Penso che quando si tratta di tossicodipendenza sia molto riduttivo immaginare una scelta binaria tra il compagno/la compagna di turno o la droga.
Il protagonista della storia io non lo giudico, per quanto riguarda se stesso ha fatto indubbiamente la scelta migliore, perché la vita al fianco di un tossicodipendente di qualunque tipo non è certamente una vita normale, è una guerra, fra l'uso, l'abuso, l'astinenza, le terapie, i soldi che mancano e anche in seguito alla disintossicazione lo spettro di una ricaduta è sempre presente. Quindi, da un punto di vista razionale è perfettamente lecito. E' una scelta che fa parte dell'egoismo sano, che tutti in una certa misura dovremmo avere per evitare di farci travolgere dalla cascata di coltelli e sangue che è il mondo. Non si è tenuti ad assistere nessuno se non c'è volontà. Devi amarla veramente una persona, veramente tanto, probabilmente oltre il concetto normalmente inteso di "amore".
Il fatto che mi desta più perplessità è un altro, il fatto che la tossicodipendenza è una malattia e non si guarisce "scegliendo qualcuno" e il futuro con qualcuno. E' come dire che una persona che soffre di depressione (clinica, non tristezza passeggera) è solo pigra, non ha voglia di impegnarsi e si disinteressa delle ricadute sulle persone che ha intorno.
Spesso le cause sono lontane nel tempo e nello spazio, complesse, e sicuramente molto lontane dal registro razionale di una scelta razionale come quella che il protagonista ha posto alla sua compagna. Perchè, diciamocelo, da un punto di vista meramente razionale (escludendo ovviamente chi ha problemi di tipo cognitivo e quindi non è in grado, intellettivamente parlando, di capire veramente cos'è una droga, come funziona e che fine fai se la usi) l'uso di droga non ha nessun senso, ma nessuna droga, dalle sigarette, alla cannabis, all'alcool (non per gusto ma per gli effetti psicoattivi) fino ad arrivare alla cocaina e all'eroina ad esempio.
Detto questo io non giudico chi non se la sente di stare vicino a una persona con questo tipo di problemi e chi non ha gli strumenti fa bene ad allontanarsi, perché rischierebbe soltanto di venirne travolto a sua volta, non solo in senso di altra tossicodipendenza ma anche di enorme stress emotivo ed esaurimento che comporta la vicinanza di qualcuno con un malessere così elevato (e difficilmente risolvibile). In certe situazioni orrende bisogna solo trovarcisi, non si può proprio parlare dall'esterno e sentenziare.
Nonostante ciò, penso che la malattia sia malattia e debba essere trattata da tale, penso che se si riservasse la stessa cura ed empatia che si rivolge a un malato di una qualunque malattia fisica X a scelta, a chi ha una qualche debolezza/malattia psicologica/psichiatrica (che poi ovviamente genera conseguenze, il disagio mentale mica resta rinchiuso nel cervello di una persona... non c'è solo la droga, ma anche l'autolesionismo, il comportamento sessuale sregolato...), magari la nostra società in generale sarebbe diversa. Sicuramente molto meno spietata. Ma il rendersi conto che chiunque di noi può ammalarsi fa sentire vulnerabili, non piace, a volte è meglio pensare che siano solo gli altri ad essere "stupidi" e/o "pigri".
Mi è piaciuta la tua drabble, indubbiamente è stata incisiva, mi ha fatto ripensare un po' a questo argomento a cui tengo particolarmente ed esprimere il mio parere.
Buona serata,
Nuvole |