Recensioni per
Vite Intrecciate-Seconda Parte
di ValeKikyo

Questa storia ha ottenuto 36 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Nuovo recensore
29/12/20, ore 15:03
Cap. 35:

Devo dirlo, mi mancherà questa storia, dentro di me spero in un piccolo spin-off con un piccolo time skip magari per vederli completamente adulti. Molte cose, per quanto la trama mi piacesse, non mi sono esattamente piaciute. Può essere scontato ma inizierei con le ship, la più 'wtf' è la Carmen x Sakura è una rare ship che non ho mai presa in considerazione, quindi non ho nessun parere. Le ship da me più 'disprezzate' mettiamola così erano la usuk e la franada, ma quest'ultima mi piaceva più dell'altra perché aveva un buon contesto, buon sviluppo vedendo i due caratteri. La usuk è quella che mi è piaciuta molto meno, sia normalmente non mi piace come ship,la reputo abbastanza toxic, pedofilia e incestuosa, ma leggendo un po' delle tue altre opere questi dettagli non sono molto importanti, quindi mi focalizzo solo su questa fanfic, per quanto mi riguarda non è stata sviluppata bene, insieme alla Rochu e alla aushun, mi sembrava molto basata sul sesso che sui sentimenti, non ho sentito molto calore, ma erano personaggi secondari quindi l'ho accetto. Fine parte sulle ship ora passo alla trama, penso che su alcune cose si potevano spendere più parole, tipo sul passato di Sakura, Arthur e Francis che sono state lasciate a interpretazione, anche perché sul secondo non si saprà mai come hanno reagito i suoi genitori al suo coming out, avrei speso più parole nel capitolo dove Ludwig e Gilbert affrontano il padre, magari non farlo frettolosi così ma che si sarebbero spostati a casa per parlare. Anche perché vedere un Ludwig così alle prime mi fece storcere il naso, con questo si sarebbe chiuso definitivamente il suo passato, ma mettendolo così sembra che qualche traccia sia rimasta. Ma a parte queste critiche non ho nient'altro da dire che il contesto mi è piaciuto molto, un gakuen au molto alternativo, mai visto, incrementando rare ship e ship etero, spero di leggere altri tuoi libri in futuro, continua così e buon'anno nuovo! ;) (scusa per eventuali errori di grammatica)

Recensore Master
22/11/20, ore 19:51

Ebbene, eccomi qui!
Di solito evito di lasciare recensioni negative. Se un contenuto non mi piace, lo ignoro perché credo che - in linea di massima - il gusto sia soggettivo. Ciò che a me può non piacere, altri possono amarlo; non spetta a me ergermi a giudice morale e dire che questo si fa e questo non si fa. Se ho deciso di scrivere questa recensione è perché credo in due cose fondamentali: (1) che questo capitolo faccia apologia del nazismo in maniera becera ed imbarazzante, (2) che non vi fosse una reale intenzionalità da parte tua e che - semplicemente - il tuo sia stato uno scivolone.
Mi spiegherò perché, com'è naturale che sia, non posso fare un'accusa così grave e non giustificarla.
Ho letto il capitolo. Tre volte. Ed onestamente trovo che lo stratagemma di parlare di cimeli di famiglia per avvicinare la gerita ed - in qualche modo - dare a Gilbert un momento di bonding col nonno sia carino. Soprattutto la seconda parte del capitolo la trovo fatta molto bene, lineare e coerente con i personaggi. Il problema sono, ovviamente, gli oggetti con cui hai deciso di veicolare queste due scene.
Le croci di ferro non sono un oggetto neutro. Sono un simbolo della Germania nazista ed, in particolare, instistere sul fatto che entrambi gli avi fossero delle SS rende ancora più problematico il contenuto che stai proponendo. Come hai detto tu sono una sorta di medaglia al valore ed esistevano ben prima del nazismo; personalmente non ci avrei trovato nulla di male se fossero state date a questi avi durante la ww1 o per altri meriti militari. Ma, come hai detto tu, loro sono stati premiati proprio per essere stati dei "bravi" nazisti. Perciò, quelle croci di ferro non sono affatto degli oggetti positivi ma rappresentano uno dei momenti peggiori dell'umanità e più neri della storia.
Ma  - c'è un "ma" - non è la loro presenza in questa storia a farmela criticare così aspramente. La presenza di oggetti negativi o particolarmente problematici non rende sbagliato questo capitolo; può essere interessante e portare alla riflessione. Si può fare un discorso circa il peso che ogni famiglia continua a portare a distanza di decenni. Potevi parlare di come la famiglia Beilschmidt soffrisse ancora per quello che era successo, che lo tenessero nascosto o comunque fosse una macchia che continua a creare difficoltà perché la gente li giudica proprio per via di un passato del genere.
Il problema è che tu non lo fai.
Cioè, ma che mi rappresenta un Ludwig che dice "si non ne vado fiero, ma non lo butto perché, dai, è originale della seconda guerra mondiale la posso regalare a mio figlio"? Niente. Non mi rappresenta niente. Questa cosa è profondamente sbagliata. Una persona che ha avuto un parente nazista (o fascista) e ne prende le distanze, non accetterebbe mai un simile oggetto nella propria vita, nella propria casa, tra le mani di eventuali figli. Perché quello è un oggetto anzitutto celebrativo ma che, soprattutto, se conservi, dimostri di esserne fiero anche tu.
E qual è la scusa di Ludwig per tenerlo poi? Testuali parole dal capitolo: "me l'abbia data per farmi capire che tiene a me...non è il tipo di affetto che si vorrebbe da un genitore ma...è pur sempre affetto...anche se non sono certo fiero di avere il suo sangue nelle vene". Cioè.
Ma che significa un frase del genere? Ma quello è un simbolo nazista! Il tuo avo l'ha ottenuta perché era un nazista! Non è un oggetto neutro o comunque - che ne so - molto antico, tipo una pistola. E' una croce di ferro. E' sbagliato tenerla ed è sbagliato fargli dire "vabbè dai". 
Soprattutto, è sbagliato - da parte tua, come autore - far credere al lettore che questa cosa sia una cosa carina o quanto meno commuovente. Non lo è. Non lo sarà mai. Non fa commuovere nessuno. E' cattivo gusto e basta.
Ci tengo a spiegare, però, che questo non è il momento più basso e controverso della storia. Ce ne sono due che onestamente ritengo più gravi.
Il primo è anzitutto tutto il discorso che Felicia fa. Questo è chiaramente apologismo. Mi dispiace, ma lo è: tutto il discorso che fa sul fatto che sia come una medaglia al valore, che c'era anche prima come simbolo e che non per forza debba avere un valore negativo è profondamente sbagliato. Ma anche a livello logico: se la croce di ferro fosse stata della prima guerra mondiale, le avrei dato ragione ed avrei detto "ma è vero, è della grande guerra e sono stati i nazisti ad appropriarsene; lo hanno talmente tanto infangato che ora non la usano più". Il fatto, invece, che sia stata conferita durante la seconda guerra mondiale e chi l'abbia ricevuta non fosse un cavolo di soldato semplice ma una caz*o di SS rende tutto molto giustificabile. Scusa, eh. Ma come fai a dire "non c'è niente di male a possederne una"? Durante il nazismo, forse; ma ai giorni nostri mi pare essere un gran bel problema. Soprattutto se non fai collezione di medaglie. 
Per non parlare, poi, del discorso che fai sui partigiani. Anche quello, davvero tanto apologetico. Vuoi davvero paragonare gruppi autonomi composti da disperati che stavano in mezzo alle montagne senza manco una mezza idea di chi ci fosse oltre a loro ad un caz*o di regime dittatoriale che ha ucciso tra i 15-17 milioni di persone come risultato diretto dei processi di "arianizzazione" promossi dal regime nazista? Onestamente, è davvero un paragone calzante? Tu pensi che lo sia? Perché a me pare una bella pecionata. Non starò qui a glorificare i partigiani, a dire che sono eroi; perché non penso lo siano stati: erano uomini e donne che vivevano in un periodo di merda e che hanno fatto quello che hanno potuto, magari non sempre nel migliore dei modi. Ma, in linea di massima, penso si possano perdonare dato che avevano come avversari gente armata, organizzata, che poteva ammazzare loro e tutto il quartiere dentro cui vivevano.
E il punto è che Felicia avrebbe anche potute dirle queste grandissime stronz*te ma spettava a te - come autrice - prendere una posizione nella storia e fare capire al lettore quanto questo fosse sbagliato.

Invece tu, come autrice, non hai minimamente condannato quello che dice. Ed è sbagliato. E' sbagliatissimo. 
E non è nemmeno finito il capitolo.
Cioè.
Che poi, il pezzo di Gilbert - lo ripeto - è anche carino, l'ho trovato gradevole, scritto bene, anche abbastanza fluido. Il problema sono sempre queste stramaledettissime croci di ferro. Ma perché ai giorni nostri un nonno dovrebbe regalare ad un nipote /che sa che non è nazista) (Gilbert non mi è parso tale, almeno) una croce di ferro? Perchè? Cioè, capire se fossero entrambi membri dell'estrema destra tedesca che rievocano il nazismo e sbandierano ste cose come se ci fosse da andarci orgogliosi? Ma questo qui, l'hai detto pure tu, se ne voleva sbarazzare.
Cioè.
Ma allora perché la regali? Perché Romolo ti ha detto che "nonostante tutto la dovevo tenere, che era pur sempre un cimelio di famiglia"? cioè ma oooOOOO non è un cimelio di famiglia! La vecchia bambola della nonna è un cimelio della nonna, orecchini, collane, poltrone, fotografie, quadri e magari pure una casa sono cimeli di famiglia. Non sta roba. E' sbagliato. E' di cattivo gusto, ma in una maniera imbarazzante. E la cosa che mi uccide è che non hai nemmeno specificato il come e il perché questi ipotetici avi hanno ottenuto queste onorificenze. Tutto il discorso che Winfred fa intorno alla figura del padre è superficiale e troppo frettoloso. 
Come autrice avresti quanto meno dovuto farci un approfondimento, renderlo più credibile; non hai fatto niente del genere, invece. Sta croce viene praticamente lanciata a Gilbert che - tra l'altro - arriva perfino a dire "eh in passato avrei voluto mio padre mi volesse bene e mi regalasse una croce". Fra, ma questo è sbagliato. E' sbagliatissimo.
Cosa dovrebbe significarmi? Che l'educazione del padre ha compromesso così tanto Gilbert che è convinto che ricevere una cosa del genere sia una forma d'affetto? Può essere (e magari era quello che volevi fare; dato che lo stesso Ludwig sembra contento che il padre lo abbia premiato in questa maniera). Ma questa è una cosa che dire problematica è dire poco. Sti due non stanno bene nel pensare una cosa del genere: l'educazione paterna li ha portati a credere che sia una cosa bella e motivo d'orgoglio fare una cosa del genere. Io, lettrice, che leggo ste cose posso giusto pensare "ma salvateli, aiutateli".
In conclusione, penso che quest'ultimo capitolo sia stato davvero di pessimo gusto.
Onestamente? Penso tu possa fare di meglio e spero tu possa continuare questa long così da dimostrarmi che ho perfettamente ragione a credere che sia stato un semplice abbaglio.
mughetto