Recensioni per
La vita vera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 53 recensioni.
Positive : 53
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/11/19, ore 10:38
Cap. 1:

Eccomi carissimo, potevo mai perdermi una storia con un argomento così interessante?
Terribile la sindrome dei giocatori d'azzardo, al pari di una dipendenza da sostanze psicotrope. Mi ricordo di aver messo piede in un casino solo una volta nella vita, quando mi laureai nel 1999. Andammo a Campione e la sensazione che provai fu di tristezza. C'erano, sì, le luci, l'arredamento lussuoso/pacchiano, le belle donne in abiti da sera, i croupiers elegantissimi in smoking, e gioielli, gioielli, gioielli a profusione...
Ma c'era la solitudine del vecchietto ingobbito a scrutare la pallina sulla roulette, con indosso una giacca troppo grande per lui, con una camicia stazzonata e la cravatta male annodata.
C'era la ragazza mezza nuda dallo sguardo vitreo.
C'era la signora agée dal viso mezzo rifatto, che reggeva il calice di champagne con mano tremante.
Rizzelli non lo sa, non lo sa ancora.
Ma lui perderà tutto quanto, in primis se stesso.
Perderà non solo i suoi sogni di ricchezza, ma anche tutto quello che si è costruito col suo lavoro. 
Perché il fluido magico gli apparirà, ogni tanto, giusto per tenerselo schiavo e complice, ma gli assegni e le cambiali che dovrà firmare al casino... quelli non avranno mai fine.
La villetta, la boutique di Laura, le due automobili, gli studi universitari delle figliole: il suo "fluido magico" gli si ritorcerà contro, lasciandolo in miseria.
Una miseria morale, prima, e materiale poi.
E comunque i germi della rovina sono già in lui: ammirare e bramare un'auto di lusso, non condividere con la moglie la sua prima vincita, corteggiare la pallina che gira nella roulette.
Ecco: tutto questo tu lo stai rappresentando magistralmente.
Non posso che seguire, con apprensione, lo svolgersi di questa dolorosa vicenda.
Dico "dolorosa" a ragion veduta, perché chi è schiavo del gioco d'azzardo porta solo dolore, a se stesso ed ai suoi cari.
Complimenti, come sempre, per il tuo indiscusso talento narrativo: potresti parlare di cipolle e patate, saresti sempre avvincente, amico mio!

Recensore Master
17/11/19, ore 17:12
Cap. 1:

Carissimo, queste immersioni nella "vita vera" che ci regali sono talmente realistiche da essere spiazzanti.
Sembrano estratte dalle pagine di cronaca dei nostri quotidiani o da un format televisivo sull'attualità.
Il protagonista mi sta già salendo su per la braga, come si dice dalle nostre parti; è una persona con un buon tenore di vita, un buon lavoro (e s'intuisce che sia anche bravo in ciò che fa!), una bella casa, moglie, figlie grandi studiose e "sane".
Eppure...
Eppure non è soddisfatto, non gli basta, vuole di più.
E invece di smazzarsi sul lavoro pensa di aver trovato la scorciatoia gettandosi nel fantastico e falssissimo mondo del gico d'azzardo, seguendo la chimera di una ricchezza ottenuta senza sforzi.
Insoddisfazione, frustrazione e moralità elastica sono gli ingredienti per un potenziale disastro, mi attrezzo con zaino, corde e caschetto e mi preparo a questa discesa all'inferno! °-°

Recensore Master
16/11/19, ore 16:34
Cap. 1:

Ave Of.. mi tuffo in tua nuova e bella storia.. già il titolo è un gioco ironico tragico .. la vita intesa come gioco e lusso sfrenato..immense le possibilità che si sgranano dinanzi a una fiche..il brivido e la potenza in fieri..mondi rutilante e falsi ..si pensa di avere tutto ed in realtà non si possiede nulla. La ludopatia è davvero un dramma del nostro tempo..a la prochaine Jq

Recensore Master
15/11/19, ore 18:46
Cap. 1:

Quella da gioco d'azzardo è una dipendenza molto sottovaluta, a giudicare dalla disinvoltura con cui sono permesse pubblicità seduttive, accessi facili al web e macchiette rubasoldi nei bar.
In questo primo capitolo vengono descritte con particolarità le ambizioni del protagonista, che già di per sé appare insoddisfatto della vita che conduce. Forse il titolo che hai scelto sta a indicare quella che sogna.
Nella seconda parte dello scritto si fa più viva la seduzione sottile del gioco, grazie anche alla grossolana ma doviziosa presenza del cliente di Rizzelli.
Si inizia a parlare di magia del gioco e fluidi irresistibili, cosa che ci fa comprendere che ormai l'amo è lanciato.
Mi chiedo fino a che punto giungerà la sfortunata vittima di se stessa nella vicenda che hai scelto di regalarci.
Un'altra storia realistica e documentata, di quelle che piacciono a me.
Un bacione! :)
(Recensione modificata il 15/11/2019 - 07:46 pm)

Recensore Veterano
15/11/19, ore 18:13
Cap. 1:

Ciao e perdona il disturbo.
Riprendendo in mano questa storia ho pensato alla Monaca di Monza, sai perché?
Perché lei, come il tuo protagonista, ha tutte le carte in regola per una svolta drammatica nella sua vita, manca solo l'assenso.
Alessandro è un uomo frustrato che peferisce concentrarsi su ciò che non può avere piuttosto che sulla "vita vera" cioè su quello che ha. I soldi apparentemente facili sono una tentazione troppo forte, e lo sventurato risponde. Sono molto curiosa di leggere come proseguiranno le sue disavventure anche se le premesse non fanno auspicare nulla di buono.

Come sempre complimenti per aver approfondito a fondo una tematica così attuale e complessa, davvero tanti complimenti!

Recensore Junior
15/11/19, ore 17:28
Cap. 1:

Oh che bello, una storia nuova!!
Erano giorni che sbirciavo il tuo profilo, vagando su efp come un'anima in pena... e alla fine eccoti qua! :)
Allora, questa è una storia da mal di stomaco. A fine capitolo avevo il viso in fiamme e un leggero accenno di tachicardia, e credo di aver trattenuto il fiato insieme al protagonista a ogni giro di roulette. Che ansia!!
Il gioco d'azzardo non mi attrae nemmeno un po', il tenore di vita di Rizzelli mi pare già abbastanza elevato per i miei standard eppure non glielo invidio poi troppo, se davvero potessi esprimere i famosi tre desideri li userei per ottenere quello che i soldi non possono comprare, indubbiamente. Tipo la salute, per dirne una, perché ci sono malattie che non guardano in faccia nessuno, figuriamoci se stanno a guardare il conto in banca.
Eppure sei riuscito a farmi immedesimare con il protagonista, che è quanto di più lontano da me, dal mio modo di essere e di pensare.
I complimenti sono sempre i soliti, e sono riduttivi.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, e spero che ne seguano poi molti altri. Una bella storia succosa e cicciottosa, che promette grandi cose pur minacciando catastrofi.
Si, voglio cadere nel baratro insieme a Rizzelli, tanto io ne posso riemergere, non rischio nulla tranne un po' di tachicardia :)
Ti riconfermi (davvero c'era bisogno di una riconferma?) un Autore straordinario, anche soltanto per tutto il carico di studio che ti sei sobbarcato, e poi per la scelta di un tema così delicato e attuale oltre che affascinante.
Aggiorna presto, ok? Che qui si sta in ansia!!

Elly
(Recensione modificata il 15/11/2019 - 05:29 pm)

Recensore Master
15/11/19, ore 14:02
Cap. 1:

Ispirazione ubriaca, eh? Ne so qualcosa. Nel senso che molte delle mie storie sono nate dopo una birra di troppo.

Ma veniamo a questa storia, che tratta un tema purtroppo molto attuale. La ludopatia è una delle patologie più terribili che ci siano, che colpisce un sacco di persone, soprattutto dei ceti più poveri. Il protagonista della storia non è povero (anzi, direi che se la passa piuttosto bene), ma evidentemente quelli che ha non gli basta. E già questo è un segnale che le cose non andranno benissimo. Ma la visita al casinò assieme al ricco cliente, in cui ha un assaggio di quel mondo magico e pericoloso che finora ha sempre visto da lontano, è la conferma definitiva. Alessandro Rizzelli si ritroverà con il culo per terra, se tutto va bene. Sarà una vera e propria discesa agli inferi. E io me la gustero' per bene.

Al prossimo capitolo!

Recensore Veterano
15/11/19, ore 13:47
Cap. 1:

Ciao, Old :)
Allora, nuova storia, nuovo tema impegnativo ed attuale. Ancora una volta ci presenti un personaggio che potrebbe essere tranquillamente un nostro vicino di casa, un amico o un familiare: una persona comunissima, che ha lavorato e lavora per tener su la propria famiglia, ma con quell'insoddisfazione di fondo che lo spinge a cercare sempre di più. Ora è la Mercedes, ora una villa con tutti i lussi e le comodità, e via dicendo, in un circolo vizioso senza fine. Alessandro vede in una serata al casinò l'occasione per cambiare la propria vita, senza farne parola con la moglie: i soldi sono solo suoi, nessuno può permettersi di avanzare pretese. Basta veramente poco per giungere ad un punto di non ritorno. Sono felice che tu stia affrontando questo problema; è un'altra delle piaghe che affligge la nostra società. Ricordo che nel 2011 entrai in un casinò (prima e unica volta, ero sulla MSC per un progetto scolastico) e rimasi affascinata da tutte quelle persone ben vestite, abiti lunghi e sfavillanti, gioielli...mi sembrava di essere in uno di quei film americani che ci propinano in TV. All'epoca ero ancora piccola e non mi rendevo conto di quanta tristezza si nascondesse dietro quelle persone che erano cadute vittima di un sistema mangia soldi, illusorio.
Ovviamente non intendo dire che tutte le persone presenti quella sera fossero affette da dipendenza per il gioco, io stessa entrai per pura curiosità, senza spendere un euro.
Detto ciò, aspetto il prossimo aggiornamento! Un abbraccio,
Rosa

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