Ottava classificata al contest "Elements" indetto da LiHuan.85 sul forum di EFP e giudicato da Dark Sider
Stile e lessico: 3,8/5
Di seguito, riporto refusi ed errori riscontrati nel testo:
”esile per com’era.” ---> ”esile com’era.”
”Il restituirglielo sarebbe stata una scusa per perfetta per tentare un altro approccio” ---> ”una scusa perfetta”.
”Erano l’uno di fronte all’altro” ---> ”l’una di fronte all’altro” oppure ”l’uno di fronte all’altra”.
”forse i miei, ma ti verrebbero grandi” ---> ”ma ti starebbero grandi”.
”Ma, ancora una volta, il motivo dietro le sue lacrime rimanevano un mistero.” ---> ”rimaneva un mistero”.
”Fu quella la prima domanda che si porse” ---> ”che si pose”.
”Non aveva saputo niente di Daisy fin quando era stata vita.” ---> ”fin quando era stata viva”.
Nel complesso, il tuo stile è pulito e lineare, chiaro e scorrevole. Prediligi frasi brevi, prive di fronzoli e che arrivano dritte al punto; questo dona alla tua storia immediatezza, che ben si sposa con l’atmosfera da te creata e con le tematiche trattate. Lo stile è ben curato e ricercato: accosti in maniera efficace le parole, per creare immagini vivide e d’impatto, che il lettore riesce a figurarsi con facilità e che contribuiscono a farlo immedesimare nei personaggi e nel racconto. Utilizzi in maniera efficace la punteggiatura, enfatizzando alcune parole o parti della frase, in modo che risaltino; inoltre, alterni bene i vari segni d’interpunzione per donare alla tua narrazione il giusto ritmo, che si mantiene disteso per tutta la storia e, unitamente allo stile delicato, contribuisce a donare al racconto quell’atmosfera onirica e da sogno che percepisce il protagonista.
Le descrizioni sono ben svolte e riesci, con poche e semplici pennellate, a dipingere delle immagini complete e chiare; non dici troppo, né troppo poco, ma quello che è sufficiente al lettore per potersi figurare i luoghi e i personaggi senza perdere il focus sull’introspezione, che è il cardine della storia. Ho apprezzato come ogni descrizione fosse funzionale alla vicenda e rispecchiasse l’interiorità di Daisy: il grigiore dell’inverno all’esterno non è altro che il gelido vuoto provato dalla protagonista e questa omogeneità tra paesaggio e personaggio è davvero molto ben riuscita. C’è, inoltre, un ottimo equilibrio tra parte narrata e dialoghi, senza che nessuno dei due aspetti prevalga sull’altro.
Per quanto riguarda gli appunti che ho da fare, in qualche punto il tuo scritto presenta delle “cadute di stile”, in quanto utilizzi termini più colloquiali rispetto al resto del testo, che in generale si presenta ricercato (ovviamente, non mi riferisco ai discorsi diretti). Essendo tutto descritto dal punto di vista di un ragazzo di quindici anni, è normale che talune espressioni compaiano nel testo, ma esse si sposano male con quello che è il registro generale. In ogni caso, si tratta di accadimenti sporadici in un testo che, come già sottolineato, presenta un ottimo stile. Il secondo appunto riguarda l’uso del punto esclamativo, delle interiezioni primarie e dei punti sospensivi nei discorsi diretti, infatti ho riscontrato un uso massiccio di tutti e tre; per quanto riguarda le interiezioni primarie, un loro ampio utilizzo dà l’idea di uno stile più “fumettistico”, che non si addice molto bene all’atmosfera generale della tua storia: avresti potuto sostituire alcune di queste interiezioni, esplicitandole in una parola o una breve frase che descrivesse la reazione e lo stato d’animo del personaggio nel pronunciare la frase, piuttosto che lasciarlo intendere appunto con l’interiezione primaria. Per quanto riguarda punti esclamativi e puntini sospensivi, essi potevano, nella maggior parte dei casi, essere sostituiti da altro segno d’interpunzione; un loro abuso nei discorsi diretti, infatti, oltre a rendere la lettura frammentata nel caso dei punti sospensivi, danno anche l’idea di dialoghi poco realistici e artificiosi. Ho anche riscontrato un piccolo head hopping nella parte in cui Daisy si suicida: nella stessa scena, passi infatti a descrivere la vicenda prima dal punto di vista della ragazza, e poi di Ian. Tolte queste osservazioni, che non rappresentano comunque nulla di grave, hai fatto un ottimo lavoro.
Uso dei prompt: 8/10
I prompt che hai scelto di utilizzare sono lacrima, gelido e annegare. In generale, trovo che tu ne abbia fatto un buon utilizzo.
Le lacrime sono ampiamente presenti nella tua storia e fanno da filo conduttore di tutta la vicenda, perché è proprio a causa del pianto di Daisy che Ian le può parlare la prima volta ed è da quell’episodio che scaturisce il pretesto (il fiocco rosa perduto) che permette al ragazzo di avvicinarsi a lei e conoscerla meglio. Inoltre, le lacrime di Daisy sono un elemento ricorrente in tutta la narrazione, un elemento che vuole suggerire la verità, che la palesa silenziosamente, ma che Ian non riesce a cogliere, seppur quelle lacrime lo tormentino e, più o meno inconsciamente, comprenda che qualcosa non va. Infine, ci sono anche le lacrime di Ian stesso, che si lascia andare al pianto sulla spiaggia, alla fine del racconto. Hai quindi utilizzato in maniera ottimale quest’elemento, dandogli rilevanza e peso all’interno della vicenda.
Per quanto riguarda il gelo, esso è un elemento atmosferico ricorrente, data la stagione in cui hai deciso di ambientare la storia. Essendo inverno, e un inverno particolarmente rigido, l’aria è gelida, le giornate lo sono e anche l’acqua del mare che i gelidi e tristi occhi di Daisy osserva lo è. Esso è certamente un elemento ricorrente lungo la narrazione, che rimarchi spesso: nonostante ciò, ho trovato che non abbia avuto la stessa rilevanza degli altri due, nel senso che la storia avrebbe funzionato benissimo anche se fosse stata ambientata, ad esempio, in estate, e questo fa sì che gelido non sia un elemento portante della vicenda. Se avessi insistito di più sull’aggettivo come stato d’animo interiore di Daisy, allora avrebbe acquisito una rilevanza maggiore. Questo è il motivo per cui il punteggio nella voce non è pieno.
Anche il terzo elemento (annegare) è stato utilizzato in maniera ottimale. È il modo il cui Daisy decide di togliersi la vita, il grido con cui esplicita al mondo tutto il dolore che ha sempre taciuto, il mezzo con cui esterna il suo tormento e, al contempo, se ne libera per sempre, togliendosi la vita. È il gesto terribile e disperato di Daisy, un gesto che segnerà per sempre anche Ian. Ho apprezzato molto l’utilizzo che ne hai fatto, complimenti!
Caratterizzazione personaggi: 8/10
I protagonisti di questa vicenda sono Ian e Daisy, la nostra fragile ballerina di cristallo. In generale, ho trovato che tu abbia ben caratterizzato entrambi, fornendoci le informazioni che servivano per figurarceli e comprenderne i tratti salienti.
Il personaggio meglio caratterizzato tra i due è senza dubbio Ian, poiché la vicenda viene narrata attraverso i suoi occhi e il suo punto di vista. Entriamo subito, fin dalle prime righe, nella sua mente e veniamo a conoscenza dei suoi pensieri e del suo amore per Daisy, la ragazza che ha sempre guardato da lontano, immaginandosela e fantasticando sulla sua vita e i suoi gusti. Di Ian scopriamo che è una persona sola, senza amici ed emarginata, una persona che vive rifugiata nei suoi libri, come lui stesso ci dice. Ian è anche insicuro e molto timido, tanto che non riesce ad avvicinarsi a Daisy per parlarle, benché lo desideri fortemente. Tutta la storia è un viaggio introspettivo nella mente di Ian e nei suoi pensieri, in ciò che vede e in come lo vede. La vicenda è vissuta attraverso le sue sensazioni e le sue conoscenze, e il lettore percepisce chiaramente la confusione del protagonista, e ne diviene parte, poiché il punto di vista interno non permette neppure a chi leggere di conoscere i segreti di Daisy e la natura delle sue lacrime e questo crea suspance e angoscia, nonché il desiderio di conoscere che cosa stia accadendo a questa ragazza. L’irrequietezza di Ian diviene l’inquietudine del lettore, grazie all’ottima analisi introspettiva che hai svolto. Ciò che conosciamo di questo ragazzo non è il suo modo di essere e di pensare in generale, ma funzionalmente alle vicende che ruotano intorno a Daisy e alla ragazza stessa e trovo che questo espediente sia molto ben riuscito: ti sei concentrata sui pensieri e sulle sensazioni di Ian relativamente a quanto si svolge nel racconto, senza perderti in digressioni inutili e senza dare informazioni aggiuntive, che avrebbero fatto perdere il focus sugli eventi davvero importanti. Hai trovato un ottimo equilibrio su cosa dire e sul come, restituendoci un’immagine essenziale ma chiara di questo personaggio.
Daisy rimane più sullo sfondo rispetto a Ian, un po’ perché è questo il modo in cui appare e deve essere, e un po’ perché, guardandola sempre indirettamente attraverso gli occhi del ragazzo, non riesce mai a emergere completamente dall’ombra, tranne in quel passaggio in cui descrivi il suo malessere interiore dal suo punto di vista. Daisy rimane come una figura avvolta nel mistero, sempre sfuggente e dall’aspetto delicato e fragile, come se dovesse rompersi e spezzarsi da un momento all’altro: in tal senso, il suo aspetto esteriore coincide perfettamente con ciò che è e sente dentro e che spesso emerge attraverso le sue lacrime. Daisy appare quasi evanescente, come un fantasma, o una creatura ultraterrena di tal genere - un angelo, a guardarla con gli occhi di Ian. Ella è una creatura bellissima, con anche i suoi difetti, come Ian ha modo di scoprire conoscendola, ma che rimane comunque avvolta in un’aura di mistero che la rende incomprensibile, indecifrabile e, in qualche modo, inquietante. Ha i suoi segreti, che la fanno soffrire, e il lettore si chiede continuamente, insieme al ragazzo, quale sia la natura del suo malessere, che cosa la tormenti. Volevi dare di lei l’idea di un personaggio trasparente, invisibile e sempre sul punto di rottura, e ci sei riuscita benissimo, perché è proprio così che Ian la vede. Tuttavia, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di più della sua vicenda, quando alla fine emerge: mi sarebbe piaciuto conoscere maggiori dettagli sul suo rapporto con i genitori e sulla sua malattia in generale, perché questo avrebbe contribuito a darle più spicco e a renderla più tridimensionale, perché avremmo conosciuto anche aspetti di lei che esulano dalla visione soggettiva che ne ha Ian. Tolto questo, hai fatto un ottimo lavoro.
Originalità e trama: 7/10
La trama è ben costruita e ben strutturata, coerente e senza “buchi”. La vicenda si presenta nella normalità di un ragazzo innamorato di una sua coetanea con la quale non riesce a parlare a causa della sua timidezza. Ben presto, però, la vicenda prende connotazioni più fosche e il lettore comincia a percepire che qualcosa non va, anche se non riesce a capire cosa, per via del fatto che non sa nulla di Daisy, esattamente come non lo sa Ian. L’espediente di aver adottato il punto di vista interno del ragazzo ha sicuramente aiutato nel creare suspance e attesa nel lettore, e nel mantenere viva la sua attenzione, facendo sì che si ponesse domande insieme a Ian e che formulasse ipotesi intorno alla figura di Daisy. Questo ha reso la lettura davvero avvincente e interessante a ha spinto a voler terminare la storia, per conoscerne i risvolti. Il fatto che Daisy fosse idealizzata da ian, inoltre, l’ha resa quasi un essere soprannaturale, tanto che a un certo punto della storia mi sono domandata se non lo fosse davvero. Anche il mistero intorno alle lacrime della ragazza e quel suo trattenersi sempre a stento dal dire la verità hanno contribuito a far crescere la curiosità, cher hai saputo stuzzicare in molti modi, pur senza far perdere fluidità e coerenza alla storia, e rendendo accattivante una vicenda di per sé lineare e priva d’intrecci.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è delle più innovative, per via della tematica da te presentata, che è trattata molto spesso, soprattutto collegata alla fascia d’età adolescenziale. Tuttavia, il modo in cui hai strutturato la storia ha contribuito a farti aumentare il punteggio: innanzitutto, hai deciso di descrivere la vicenda dagli occhi di chi è esterno alla situazione e non del personaggio depresso: hai mostrato il suo punto di vista, la sua ignoranza (nel senso di non sapere) e i sensi di colpa che subentrano dopo, quando si dice che avrebbe potuto fare di più, se solo avesse capito. Hai mostrato il vuoto che una morte che si crede si sarebbe potuto evitare lascia, un vuoto incolmabile e doloroso, pieno di rimorsi e rimpianti, per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, per ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto. Inoltre, hai costruito la vicenda in modo che non si comprendesse bene fino alla fine quale fosse il problema di Daisy, rimarcando appunto quell’incapacità di non capire che poi porterà alla morte della ragazza. Il lettore è come Ian: non comprende cos’abbia Daisy e dunque non può prevedere cosa succederà. Ho apprezzato moltissimo il modo in cui hai costruito questa storia, che l’ha resa una lettura piacevole e più interessante rispetto alle altre dello stesso genere. Inoltre, hai trattato l’argomento con delicatezza e maturità, cosa assolutamente non scontata o semplice da fare.
Gradimento personale: 7/10
La tua storia mi è piaciuta. Adoro storie con tematiche delicate e introspettive, e soprattutto storie che trattano di malattie psichiatriche. Tu sei stata molto abile nel parlare della depressione, che è una malattia così diffusa che si tende a credere di conoscerla a fondo, anche se non vi si ha mai avuto a che fare: questo porta a creare storie grottesche e irreali, o a non indagare correttamente l’interiorità di chi vive la situazione. Non è stato questo il tuo caso: come già detto, hai trattato questa tematica non semplice in maniera puntuale, realistica, ma soprattutto con delicatezza e maturità, dimostrando una grande sensibilità che ha reso il tuo racconto piacevole da leggere, nonostante la drammaticità dell’accaduto. Hai parlato di una problematica attuale, e lo hai fatto in maniera per nulla scontata, andando a focalizzarti sul punto di vista delle persone che sono intorno al malato, molto spesso dimenticate e lasciate nell’ombra. Hai descritto la sofferenza che questa malattia porta, non solo in chi ne soffre, ma anche in chi gli sta accanto. Inoltre, hai reso interessante il racconto, strutturandolo in modo che la vicenda non fosse chiara fino alla fine e che tutto fosse disvelato solo nelle ultime battute, cosa che l’ha resa davvero accattivante.
Avrei, come già detto, preferito leggere qualcosa di più riguardo Daisy e la sua malattia, ma a parte questo hai presentato una storia davvero ben fatta, che ho molto apprezzato. Complimenti!
Punteggio totale: 33,8/45 |