Ciao!
Ormai le tue storie per me sono qualcosa di prezioso, che pregusto e tengo da conto aspettando il momento propizio per potermele godere appieno, già sapendo che, qualunque approccio sceglierai per arrivare a parlare di questi due, sarà un'esperienza meravigliosa.
Questa storia, ad esempio, me la sono tenuta per un momento di quiete, mentre ero sola in una camera d'albergo affacciata sul mare (ok, la riviera romagnola non è esattamente il contesto migliore per loro due, ma ho fatto del mio meglio XD), e poi ci sono tornata sopra adesso, con calma, per tornare a gustarmeli.
E, come sempre, mi hai totalmente conquistata.
Mi hai conquistata già con questo primo approccio, con un drappo consunto e polveroso che viene scostato da uno specchio in cui una madre ormai non si specchia più: la storia si colloca già così in questa atmosfera piena di malinconia e ricordi dolorosi, dove uno specchio serve a evocare il riflesso di una vita intera, ed è stupendo come tu riesca a creare tutto questo con una sola frase. E da questo riflesso poi emerge altro, dapprima con quel segno viola che rimanda a notti d'amore, e poi con l'immagine di Gellert, che non poteva restare lontano, non così a lungo.
E, davvero, adoro il modo in cui riesci a farli parlare, a creare questi dialoghi ritmati, pungenti, pieni di malizia e al tempo stesso densi di tutti i significati più o meno evidenti che restano sempre sottesi al loro rapporto, che non può essere mai solamente questo. L'alternarsi fra le parole pronunciate a voce alta e quelle comunicate è sempre un incastro perfetto, mi verrebbe da dire un riflesso stupendo di questa loro comunione inscindibile, ed è stupenda la complicità che li unisce, che permette loro di scherzare e di parlare di cose profondissime con una sola frase.
Come sempre, tra di loro c'è una carica erotica evidente e reale, tangibile, che permea ogni riga ma non riesce mai – nemmeno quando loro si stuzzicano nel modo più aperto ed evidente – a essere volgare: è qualcosa di molto coinvolgente, e intensissimo, ma tu riesci a mantenerti su questo meraviglioso equilibrio.
La tematica dello specchio, già introdotta sin dal primo paragrafo, viene ad assumere tutt'altro significato quando si comincia a fare riferimento allo Specchio delle Brame: non solo perché qui può emergere tutta la sete di conoscenza di questi due personaggi, che davanti a un oggetto magico di tale portata e potere non possono che essere accesi da un'eccitazione e un'attenzione tutta nuova, ma anche perché la domanda fatidica, inevitabilmente, viene a galla. È una domanda difficile, che in realtà implica una conoscenza di sé e una presa di coscienza della propria natura non da poco, e che certo due persone come Albus e Gellert non potrebbero mai prendere sotto gamba: niente risposte buffe, niente sogni o desideri di gloria altisonanti.
E quella domanda non può che arrivare in corsivo, perché è una domanda pronunciata nella lingua della sincerità: non è più un gioco, ma è qualcosa di così serio da far tremare un po' le vene dei polsi. La risposta, ovviamente, non poteva che essere una, ma nella storia non viene mai data per scontata: non è un vano ribadirsi e riconfermarsi un affetto, è un mettersi a nudo e condividere in maniera inesorabile una verità che ha radici talmente profonde da sconvolgere un'intera esistenza. Una verità che è un cordone d’acciaio, una catena dura e invincibile, un nodo di sangue – e di ossa, e di carne – impossibile da sciogliere..
Ormai per me questa è una certezza, ma ogni volta non posso fare a meno di ribadirti i miei complimenti: tutto il tuo progetto è qualcosa di stupendo, di concreto e fortissimo, e ogni momento che aggiungi dà una forza nuova al tutto. |