Recensioni per
Bentornati in quest'altro inferno
di LeanhaunSidhe

Questa storia ha ottenuto 501 recensioni.
Positive : 501
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/11/22, ore 13:29
Cap. 32:

Inizio e dialoghi molto interessanti e per certi versi simili al doppiaggio con cui siamo cresciuti, quasi aulici. Ansioso di vedere la vera lotta.

Recensore Master
11/11/20, ore 15:15
Cap. 32:

Carissima, ciao!
Questo capitolo è stato davvero spettacolare sotto molti punti di vista, primo fra tutti il suo impicit, questo ricordo che ha un sapore amaro e dolorosissimo per Haldir.
Hai saputo trasmettere alla perfezione la terribilità di quei momenti e soprattutto l'analisi fredda e lucida che il domatore delle anime dei viventi fa nel ripensare a quanto accaduto. Ora, a mente fredda e a posteriori, si rende davvero conto degli sbagli che ha commesso e di ciò a cui ha rinunciato. Ha lasciato che l'odio e la sete di vendetta lo sopraffacessero, rendendolo schiavo di se stesso e facendogli frapporre il suo desiderio di azzannare Zeus a quello di salvare i suoi figli e fidati compagni d'armi. Col senno di poi, si rende conto che avrebbe potuto salvare i suoi figli, che gli sarebbe bastato voltarsi e correre in loro aiuto, che gli sarebbe bastato tornare lucido, calmarsi, lasciare che le nebbie della sua rabbia si dissipassero. Sarebbe davvero bastato un nulla per consentirgli di salvarli, anziché condannarsi a un destino crudele e terribile, sia per loro che per lui, e che è reso ancora più brutale dall'essere arrivato troppo tardi; perché Haldir si rende conto, a un certo punto, che i suoi figli sono in pericolo, rinviene dalla sua furia animalesca e comprende. Ma ormai è troppo tardi. Cerca di salvarli, ma non può, perché non è più il momento. Quello è passato mentre lui era perso nel suo odio. Ed è davvero struggente tutto questo, così come è struggente e doloroso assistere insieme ad Haldir alla trasformazione in Perduti dei suoi figli, tenendo tra le braccia Arkai, che ne diventerà poi il capo. Sotto i suoi occhi, il suo miglior combattente, il suo fido, si tramuta pian piano in un essere terribile e privo di raziocinio, mosso solo da istinti primordiali. Ed è logorante, ma tragicamente realistico, l'abbandono con cui Haldir si offre a loro, con cui concede ai suoi figli di poter prendere la sua vita, ammettendo le proprie colpe e divorato da essere. Ed è interessante che Zeus decida di salvarlo solo per prolungare la sua agonia e punirlo con la vita: perché, sì, non sempre la morte è la peggiore delle punizioni che si possono infliggere, e per un essere immortale come Haldir è di gran lunga peggiore restare in vita, a guardare sempre in faccia le conseguenze dei suoi errori e dover combattere contro di esse, piuttosto che spegnersi per sempre.
Haldir è costretto a convivere con i sensi di colpa, con il dolore di vedere i propri figli tramutati in esseri ignobili, di combattere contro di loro, di tenerli rinchiusi, in una punizione infinita che non hanno meritato e di cui non hanno colpe.
In tal senso, il termine Perduti con cui vengono appellati assume ancor più significato e si tinge di sfumature nuove: non sono perduti solamente perché non sono più Dunedain e perché hanno perso la loro razionalità, ma sono perduti perché è così che sono per Haldir: figli persi, smarriti, perché lui li ha lasciati indietro quando invece avrebbe dovuto renderli la priorità. Il termine con cui sono appellati assume una connotazione affettiva che rende tutto ancora più tremendo.
E questo ricordo ci trasporta poi alla storia e al momento presente, un momento in cui Haldir prende una decisione difficile, ma necessaria: decide di creare un'arma che possa uccidere Arkai, in modo da rendere più agevole l'eliminazione totale e definitiva dei Perduti. C'è una sorta di maturazione, da questo punto di vista: è verto, Haldir è palesemente stanco di queste cicliche lotte senza fine, ma il fatto che abbia deciso proprio ora di tentare di porvi fine definitivamente la dice lunga. Il suo è sicuramente stato un cammino di accettazione, che lo ha portato a decidere di essere pronto a lasciar andare quei suoi irrecuperabili figli. Credo che il loro essere confinati (e riconfinati) fosse necessario, ma anche voluto, come se Haldir non fosse pronto a dire loro addio, come se pensasse che non meritassero la morte, dato che quella condizione era solo ed esclusivamente colpa sua (ed èp vero che non nasce un Kiki in tutte le generazioni, ma non credo neppure che questa sia la prima volta in cui si è venuta a creare un'occasione del genere). Ora è pronto a fare questo passo, e con dignità va a consegnare la sua arma a uno stupefatto Kiki.
I motivi per cui il ragazzo può brandirlo sono realistici e ben motivati, soprattutto se si pensa al temperamento di Kiki rispetto a quello degli altri Cavalieri: mentre loro si sono rifugiati nelle loro case, rifuggendo a priori la vita e quindi facendo una scelta facile e comoda, lui invece la vita l'ha conosciuta, l'ha assaporata e poi ha deciso di tornare indietro, in nome di una fedeltà che si è scelto e non autoimposto. E questo lo rende forte, solido, saldo e tenace, gli dà una connotazione in più che i suoi compagni non hanno e questo, unitamente al suo smisurato Cosmo, gli consente di poter brandire l'arma che potrebbe porre fine a tutto questo. Ciò che lo aspetta non è affatto un compito semplice, come più avanti ci svela Imuen: per Kiki si prospetta un'impresa ardua e pericolosa, che potrebbe avere risvolti tragici.
In tutto questo, apprezzo moltissimo che Zalaia abbia deciso, senza tentennare troppo, di accompagnare Kiki in quest'impresa, per aiutarlo e proteggerlo, soprattutto sapendo che il pugnale potrebbe renderlo umano, privarlo di quella parte di Dunedain per cui ha tanto lottato, per cui ha faticato, per rendersi uguale agli altri del suo branco, per essere accettato. La sua accettazione denota la maturità di questo personaggio, che non solo è pronto a lottare al fianco di una persona con cui ha sempre avuto una sorta di rivalità, ma perché è pronto anche a rinunciare a una parte importante di sé, quella che è preponderante, perché tra i Dunedain ci è cresciuto ed è così che si sente. Ma lui è pronto a prendersi il rischio per un bene superiore. In tal senso, l'addestramento con Cancer potrebbe davvero salvargli la vita: se si ritrovasse umano in mezzo ai Perduti, senza idea su come controllare il proprio Cosmo, sicuramente farebbe subito una bruttissima fine. Ora, invece, ha una doppia arma nel caso non perda il suo lato Dunedain, ma anche un bottone salvavita nel caso in cui invece accadesse. Inutile dire che sono davvero trepidante di leggere di Zalaia e Kiki insieme nella battaglia.
Ultima nota di merito: il rapporto tra Zalaia e suo padre, che sai sempre rendere divertentissimo, ma anche molto profondo. Tra i due c'è tensione, c'è odio, c'è rabbia, eppure c'è anche qualcos'altro che si sta facendo pian paino strada, come quando Cancer si rammarica di non poter recuperare il rapporto con il figlio in quattro giorni e guarda quasi invidioso il legame che ha con Imuen, come quando Zalaia lo invita ad andare al campo con lui, in quella che pare una sorta di tentativo di riavvicinamento. Procedono a piccoli passi, ma procedono, e tu mostri tutto questo in mezzo a scene divertenti, ma mai fuori posto.
Tantissimi complimenti, mia cara: ho davvero amato questo capitolo, intensissimo e preparatorio. La guerra è vicina e la sua ombra si percepisce chiaramente.
Un abbraccio e alla prossima :)

Recensore Master
02/02/20, ore 19:50
Cap. 32:

Eccomi per lo scambio del giardino di EFP.
Il flashback l'ho trovato perfetto e adatto per l'occasione vediamo la sconfitta e nel contempo la nascita del male che stanno affrontando e anche l'impotenza che ha avuto nell'assistere a tutto questo davvero magnifico.
A Kiki è stata data un'arma che, praticamente, potrebbe porre fine alla guerra ma solo se ne sarà in grado mi è piaciuto come ha citato quei tre saint e di come Mur, a sentirsi chiamato in causa, sembrava volergli replicare.
Zalania che invita il padre all'accampamento non mi ha stupito di più non me l'aspettavo mi sa che il cavaliere dei pesci terra l'incazzatura per molto tempoo.
Ciaoo e alla prossima.

Recensore Master
26/01/20, ore 11:02
Cap. 32:

Ormai è palese che siamo entrati nella parte più importante della storia. I Dunedain, e Haldir in primis, stanno ormai preparando tutto per quello che sarà un attacco deciso e risolutivo.
Bello...oltre ogni immaginazione il dialogo che il domatore di anime fa a Kiki, il giovane Ariete che sa cosa significa amare perché si è immerso totalmente nel mondo degli uomini rinsaldando così la fedeltà in Athena.
È stanco Haldir...il peso della colpa grava da troppi millenni sulle sue spalle, forse è tempo di trovare pace anche per lui.
Il ruolo di Kiki diventa centrale per l'intera vicenda, il cavaliere dell'Altare dovrà farsi carico di compito importante e rischioso, la risposta a quella richiesta va ponderata.
Imuen mette al corrente Zalaia, grossi rischi ci sono anche per lui, ma il giovane lemuriano necessita di un appoggio e un aiuto dal migliore tra loro.
Zalaia accetta, e forse in questo frangente è maggiormente evidenziata la gelosia di Death nei confronti di suo figlio e del rapporto stretto che ha con colui che considera a tutti gli effetti il suo mentore.
Non è facile per tipi con il loro carattere manifestare sentimenti ed emozioni. Resta, vorrebbe urlargli Deathmask, trattienimi vorrebbe suggerirgli Zalaia. Nessuno parla, sguardi bassi e animo inquieto. Poi...è il più giovane a fare una proposta inattesa, che getta in qualche modo un'ancora che Cancer afferra con i suoi soliti modi bruschi e per niente cortesi.
Recarsi insieme a lui al campo dei Dunedain, e magari assaporare un po' la quotidianità che ha vissuto suo figlio.
Intravedo uno spiraglio di luce tra questi due...e ne sono molto felice.
Inutile che ti dica, che palpito e sussulto ad ogni capitolo ormai, giuro...è un crescendo di emozioni. Davvero grazie per averci regalato un così bel racconto che merita sotto tutti i punti di vista. Alla prossima mia cara.

Recensore Master
16/01/20, ore 18:39
Cap. 32:

Ciao Leahn!

Perdonami se ci ho messo tanto questa settimana! ><
E quindi il capo dei perduti è – dovrebbe essere – Arkai, una figura che pure se nel ricordo del Dunedain ha in sé un insieme di tragicità e terrore. Come ogni buona storia epica che si rispetti lo scontro più doloroso è tra ex amici, alleati o, come nel caso specifico, contro il nostro migliore allievo. In questo senso Haldir in questo capitolo mi è parso terribile umano e stanco, sfinito per questa lotta quasi eterna che pare averlo prosciugato. Mi piacciono tanto le motivazioni per cui Kiki può brandire il pugnale: effettivamente hai preparato bene questo passaggio di trama, presentandoci fin da subito un personaggio dedito a vivere la vita e non a isolarsi. In questo senso, la bordata che viene lanciata a Mu e in generale a tutti i cavalieri rispecchia profondamente quanto venga considerato facile rinunciare alla vita vera senza averla mai provata e quanto Kiki sia eccezionale, cosa ribadita in più capitoli ma mai ridondante o fastidiosa.

Il fatto però che Zalaia e Imuen discorrano sul pugnale e che Zalaia rischi di diventare umano, se ho ben capito, mi lascia un po’ (piacevolmente) sgomenta. Mi aspetto a questo punto un momento di grande angst nella scena che vedrà il mezzosangue dover combattere per aiutare l’altro, però penso anche che l’allenamento con Cancer ha proprio lo scopo di rendere Zalaia forte anche con la sua parte umana. Deathmask potrebbe permettergli di salvarsi. E da ultimo, loro, eccoli. Zalaia e Deathmask, padre e figlio che ancora vivono un non rapporto. Anche qui, mi piace che ci sia una parziale, microscopica intesa. È bello vedere Cancer tirarsela pure pestato come una zampogna, sono fantastici questi grugniti che caratterizzano le loro amene conversazioni. La battaglia si fa sempre più vicina e io non vedo l’ora di potermela godere, mia cara!
Un caro saluto e a presto,
Shilyss :*

Recensore Master
14/01/20, ore 10:14
Cap. 32:

Ciao!

I tormenti di un lontano passato fanno di nuovo capolino nei sogni di Haldir, rimpianti per la fine di Arkai, sul quale la vendetta degli olimpi è stato addirittura peggiore che quella riversata sul gemello di Imuen, costretto a continuare a vivere dal padre degli Dei in persona, con la consapevolezza di aver condannato molti dei suoi a divenire Perduti. Ma ecco che una nuova decisione viene presa, sotto forma di arma, un magnifico pugnale da affidare a Kiki per mettere fine una volta per tutte all'esistenza (e alla sofferenza, molto probabilmente) di Arkai affinché affrontare il potente nemico di questa storia possa risultare più semplice. Kiki, riluttante, accetta ma non sarà da solo in questa impresa; Zalaia dovrà accompagnarla e proteggerlo per il suo attacco al cuore dello schieramento nemico in una rischiosissima missione che sa tanto di attacco kamikaze! Ah ma aspetta, ci sarà anche Death Mask il quale finalmente sembra essere riuscito a venire a patti con la rabbia del figlio? Tremate Perduti, ora sono cavoli vostri! DM domina! XD
Noto con piacere che la maggiore scorrevolezza e chiarezza dei capitoli sia diventata una costante, benissimo! Ci si vede al prossimo capitolo!
Un saluto e a presto,
Will D.

Recensore Veterano
07/07/19, ore 13:11
Cap. 32:

Ciao! Inaspettatamente sbuca un'arma in grado di uccidere il capo dei perduti e rendere l'opzione di una vittoria non più così campata per aria; peccato che questa arma debba essere brandita da Kiki, con tutti i rischi che ne conseguono. Dubito che Seleina sia d'accordo e che lascerà andare il fratello adottivo in battaglia senza di lei, anche se ci sarà Zalaia ad accompagnarlo. Quest'ultimo sembra aver firmato una sorta di tregua con il padre ( anche se non smette di pestarlo a dovere ): forse ne è incuriosito, forse vuole dargli una chance di ricucire, sta di fatto che Deathmask dei trova invitato all'accampamento Dunedain. Dove ritroverà anche Mnemosine, suo indimenticata amore...nell'ultima recensione mi ero dimenticata di dirti che mi era piaciuto tantissimo quando Cancer aveva detto a Zalaia che lui non era stato un errore; molto dolce, a modo suo ( visto che poco dopo gli rifila una sberla ). Attendo con ansia il seguito!