Recensioni per
Dies Irae
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 27
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
31/03/19, ore 22:25

Ciao Yonoi! Eccomi di nuovo. Finalmente ho trovato il tempo per leggere questo capitolo conclusivo, e devo dire che sepolto sotto alla valanga, insieme all'alter ego del ragazzo, c'è rimasto anche un pezzo del mio cuore! Davvero un finale meraviglioso, l'immagine del signor Del Valle l'ho trovata incredibilmente suggestiva e commovente, finalmente può riniziare a 'camminare'. L'incontro tra Il Ragazzo e Suor Pesca è stato davvero provvidenziale, e ha fatto bene a entrambi. Mi è piaciuto molto il tuo modo di raccontare il loro rapporto, dove hai anche fatto notare come persino Pesca abbia comunque un lato 'umano', ho apprezzato anche la parte dove parla al cellulare con il padre e scoppia in lacrime mentre cerca di convincerlo a non intraprendere quel viaggio d'inverno in montagna. Insomma, una Suor Pesca che deve in qualche modo affrontare il suo passato e il suo futuro. Sono stata contenta del fatto che finalmente il ragazzo fosse uscito di prigione, ovviamente il suo gesto non è giustificabile, ma durante la lettura è impossibile non simpatizzare per lui e avercelo a cuore, perciò sono felicissima che sia riuscito finalmente ad andare avanti. Che dire, un capitolo conclusivo meraviglioso per una storia altrettanto meravigliosa, triste, drammatica, ma al contempo magica, e un finale che porge molta speranza, nonostante il tempo e le vite perduti per sempre, e un nuovo inizio. Insomma, un messaggio davvero molto importante, sono contentissima di aver letto questo testo e grazie per averci dedicato così tanto impegno e così tanto sentimento!

Recensore Master
14/01/19, ore 19:15

Ave Yonoi, I am back again and WOW!! Innanzitutto, complimenti per l’uso del pacchetto, hai delineato una storia possente, magari prendendo le mosse da “Shooting Colombine”? Papielli cinematografici a parte, abbiamo qui un Avatar, protagonista del gioco “Dies Irae”, che riflette l’amarezza del Ragazzo senza nome, siamo tutti, siamo uno, siamo nessuno, quotando Borges, può essere ognuno di noi.. O Pirandello, uno e nessuno e centomila, che se non erro il Ragazzo sarà innominato fino alla fine. È una specie di ribelle che prende le mosse da una società che Non accetta, sub specie la scuola dominata da Walter (vittima solo in apparenza) che alla fine si rivela un bullo della peggior risma, insomma una società che peraltro non accettano la Suora, il Padre che alla fine si ritira tra i ghiacci..
Una storia molto lunga e articolata, tuttavia mi preme sottolineare che non ho riscontrato errori o refusi grammaticali. Sintassi e grammatica superlative..
Meravigliose le descrizioni della montagna, avevo i brividi, mentre scrivo sorseggio una bollente cioccolata calda..
E la trama ha un afflusso circolare, una sorta di Ciclo del Ring, alfa e omega, tutto torna e altro non può essere, i momenti topici, drammatici e commoventi sono veramente superbi e senza sbavature.
Ottimi i flashback!
Alla prossima
JQ
Ps tanto mi pare di avere inteso che i miei papiri sono graditi, quindi a presto
PPS al Ragazzo hanno ridotto la pena inflitta per buona condotta, era minorenne e ha pagato, ma la società ancora lo condanna.. da avvocato dico che non è giusto, quando hai pagato il tuo debito con la giustizia dovresti poter iniziare..

Recensore Veterano
25/10/18, ore 16:36

1° posto

Autore: yonoi. 

Fandom: Originali 
Titolo: Dies Irae 


Grammatica e Stile: 5/5 

In un testo tanto lungo è facile che qualche errore di battitura possa scappare, invece il tuo è pulito da ogni sbavatura, sia grammaticale che di punteggiatura. 
Lo stile scorre che è una meraviglia, con un alternarsi di descrizioni e dialoghi perfettamente integrati l’uno con l’altro. Un lessico evocativo, che richiama alla mente i paesaggi di cui parli ma anche introspettivo dal momento in cui riesce a penetrare in quella che è addirittura la struttura psicologica dei personaggi. Come spesso dico, apprezzo molto quando viene usato il corsivo per enfatizzare alcune parole o frasi su cui il lettore inevitabilmente pone maggiore attenzione. 

Originalità e Trama: 5/5 

Una trama convincente che rappresenta una realtà che purtroppo esiste davvero, anche se magari non sempre in casi così estremi. Ci sono tantissimi elementi di originalità, a partire proprio dai tanti temi trattati, delicati e che richiedono una cura nello svolgimento della storia. Lo hai saputo fare bene, rispettando i tempi della narrazione, dilungandoti tra pensieri e descrizioni ma senza mai annoiare e stancare il lettore. Hai inserito tante figure diverse e tutte quante rappresentano uno stato dell’essere umano. Un testo impostato molto sull’introspezione cosa che rende la lettura emotivamente coinvolgente. 

Caratterizzazione personaggi: 10/10 

Ce ne sono tanti e tutti meriterebbero un’analisi molto approfondita. Intanto mi complimento per come sei riuscito a caratterizzarli entrando nei loro pensieri, facendoli muovere e parlare proprio come le loro emozioni li guidano a fare. Personaggi molto diversi tra loro ma che, come ho detto anche prima, sei riuscito a rendere quasi delle trasposizioni dei sentimenti umani, come se avessero preso vita insomma. 
Il Ragazzo, colui che è un po’ il fulcro della storia. La vittima che diventa carnefice e, ti dirò la verità, non lo biasimo per ciò che ha fatto. Mi rendo conto che è un atto estremo il suo, sicuramente l’effetto di un malessere impossibile da continuare a sostenere, ma avendo io vissuto per prima, nel periodo delle scuole medie anche se in maniera più leggera, una sorta di bullismo riesco a comprendere appieno la rabbia, la frustrazione e la voglia di vendetta che lo assale. In realtà è più vittima di sé stesso e questo viene fuori in modo molto evidente durante lo svolgersi della storia. 
Pesca. Personaggio positivo, che aiuta, che cerca di trovare una soluzione, che non si arrende e con decisione intraprende e prosegue nella strada che ha scelto. Consapevole di ciò che la sua scelta comporta, di ciò che si lascia alle spalle ma non per questo meno determinata. Un punto di riferimento per suo padre, questo è certo. 
Lidia. Una donna a cui la vita ha tolto qualcosa di importante, una donna rinchiusa nel suo dolore da cui non ha alcuna voglia di scappare. Allontana le persone che la amano e si rifugia nella stanza del figlio come se fosse l’unico luogo in cui trovare serenità. Una donna morta dentro, arrabbiata con il mondo, senza più possibilità di ritorno. 
Enrico. Un personaggio unico, quello che più mi ha colpito. Il viaggio lo compie soprattutto lui, parallelamente al Ragazzo. Preso dai sensi di colpa per non aver saputo in qualche modo aiutare suo figlio, per non farlo diventare ciò che era diventato. Sente il peso della responsabilità sulle spalle, soffre esattamente quanto sua moglie con la differenza che ammette gli sbagli di Walter e non lo giustifica. Invece di sentirsi compreso viene allontanato da Lidia per poi lui stesso allontanarsi da ogni cosa, perché la solitudine lo aiuti a capire ed infine riesce nel suo intento. 
E poi ci sono Walter e Barry Dale, due figure che si confondono tra loro, si mischiano quasi a diventare un’unica entità. Sono presenze eteree ma fondamentali per la storia ed anche in questo a te il merito di un lavoro accuratissimo che crea una forte empatia. 

Uso della parola chiave: 10/10 

Direi che la Natura appare in tutto il suo splendore. Sarà che sono cresciuta tra le montagne e quindi mi sono quasi sentita a casa leggendo. Le descrizioni che ne dai sono ottime, tanto da respirarne la stessa aria. Tema ampiamente trattato che fa anche da connessione, da ponte tra Enrico ed il Ragazzo. 

Gradimento personale: 10/10 

Una storia bellissima, struggente, coinvolgente, che emoziona. Credo che questi aggettivi dicano già tutto. All’inizio sembra quasi un thriller, un poliziesco, mentre poi prende una piega più introspettiva ed io adoro tutto ciò che è introspezione. Sono rimasta colpita da come hai trattato ogni tema delicato con così tanta cura e senza leggerezza. Ho amato molto l’idea che hai avuto di far tenere un diario di viaggio, l’ho trovata oltre che appropriata anche un ulteriore modo per addentrarsi nei pensieri. Quello di cui hai scritto è un viaggio attraverso sé stessi, così realistico e che si fa costantemente volenti o nolenti, perché ci troviamo sempre di fronte a delle scelte, a delle paure, a delle prove che sono all’ordine del giorno nella vita. 

Totale: 40/40 

Recensore Master
07/10/18, ore 13:30

🤔
Ciao.
Premetto che ho trovato la descrizione del paesaggio e della montagna perfetta. Ho sentito quasi freddo ad immaginarmi lí.
É sul resto della vicenda che sono rimasto un po' stupito.
Dunque.
Al ragazzo hanno ridotto la pena, forse per buona condotta, ma di fatto, per chi sta fuori e ha perso un figlio, il sapere che l'assassino si é fatto 10 anni e poi é uscito trovando anche un lavoro onesto, che gli consenta di riinserirsi nella societá, credo che sia frustrante e terribile. Soprattutto perché questo ragazzo, all'inizio, non é pentito per ciò che ha fatto.
Ha scontato parte della sua pena, ma cosa é cambiato in lui? É molto egoista nei suoi pensieri e in ciò che vuole diventare.
Viene spedito da Pesca (e qui una lode particolare per aver sottolineato una mia teoria che troppo spesso viene presa in giro: Il mondo é piccolo e per me lo é ancora di più) la quale non sembra avere completamente un atteggiamento da madre superiora.
Lo accetta, ma é diffidente.
Probabilmente avrebbe dovuto chiarire subito, capire cosa ci fosse davvero nell'animo del ragazzo. Cosí é come se lui fosse lí davanti a lei non pentito e lei fosse lí davanti a lui senza averlo perdonato.
Solo col tempo i due trovano un equilibrio, anche se alla fine non mi viene da dire che il ragazzo diventato uomo sia una brava persona.
Infine c'é Enrico. Un uomo solo con se stesso e con tante domande le cui risposte spera di trovare lí, da solo, in montagna. E alla fine LA RISPOSTA che tanto ha cercato arriva da lui, come un fiume in piena, o meglio, come una valanga staccatasi dalla cima della montagna.
La risposta alla sua domanda era "ricominciare a vivere", ma solo l'assassino di suo figlio poteva convincerlo a farlo.
A differenza delle tue perplessitá su questo personaggio, io penso che sia perfettamente in linea con i cap precedenti. Sono il ragazzo e Pesca che, a mio parere, potevano essere un po' 'diversi'.
Ho letto volentieri questa tua storia per la quale ti faccio i complimenti e un grosso in bocca al lupo per il contest!
Alla prox!
Ssjd

Recensore Master
05/10/18, ore 19:06

Ti riporto anche qui la segnalazione inserita nel primo capitolo. Ancora graze di cuore, per tutto!

Buonasera Yonoi!
Ho letto il capitolo ieri pomeriggio, ma tra studio e impegni vari ho trovato il tempo per passare adeguatamente solamente ora. Volevo farti una recensione lunghissima, ma in effetti posso dire che non me la sento: in effetti, mi sto sentendo davvero come se mi trovassi sul ghiacciaio della Gran Madre dei Ghiacci, la Vergine Nera con il suo velo nuziale a dir poco immenso. E, sai, ogni parola mi pare superflua.
Sai cosa adoro delle tue storie? Tutto, ovviamente. Ma, in particolare, il bellissimo contrasto che riesci sempre a creare tra la realtà quotidiana dei tuoi protagonisti e un mondo fiabesco, onirico. In effetti tutte le tue storie sono ambientate ai giorni nostri e analizzano tutte le problematiche del nostro tempo (l'inseguimento dei propri sogni, le speranze, il ricordo del passato che si sta perdendo e chi decide di tornarvi, le identità virtuali, il bullismo, le carceri, le dipendenze, la pedofilia, la perdita di attrito con il mondo e, soprattutto, la difficoltà di perdonare... e in questo elenco ci sono davvero tutti i tuoi personaggi che ho avuto l'occasione di incontrare, dal primo all'ultimo: dal soldatino Ruhe a Enrico Del Valle, da Chris Roseland a Indaco Hansen... tutti. E io ti ringrazio davvero di cuore per avermi dato l'opportunità di leggere le loro storie). Il "dettaglio" che però rende la tua prosa ancor più speciale è il modo in cui rendi le atmosfere: descrivi tutto minuziosamente, ma mai una volta ciò mi è parso esagerato, e rendi allo stesso tempo reali e incantate le tue ambientazioni; in effetti, il rapporto tra la realtà vera e quella interiore, a volte, è molto labile. Così un vecchio liceo diventa prima un arena di caccia, poi un labirinto, infine una prigione; e un braccio della morte circondato da una palude malsana può indicare la libertà...
Sai, Yonoi, per me le tue storie sono state davvero importanti in dei momenti difficili: mi hanno commosso, mi hanno anche fatto stare un po' più male, ma poi ogni finale risolve tutto alla perfezione... e anche i finali sono reali: nessuna vita prosegue perfetta, ma alla fin di un'esperienza si ha sempre la voglia di andare avanti nonostante tutto, superando il passato ma non dimenticandolo. E nelle tue storie, accade tutto questo. Questa segnalazione è per questa storia, per i suoi personaggi, per ciò che racconta e per ciò che significa, ma è anche per tutto ciò che hai scritto, perché, anche se il mio parere non è quello dell'Accademia dei Nobel o del Premio Strega, io so solo che la tua scrittura mi trasporta e mi emoziona, e a me non serve altro; grazie a questi racconti, sono riuscito a capire di più chi sono realmente.
Pertanto, GRAZIE.

Per quanto riguarda "Dies Irae, dalla metà dell'epilogo in poi ho pianto e basta, ma ormai mi ci hai fatto fare l'abitudine^^ Mi è dispiaciuto soltanto non rivedere più il personaggio di Nisha, ma quando il Ragazzo ha deciso di tagliare ogni ponte con il passato doveva farlo per forza completamente... ti segnalo inoltre un "raggera" nella prima riga, che in sé non è sbagliato ma è desueto rispetto a "raggiera".

Alla prossima, allora, spero che sia presto^^
mystery_koopa

Recensore Master
05/10/18, ore 15:40

Buon pomeriggio carissimo!
Non ho parole, davvero, per esprimere tutta la marea di emozioni che la tua storia mi ha procurato. Il viaggio di cui parli è un viaggio in senso metaforico, ma non per questo meno evocativo.
Ti confesso che mi hai strappato più di una lacrima, nel leggere dell'incontro tra il ragazzo e Enrico. Entrambi sono riusciti a fare i conti con il loro passato e a chiudere una porta per aprire, forse, un portone.
Splendide le descrizioni delle montagne, di questa Madre "Severa" ma allo stesso tempo anche piena di pace.
Bellissima, sul serio, che merita di andare diretta sul podio del contest!
A presto!

Recensore Master
05/10/18, ore 11:01

Ciao carissimo^^
le tue montagne sono archetipi, sono il Padre e la Madre, solenni, remoti, che sorvegliano le azioni degli uomini con la loro presenza immanente. Non intervengono: costringono colui che le contempla alla consapevolezza, lo mettono di fronte al suo vero sé, nel bene e nel male.
Sono umanizzate, ma solo come gli umani umanizzano tutto, dando caratteri e personalità a entità astratte e solenni.
Confrontarsi, capire, abbandonare il primo strato, quello della rabbia e del dolore, per giungere nel profondo, per arrivare in contatto con altri archetipi. Poiché essi nella quotidianità ci sfuggono, manifestandosi solo attraverso comportamenti simbolici la cui interpretazione non sempre è facile, è necessario confrontarsi con l'Assoluto per accedervi, per vederli quali veramente essi sono.
Questo è in sunto il senso della tua storia, o almeno è quello che ho capito io.
E ho capito anche, credo, perché le montagne hanno per te la grande importanza che traspare da ogni tuo scritto: sono delle divinità, nelle tue parole, degli dei e delle dee che assistono agli eventi e non li giudicano, che seguono consapevoli, già sapendo come andrà a finire, ma conservando il loro segreto, lasciando che siano i protagonisti stessi della storia a giungere a quella consapevolezza che loro hanno forse da sempre.
Come sempre, un plauso alla tua bellissima prosa, che è preziosa nel senso migliore del termine, e alla prossima!

Recensore Master
04/10/18, ore 11:58

E anche questa storia è finita. E credo proprio che non potesse finire meglio. L'unico modo che mi viene in mente per definire questo finale è "poetico". Innanzitutto per quanto riguarda l'ambientazione montana. Giuro, per come l'hai descritta mi sembrava di averla qui davanti agli occhi, uno spettacolo degno dei migliori effetti speciali cinematografici (anzi, per certi aspetti migliore perchè qui è tutto naturale). Mi sa tanto che una di queste volte dovrò iniziare a dedicarmi all'alpinismo, mi hai suscitato un certo interesse per le montagne.

Comunque, la storia finisce e finiscono anche le storie individuali del Ragazzo e del buon vecchio signor Enrico. Il primo, una volta uscito di prigione, riescea trovare una sua dimensione nel monastero di Suor Pesca. La quale, da brava cristiana quale è, aiuta il Ragazzo ad ambientarsi e a redimersi. Anche il signor Enrico, in un certo senso, ritrova una sua dimensione andando a vivere in una casetta in montagna, quella montagna che lui tanto ama e ha amato. I due finiscono per incontrarsi, in una scena che in qualche modo serve come atto di rinascita per entrambi. Il passato è passato, e ora non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche e andare avanti.

Insomma, complimenti per questo bellissimo finale, degna conclusione di questa storia struggente. Alla prossima!

Recensore Master
04/10/18, ore 09:20

Davvero molto emozionante il viaggio di Enrico. Una vera e propria ricerca spirituale, che è ironico che proprio Pesca non riesca a capire. Certo, si capisce che sia preoccupata per il padre, ma la sua soluzione è proporgli un ritiro spirituale in un posto standard, prestabilito, quale la foresteria affollata di un convento, in contrapposizione al ritiro quasi eremitico di Enrico. Ed è davvero emozionante la descrizione dell'esperienza che lui ne ricava, sotto questa Gran Madre dei Ghiacci che sembra quasi una divinità di per sè.
Wow. Ma proprio da Pesca doveva spedirlo quel prete? Perchè in effetti questa donna ha avuto una reazione molto umana: non è riuscita a perdonare, non subito, al contrario di quel che aveva detto don Pietro. Finché il Ragazzo non ha fatto un'uscita divertente, e lei è riuscita a vederlo nella sua umanità, e a lasciare andare il rancore. Sempre inqualificabile il padre del Ragazzo, che dopo averlo abbandonato piomba lì e pretende di dettare la sua vita; mistiche le reazioni sia del Ragazzo che di Pesca.
E quindi Enrico è rimasto lì per anni come eremita... meno male, per qualche riga avevo temuto che fosse morto. Bello il confronto con Pesca, che riesce a comprendere l'assassino di suo fratello, non capisce davvero la religiosità del padre, ma cerca comunque di inviargli le risposte di cui crede abbia bisogno.
Davvero commovente la parte finale, con Enrico che dà da mangiare al Ragazzo: quel gesto evangelico finalmente attuato. E dopo tanti anni, il confronto tra i due, le richieste di perdono e le ammissioni di cosa abbia fatto più male in quella vicenda. E il momento in cui il Ragazzo svela a Enrico l'impatto che il loro incontro ha avuto su di lui fin da ragazzino. E poi l'effetto benefico, la liberazione che questo incontro ha portato a entrambi: una parte davvero bellissima!
Complimenti davvero: una storia splendida e intensa, con personaggi meravigliosi nel loro realismo e temi che danno davvero da pensare. Gran bel lavoro!