Recensioni per
Profumo di limoni
di Vedra

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/07/19, ore 09:10

Ciao di nuovo, come ti avevo accennato sarei passata prestissimo anche da questo capitolo. Ero davvero molto curiosa di capire come avresti strutturato la storia e questo non solo per via della mia insana curiosità, ma soprattutto perché le soulbond, per quanto alcune presentino delle innovazioni e si possa comunque inventarsi alcune caratteristiche, più o meno tutte giocano sulle stesse dinamiche nel rapporto John/Sherlock. Quindi ero soprattutto curiosa di capire quali differenze c'erano, se ce n'erano e come avresti gestito il racconto. Anzitutto sì, è una soulbond che parla effettivamente di anime gemelle e del fatto che John è quella di Sherlock (e viceversa, mi auguro!) ma oltre al fatto che John non compare neanche per una volta, il protagonista assoluto non è nemmeno il fatto che alla fine John è l'anima gemella di Sherlock. Io credo che al centro di tutto ci sia semplicemente Sherlock e come arriva ad accettare di togliersi l'anello e di leggere ciò che è scritto sulla sua pelle. Parla essenzialmente di superare se stessi e i propri limiti, di accettare parti di sé che si sono rifiutate per degli anni e di lasciar entrare l'amore, quello vero. Fondamentalmente è questa l'essenza di tutto, una trama innovativa per una soulbond AU e questo a iniziare già dall'ambientazione più in generale. Come avevo infatti intuito leggendo l'introduzione, il periodo in cui hai collocato la storia è durante i due anni che Sherlock ha vissuto lontano da Londra, a caccia della rete di Moriarty. Sappiamo un po' blandamente quali luoghi ha visitato durante tutto quel tempo, Moffat e Gatiss ce ne danno un'idea, sebbene vaga. Non ci viene dato sapere quindi se Sherlock si sia effettivamente ferito in modo grave durante tutto il periodo oppure se sia andato in Italia. Quel che è certo è che l'ambientazione della Sicilia, per come ce la descrivi, così carica di profumi e sapori, così diversa da Londra specie nel silenzio e nella meraviglia che si trova davanti, e che Sherlock giudica quasi stucchevole, è uno scenario del tutto inedito oltre che meraviglioso. Avere un ambiente simile a far da sfondo è sempre un po' un vincere facile. Ma se la vittoria è più scontata nei film o nelle serie, nella scrittura lo è molto di meno. Sì, la Sicilia è bellissima e tu descrivendola mi hai ricordato tantissime cose che ho vissuto di persona quando ci sono andata, a iniziare dal cielo, dal mare, dai profumi speciali, dalla cordialità e la gentilezza delle persone, fino ad arrivare al cibo naturalmente. Tutto è meraviglioso. Ma bisogna saperlo scrivere in maniera efficace, in modo che arrivi al lettore. E così succede infatti, ho avuto la sensazione che questo ambiente che a Sherlock risulta quasi fastidioso da quanto è bello e perfetto, avvolga la scena completamente. Sherlock è di continuo stimolato da ciò che vede e sente e ne è infastidito. Ma il suo fastidio non deriva dall'ingratitudine o dal fatto che ha pessimi gusti (perché così non è), ma dal fatto che è costretto a letto in un paesino sperduto quando potrebbe essere a caccia della rete di Moriarty. Tutto sta nell'impossibilità di fare le cose, di muoversi, di agire come ha bisogno di fare. Per tornare presto a Londra, ma non solo. Per poter tornare presto da John. Dal suo John, su cui poi Sherlock ragiona per la maggior parte della storia. Ma a questo ci arriverò. Per intanto la primissima sensazione che arriva è l'irrequietezza, Sherlock è nervoso e agitato. Rimpiange Londra e il suo grigiore, qui è tutto troppo diverso e soprattutto non c'è John e lui è bloccato a letto. Forse, se John fosse lì con lui riuscirebbe a fargli notare la bellezza della Sicilia, perché John queste cose le nota dato che è un romantico, ma lui invece no. Lui è agitato e vuole andare via, Sherlock Holmes è un uomo d'azione e tu hai sottolineato alla perfezione il suo esserlo al cento per cento. Per quanto abbia dedicato la vita al ragionamento e per quanto per alcuni aspetti il suo sia anche un lavoro sedentario, è la parte attiva ciò che ama e che ora della fine lo distingue in maniera importante da Mycroft, che invece si abbandona spesso alla pigrizia. Ecco, tutto questo tu lo hai tratteggiato con poche frasi ma tutte molto efficaci. Brava anche solo per questo, ma più in generale per la prosa che hai utilizzato e che ho trovato molto d'effetto.

E poi c'è l'argomento John, che non è affatto secondario ma che anzi è di primaria importanza. La storia parla di una presa di coscienza e di come il fermarsi in un posto meraviglioso e lì restare bloccato, lo costringa a pensare a questioni sulle quali non ha mai voluto soffermarsi. Il perché lo sappiamo già, il prologo è servito soprattutto a questo ovvero a farci capire qual è sempre stato il rapporto di Sherlock con i sentimenti, con la semplice idea dell'amicizia e dell'amore. Qui arriva a una conclusione insperata, che non si sarebbe lui per primo mai aspettato ovvero che è innamorato di John Watson. A noi sembrava così ovvio, tra le righe era evidentissimo. Per lui lo era un po' di meno invece. Tutto gira attorno a una sensazione, in fin dei conti. Ciò che poi porta Sherlock a pensare di togliersi l'anello per poter leggere ciò che c'è scritto al di sotto. Vuole leggerlo perché sa già che c'è il nome di John, non può essercene nessun altro. E a portarci verso questa scoperta è un bellissimo viaggio introspettivo, che facciamo tra la mente e il grande cuore di Sherlock Holmes. Comprendiamo anche la sua riluttanza nell'accettare ciò che prova e poi l'epifania che lo coglie una volta che lo ha capito. Tanto che il vero scoglio sembra proprio quello, più che levarsi l'anello. Al contrario una volta che ha accettato di amare John Watson in quel senso, togliersi l'anello è quasi una necessità, un bisogno fisico e infatti lo fa con molta serenità. Non c'è frenesia, ma al contrario Sherlock si concede a un pizzico di teatralità, aspetta il tramonto come una vera regina del dramma. Ci mette anche un bel po' di romanticismo che fa sorridere, perché giusto poco prima aveva detto che è John quello sentimentale e che fa caso a certi aspetti della vita, mentre lui il più freddo e distaccato, la "macchina senza sentimenti" che a quelle questioni nemmeno ci bada troppo. E invece qui contraddice se stesso in maniera meravigliosa, aspetta il tramonto quindi e a quel punto l'impazienza e la frenesia diventano le nostre. A un certo punto è chiarissimo che Sherlock voglia togliersi l'anello, però aspetta e non fa proprio nulla per farlo. Si mette ad aspettare e tu che leggi sei lì che stai morendo dentro. Almeno fino a quando non leggiamo il nome, non poteva che essere lui insomma.

Sarebbe interessante leggere un proseguo. Più che altro per il fatto che abbiamo visto come Sherlock lo ha capito, sarebbe bello vedere John cos'ha scritto sul dito e soprattutto se deciderà mai di togliere l'anello per vedere qual è il nome che ha inciso. Sempre che non l'abbia già fatto, Sherlock a un certo punto dice che John voleva togliersi l'anello solo dopo aver deciso di sposarsi, ma dopo quello che è successo e il tuffo dal Barts, io credo che uno come John possa esserselo levato per capire se era Sherlock quella anima gemella che magari sentiva anche d'aver perso.

Quello che mi chiedo io è se John riesce a sentire che Sherlock è vivo. Nelle soulbond in genere c'è un legame tra i due "bond" e delle volte basta sfiorare il nome perché l'altro senta qualcosa. Ecco, tutte queste cose sarebbe interessante capirle meglio. Spero tu decida di farci dell'altro, intanto complimenti per questo bellissimo lavoro.

Alla prossima!
Koa

Recensore Master
26/07/19, ore 08:52
Cap. 1:

Ciao, giungo a lasciarti una recensione con un ritardo che definirei astronomico. A mia "difesa" posso dirti che non sono quasi mai propensa alle soulbond!AU e devo essere dell'umore giusto, devo aver davvero voglia di leggere per poterle apprezzare. Quindi invece che leggere subito la tua storia, che comunque avevo notato dato che partecipava alla stessa iniziativa a cui ho partecipato anch'io, ho preferito metterla da parte. L'ho letta adesso, ma erano già dei giorni che ci giravo attorno. L'avevo anche iniziata la settimana scorsa, poi i mezzi elettronici hanno deciso di abbandonarmi... Ma ad ogni modo, la prima impressione che ho avuto leggendo questa storia sulle anime gemelle, è che pur essendo un tema che più o meno ha uno schema abbastanza classico (inteso come sviluppo narrativo e quindi un certo inizio, un certo sviluppo e una certa fine), tu l'hai un po' mandato al diavolo. In questo prologo, che fa più che altro da apertura al prossimo e ultimo capitolo, vengono introdotti alcuni elementi che mi hanno sorpresa. Anzitutto Sherlock non si trova a Londra, questo lo intuiamo principalmente dall'introduzione, che contestualizza tutto in quei tristemente famosi due anni che Sherlock ha vissuto lontano da Londra. Se non ci fosse stata quella precisazione, forse io non lo avrei capito. Non da questo capitolo almeno. Perché in realtà il prologo è un viaggio nella memoria. Ci aiuta a comprendere come è strutturato questo tuo mondo soulbond, capiamo che c'è un nome sul dito che Sherlock, il logico e razionale Sherlock Holmes, non vuole conoscere e che copre fin da quando aveva sedici anni. Non stento a crederlo, per come solitamente si caratterizza Sherlock me lo immagino anch'io a non volerlo sapere in nessun modo. Almeno fino a quando un certo John non entra nella sua vita, ed è allora che ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato. Di norma, non ci sarebbe niente di strano ad accarezzarsi un dito, specie quando si è molto distratti, ma il linguaggio testuale in questo è molto chiaro. Nelle storie non succede mai nulla per caso e quando capita qualcosa, dev'essere utile ai fini della trama. Ed è così che abbiamo la certezza che quel gesto di Sherlock abbia un significato ben preciso, un senso che c'entra con i sentimenti e con l'anima gemella. La stessa di cui Sherlock per propria volontà non conosce il nome. La stessa che, si suppone, sia proprio John. E intuiamo anche che Sherlock deve averlo dedotto in qualche modo, deve sentire dentro di sé che è proprio John quella persona che non stava aspettando, ma che è arrivata lo stesso. Del resto non sappiamo altro, non sappiamo se John ha inciso il nome di Sherlock nella pelle. Non sappiamo niente. Ciò che ti sei premurata di descrivere è Sherlock Holmes. Ci hai messo anche un po' del rapporto con Mycroft e di quello con Lestrade, che ovviamente chiama col nome sbagliato. Hai descritto uno Sherlock disinteressato all'amore e ai sentimenti, che rifiuta anche la semplice idea di leggere quel nome sul dito. Tutte caratteristiche che fanno parte del personaggio, almeno prima di conoscere John.

Un altro aspetto che mi è piaciuto è come hai introdotto l'argomento, parlando di etica e morale. In effetti spesso lo è, una questione di etica. Che poi è quello che delle soulbond mi lascia inquieta. Perché essere costretti a dover amare proprio quella persona e solo perché ce l'hai tatuato sul dito? Mi dà come l'idea non venga lasciato alle persone il libero arbitrio. Quasi è una forma di schiavismo da parte del destino, come se lui ti imponesse quel nome e tu alla fine lo avalli persino e ti piace anche. Perché poi è quello che fa Sherlock, per quanto rifiuti la semplice idea, per quanto abbia passato degli anni a rifiutare l'idea gli basta conoscere John Watson per accarezzare la prospettiva... E questo tema mi è piaciuto molto e spero di ritrovarlo nel prossimo capitolo. Che leggerò prestissimo, intanto ci tenevo a passare di qui e a lasciarti un paio di impressioni.

Hai fatto un ottimo lavoro comunque.
Koa

Recensore Master
05/06/19, ore 18:22

Ed eccomi di nuovo, come promesso.
Wow. Davvero bellissima, sul serio.
La amo, questa ambientazione, tantissimo. Il Sud Italia ha dei paesaggi, dei profumi e dei tramonti impareggiabili.
Mi è piaciuta tanto la scelta di una storia fatta più che altro di introspezione, cosa che tu fai egregiamente, soprattutto considerando che è Sherlock Holmes il personaggio che tu approfondisce, dentro cui scavi senza remore in un modo stupendo. Lui non è certo un uomo semplice, per cui il lavoro che hai fatto è ancor più lodevole. A tratti, rasenti la poesia, con delle immagini vivide e meravigliose.
"Il sole è affondato nel mare e il cielo si è acceso dei colori pastello del crepuscolo. Il profili delle colline si stagliano contro l’arancione, che sfuma poco più sopra nel rosa, e poi nel viola, e infine nell’azzurro."
Bellissima questa descrizione!
Bravissima!
Ti faccio solo un piccolo appunto, la seconda persona di odiare è "tu odii", altrimenti si confonde con "odi" (senti). Ma è giusto un consiglio. Per il resto, non posso far altro che applaudire. Mi hai regalato un bellissimo viaggio il quel paesino assolato, con l'aria tiepida che profuma di limoni e un detective allettato che finalmente capisce di essere innamorato.
Tanti complimenti, sono davvero felice di aver letto qualcosa di tuo!
Baci e a presto
S.

Recensore Master
05/06/19, ore 17:50
Cap. 1:

Ciao Vedra! Giungo in ritardissimo, lo so, chiedo venia. Avevo adocchiato questa storia già da un po' ma tra un impegno e l'altro ho sempre rimamdato la lettura ad attimi piu tranquilli. Comunque. Eccomi qui. ^_^
Solitamente non leggo molti AU, non sono un genere che amo, penso di averlo scritto anche nel gruppo, ma ero molto curiosa di leggere qualcosa di tuo, perciò ho iniziato questo prologo con tanta curiosità.
Innanzitutto, lasciamelo dire, scrivo davvero molto bene, sono colpita!
Hai catturato subito il mio interesse e man mano che procedeva con la lettura mi rendevo conto che purtroppo il capitolo stava finendo.
Motivo per il quale correrò a leggere il seguito immediatamente.
Qui abbiamo una panoramica di quella che potrebbe essere stata la vita di Sherlock fino ai 23 anni, con qualche accenno alla sua personalità che pare essere molto IC, per quanto è possiamo dedurre. Un ragazzo geniale, distaccato, con un timore spropositato per i sentimenti. Ma John sta per metterci lo zampino e non vedonlora di scoprire cosa accadrà!
Nel frattempo ti faccio i complimenti, non è facile catturare subito la mia attenzione ma tu ci sei riuscita.
Baci
S.

Recensore Veterano
02/05/19, ore 05:14

È una storia davvero bella, la trovo molto molto poetica, sia per i pensieri di Sherlock, sia per l'ambientazione, che ho adorato. Mi piace molto come descrivi il modo profondo con cui John è entrato dentro Sherlock, nella sua anima. Avviene piano, con piccoli gesti, Ma diventa sempre più radicato. Anche John non ha mai visto il nome che ha inciso, ma dò per scontato che sia quello di Sherlock, soprattutto perché non credo nelle storie dove i nomi non sono "ricambiati". Se si chiama soul bond o soul mate è perché è un legame a due, non unidirezionale. Ma poi basta guardare John e vedere quanto è pazzo del suo Sherlock. Chissà se avrà tolto l'anello dopo la presunta morte di Sherlock, per vedere se quel sentimento era IL sentimento.
Amo in particolar modo una frase: "Se gliel’avessi chiesto sarebbe venuto con te." Perché diamine sì, è esattamente così, lo sappiamo bene!!
L'incubo di Sherlock è straziante e bellissimo allo stesso tempo, il modo in cui lo chiama, quando inizia a piangere e singhiozzare. Mi si è stretto il cuore, ma ho comunque amato questa cosa. Per non parlare della richiesta di perdono.
Spunta un'informazione interessante, cioè un bel Virgin Sherlock. Con questo mi hai conquistato per sempre, fa di me ciò che vuoi.
Letteralmente amo il fatto che Sherlock arrivi a comprendere che il nome scritto sarà quello di John prima ancora di leggerlo. È giusto così, l'amore si sente, si prova e quando è così forte non lo si può non riconoscere. Di solito tendo a non copiare frasi della storia nella recensione, ma ce ne sono di particolarmente belle e una di queste è "Non hai più paura, forse perché la prospettiva di una vita intera con John non riesci a temerla". È semplice, ma nella sua semplicità è meravigliosa. Una cosa molto da Sherlock.
Da qui parte tutta una parte bellissima che dovrei citare in toto, ma mi limito a dirti che è molto toccante. Adoro il modo in cui hai terminato, con la conferma del nome.
Due considerazioni random: hai fatto delle bellissime descrizioni, il paesaggio è molto accattivante e ci accompagna per tutta la storia. Sembra quasi di sentire il calore del sole e il profumo di limoni. Davvero brava. La seconda è che io amo Maria! Non presto molta attenzione di solito agli oc, ma questa mi è piaciuta molto. Molto in linea con il paesaggio, ci sta davvero bene.
Concludo con una richiesta: io voglio un seguito. Voglio leggere di quando si incontrano e voglio sapere di quando si dichiareranno amore eterno! Immagino ti dovrai staccare dalla storia "canonica" della serie, visto che non credo John sposerebbe Mary non avendo scritto il suo nome (non me lo vedo John uno che si sposa senza questa conferma), nè credo che nessuna donna sposerebbe qualcuno senza avere la certezza che sia la sua anima gemella. Quindi sarei curiosa di vedere cosa puoi inventarti, come sarà il ritorno a casa di Sherlock in questa versione dovr c'è un amore "esplicito" di mezzo (anche nella serie si amano ma gli autori sono malvagi). Quindi dammi un seguito!! Pleaseeeee.
Ti lascio facendoti i complimenti per la storia è ringraziandoti per aver scelto di partecipare all'evento! Alla prossima!!

Recensore Veterano
02/05/19, ore 04:29
Cap. 1:

Ciao! Che bello una soulbond! A me piacciono molto, anche se è un genere a volte un po' bistrattato, ma appunto io non condivido la cosa. È un primo capitolo di presentazione, un prologo appunto. Nella sua brevità ho apprezzato due cose: la prima (non in ordine cronologico) è che John faccia mettere in discussione a Sherlock tutte le sue scelte e ciò che credeva di volere. Mi piace molto come cosa perché in effetti John stravolge il mondo di Sherlock, che si ritrova innanzitutto ad avere un amico, qualcosa che non credeva di volere. Lo spinge a voler essere quasi normale, dico quasi perché di normale quei due non hanno niente. Eppure i sentimenti tra di loro sono quasi banali, nel senso che sono tra i più antichi del mondo. Affetto, complicità, amore.
La seconda cosa che ho apprezzato tantissimo è finalmente il fatto che per una volta Sherlock non sia l'unico ad andare contro alle usanze e consuetudini. Non lo trovo reale che in un mondo che funziona in un certo modo tutti accettino le regole (anche biologiche) tranne lui. È quasi ovvio che ci sarebbe sempre chi prima di lui si è ribellato in qualche modo, filosofi (come hai detto tu) che ne farebbero una questione etica e sicuramente tanta gente ci costituirebbe su enormi questioni di ogni tipo. Anche semplicemente delle riflessioni. Quindi grazie per esserti staccata dal filone "Sherlock Holmes unica stella" ed avere proposto un quadro molto più realistico. Ora vado a leggere il secondo capitolo, a presto!

Recensore Master
25/04/19, ore 22:02

Rieccomi^^
Wow! Mi hai lasciato senza parole. L'ambientazione è particolarissima, davvero insolita, anzi unica e super ben realizzata. Tutto è assolutamente geniale. Cito solo due cose che ho amato e trovo siano piccole perle (non sono le uniche di questa ff): Sherlock che inciampa sul profumo di pioggia e la signora Maria che è cieca. Geniale.
Come trovo geniale che John ci sia solo nei pensieri di Sherlock così non hai rotto l'atmosfera. Ff da 110 e lode.
Baci, Béa

Recensore Master
25/04/19, ore 21:46
Cap. 1:

Hei ciao^^
Non ci sono molte ff di questo genere, soulmatelock credo si chiami, e a me in genere piacciono moltissimo. Bella l'idea dell'anello d'argento e del nome scritto sul dito come se fosse esso stesso un anello.
Questo Prologo stuzzica a dir poco la curiosità di andare avanti, quindi ci vediamo al prossimo cap.
Baci, Béa

Recensore Master
24/04/19, ore 19:40
Cap. 1:

Ciao Vedra!
Passo con molto piacere a commentare questa tua storia, cosa che avevo pensato di fare già prima della tua recensione alla mia raccolta, perché attratto dal titolo. Allora, prima di tutto io adoro le Soulmate / Soulbond AU, in particolare se non si manifestano in modo tragico e/o invasivo: probabilmente se esisterebbero davvero ognuno avrebbe la certezza di sapere che qualcuno "destinato a lui/lei" esiste, da qualche parte nel mondo, ma come detto è solo fantasia e ovviamente va presa come tale; in ogni caso, il fatto che Sherlock abbia voluto nascondere il nome del suo soulmate sotto all'anello è perfettamente comprensibile, e anche IC, soprattutto per le motivazione espresse tramite l'introspezione esterna. Direi che il nome del gruppo Facebook parla da solo, ma anche senza quell'indizio si sarebbe potuto tranquillamente capire dallo slash che lì sotto c'è scritto "John Watson". La Johnlock non è esattamente la mia OTP, si sarà capito, però devo ammettere che se ce ne sono di ben scritte le leggo volentieri (anche perché quasi tutte le autrici del fandom scrivono solo su quella, compresa quella che leggo più assiduamente). In confronto a cose tremende come la Mystrade o la Sherlock/Moriarty mi appare pure bella come coppia, quindi leggerò con piacere anche il secondo capitolo più lungo.
Ok, avrai capito che ho la chiacchiera facile, quindi ora mi complimento con te per questo prologo e ti saluto!
Alla prossima^^
mystery_koopa

Recensore Junior
24/04/19, ore 09:52

Bellissima e struggente la tua storia è scritta anche molto bene. C'è della poesia che scheggia nelle descrizioni dei petali e del profumo dei limoni che hanno ispirato tante composizioni. Mi sono piaciute tantissimo le riflessioni che si affacciano nella mente di Sherlock e che lo conducono a comprendere i suoi veri sentimenti per John, mi hai emozionato, davvero. C'è della stoffa perché la tua prosa talvolta sconfina nel lirismo, descrivi sentimenti e riflessioni intime e riesci a giungere perfettamente al cuore di chi ti legge.
Brava!! Ottima prova.
Tybalt

Recensore Junior
23/04/19, ore 12:10

La struttura di base di questo racconto, a ben pensarci, è assai semplice. Sherlock ferito che è costretto su un letto e questo fatto gli concede del tempo per pensare a John e al nome che ha sulla mano. Eppure tutto è trasformato in poesia. Sbaglierei dicendo che è scritto in maniera barocca, ma il senso di quello che voglio dire è che, da una base semplice, si è lavorato per aggiunte, inserendo tantissimi particolari.
Si comincia parlando di Mycroft che tiene costantemente sotto controllo il fratello, ne conosce addirittura le mete future. È piacevole immaginare che Sherlock non sia effettivamente solo durante questa esperienza che lo ha portato lontano dalla propria città e dai propri affetti. Il minore degli Holmes sembra contrariato, ma solo perché si sente in debito, basterebbe dire un “grazie” in effetti.
Sherlock è portato in un paesino della Sicilia, sotto le cure di un’anziana non vedente. Questo particolare lo trovo ottimo sia perché così non può riconoscere il consulente investigativo, sia perché in un certo qual modo lei e l’uomo sono sottoposti ad una specie di deprivazione sensoriale. Mi spiego meglio, Sherlock non può muoversi, e non proferisce parola. Questo lo fa concentrare maggiormente sull’ambiente che lo circonda, avverte il rumore del vento, sente il profumo fresco dei limoni e vede dei tramonti mozzafiato. La componente naturale è molto forte ed è raccontata veramente in maniera poetica, mi dispiace ripetermi ma non trovo un termine che possa esprimere in maniera migliore questo concetto.
Proprio qui mi torna alla mente la parola “contatto” alla quale nella recensione precedente ho dato il significato di avvertire una mancanza. Sherlock avverte l’assenza del “pullulare frenetico della vita metropolitana”, di Londra, delle sue nuvole e la pioggia, ma soprattutto di John. E rifugiarsi nei ricordi è solo deleterio, tanto che il protagonista viene tentato di togliere l’anello e scoprire una volta per tutte quale nome si possa celare dietro di esso.
A questo punto si accende un dubbio, la paura che pur percependo vividamente una compatibilità, un’intesa con quella persona, possa non esserci scritto il suo nome sulla propria pelle. Sarebbe tragico. Ma Sherlock in realtà è convinto che la sua anima gemella sia John, lo sa da sempre, proprio come viene detto anche nel prologo.
Ho apprezzato il ritrovare qui dei brevi pezzetti dei momenti più importanti della loro relazione: il tassista, correre assieme mano nella mano, la caduta dal tetto dell’ospedale… A rimarcare ancora di più l’evidenza, Sherlock è innamorato di John.
Il finale, molto romantico, al tramonto, concede la risposta all’interrogativo iniziale di scoprire il nome sotto l’anello. E benchè sia ovvio trovarci scritto “John Watson”, ho persino trattenuto il fiato mentre con gli occhi leggevo gli ultimi righi. Bellissimo.
Questo racconto se non fosse per la fantasia del nome che spunta sulla pelle, potrebbe essere davvero un missing moment del telefilm. Sherlock e il fratello tra l’altro sono perfettamente nel personaggio secondo me. E il finale in realtà non è un vero e proprio capolinea, sarei molto curiosa di scoprire quali sono i risvolti di questa presa di coscienza da parte dell’uomo. Tanto quanto mi piacerebbe scoprire se John si fidanzerà con Mary e vorrà sposarla. Scoprirebbe che sotto il proprio anello c’è il nome del coinquilino? O magari è possibile che Sherlock sia destinato a John, ma Watson ha inciso il nome di Mary Morstan sulla pelle?
Il mio augurio è quello di poter leggere il continuo di questa fanfiction. Grazie per aver scritto questa bellezza.

Recensore Junior
22/04/19, ore 22:59
Cap. 1:

La faccenda del Soulbond!AU è alquanto spinosa per me. Non ne ho lette molte perché in generale mi turba un po’ il pensiero che una persona possa essere “vincolata” ad un’altra. E poi, se la mia anima gemella vivesse all’altro capo del mondo, o gli capitasse qualcosa? Mille ipotesi e pensieri che non mi farebbero vivere in maniera tranquilla.
Con una bravura non indifferente nel racconto si è riuscito a fare un sunto in poche righe riguardo l’etica, la morale e la libertà personale. Che serve tra l’altro per introdurre il pensiero di Sherlock Holmes a tal proposito: il nome del proprio spirito affine è solo una complicazione, e lo sono di conseguenza il sentimento, il desiderio e il contatto.
Nella scrittura ogni parola è importante e quindi mi sono soffermata a ragionare su queste tre. La prima, sentimento, mi fa venire in mente istantaneamente Mycroft, che spesso ripete al fratello quanto i sentimenti siano pericolosi. Non solo perché potresti soffrire per un rifiuto o qualcosa di normale e banale che può accadere in una relazione, bensì perché con un lavoro come quello che svolge l’investigatore, le persone che vuoi bene rappresentano i tuoi punti deboli e potrebbero essere usati contro di te. Il desiderio invece credo sia legato al sesso. E Sherlock è sempre risultato ambiguo in questo campo. Dal telefilm possiamo estrapolare che le donne non sono affar suo, e che è sposato col suo lavoro. Non sono giunta ancora a formare un’opinione conclusiva su questo, ma credo che in generale lui veda il sesso come una perdita di tempo e anche come una limitazione della propria volontà-libertà. La parola contatto ad una prima lettura l’avevo associata sempre all’ambito del desiderio, quasi fosse un sinonimo. Io ho già letto anche il secondo capitolo, quindi potrei essere condizionata anche da quello, e appunto pensandoci meglio, credo che per contatto si intenda che una persona avverta la necessità di trascorrere tutto il tempo con la propria metà. Tanto che la lontananza porta una grande sofferenza.
Delle poche storie che ho letto, questa soluzione della macchiolina che si può coprire con l’anello, è quella che preferisco. Nessun segno enorme ed evidente come un tatuaggio sulla fronte. Poi l’anulare sinistro, il nome risulta essere una specie di fede nunziale impressa sulla pelle, è tanto romantico. Un’altra cosa che ricorre, giusto una piccola curiosità, è che Sherlock nonostante abbia un’indole decisamente curiosa, è sempre colui il quale rifugge dallo scoprire chi si cela dietro questi segni, mentre John in genere è rappresentato come quello che invece va alla ricerca disperata dell’altro.
Qui appunto Sherlock non vuole scoprire niente e copre tutto come meglio può. Fino a quando non entra a far parte della sua vita John Watson, “a passo di marcia” da buon militare che si rispetti” e rappresenta quella fastidiosa tentazione a scoprire il nome che si cela sotto il metallo dell’anello. Questo addirittura pochissimi giorni dopo che Holmes l’abbia conosciuto, perché in realtà gli è piaciuto dal primo istante quell’uomo.
Un ultima cosa che ho notato è stato che John è praticamente comparso alla fine, è l’ultima parola del prologo, eppure è come se fosse stato il protagonista fin dal primo rigo.
Questo prologo per la sua struttura poteva benissimo essere una flashfic (è breve, ma non ho contato i caratteri) a sé. Ovviamente siamo tutti entusiasti che ci sia un proseguio.