Recensioni per
La vita vera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 53 recensioni.
Positive : 53
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
26/04/20, ore 19:37
Cap. 3:

Se non fosse per il fatto che la discesa agli inferi del personaggio è stata così lucida che anche se non fa necessariamente pena si finisce per simpatizzare con Rizzelli, si direbbe quasi che il finale è la sua punizione. Ma la verità è che, come per tutte le dipendenze esistenti, il conto più alto lo paga sempre chi ama e circonda queste persone. Come Laura e le ragazze (praticamente mai comparse, ma sarebbe interessante un seguito con le due adulte per capire come ciascuna di loro ha affrontato la cosa). Bello vedere anche come comunque Rizzelli fosse stimato al lavoro e della sua cieca fiducia nella possibilità di vincere e dell'energia che gli da la sfida.
Una storia che mi ha veramente appassionato e sicuramente molto più drammatica del "Mondo dell'amore". Perchè tremendamente vicina alla realtà.
Sarebbe bello se un giorno (forse l'hai già fatto ma non ho ancora esplorato affondo la tua pagina) scrivessi qualcosa anche per altre dipendenze. Perchè sei riuscito a creare personaggi e trama senza eccessiva retorica e dando il giusto spazio a tutti.
Grazie per averla scritta :)
Alla prossima!

Recensore Junior
07/04/20, ore 22:39
Cap. 2:

Non è facile concentrare una dipendenza che svuota una persona in un solo capitolo ma ci sei riuscito. La velocità con cui a volte si viene consumati da un male è incredibile. Io che tendo a essere lenta e indugiare molto ci avrei messo un botto di capitoli, ma proprio per questo mi affascina questo concentrato in cui si capisce tutto in pochi dettagli.
E alla fine viene pure "beccato" dalla moglie! Vedremo cosa accadrà!

Recensore Junior
31/03/20, ore 16:01
Cap. 1:

Ok eccomi ancora una volta su una storia diversa ma questo primo capitolo mi ha proprio entusiasmato! L'avevo scelta tempo fa perchè la tematica delle dipendenze (ulteriore degenerazione delle ossessioni umane) mi piace molto ma sono poche quelle che trattano del gioco d'azzardo, forse perchè molto scomodo.
Davvero hai studiato così tanto per scriverla al punto da intrufolarti ad un corso?! Complimenti davvero!
In questo primo capitolo mi è piaciuta molto la delineazione dei protagonisti. Ho subito empatizzato con Rizzelli, che da fuori può sembrare "mediocre" immagino, ma guardando dentro si vede che in fondo è come tutti noi, con sogni e desideri. Materiali, ma sempre di sogni si parla. Anche la moglie mi piace e anche come è costruita tutta la famiglia: le figlie che andranno all'estero, i gioielli, si capisce perfettamente che pur essendo brave persone normali, danno molta importanza all'apparenza.
Prevedo che questo non porterà niente di buono....

Nuovo recensore
28/12/19, ore 13:57
Cap. 3:

Siamo arrivati all'epilogo, e lascia proprio l'amaro in bocca. Alla fine a rimetterci più di tutte sono le donne della sua famiglia, la moglie che è stata anche troppo brava a non divorziare e le figlie che potevano aspirare a un futuro migliore. So che alla fine la ludopatia è una malattia ma non posso proprio far a meno di provare rabbia per rizzelli e pensare a quanto sia stato dannatamente egoista. "la vita vera", ma forse non si rendeva proprio conto che avere un lavoro che ti permette una vita dignitosa, una moglie che lavora e delle figlie con giuste ambizioni sono ricchezze per cui tante altre persone ucciderebbero. Ma veniamo a considerazioni sullo stile narrativo: mi piace come il narratore adotti la prospettiva del protagonista, creando un senso di straniamento e facendoci capire come lui provi quasi disgusto per le persone che vogliono aiutarlo. Per il resto non ho trovato errori, la scrittura è sempre scorrevole e piacevole ma questo te lo avevo detto di già anche leggendo altre tue storie. Mi è piaciuta nel complesso, ti sei informato e sai di quello di cui parli, anche in termini legali.

Alla prossima

Recensore Master
27/12/19, ore 04:54
Cap. 3:

Rieccomi Old! Di grande valore istruttivo e simbolico, questa storia. Alla fine il nostro comincia a stagionale, è completamente preso nel suo delirio di onnipotenza, la vincita del secolo è quasi lì, a un passo... E invece il passo finale è perdere veramente tutto, anche la bella macchina che possedeva (e proprio dal sogno di una nuova auto era nato tutto questo), e soprattutto la possibilità di condurre una vita autonoma. Che dire, se la vita vera è questa, meglio andare in giro coi vestiti dei cinesi ma sulle proprie gambe. Un'altra bella storia scritta egregiamente, perfettamente documentata e credibile. Un personaggio che è e rimane a tutto tondo, senza ripensamenti, calato fino in fondo nella follia che lo pervade. Ancora complimenti e alla prossima.

Recensore Master
27/12/19, ore 02:02
Cap. 2:

Ciao Old! Col favore della notte, rieccomi qui. Trovo eccezionale il modo in cui stai descrivendo la discesa nell'incubo di quest'uomo: l'ossessione che lo coglie e lo trasporta fuori dalla realtà, in un mondo parallelo di scarabei e faraoni che frullano e la vincita è sempre dietro l'angolo, così vicina e al tempo stesso così inafferrabile. Scritto magistralmente, in un avvicendarsi di dialoghi serrati e rovelli mentali che tengono il lettore col fiato sospeso... E quelle cifre da capogiro che finiscono ingoiate dalle macchinette senza possibilità di ritorno, sempre nell'attesa, nell'illusione, nella convinzione di poter fare il colpo grosso. Dico una banalità, ma il cosiddetto vizio del gioco è proprio come una droga, capace di trasportarti in un analogo mondo artificiale dove, in questo caso, il denaro cade giù dagli alberi. E invece il conto in banca (anzi, i conti in banca) vanno in rosso e le mogli finalmente s'insospettiscono e mangiano la foglia. Tra poco ci sarà senza dubbio la resa dei conti....
Scrittura come sempre perfetta, adatta al contesto e capace di avvincere il lettore e di costringerlo a leggere d'un fiato, tanto è il desiderio di sapere come andrà a finire. Ormai non so più che dirti perché il tasto "Complimenti" si sta consumando...

Nuovo recensore
23/12/19, ore 18:16
Cap. 2:

Eccomi ;)
Volevo aspettare di leggere l'altro capitolo per lasciare una recensione ma avevo paura di dimenticare le cose che ho notato qui.
Il Corsivo. Sì può sembrare un elemento superficiale ma in realtà dà un tocco in più, perché quando trovo la parola in corsivo mi immagino il protagonista ripeterla nella propria mente dandogli particolare enfasi. La divisione in paragrafi va benissimo, aiuta a staccare da ciò di cui si sta parlando. Si vede che hai fatto ricerche, sembra proprio che tu sappia esattamente come si sente chi viene trascinato in questa dipendenza. Poi la visione un po' cinica del protagonista, il senso di alienazione che prova per la sua vita monotona e per quella altrui conferisce senso a questo bisogno spasmodico di giocare, di tentare la fortuna.

Al prossimo capitolo, che leggerò appena ho tempo!

Nuovo recensore
20/12/19, ore 23:06
Cap. 1:

Ciao ;)
Sono incappata in questa storia perché ammetto, sono una persona abitudinaria su elementi come le lettura e dopo aver scoperto un autore che ha scritto cose interessanti vado in cerca di letture lì. Mi piace il tema che hai scelto, diverso dalle due storie che avevo già letto tempo fa (una horror e una sulla guerra, entrambe con protagonisti dei soldati tedeschi). Non è facile passare da un romanzo storico a un tema di attualità quindi un punto perché sei eccletico. Apprezzo molto anche la terminologia usata, le parole gergali ecc. perché rendi il tutto più verosimile e permetti ai lettori di adottare il punto di vista dei personaggi. La storia in sé: forte, questa idea di volere una vita diversa, migliore, soprattutto sul piano materiale. Il fantasticare sul lusso anche come maniera per evadere da un'esistenza che forse va stretta. Penso sia un dettaglio che ci permette di comprendere, nei capitoli successivi soprattutto, le azioni del protagonista invece che limitarci a pensare: "ingenuo, andrà a rovinarsi con le sue mani".
Poi sei stato coraggioso a scegliere la dipendenza da gioco o ludopatia, che viene curata anche al sert, perché spesso la persona affetta non gode (in letteratura o cinema) della stessa popolarità di chi è affetto da altre problematiche. Non che una dipendenza sia affascinante, ovvio, ma si legge più di romanzi o storie su tossicodipendenti (sulla scia dei ragazzi dello zoo di Berlino), quindi il tuo è un argomento non da cliché. Ho letto solo un capitolo quindi dovrai aspettare che prosegua per avere una opinione più precisa. Continueró a seguirla, così magari mi stacco un po' dal genere horror che leggo quasi sempre.

Alla prossima

Recensore Master
03/12/19, ore 18:29
Cap. 3:

Povera Laura, e povere figliole.
Tre donne sventurate, rovinate affettivamente e materialmente da un uomo meschino e debole, traviato da una dipendenza.
Non può esserci redenzione: quella, bisogna meritarsela dopo aver preso a pugni il proprio ego... cosa che un ometto come il Rizzelli non poteva essere in grado di fare.
Narcisista patologico, anaffettivo, materialista: ecco la preda perfetta per la ludopatia, ove le persone accanto sono considerate delle povere "str@@ze" (così egli chiamava la povera moglie), dove la tua casa e i tuoi beni, guadagnati con un lavoro onesto, non sono che spazzatura, dove anche un buon posto di lavoro vale meno di zero.
Se la sarebbe meritata eccome l'inabilitazione, o anche solo l'amministrazione di sostegno... ed è andata a finire che si è, per forza di cose, beccato l'interdizione.
Un vegetale attaccato alle macchine. Una cosa, lui che ha disprezzato e calpestato affetti e persone.
Un sorta di contrappasso dantesco... ha svalutato tutto ciò di bello, di pulito e di sacro della sua vita, e quindi la moglie e le sue figliole, le ha abbassate al rango di "seccature"? ed ecco che adesso è proprio LUI ad essere un peso, un fardello, un essere inerte.
Io trovo molto educativo questo tuo racconto, andrebbe fatto leggere ai giovani, andrebbe affisso in tutte le sale da gioco.
La ludopatia è maligna, ha qualcosa di luciferino, perché ti avvilisce e ti degrada.
Ottimo lavoro, come sempre, amico carissimo.
L'ho molto apprezzato!
 
(Recensione modificata il 03/12/2019 - 06:30 pm)

Recensore Master
03/12/19, ore 00:44
Cap. 1:

Ciao Old! Eccomi anche qui, a seguirti in questa ennesima avventura. Questo Rizzelli è davvero un poveraccio: se la passa in realtà più che bene ma non è soddisfatto di niente, neppure si accorge di tutto quello che ha il che equivale in realtà a essere povero in canna, povero dentro, intendo. E la famiglia che ha non è decisamente da meno: sono i classici viziati sempre con i soldi attaccati alla testa e alle mani. Fosse stato un poveraccio in canna sul serio, uno con l'acqua alla gola, avrebbe potuto anche restarmi simpatico. In realtà è solo un pollo che si lascia incantare dal miraggio dei baiuc facili, e il resto è già storia, anche se, conoscendoti, immagino ci saranno colpi di scena a palate. Ottimo inizio di storia, realistico e che affronta un tema quanto mai attuale. Anche dal mio tabaccaio sotto casa ci sono le macchinette, e c'è sempre qualcuno che ci butta quattrini. Ci sono le vecchine che comprano un gratta e vinci dietro l'altro, ma nel caso di Rizzelli siamo già sull'orlo della patologia vera e propria. Hai descritto molto bene qual'è il nodo cruciale in questi casi: quell'adrenalina che sale e di cui, a un certo punto, non si riesce a fare a meno. L'adrenalina che scorre a fiotti mentre la pallina gira nella roulette, mentre la macchinetta scorre le sue figurine, e il pensiero che forse, alla prossima puntata, la Mercedes dei tuoi sogni potrà essere tua.
Qua a Bologna cominciano a proliferare quei posti che immagino siano ad alto tasso di slot e diavolerie del genere. visti da fuori son tutti chiusi, una sorta di mondo a sé. Immagino che, una volta dentro, una perda la cognizione del tempo. Esce fuori pelato e neppure si ricorda che giorno è. Si tratta di una dipendenza bella e buona, di quelle che ti fanno prudere le mani e ti assillano la testa di giorno e di notte con lo stesso pensiero. Brutta roba, sul serio. La vedo grigia, molto grigia per Rizzelli.
Ottimo il modo in cui hai descritto le sue avventure al casinò: il lettore rimane con il fiato sospeso, seguendo il frullo velocissimo di quella maledetta pallina.

Recensore Master
01/12/19, ore 21:57
Cap. 3:

Ave of, prima che Wifi ci abbandoni, ritento recensione...epilogo tosto x una tragica storia...Dante e i suoi dannati che ci portano in deperite sfere..Icaro e dedalo...crudo e raffinato sei sempre efficace chapeau and a bow jane Queen

Recensore Master
01/12/19, ore 19:26
Cap. 3:

Carissimo, io ho sperato fino alla fine in un sussulto di dignità di Rizzelli, una soluzione, magari estrema che lo riscattasse dall'abbruttimento in cui era caduto.
Insomma ci siamo capiti: un modo elegante di togliersi dai piedi andandosene all'altro mondo.
Invece scopro che ha fatto lo stronXo egoista fino all'ultimo, mettendosi in macchina e cercando di raggiungere il Casinò.
Purtroppo i familiari si sono mossi tardi, in maniera troppo blanda e lui li ha trascinati con sé nel baratro.
Mi rendo conto che è facile esprimere un'opinione dall'esterno, certe cose bisogna viverle sulla propria pelle, perché non è facile per una moglie distruggere la propria famiglia e buttare il padre delle figlie in strada, ma bastava un pizzico di istinto di sopravvivenza in più.
È brutto che auspichi una pronta liberazione di questa disgraziata famiglia da quel peso morto che è diventato adesso? Perché purtroppo un individuo simile non mi ispira nessuna compassione o carità.

Recensore Master
30/11/19, ore 16:50
Cap. 3:

Ciao, carissimo!
Questa storia ha molti pregi: non solo la documentazione assidua e dettagliata, ma anche l'assenza di "poverinismo", di politicamente corretto, di illusioni di redenzione giusto per instillare un po' di speranza.
Per Rizzelli non c'è redenzione, è una discesa inesorabile verso il baratro con un finale che si impone come un pugno nello stomaco. Forse, come dicono anche altri, Laura avrebbe dovuto chiedere il divorzio e spedirlo a forza al Ser.T prima che le cose precipitassero, e invece si ritrova a fare da badante a un marito tetraplegico e i risparmi di una vita sperperati al gioco. Ma la sorte peggiore è toccata alle figlie, che si sono viste bruciare il futuro e dovranno, senza alcuna colpa, lavorare duro per rimediare agli errori del padre.
La tua storia fa capire chiaramente che queste patologie rischiano di rovinare non solo una persona, ma intere famiglie, talvolta in maniera irreversibile. E non c'è scusante, perché chi cade nel vortice spesso "se l'è cercata".
Davvero ben fatto, carissimo. Alla prossima!^^

Recensore Veterano
30/11/19, ore 13:35
Cap. 3:

Ciao, carissimo ^^
È stato un vero piacere leggere questo racconto, l'ho trovato molto istruttivo. Il finale è un vero pugno nello stomaco ma, del resto, il protagonista segue la strada che si è scelto.
Penso che sia un ammonimento molto forte, soprattutto la parte che riguarda la famiglia. Certo non tutti i ludopatici finiscono tetraplegici ma è verissimo che alla fine si ritrovano con il culo per terra e ci trascinano anche le loro famiglie.
Resta l'amaro in bocca soprattutto per le figlie che si vedono bruciare il futuro per l'egoismo del padre.
Ho trovato molto chiaro e forte l'intento di denuncia, sganciato nel tuo solito modo diretto, lucido e informatissimo. Si vede dal testo che il racconto è supportato da una ricerca approfondita e tanta dedizione ti fa onore.
Ancora complimenti, dunque, spero di leggere presto un'altra storia così bella.
Alla prossima! ^^

Recensore Veterano
30/11/19, ore 12:31
Cap. 3:

carissimo,
aspettavo il finale con ansia.

Potrei dire che Rizzelli ha fatto la giusta fine. Alla fine la sua passione per il gioco gli ha fatto veramente male, in tutti i sensi.

Continuo a pensare che Laura avrebbe dovuto ascoltare subito il medico, divorziare, prendersi quelle dannatissime carte da sola e spedire le figlie negli Stati Uniti.

Finisci il capitolo con l'amaro in bocca: non tanto per Rizzelli, ma soprattutto per moglie e figlie.
Soprattutto perchè fino ad un paio di mesi prima erano benestanti e dovevano andare a studiare in America.

Eh, sì, la ludopatia è una cosa orrenda (sta' sicuro che, dopo questa storia, starò ancora più attenta a non vedere un casinò- o tutte le sue varianti- neanche dipinto).

Da questa lettura sono scaturite emozini forti, e ti faccio nuovamente i complimenti per l'accuratezza con cui hai descritto tutto.

Alla prossima!