Recensioni per
La nobile fame
di heulwen_mai

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
17/06/18, ore 17:36

Quello di Lady Oscar è un personaggio molto complesso, che di certo avrà dovuto affrontare le sue belle nevrosi.
Una ragazza cresciuta come un maschio, con un' educazione di stampo militare... e questo non per sua scelta personale (basti pensare alla regina di Svezia Cristina...), ma per soddisfare le ambizioni del Generale Jarjayes (che, tra l'altro, è esistito veramente! Ryoko Ikeda ha fatto un lavoro di ricerca sopraffino!), stufo delle sue quattro figlie femmine.
Ce la vedo, ECCOME, una Oscar adolescente, ragazza e poi giovane donna, che si scruta angosciata allo specchio, notando le forme femminili, seppur abbozzate e lievi. Il suo è un  corpo racchiuso in una rigida uniforme militare, poco meno costrittiva di un busto e di un guardinfante.
Ma almeno le sono risparmiati il matrimonio combinato e tutta una serie di gravidanze: un figlio all'anno, fino alla consunzione estrema (sempreché che la febbre puerperale non ci pensasse a chiudere la faccenda già al primo parto).
La vita femminile dell'epoca era uno strazio. 
Ma almeno era uno strazio ben definito ed incasellato.
Lei, una donna che fa (per l'epoca, ovviamente: oggi giorno ci sono donne con una carriera militare, felici e realizzate, com'è giusto che sia) la vita da uomo, che non sa neppure lei come incasellarsi, come fa ad essere serena ed equiibrata?
Per questo trovo verosimile la tua versione personale di  un'Oscar ligia ai suoi piccoli, nevrotici riti al desco, che sia familiare o amicale.
Rosalie, la dolce ed intelligente Rosalie, credo che sia l'unica persona che possa comprenderla sino in fondo.
Per cui non si offenderà se Oscar non finirà il brodo...
Bellissimo racconto, intenso e molto sentito.
Brava.
Lou 
 

Recensore Master
17/04/18, ore 02:11

Sono passata a leggerti anch'io, stavo fra queste pagine e sono rimasta colpita dal titolo di questa storia.
Assolutamente non è offensiva,nemmeno una storia stupida di per sé.
Fra poco arriverà anche una versione di Oscar bulimica e di Oscar schizofrenica:).
Trattandosi di storie inventate a tema libero, ogni autrice è libera di far galoppare la fantasia verso lidi inesplorati e universi alternativi.
Attenzione però.. c'è il rovescio della medaglia.
Pubblicizzare e divinizzare così la magrezza estrema è come mettere in mostra modelle in carne ed ossa facebdoli passare per prototipi di bellezza.
Meno male, adesso è vietato assumere ragazze che portano meno della taglia 40,tutta questa propaganda era molto nociva e incentivava l'anoressia delle ragazze.
È qualcosa di profondamente sbagliato e assurdo far credere che si può vivere senza mangiare.
Il tuo è un messaggio purtroppo negativo..... meno male qui siamo tutte adulte.
Se non si mangia non si sta in piedi! All', inizio una persona crede che l'energia e la forza nervosa che si ritrova riesca a colmare la mancanza di cibo.... dopo pochi mesi subentra la crisi, gli svenimenti, i ricoveri ospedalieri, lo spavento e il ritorno al cibo ', dopodiché riapparse di nuovo le regole femminili, si ritorna a digiunare e ci si ritrova al punto di partenza, fino ad arrivare al coma e alla morte. Bisogna dirci la verità.
Non una bensì due volte io ho vissuto coi miei occhi queste situazioni. La peggiore, addirittura dentro la mia famiglia.....
Si potrebbe paragonare Oscar ad un atleta olimpionica, una che usa ormoni maschili a cui sono scomparse le caratteristiche secondarie della sua femminilità oppure ad una donna che ha subito l'isterectomia(asportazione di ovaie e utero) a causa di una malattia ginecologica che non le permetteva di svolgere i suoi compiti di comandante delle guardie(nessun sovrano avrebbe scelto un comandante fuori servizio per 4/5,giorni al mese), tuttavia non si può parlare di questo male orrendo di cui la ragazza soffre e piange ma non sa in realtà come può uscirne.
E tantissime non ne escono.
Avevi forse bisogno di narrare Oscar in questo modo poiché hai sofferto in passato di problemi alimentari mi fa piacere tu sia riuscita ad esorcizzarli anche tramite la scrittura.... tuttavia ripeto questa è una malattia molto seria e dagli esiti spesso nefasti.
Ad Agrifoglio (che spero mi leggerà), volevo specificare che Oscar non era sicuramente una mangiona ma quando lei e André decidono di recarsi ad Arras, lei gli dice "Non vedo l'ora di gustare i cibi semplici e genuini della campagna", inoltre, quando invitava Fersen a cena oppure era invitata a sua volta dai nobili, certamente non nascondeva il cibo sotto i tovaglioli per poi buttarlo!
La storia ad ogni modo è scritta bene e spero di leggerne altre. Ciao buona giornata
(Recensione modificata il 17/04/2018 - 08:10 am)

Recensore Veterano
15/04/18, ore 19:43

Complimenti per la tua descrizione decisamente realistica, sia del contesto che degli animi dei personaggi.

Avevo immaginato che ci fosse lo zampino di Agrifoglio: stesso linguaggio, stesso sarcasmo, stessa descrizione dei dialoghi, che si presentano molto schietti e di poche parole ma ricchi di spontaneità.

Nella tua storia viene anche accentuata la magrezza fisica di Oscar, la quale non la facevo così magra, ma continuando a leggere la frase "....era esile e perfetta come una dea, oppure secca e ossuta come un manico di scopa. Le clavicole, allo specchio, erano linee sporgenti sotto la pelle diafana, venata di azzurro. Sulla schiena i capelli tirati su e l’abito scollato lasciavano vedere, piccoli e graziosi, i segmenti della colonna vertebrale..."

....mi venne naturale l'associazione con il versetto di Agrifoglio "Affamata di giustizia e di libertà, ma non del cibo, a esaltazione di un corpo androgino e filiforme."
(Recensione modificata il 15/04/2018 - 07:44 pm)

Recensore Master
15/04/18, ore 12:10

Mi piace davvero questo pezzo, mi piace il tuo modo di scrivere; hai saputo esprimere in modo ancor più perfetto perché inusuale la personalità di Oscar.

Recensore Master
15/04/18, ore 00:34

Caspita se mi piace.... Dietro al cibo c'è un mondo che tanti non conoscono... C'è orgoglio ,paura, frustrazione, gioia, tristezza... Qui non si tratta di Oscar schifata dal cibo dei poveri.. ma si parla di abitudini... Bisogno di certi riti abitudinari e potrei continuare fino a domani... Non si tratta neanche di anoressia o ortoressia si parla di emozioni ...legate alla sua vita a quella vita che le sta stretta e larga insieme... André che si preoccupa del fatto che butta giù alcol senza mangiare... perché sa che quello è un fare distruttivo. Complimenti bellissimaaaaa.

Recensore Master
14/04/18, ore 21:39

Grazie, innanzitutto della citazione, ne sono onorata!

L'immagine offerta da questa Oscar è quella di una persona la cui vita è scandita da rituali autoimposti e da regole e da associazioni di idee che non hanno altra spiegazione che quella attribuita ad esse dalla mente di chi le ha formulate (i numeri dispari sono brutti, il pane maneggiato da altri non è più nostro, le gambe che si toccano sono indice di una visita sgradita dei parenti, in un dato giorno della settimana, si deve mangiare, per forza, pane e burro e non brodaglia).
La sensazione è che Oscar, con questi rituali, voglia crearsi un esoscheletro che la sostenga e che la protegga, ma che, al contempo, la allontana dalla sostanza del problema e dalla comunione con gli altri esseri umani.

Non so se la Oscar di questo racconto sia anoressica o se abbia delle diverse nevrosi collegate al cibo e ad altre cose.
Di sicuro, predilige l'agilità alla potenza (questo lo penso anche io di Oscar, perché l'agilità era uno dei punti di forza del personaggio mentre la potenza non era alla portata di lei, data la struttura fisica piuttosto esile) e non vuole mettere grasso inutile sul corpo.

La Oscar del mio ritratto - ma, probabilmente, anche quella di questo scritto - non giunge a essere anoressica, ma mangia poco, perché, inconsciamente, sa che, mettendo su chili, le forme corporee diventerebbero più femminili e meno androgine ed efebiche. L'eccessiva magrezza, oltretutto, potrebbe allontanare le detestate mestruazioni. Oscar mangia poco anche perché mangiare è vita e lei non è una grande amante del vivere.
La Oscar del mio ritratto, mangiando poco, fugge dalla sua femminilità e dai piaceri della vita.

Davvero complimenti per l'introspezione e per la scrittura raffinata!

P.S. A Monica68 che non ha ancora letto il mio lavoro: Male, male, male! :-D

Recensore Veterano
14/04/18, ore 18:30

Molto intenso questo racconto. Riesci ad unire bene le parti dell'anime con il pensiero di Oscar verso quel piatto di brodo presentato da una Rosalie povera, ma amorevole. È proprio questo che mi ha colpito molto. Una Rosalie, che servizievole, vuole dare da mangiare ad Oscar per diversi motivi: rispetto, amore, ringraziamento, accoglienza in casa. Dall'altra parte un'Oscar che non riesce a mandare giù quel pane perché non le piace, perché è abituata a ben altro a palazzo, e soprattutto perché non vuole che quel pane cambiasse in qualche modo la sua figura. Bellissime molte parti: quella di come si guarda allo specchio, quella di come la vedono gli altri al ballo, i loro commenti. E poi la mela, che guarda caso ho usato in un mio racconto di natura completamente diversa.

Recensore Master
14/04/18, ore 18:16

Ci sono arrivata in fondo, altroché se ci sono arrivata... Che Oscar particolare, la tua. Benché io abbia letto moltissime delle ff pubblicate su questo fandom non ricordo di averne mai lette con la chiave di interpretazione che fornisci tu: ci disegni una Oscar fragilissima, costretta ad appigliarsi ad abitudini e consuetudini quasi maniacali, pur di riuscire a mantenersi in equilibrio nel difficilissimo ruolo che le è stato ritagliato. Ricorre alla privazione del cibo per negarsi quel corpo morbido che la consacrarebbe donna oltre ogni ragionevole certezza per convincersi di essere unica, speciale, perfetta per il ruolo che suo padre ha voluto per lei. In me che sono madre la descrizione (bellissima e intensa) che fai del suo corpo esilissimo, soffermandoti sui particolari delle ossa sporgenti e della pelle pallidissima, ha suscitato tenerezza e sgomento, ed una pena infinita. Ho desiderato poterla abbracciare, per provare a regalarle un po' di quel calore e di quella sicurezza che non ha mai avuto. Non ho ancora avuto modo di leggere l'opera di Agrifoglio ma dubito davvero che un introspezione profonda ed intensa come la tua possa essere solo il rimando di un'altro racconto. A me è arrivato l'eco di.un lavoro molto personale, molto intimo e curato, attento a far sì che tutto quello che si voleva raccontare potesse giungere. Non so se ho interpretato nel modo corretto le tue parole, ma le sensazioni che mi sono arrivate leggendoti sono state davvero forti...e per esperienza so che quando c'è così tanta intensità può succedere che il lettore dia un'interpretazione personale a ciò che legge, interpretazione che può non essere quella che l'autore voleva suggerire. Se fosse successo questo ti prego di scusarmi ma ho ritenuto giusto commentare in modo veritiero. Bellissimo ritratto e bellissimo racconto: spero di ritrovarti presto.

Recensore Master
14/04/18, ore 16:43

Questa storia è molto particolare ed immagino(spero di non offenderti) ci sia qualcosa anche di "tuo"..Una Oscar, che forse non è tanto lontana dalla realtà perchè da come l'hai "descritta", "immaginata " e "sentita" sembra che tu abbia delineato in parte queste sue angosce attraverso il cibo...mi hai fatto riflettere..Brava e complimenti. Un abbraccio e benvenuta