NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO QUESTO FINALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Allora, allora, allora. Ti preannuncio già che sarà una recensione piena di urli in capslock. Non posso fare altrimenti, non ce la faccio, davvero. Perché non sono urli come gli "urletti", gli "squittii" da fluff, ma sono veri urli straziati , sconcertati, increduli, trepidanti! Quanto vorrei prendere la faccia di Tooru tra le braccia e scuoterla senza un motivo ben preciso! Dirgli che tutto si sistemerà, che porca miseria deve avere fiducia, deve uscire da quel bozzolo, o, cinicamente, anche perché deve vivere la sua vita, perché due anni di vita li ha, mannaggia al cavolo! (E imprecare rispettando la - giusta - politica di efp di non essere scurrili nei commenti mi sta rendendo il lavoro ancora più arduo)
Allora, vorrei partire dall'inizio, ma ti giuro che questo finale mi ha così catalizzata che al momento non riesco a pensare ad altro. Porca miseria quanto è IC il fatto che Tooru menta ad Hajime per indorargli la pillola, anche se poi ha l'effetto di renderla più amara a sé stesso. E' lui preciso, lo giuro. Bravissima. Ho sofferto con lui perché (dalla mia recensione all'altro capitolo si capisce) è proprio uno spaccato di vita vissuta-a-distanza che ho provato un sacco di volte MA mi ha anche istantaneamente messa a disagio, mi ha fatta preoccupare da matti perché vedevo che si stava fregando con le sue mani!!! Mi sono sentita come davanti ad un bambino che sta tirando i fili di una bomba in procinto di esplodere: non lo puoi prendere di peso e portare via perché sarebbe un suicidio, devi solo sperare che smetta di giocare con quei cacchio di fili senza fare esplodere nulla! E tu - io - non puoi fare altro che stare lì con il corpo scosso da fremiti cercando di mascherare il terrore con l'espressione più accomodante che riesci... Insomma, Tooru non si rende conto che ogni volta che mente mette dell'ulteriore distanza tra loro e non si rende conto che i fili con cui sta giocando solo collegati alla bomba appiccicata alla loro relazione!!!
Che poi, non è vero che mentendo si alleviano le sofferenze altrui, magari solo in rari casi, ma di certo non in questo, dove per ogni sorriso finto che agisce come cerotto sulla ferita nel frattempo una vanga scava la fossa della tua sofferenza silenziosa! Poi il silenzio è una brutta bestia, perché amplifica. Che poi, da che pulpito chiedersi se Hajime non lo desiderasse: ma sicuramente pure lui ti sta riservando lo stesso trattamento per non farti preoccupare, porca miseria Tooru, apri gli occhi... DIGLI che stai male! Solo così le cose si superano, solo ammettendo il dolore si può andare avanti!!!
... Ma forse mi infurio così tanto perché lo capisco bene.
Anzi, sicuramente è per questo. E mi fa soffrire, e questa sofferenza arriva tutta, il climax del finale:
" “Che stai facendo in questo momento, Iwa-chan? Con chi hai parlato oggi? Come hai dormito ieri notte? Chi sono le ultime persone con le quali hai parlato? Ci sono ragazze carine nel tuo ufficio? C’è qualcuno che ti guarda in maniera indiscreta? Stasera uscirai? Con chi? Dove?....”
Come un mantra persistente, tutte queste domande gli infestavano la mente.
Ogni.
Singola.
Notte.
E ogni singola notte, l’ultimo pensiero prima d’addormentarsi… era uno solo.
“Mi manchi da morire, Hajime” "
è perfetto ed è anche l'acme di un crescendo durato tutta la fanfic, dove ogni piccola cosa, ogni sassolino si è trasformato in una valanga ed è perfettamente credibile ed intenso perché è esattamente così che è nella realtà. Ti giuro, per tutti questi motivi, per come hai veicolato bene le loro emozioni, per ogni più piccolo riferimento alla vita di coppia lacerata - che però non è distrutta, deve "solo" riuscire a tenere duro fintanto che è mutilata - che ha aumentato la consapevolezza della pesantezza emotiva dell'ambiente che circonda Tooru, mi sono sentita intimamente coinvolta, dall'inizio alla fine.
Se all'inizio avrei voluto prendere quei due zucconi innamorati per mano e gridargli che DUE ANNI SONO TANTO MA NON SONO NIENTE, 'tacci vostra, più andavo avanti nella lettura mi volevo avvolgere in una coperta, mangiare biscotti e piangere perché sì, due anni sono proprio tanti. Sono due anni di vita quotidiana, 24 ore ogni giorno in cui senti costantemente, ed irrimediabilmente, l'assenza della tua parte più importante. A questo proposito, il titolo di questo capitolo è proprio un tocco di classe!
Bellissimo il senso di nostalgia che prova Tooru, i teneri flash back che gli fanno compagnia e quel bisogno così umano di guardare le foto dell'altro, scorrere magari la galleria del telefono, per ridare un volto e una dimensione al tuo amore, in linea con la filosofia per cui le canzoni tristi si ascoltano quando si è tristi. Tutti questi modi domestici ed intimi per tenere Hajime con sé, anche se ogni dolce ricordo porta con sé la sottile e persistente consapevolezza della mancanza. Proprio bello, ben scritto, ogni parola era necessaria, ogni "aggiunta" alla sofferenza di Tooru ha sapore di "nuovo" nella lettura: non hai ripetuto semplicemente più volte la stessa cosa ma vi hai aggiunto gradi diversi, esplorando lo stesso stato d'animo con un ritmo crescente ed esprimendolo con vari espedienti narrativi (una skypata, un dettaglio, un ricordo, domande martellanti) e ciò ha reso la lettura molto più ricca e non banale.
Tra le altre cose che ho amato c'è sicuramente l'amicizia tra Tooru e Kuroo, che è proprio un mio speciale headcanon. Sono proprio simili, sanno usare le parole, sono intelligenti, sanno leggere le persone ed essere suadenti ma sono tutt'altro che superficiali. Parte del loro stampino è molto simile. Tra l'altro, se non ricordo male, pure Furudate si era espresso in merito, sostenendo che i due sarebbero andati molto d'accordo (ma non vorrei dire fesserie). All'inizio, quando Kuroo invita Tooru per Natale, pensavo che fosse un personaggio inserito per mettere zizzania nella coppia... invece grazie al cielo non è così, visto che di problemi ne hanno e se fanno già abbastanza per conto loro, ahahah (*risata con una punta di lacrima, ndr). condiviso con il nostro adorabile castano.
Un'altra è l'odio condiviso nei confronti di Skype e sono proprio contenta di vedere di non essere l'unica. Anche se a volte hai proprio bisogno di vederti in faccia, preferisco centomila volte il telefono. Detesto dover essere riconoscente ad sistema che, per quanto efficiente ed eccezionale, mi piazza davanti la persona che amo, mi fa desiderare il contatto fisico come non mai e allo stesso tempo me lo nega. Perché è matematico che capitino episodi di questo tipo:
" Allargò gli occhi chiari e rimase con la bocca socchiusa per qualche attimo, come se stesse ancora cercando di metabolizzare la nuova informazione… e poi, sorrise.
Un sorriso affettuoso, che per poco non fece scoppiare a piangere Tooru.
Un sorriso bianco e candido, in perfetto contrasto con la sua pelle scura.
Un sorriso che riservava solo ed esclusivamente alle occasioni speciali…
Un sorriso che Oikawa avrebbe tanto voluto scorgere di persona. "
GRAZIE SKYPE CI VEDIAMO ALL'INFERNO
*si avventa su computer con un martello, intanto piange come un glorioso eroe di un anime*
Va bene, resisto al mio spasmodico bisogno di piagnucolare ancora. Spero di non averti confusa con questa recensione e spero che l'amore che provo per le vicende di Tooru e Hajime si senta! Date le reazioni così vivide ed intense che mi ha suscitato questo capitolo non posso dire altro se non che hai perfettamente colto nel segno!
Vado a bere una cioccolata anche io.
A presto! **
PS: Ho visto che l'ultimo aggiornamento è di due anni fa. Non so se nel tuo piccolo ogni tanto scrivi ancora questa storia, ma ci tenevo comunque a riportarti il viaggio nel fantabosco delle mie emozioni partito da questo pezzo. |