Hey: mi hai invitata a buttare un occhio al tuo profilo, and here I am :D Non ho la benché minima idea di dove stai andando con questa storia e credo che sia il motivo per cui mi attiri. Mi piace questa narrativa nomade, da avventura psicologica, che si destreggia all'interno di un contesto profondamente inquietante che sembra voler ricordare un piccolo universo popolato da fantasmi. E' curiosa come storia, molto molto particolare, resa terribilmente enigmatica anche dal modo quasi frettoloso con cui gestisci il flow delle scene. Sono veramente curiosa di conoscere il seguito. Davvero ben fatto e alla prossima, cheers :)

Leggi la risposta dell'autore

Storia che fa riflettere molto e dalla quale traspare la grande sofferenza della protagonista. Chissą a quando il continuo?! Ormai mi sta incuriosendo!

Leggi la risposta dell'autore

Entro per la prima volta da una nuova porta in una stanza che conosco bene da anni... entro in punta di piedi e rispettoso... in silenzio (quasi! Visto che sto scrivendo...).
Penso che sia fondamentale vedere le cose da più punti di vista.
Le braccia incrociate e chiuse, assieme all'irruzione degli "altri" fanno pensare a Pirandello "Così è se vi pare" e il dolore che nasce dal voler a tutti i costi volere risposte...
Mi ricorda Heinric Boll (l'odore di muffa quasi l'odore di cavoli ma non recupero se da "Le opinioni di un clown" o da "E non disse nemmeno una parola" controllerò!).
Mi ricorda Boll perchè nel momento della ricostruzione (dopo la devastazione del nazismo) sembra che una devastazione personale non consenta di proiettarsi nel futuro.
I personaggi Felliniani della comunità (manca la donna cannore, ma il rossetto è un marchio di fabbrica!) spero non siano così nella realtà!
Devo ancora capire il delitto di Federico Laocoonte...