonò al piacere poco dopo averlo donato anche a lei.
Dopo l’amplesso, restarono ad amarsi ancora l’uno dentro al corpo dell’altra, con il respiro mozzato ed il cuore pieno, i battiti irregolari ed i corpi accaldati, sudati, saturi di passione. Continuarono ad esplorarsi, percorrendo con la punta delle labbra le spalle, il collo, i lobi dell’orecchio.
Shade, un gomito puntellato sul cuscino, la ammirò ancora una volta baciata dai raggi lunari, bella, sensuale, meravigliosa, innamorata. Rein, supina sotto di lui e con il viso a pochi centimetri dal suo, disegnava con le dita il profilo del suo volto, carezzandogli il collo, sfiorandogli gli addominali, come a voler imprimere nella memoria l’impronta di quel ricordo perfetto, immutabile, reale, vivo.
Si sarebbero ricordati così: abbracciati tra le lenzuola del letto, i corpi nudi che bruciavano stretti l’uno all’altra, occhi negli occhi, mani nelle mani, cuore nel cuore.
Continuarono ad amarsi, sussurrandosi parole, pensieri, emozioni, fantasticando sul loro futuro insieme, sebbene incerti dell’avvenire.
- Sii prudente lungo il viaggio. Non agire d’impulso, e soprattutto non tentare di voler affrontare a tutti i costi ciò che è più grande di te – gli intimò Rein una volta rivestitasi, osservandolo rinfilarsi la camicia, ed allacciarsela bottone per bottone.
- Non sono bravo a promettere di non fare ciò che è nella mia natura fare – le sorrise lui, guardandola negli occhi – Ma ci proverò. Per te –
Rein sorrise a sua volta, conscia che ormai il tempo a loro disposizione era finito.
Dalla finestra videro accendersi le prime luci dell’alba, segno che un nuovo giorno era alle porte. Era tempo ormai per Shade di andare.
- Mi uccide saperti qui ad aspettarmi, incerta del mio ritorno – le confessò amaramente.
- L’attesa è sempre piacevole, quando si tratta di ricongiungersi con una persona che si ama – gli sussurrò lei, tirando le labbra in un sorriso commosso (*).
Prima di lasciarlo andare definitivamente, Rein lo costrinse ad aspettare un istante, ricordandosi di dovergli rendere una cosa a lui molto cara, che gli spettava di diritto.
Si diresse verso la specchiera, dove conservava i suoi gioielli, e ne estrasse superbo e maestoso l’Occhio della Notte.
- Tienilo – le disse lui, non appena lei gli si avvicinò con l’intenzione di restituirglielo, chiudendoglielo tra le mani – Rappresenterà un valido motivo per tornare a farti visita, in futuro – le sorrise.
- Non temi per la sua incolumità?- gli domandò.
- Bright resterà nella contea per occuparsi di te e di Fine nel corso della mia assenza. Penserà lui a difendervi. Quanto al gioiello, sono certo di potermi ciecamente fidare della sua custode, dicono sia una persona intraprendente, perfettamente responsabile. Saprà prendersene cura a dovere –
Si sorrisero, consci che era arrivato il tempo di separarsi.
Shade le schioccò un ultimo fugace bacio sulle labbra, prima di lanciarsi dalla finestra in groppa a Regina, pronto a galoppare verso mete sconosciute, impavido, coraggioso, con un obiettivo da perseguire in testa, ed un altro per cui restare nel cuore.
Rein osservò la sagoma di cavalla e cavaliere farsi sempre più piccole all’orizzonte tinto di tenui colori rosati, stringendosi al petto il gioiello che l’aveva introdotta in quella misteriosa avventura, e che l’aveva messa di fronte per la prima volta ad una scelta, in nome dell’amore.
Lacrime capricciose presero ad uscirle dagli occhi quando la sagoma di Shade non fu più visibile all’orizzonte.
Sospirò, in preda ad un’angosciosa speranza.
Avrebbe conservato l’Occhio della Notte per lui.
Sarebbe tornato, ne era certa, e allora l’avrebbe accolto a braccia aperte.
- Ti aspetto – sussurrò.
 
 
 
 
FINE(?)
 
Angolo Autrice:

(*)
Per chi non ricordasse, Rein ha pronunciato questa frase nel Capitolo 6, quando attendeva di ricongiungersi a Fine malata a Villa Tinselpearl

Eccoci, alla fine. Ancora non ci credo. 
Oggi chiudo un capitolo veramente importante della mia vita, una storia che mi ha accompagnata negli anni dell'adolescenza, facendomi evadere dal mondo quotidiano e tenendomi compagnia. Sono felice, anche se un pò commossa. Per me questa storia ha significato davvero tanto, indipendentemente che sia ben scritta o meno, indipendentemente che sia originale o meno.
Da tempo speravo di vederla conclusa, e finalmente il mio desiderio si è realizzato. Non potete neanche immaginare la mia felicità in questo momento.
Io voglio dire a ciascuno di voi, lettori, recensori, scrittori, che avete letto e pianto con me, che avete saputo emozionarvi con le mie parole, un semplice ed enorme Grazie. Grazie per esserci stati, per aver condiviso con me le sensazioni di questa lettura, per avermi sostenuta e seguita fino alla fine. 
Come ho già detto, il tempo per scrivere questa storia è stato lungo, ed alcuni lettori si sono persi durante il cammino, altri li ho ritrovati, altri ancora li ho scoperti per poi non lasciarli andare più. Grazie. Grazie davvero ad ognuno di voi. Per aver reso questa storia quella che è. 
Spero che il capitolo sia valsa l'attesa. Non so cosa ognuno di voi si aspettasse, ma per quanto mi riguarda sento che la storia non poteva concludersi diversamente. Sophie è stata smascherata ma è ancora in circolazione, è stata fatta giustizia a metà. Shade dovrà ancora lottare, e sceglie di partire all'inseguimento della sua acerrima nemica. Non potevo concludere tutto con un "e vissero felici e contenti". Sarebbe stato come mutilare i personaggi, ed il racconto stesso. Non so se riuscite a capirmi. Ma spero apprezzerete comunque, nonostante si tratti di un finale aperto.
Come potete notare, alla parola Fine ho aggiunto un punto interrogativo tra parentesi. è una scelta voluta. 
Trattandosi di un finale aperto, lascio al lettore l'immaginazione di cosa potrà succedere in futuro. Inoltre, se l'ispirazione sarà propizia ed il tempo per scrivere sarà sufficiente, potrebbe anche balzarmi in testa l'idea di scrivere un continuo. Perciò la storia del Collezionista si conclude, ma potrebbe anche ritornare, in un secondo momento. Non faccio promesse, anche se qualche mezza idea che mi frulla in testa già ce l'ho. Se con il seguito non rischio di rovinare la magia che ho saputo creare con questo primo capitolo, potrei davvero tornare da un momento all'altro a raccontarvi delle avventure di Shade Moonville e del suo amore per Rein Sunrise. E chissà che stavolta non ci sia davvero un lieto fine a conclusione del tutto. 
Intanto, non smetterò mai di dirlo, grazie, grazie, grazie infinite per aver reso la mia storia unica con le vostre parole ed il vostro entusiasmo. Non mi dimenticherò mai l'emozione di questi anni passati a scrivere.
Con sentita malinconia, non vi do appuntamento al prossimo capitolo, ma vi prometto che ci risentiremo presto. Ho altre storie da concludere e proseguire, nel fandom ;)
Un bacio enorme a tutti voi

_BlueLady_
  
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