Recensioni per
La storia del rospo rosa
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Veterano
12/10/22, ore 11:29

Ciao Palma,
beh... che dire se non wow.

Manco da Efp da una vita, e a essere onesta ho saputo dell'esistenza di questa storia visitando il Forum Ferisce Più La Penna.
Ogni volta che leggo un tuo scritto su Dolores rimango estasiata, incollata alle righe, catapultata all'interno di una storia nella storia. La sua relazione travagliata con Moody, le sue assurde convinzioni sull'amore, la testardaggine, l'orgoglio... insomma, la rendono (per me) uno di quei personaggi che sì odi, ma al tempo stesso vuoi saperne di più, vuoi scoprire, vuoi scavare a fondo per reperire dettagli, informazioni, particolari persi.
Quando si tratta di lei è tutto così piacevolmente complicato... e questa storia è stata la conferma della complessità della psiche di Dolores, del suo voler essere a tutti i costi, di un'esistenza costruita e dettata dalle conseguenze di esempi sbagliati e di una vita (forse) ingiusta.
Non mi stupisce che negli Oscar della Penna tu ti sia aggiudicata un premio, non poteva essere altrimenti!

A presto,
Freya

Recensore Master
04/02/22, ore 11:24

Buondì cara, eccomi a recuperare anche questa: sai che per me è sempre un piacere leggere dei tuoi Dolastor. Prima o poi riuscirò a recuperare tutte le storia che li riguardano, ma ora volevo dare la precedenza a quelle degli Oscar **.
Partendo dall'idea di far scoprire a Pansy la storia di Doll, approvo e comprendo le ragioni: è vero, anche io trovo siano simili, e complice il finale aperto, mi piace pensare che Pansy abbia fatto tesoro di quanto visto e non ripeterà gli errori di Dolores, guadagnandosi una vita migliore. Dal passato si può sempre imparare, insomma.

La vita di Dolores sembra essere stata in parte segnata dal modo di pensare e di agire del padre, anche se, da un certo punto in avanti, Dolores diventa padrona della sua vita: sceglie lei di mentire, di allontanarsi dalla famiglia, di scegliere unicamente l'ambizione quando avrebbe potuto avere anche l'amore. Trovo bellissimo pensare che non si sia allontanata da Alastor perché lui è rimasto ferito e menomato, come invece avrebbero fatto chissà quante altre donne, ma per paura di fronte all'amore: paura che esso finisse per renderla debole e prigioniera, impedendole di realizzare i suoi sogni di gloria. Lei e Alastor hanno sempre pensato fuori dagli schemi, dopotutto.
E questo ahimé segnerà la sua condanna çç

Bella, davvero bella ^^, ti faccio gli auguri per gli Oscar!

Benni

Recensore Master
28/10/21, ore 19:02

Rieccomi a recensire una tua storia trovata per caso, stavolta con un personaggio con cui non mi sono mai confrontata, però: Dolores Umbridge. Normalmente non leggo molto su di lei, ma, dopo questa tua, credo proprio che comincerò!
Come sempre, scrivi benissimo, adoro il tuo stile e le tue idee: ho apprezzato il ritratto di Pansy, viziata, sì, ma anche molto insicura e sola. I ricordi sono splendidi: hai colto un lato di Dolores che forse nessuno aveva mai visto e la sua relazione con Alastor è semplicemente perfetta, stanno benissimo assieme, si completano anche se non lo sanno e sono caratterizzati alla perfezione!
Le frasi 'Esiste un sentimento più illusorio dell’amore?' e 'L'amore non era il sentimento più illusorio, dopotutto. Era, invece, tutto ciò che restava.' sono magnifiche, talmente belle che credo me le scriverò da qualche parte, davvero! Ed il titolo è azzeccato, semplicemente perfetto! Insomma, questa volta devo farti i complimenti per un motivo in più: sei riuscita a farmi apprezzare un personaggio che non avevo particolarmente in simpatia e ti posso assicurare ce ne vuole!
Complimenti ancora ed alla prossima!
E.

Recensore Junior
29/01/21, ore 19:41

Complimenti. Confesso di essere capitata su questa storia per puro caso, ma sono contenta di averla letta. Mai mi sarei aspettata di apprezzare un lavoro sulla Umbridge. L'hai descritta molto bene e ci hai offerto un interessante punto di vista. Effettivamente, chi è più umano di lei, nella sua totale imperfezione? Le sue emozioni, idee, pretese, non sono forse quelle che -almeno una volta nella vita- toccano tutti noi?
Bello davvero. Bella anche la scelta di far vedere i suoi pensieri/ricordi a Pansy personaggio altrettanto poco amato dal grosso dei fan della saga... ancora sinceri complimenti!

Recensore Master
09/01/21, ore 11:19

Recensione premio per essersi classificata terza al contest "Hold my Angst - II edizione":

Ciao cara.
Di buon'ora e mica tanto, eccomi qui a rilasciare la recensione premio alla storia che mi avevi indicato sul topic del concorso: ammetto che questa storia mi ha attratta tantissimo fin da subito, vuoi perché sono una palese groupie di Blaise Zabini, vuoi perché mi hai fatto apprezzare pure i Dolastor, non lo so.
Come prima cosa inizio col dirti che, secondo la mia modesta opinione, il presupposto su cui hai fondato l'intera storia è assolutamente e totalmente geniale. Pansy all'ufficio anagrafe, che smista ricordi di defunti, è una trovata che sicuramente non dimenticherò tanto facilmente.
Mi è piaciuto che tu non sia partita subito con la ship, dedicando un giusto e intenso momento alla situazione familiare di Dolores nella sua prima infanzia: commovente è stato apprendere che anche lei - che è un personaggio che odio spassionatamente - abbia avuto i suoi dolori e i suoi "traumi", se vogliamo chiamarli così.
Il rapporto problematico con la famiglia diventa, in questo senso, la chiave per comprendere la psicologia di Dolores/Doll, e questa tua scelta narrativa mi ha convinta al 100%.
La scena in cui introduci Alastor è semplicemente meravigliosa: ho adorato il riferimento alla "vigilanza costante" anche quando sono entrambi troppo giovani per comprenderne appieno il significato. Non ho capito una cosa, però: sono io che ricordo erroneamente o le pasticche vomitose erano uno dei Tiri Vispi, e quindi inventate dai gemelli?
Il rifiuto del padre, appena Doll è abbastanza in alto da poterlo osservare da lì sopra, è secondo me sviluppato in piena coerenza sia con la frase focale della storia, sia con la caratterizzazione del personaggio, e questa cosa l'ho apprezzata molto. Così come ho trovato IC la sua scelta di mentire sui risultati scolastici, anche se al Ministero sono veramente delle mezze... cartucce. Cioé, un minimo di controllo su chi assumono no?!
La scena dello schiaffo è dura, cruda e molto realistica. Ti ha aperto le porte per la successiva parte della storia, e questo l'ho trovato a dir poco interessante (e ho adorato come Dolores riveli le proprie origini nella maniera più ingenua possibile: uno schiaffo) e ti permette di sviluppare con naturalezza i successivi... beh, sviluppi, perdonami per la ripetizione.
Il loro scontro ad Hogwarts è probabilmente stato la mia parte preferita di tutta la storia, l'ho trovata una scena molto forte e intensa, e crea un vero e proprio climax che anticipa la caduta libera prima del finale. Bellissimo.
La conclusione stupenda, anche se mi dispiace che Blaise sia solamente citato, sarei curiosa di vedere una tua versione di questo personaggio.
Ti rinnovo i miei complimenti per la bella storia, grazie di avermela consigliata.
Gaia

Recensore Master
03/10/20, ore 14:25

Recensione Premio Speciale per il contest "3 Drabble, solo 3 Drabble per parlarti di me (e dirsi addio)"

Eccomi qua.
Devo innanzitutto scusarmi per la lunga attesa e ringraziarti per aver portato pazienza.
Come vedi la tua Dolastor mi ha lasciato davvero molta curiosità e interesse addosso, tant'è che ho deciso di continuare con questa coppia. Ho scelto questa storia perché credo di averne letto una presentazione nel gruppo e il taglio mi ha davvero incuriosito. Come al solito farò confusione nell'esprimere i miei pensieri, perché ho un po' di cose da dire, ti chiedo scusa.

Mi è piaciuto il parallelismo con il titolo del capitolo del settimo libro. Mi è piaciuto sopratutto perle le sue analogie ma anche per i suoi contrasti. Parlando un po' di entrambi: mi è piaciuto che tu abbia raccontato la sua storia attraverso dei ricordi, quindi spezzettando la one-shot in 19 drabble, in spezzoni della sua vita che ripercorrono i momenti di svolta, gli incontri che l'hanno segnata nel bene e nel male; mi sono piaciuti tutti gli elementi concordanti, Pansy-Harry (e quindi la figura di qualcuno che si ritrova con questa fialetta di ricordi in mano e vi si immerge per staccare dalla propria vita, Harry lo fa per scappare dal dolore, Pansy dalla noia), il pensatoio è il mezzo in comune ed è forse l'analogia più diretta e palese, quella che non si declina ma resta uguale a se stessa, i ricordi Seversu-Dolores che mostrano ciò che sta dietro a quella carne che all'apparenza appare tutta d'un pezzo ma che poi attraverso i ricordi si scompone, così come le 17 drabble dedicate a Dolores, e si declina e si complica, mostrandosi per il puzzle che è, l'influenza "mancata" Lily-Alastor (nessuno dei due - pur dando loro un amore diverso - è stato capace di capovolgere il loro destino, la loro indole segnata, ma il contrasto più forte lo si ha con la loro morte, Severus cambia, mentre Dolores non ne trova la forza, anzi vi si immerge senza più alcun freno), conoscenza e insegnamento che ne si trae (Harry impara ad apprezzare Severus, Pansy snobba quasi la vita di Dolores, se non in misura della volontà di non fare la sua mediocre e inutile fine) ed entrambi apprendono la soluzione alla loro condizione.
Quindi non solo il titolo ma tutta l'impostazione della storia ha forti richiami al capitolo in questione, e penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista. Ho trovato questa struttura davvero molto bella, questo lavoro di binari che corrono quasi paralleli ma che in realtà curvano e si allontanano sempre più molto ben congeniata.

Riguardo allo stile, l'ho trovato molto scorrevole, semplice nel suo complesso (il che non è un difetto), ho apprezzato tutti i dialoghi, li ho trovati coerenti con l'IC dei personaggi, e ci sono stati alcuni passaggi che mi sono particolarmente piaciuti, e che hai esaltato molto bene secondo me. Quello che mi è venuto a mancare, rispetto ad altri tuoi scritti (è un opinione personale, prendila con tutta la sua soggettività, per favore) è la centralità del filo comune. Confesso che, prima di leggere le tue note, non mi ero accorta che le "mani" fossero un filo che intrecciava tutte le 19 drabble. Dopo ho riletto e ho dato un senso più profondo all'ultima drabble che riguarda Dolores, dove lei abbassa lo sguardo sulle mani ogni volta che un dissennatore si avvicina a lei. Non so se era tuo intento farle esaltare, può darsi che il prompt delle mani lo avessi voluto usare in sordina, senza renderlo protagonista e caratterizzante di Dolores (anche se, per l'appunto, quel dettaglio finale di Dolore che si guarda le mani acquista più profondità se letto nell'ottica di questo nesso comune). Comunque sarebbe stato bello che spiccasse di più, quanto meno dessi un indizio all'inizio, e in qualche drabble qua e là, soprattutto in quelle con Moody, in modo da accendere un campanello d'allarme nel lettore. Sto dando un consiglio spassionato, che non vuole assolutamente sminuire il tuo lavoro, è da leggere nell'ottica di questo dettaglio, tutto qui.
Trovo che invece la scelta di una struttura così varia nelle drabble, sintattica, lessicale, si adatti molto bene all'obiettivo di rendere tanti ricordi diversi tra loro, come se fossero stralci di una vita molto più grande, più complessa. Sono slegate tra loro, eppure conducono tutte allo stesso, disincantato finale.

Ed è del finale che voglio assolutamente parlare, perché l'ho trovato geniale, soprattutto denso di significato. E molto triste, e ironico in maniera cruda, fredda. Tristezza mi ha trasmesso la reazione di Pansy, perché dopotutto il tempo trascorso nei ricordi di Dolores, non c'è la minima empatia nei suoi riguardi, non le dà un minimo valore. La reazione di Pansy è molto egoista, e stizzosa se vogliamo, perché lei non è addolcita dalle esperienze di Dolores, anzi, la biasima quasi e la schifa, la prende come esempio del punto più basso in cui anche lei stava finendo, tutto ciò che vede non è il passato della Umbridge, ma il futuro che l'aspetta; ed è a quel futuro che lei non vuole assolutamente arrivare. Si dimentica di tutto, si dimentica degli ultimi ricordi della Umbridge, quello che va a fare è a continuare la sua vita. In questo, mi ha un po' ricordato l'ironia scioccante nel film "Carnage", con Kate Winslet (se non vado errato), dove dopo quasi due ore di film claustrofobico (giuro, non ho provato tanta claustrofobia manco guardando "Poseidon") mentre i genitori continuano imperterriti le loro diatribe, i bambini, per i quali il dramma era scoppiato, stavano già giocando, dimentichi dell'accaduto. Ecco, la vita di Dolores Umbridge è come quell'evento: accaduto e già dimenticato. Sembrava il titolo volerla riscattare, i ricordi dover avere il merito di farla ricordare, invece, tutto viene abbandonato, come qualcosa di usato, consumato e non più utile. Ecco l'ultima beffa che mi ha intristito. Già, sei riuscito a rendermi triste per il rospo rosa, cose assurde.

Prima di leggere la tua storia, ho letto la biografia della Umbridge su Pottermore, ed è stato bello, dopo aver avuto un quadro generale, ritrovare quei passaggi importanti all'interno della tua storia. A partire quelli famigliari. Innanzitutto il rapporto praticamente inesistente con il fratello, qualcosa di talmente insignificante da non trovare se non un piccolo accenno in questa raccolta. Poi il rapporto con la madre, che si capisce - attraverso quella bambola che lei stringe - essere stata fino a quel momento una presenza importante, fossero l'unica affettiva, nella vita di Dolores. Da quel momento, per lei tutto cambia, da bambina innocente che si inizia a sentire importante, il passaggio a persona che rifugge l'amore come male è drastico e lascia segni forti. Quella carenza di affetto si palesa nei suoi vezzi infantili, le parole del padre si manifestano, senza esclusioni di colpi, nella sua ambizione. Perché una volta che insegni a tua figlia che l'amore è un illusione, anche tu - padre - sei parte di quell'illusione. Mi ha scioccato e impietosito il suo comportamento al ministero dove si evidenzia come per il padre non ci sia affetto, ma solo commiserazione. Dolores rimane sempre più sola, senza sapere fino a che punto questa solitudine se la scava lei stessa attorno, e non si accorge che quella mancanza di umanità ben presto sedimenta anche nel suo carattere nel suo pensare e nel suo agire.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui l'invidia, l'ambizione, l'odio, il sentirsi sminuita, l'essere invisibile - partito tutto da quelle parole del padre, dove finalmente, dopo una vita senza alcun valore, lei scopre di avere importanza, e di averla proprio grazie alla magia, primo simbolo di ciò che conta per farsi notare - segnano l'ascesa e la discesa di questo personaggio. Tolto l'amore, la magia si spoglia della sua accezione più pura, più affettiva, e diventa semplice guscio di un'ambizione senza freno.
E poi l'amore c'è, c'è sempre. E si palesa nel modo più impensabile: Malocchio Moody.
Di lui ho amato il modo in cui fin da giovane si esalta la sua propensione per la vigilanza costante (quando lei prende la bacchetta in onore di essa mi hai fatto sorridere, ho trovato Dolores divertente, ci credi?), il suo curarsi di ciò che altri non notano, senza perdere quei suoi modi schietti, bruschi, un po' da playboy mancato (me lo immagino come quel tipo di ragazzo che usa epiteti spinti con tutti ma in realtà non flirta mai veramente, è soltanto un po' di parlare, ecco, di scherzare, di interagire). Di lui mi è piaciuta soprattutto la reazione alle parole "proposta di matrimonio" dove lui reagisce bruscamente, maledicendo tutto e tutti, indispettito eppure anche triste nel profondo. Il suo essere brusco diventa cupo.
Altra cosa che mi ha colpito di Alastor è il suo riuscire a guardare oltre le apparenze e il suo senso di fedeltà. Lo hai definito un cane da caccia, e del cane da caccia ha essenzialmente due tratti: uno è il suo partire sempre all'attacco, l'altro è proprio la fedeltà. Alastor non dimentica, nonostante le bastonate ricevute, quello che ha visto al di là della maschera. Resta pure vero che il suo è un atteggiamento duro, che non riesce a lottare per questo amore, non riesce a tirare fuori la Dolores che lui vede, ma rimane comunque presente, messo lì, alla porta, osservando. A questo mi riallaccio per il momento in cui Dolores trafuga il suo cadavere e il suo occhio ancora la vede, è vigile, è vivo. Non è dolore o pentimento quello che lei prova davanti alla sua perdita, ma orrore e disgusto. Forse ha visto per un attimo il suo vero aspetto nell'occhio ancora mobile di Alastor e vi ha letto quando perduta e miserabile fosse la sua esistenza.
La loro relazione è un potenziale che non si realizza mai, entrambi hanno dei limiti che non riescono a superare, e un giorno mi piacerebbe leggere più approfonditamente di quelli di Moody.

Sono due le cose, infine che mi hanno colpito: la frase lasciata da Dolores e la sua risposta, dove non nega l'illusorietà dell'amore (un amore che, in un gioco di specchi, l'ha comunque illusa nel suo averselo negato), ma afferma che c'è un'illusione ancora più forte, ed è l'ambizione; e l'altra è l'ultima analogia tra Dolores e Pansy, perché in realtà le due vite messe a confronto sono le loro. Pansy si vede percorrere lo stesso cammino di Dolores. Forse pensa ancora a Draco, che nella sua mente rappresenta il partito migliore come per Dolores lo erano stati i suoi superiori, e così si nega l'amore che c'è di Blaise, così come Dolores si è negata quello "mediocre" di Alastor; forse il suo aspetto così insulso (faccia da carlino - faccia da rospo) l'ha spinta a ricercare di emergere in tutt'altro campo, spingendola ad "ambire". Fatto sta che nel finale, queste vite che hanno condiviso parte del loro percorso, si ritrovano a un bivio, e mentre Dolores sceglie la strada di sinistra, Pansy imbocca l'altra.

Sono felice di averla letta, ho davvero apprezzato il suo gioco di analogie, sia stilistiche, sia strutturali, ma sia dei due personaggi femminili, e la profondità che ancora una volta riesci a dare ai personaggi più bistratti e ignorati. Alla fine, non è stata Pansy a riscattare la vita di Dolores, ma tu. Complimenti.
A presto!

Recensore Master
26/08/20, ore 14:17

Ciao, Marti ♥︎

Come ti ho anticipato su FB, eccomi qui a recensire per lo scambio del gruppo "Caffé e calderotti". Come ti ho detto, avevo questa storia nella lista delle ricordate da... be', credo settimane, e lo scambio mi ha finalmente dato la spinta giusta per passare di qui. Cercavo un momento di debita lucidità mentale per approcciarmi come si deve alla Dalastor, devi sapere che non ho mai letto nulla di loro (non so nemmeno quanto se ne scriva, qui su Efp, ti dirò la verità), e sono sempre stata molto scettica, in merito. Sarà che la Umbridge è uno dei personaggi che sopporto meno di tutta la saga (non me ne volere), e che non impazzisco particolarmente per Moody... MA, nonostante ciò, le tue storie mi incuriosiscono da un po' e, negli ultimi tempi, mi sono ritrovata a leggere (e in parte anche a scrivere) cose mai lette/scritte prima, quindi non mi stupisco di essere riuscita ad amare una storia come questa - complice anche il tuo stile di scrittura che personalmente mi sono ritrovata ad apprezzare molto. 

Chiusa quest'introduzione lunghissima, passo alla storia. 
Per prima cosa, chapeau per la scelta di Pansy Parkinson come ideale "voce narrante" di queste vicende, ed è una Pansy diversa quella che riemerge dal Pensatoio (colpo di genio, scegliere di riprendere l'idea del Pensatoio come è stato per Piton), una Pansy che, grazie ai ricordi di Dolores, riflette sulla sua vita e agisce di conseguenza, decidendo di contattare Blaise.
Fai un focus interessante sulla storia famigliare di Dolly, con un padre mago ma inetto, una madre Nata Babbana e un fratello evidentemente senza poteri. Riguardo alla sua famiglia, Dolly racconta tutta una serie di piccole bugie camuffate da verità e, da adulta, evita il padre al Ministero e gli fa ben capire di non voler più avere a che fare con lui, una scelta che riflette a pieno il suo carattere e la sua voglia di affermazione, quindi eliminiamo tutto ciò che mi può rallentare e che può costituire una zavorra sociale e politica.
La storia è costellata dai segni della superbia di Dolly, che si manifestano già da bambina ["Il giorno dopo si accorse di osservare sua madre e suo fratello con superiore distacco"], quando capisce di essere magica e, quindi, speciale, soprattutto agli occhi paterni; ma anche di una latente insicurezza ["La magia - questa era la parola - era ciò che la rendeva finalmente degna di attenzione"], e questa sua costante voglia di autoaffermazione e necessità di primeggiare, MA quando giunge ad Hogwarts la situazione le sfugge di mano, perché si rende conto di non essere poi così straordinaria come aveva pensato in un primo momento ["Hogwarts non le piaceva. Era una marea di ragazzi speciali dove lei, piccola conchiglia scheggiata, rimaneva invisibile"]. In merito ad Hogwarts, poni bene l'attenzione sul desiderio di rivincita di Dolly, per tutto ciò che ha sempre patito durante i suoi anni scolastici ["Sarebbe tornata nella sua vecchia scuola, condividendo la tavola con gli stessi professori che l'avevano ignorata e comandando su una nuova generazione di stupidi bulli. Sarebbe stata proprio lei, l'invisibile, a dettare legge"]: qui è evidente che muoia dalla voglia di tornare e far vedere chi è diventata Dolores Umbridge, "faccia da rospo".
Durante gli anni da studentesse ad Hogwarts, Moody sembra l'unico che le stia accanto senza pregiudizi e giudizi, ed è sincero con lei anche a costo di risultare duro, e bravissima perché Moody l'ho trovato perfetto, dall'inizio alla fine, IC rispettato alla perfezione. 
Finalmente, al Ministero, allaccia una relazione clandestina e segreta proprio con il suo vecchio amico Moody: i due si influenzano più di quanto pensano e credono e Dolly si insinua pian piano nella vita e nella quotidianità di Moody - nella sua casa, nel suo letto, nella sua vita. Quando lo vede in un letto al San Mungo, sfregiato e ferito e ancora più acciaccato, Dolly si ritrova a dover affrontare i suoi sentimenti per lui, quell'amore che ha sempre rifuggito, una debolezza che non può e non deve concedersi, soprattutto per uno come Alastor Moody. E qui tornano le piccole bugie di Dolly, anche con lui, successivamente, quando indossa un finto anello per fargli credere di essere impegnata e quindi allontanarlo. 
Ovviamente, quando gli eventi ad Hogwarts precipitano, Dolly si ritrova sola ["Nessuno l'aveva mai aiutata. Come del resto, lei non aveva mai aiutato nessuno"], e nessuno le tende la mano e, nei suoi ultimi giorni, si consuma con il rimpianto e con i vecchi ricordi ["L'amore non era il sentimento più illusorio, dopotutto. Era tutto ciò che restava"], ed è proprio qui che andiamo a parare, con l'amore, il filo conduttore di questa storia, una forza misteriosa e strana che però si rivela essere la più potente di tutte. "Non esiste un sentimento più illusorio dell'amore": è il pensiero ricorrente in tutta la shot, una riflessione amara sulla bocca di una bambina, e ancora più amara ripensata alla fine dei propri giorni. 

Ho apprezzato in modo particolare anche la struttura della storia, con questa serie di drabble unite insieme a formate una shot, e ogni drabble l'ho trovata ben calibrata e ben scritta, con attenzione e cura. Come ti ho già accennato, IC perfetto, sia per Moody sia per Dolores, soprattutto con Dolores, con la quale hai fatto un lavoro straordinario, sei riuscita a scavare nei meandri di un pg difficilissimo e odiatissimo, e hai portato alla luce la persona Dolores, prima di tutto, e poi tutto il resto. 

Ti dirò, non escludo di passare a leggere le altre storie della serie perché ormai mi hai incuriosita da morire 😍

Un bacione, Marti ♥︎
 

Recensore Master
30/07/20, ore 15:25

Ma ma ma.... io non so cosa dire! Wow!
No, sul serio, avevo in lista questa storia da un sacco di tempo, ma... caspiterina, sapevo che mi sarebbe piaciuta tanto viste le premesse, ma ecco, è una vera meraviglia, sorprendente!
E ho amato tantissimo il fatto originalissimo che è tramite Pansy che scopriamo di più a proposito della Umbridge ed è proprio Pansy, alla fine, che riemerge dai ricordi di Dolores e si sente esattamente come noi lettori, ma non solo: Pansy sembra aver capito, sembra aver imparato la lezione e non vorrà fare la sua fine. Wow, una trovata molto originale, un contorto molto apprezzato.
Ed ora passiamo ai ricordi di Dolores.
Amo leggere la vita nascosta dei personaggi della saga e la tua storia mi ha permesso di colmare alcune lacune che mi porto da sempre su di lei - come ben sai sei stata tu a farmi apprezzare Dolores e a farmi innamorare della Dolastor.
Vedere la sua infanzia, gli insegnamenti del padre, vederla ad Hogwarts nei primi anni è stato bellissimo, mentre un giovanotto la chiamava Bamboluccia e le ricordava la vigilanza costante, wow.
Alastor è schietto e diretto, come quando le dice che le piace l'orrido o più avanti, quando vorrebbe farle qualche proposta, ma vi rinuncia perchè ha capito come è Dolores, che non risponderebbe se non con un no.
Il fatto che lei tranci i rapporti col padre, che abbia sì la relazione con Alastor ma che si ripeta il mantra a proposito dell'illusorietà dell'amore è bellissimo e fa capire ancora meglio cosa freni Dolores per tutta la vita. Lei e Alastor sono molto belli insieme ma lei ha paura, come se dovesse provare per forza orrore per aver ceduto ai sentimenti.
Tra l'altro, lo dico adesso anche se è venuto prima, mi è piaciuto molto anche lo schiaffo che lei dà a Moody - che è un gesto Babbano. Wow. Certo, perchè Dolores ha comunque un'origine Babbana che la tartassa per tutta la vita.
Lo scontro tra Dolores e Alastor durante gli eventi del quinto libro è stupefacente, lui le rinfaccia ciò che lei ha fatto, ma Dolores persegue sino alla fine gli obiettivi che la vogliono tenere a distanza dall'amore. E' stato un pezzo, una drabble, che mi ha fatto molto male, personalmente, mi hai frantumato il cuoricino perchè... Moody ha una sincerità rude che non si può non amare.
Ho provato maggiore pietà per Dolores nelle ultime drabble, quando lei è sola in mezzo ai centauri e soprattutto quando vede il corpo di Alastor. E cerca di non mostrare il proprio dolore, e lì la sofferenza è stata atroce anche per chi leggeva, fidati.
E poi l'ultima parte coi Dissennatori, con la consapevolezza che era la gloria effimera e illusoria, e non l'amore, perchè l'amore era l'unico pensiero che ancora resisteva in Dolores, a dispetto di tutto e tutti.
Una storia fantastica, veramente. La listerò, questo è sicuro, non avevo dubbi che mi sarebbe piaciuta, la ritengo una delle tue fic più belle che abbia letto, è piena di sentimenti, ma anche di scelte, di sbagli, non si può non provare pietà per Dolores e l'idea che Pansy impari dai suoi ricordi è stata un'idea che ha dato una marcia in più alla fic.
Probabilmente questa recensione sarà delirante e piena di errori, ma... è perchè ho amato tantissimo questa tua fic, hai fatto strabene a presentarla nel gruppo <3 merita di essere letta e conosciuta da più persone possibili.
E incredibile, sto amando e capendo sempre più la tua Dolores.
Un grande abbraccio e tanti complimenti. ^ ^     

Recensore Master
18/07/20, ore 12:01

Questa storia mi ha colpita per i suoi personaggi. Non credo di averne mai letta una con Umbridge e Moody insieme, quindi mi sono tuffata incuriosita alla lettura.
Credo che la Umbridge sia il personaggio più odiato della Saga, forse persino più della Skeeter (Voldermot, a confronto delle due, è uno zuccherino xD).
Non sapevo assolutamente nulla della famiglia e della vita della cara Dolores, vuoi perché non mi è mai interessato approfondire. Come hai giustamente detto nelle note, è “la banalità del male”.
Ti dirò: la lettura è scorrevole e non mi pare che la narrazione diventi fiacca in alcuni punti. Anzi mi è piaciuto molto come hai descritto i personaggi, li ho trovati davvero molto credibili. E' stata una lettura molto godibile.
Resto sempre un po' basita quando leggo di famiglie infelici e problematiche, specie quando ci sono i bambini di mezzo. Sebbene la Umbridge non abbia mai goduto né della mia simpatia né tanto meno della mia stima, ho provato davvero tanta pena per lei. Soprattutto per le parole del padre sull'amore.
E' forse la prima volta che leggo di un personaggio che non apprezza Hogwarts. Non ricordavo assolutamente che fosse una Serpeverde.
L'entrata in scena di Moody non ha potuto fare a meno di strapparmi un sorriso. Probabilmente ci è nato con quel “vigilanza costante”.
"Certo che sei brutta".
Alla faccia della delicatezza! Vedo che i modi sono sempre stati quelli xD
E' stato davvero interessante leggere della sua vita, dall'arrivo al Ministero fino alla sua fine. Mi ha sorpreso non poco il modo della Umbridge di camuffare la verità dietro a comode bugie. Inoltre devo dire che, sebbene la trovi molto detestabile, l'ultima conversazione che ha avuto con suo padre era perfetta, mostruosamente IC.
Il rapporto con Moody l'hai descritto in maniera tale che funziona. Certo, non è un idillio ma è maledettamente reale e non modifica la natura né il carattere dei personaggi, cosa assolutamente credibile. Il fatto che la Umbridge riconosca con orrore di essersi innamorata e che si dia alla macchia, rientra perfettamente nel personaggio.
Mi è piaciuto il modo in cui ha descritto la parabola della sua vita. Non sei stata per nulla scontata, anzi hai mostrato tutte le sfaccettature del suo carattere.
Il finale, con Pansy che si rende conto di non voler fare la sua stessa fine, è stata la ciliegina sulla torta.
Scusa per il ritardo con cui recensisco.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Master
06/07/20, ore 14:50

Prima classificata al contest "Generi a catena"

Grammatica e stile:
9,8/10 (4,8 grammatica + 5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo.

” “Il modo per risolvere la situazione è semplice: va in pensione e sparisci dalla mia vista..." “ ---> ”va’ in pensione”, l’imperativo del verbo andare richiede l’apostrofo. (-0,2)

”Non era disgustata da lui e come appariva.” ---> ”e da come appariva”, refuso.

Da un punto di vista stilistico, la storia è curata e ben resa. È evidente l’attenzione messa nella costruzione delle frasi, sempre brevi e concise, volte a sottolineare il concetto e a farlo passare con forza. I periodi sono lineari, poveri di subordinate, e questo ha contribuito a donare immediatezza la testo: ciò ti ha permesso anche di rendere alla perfezione l’idea di ricordi, di momenti che passano davanti agli occhi dello spettatore, flash improvvisi e brevi, immediati, che non si soffermano sui dettagli, quanto piuttosto sul momento in sé, del quale non manchi mai di rimarcare efficacemente la sua importanza nella vita e nella formazione di Dolores. Quelli che ci presenti sono istanti fondamentali, che hanno reso la donna ciò che è, e tu ce li presenti con rapide e sapienti pennellate. Il lessico è ricco e variegato, usato con pertinenza, soprattutto nell’oculata scelta dell’accostamento delle parole, che creano immagini potenti e suggestive, sempre in linea con l’atmosfera che si vuole imprimere alla narrazione. anche la punteggiatura è usata correttamente, con una preponderanza del punto fermo che, di nuovo, ti permettere di dare immediatezza e rapidità al testo, un testo che si compone di ricordi che si susseguono rapidamente, frammenti di memoria su cui è difficile soffermarsi.
Per quanto riguarda le descrizioni, non ve ne sono nel vero senso del termine ed esse si concentrano piuttosto sulla resa dei sentimenti e delle sensazioni, piuttosto che dei luoghi fisici o delle situazioni: nonostante ciò, riesci a delineare chiaramente ciò che sta accadendo e dove, il lettore non rimane confuso nel muoversi tra un ricordo e l’altro e nello spostarsi lungo la vita di Dolores. Tutto è sempre chiaro, grazie alle poche ma efficaci informazioni che dissemini lungo tutto il racconto. Il mondo interiore dei personaggi è ben analizzato e reso e a ogni avvenimento è stato dato il giusto spazio: nulla è stato trattato con superficialità o fretta. C’è un ottimo equilibrio tra le varie parti, nonché tra quella narrativa e quella dialogata.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

Non c’è alcun dubbio sul fatto che tu abbia fatto un lavoro strepitoso nel caratterizzare tutti i personaggi presenti in questa storia, compresa Pansy che, benché compaia per pochissime righe e come mera spettatrice, si lascia facilmente riconoscere, perché in ciò che hai detto di lei sei riuscita a far emergere i tratti salienti della sua personalità.
Per quanto riguarda Dolores, hai deciso di ripercorrere la sua intera vita, partendo dalla sua infanzia fino ad arrivare al momento della sua morte (anche se questa non viene mostrata direttamente). Hai caratterizzato in maniera davvero impeccabile questo personaggio attraverso i cui occhi ci viene mostrato tutto; ci lasci entrare nella mente di Dolores e ce ne lasci osservare l’evoluzione attraverso quelli che sono i momenti salienti e più significativi della sua vita, quelli che l’hanno portata a compiere le scelte più importanti e a formare il suo carattere, le sue aspirazioni, la sua visione della vita. Sei stata molto brava a presentarci questi momenti, a selezionarli con cura e ad amalgamarli insieme, mostrandoci man a mano la crescita interiore di Dolores, il modo in cui ha affrontato la vita e le sofferenze che questa le ha arrecato. La vediamo, dunque, fronteggiare un’infanzia tutt’altro che semplice, dove suo padre non ama sua moglie e suo figlio privi di poteri e inculca in Dolores quello che poi diventerà per lei un assioma: non esiste un sentimento più illusorio dell’amore. Ed è in questo modo che la donna cresce, convinta che l’amore sia solo falsità e menzogna, che non possa portare nulla di concreto nella vita. L’amore diviene, per Dolores, una debolezza, qualcosa da evitare, tanto che smette di amare anche suo padre, lo ignora, lo allontana. Una vita, quella di Dolores, votata al raggiungimento del successo, al raggiungimento della vetta della scala sociale, così come gli ha inculcato suo padre, tanto che lei arriva a negare di essere una mezzosangue. Una vita, quella di Dolores, che cerca di essere priva d’imperfezioni e di bruttezze, per una donna che è stata sempre emarginata e derisa. Tutto ciò che conta, per lei, è contare. Finché non arriva Alastor, quantomeno: lui rompe quell’assioma che sentenzia che non c’è alcun sentimento più illusorio dell’amore, anche se Dolores all’inizio non vuole ammetterlo a se stessa; si convince che con Alastor non sia nulla più che un’amicizia o qualcosa di meramente fisico e ho trovato molto IC la sua reazione di fuga dinanzi alla costatazione che invece non è così, dinanzi alla constatazione di essersi innamorata e di essersi messa in una condizione che la rende debole e vulnerabile e che rischia di farle distruggere tutto ciò che ha costruito con fatica. O almeno così crede, perché quando si ritrova tra i dissennatori, nel buio di una cella, tutto ciò che le dà forza e che continua a farla andare avanti è proprio il ricordo di Alastor e dell’amore che provava e prova nei suoi confronti, è quello a renderla resiliente e a convincerla, troppo tardi, che l’amore non è un sentimento illusorio, ma qualcosa che sostiene nei momenti bui e di difficoltà. È nella solitudine dei suoi fallimenti che Dolores si rende conto di aver imboccato una strada sbagliata, che l’ha portata alla distruzione, rifiutando l’amore e la bellezza che avrebbe potuto portarle.
Anche Alastor è assolutamente IC nonostante sia meno preponderante di Dolores e sia filtrato attraverso i suoi occhi. Sei stata bravissima a caratterizzarlo alla perfezione, lasciando emergere dai suoi modi di fare e dalle sue parole quelli che sono gli aspetti salienti del suo carattere e che lo rendono indubbiamente lui. È assolutamente convincente nel suo rapportarsi con Dolores, nell’aprirsi a lei e poi nel richiudersi, amareggiato, ferito e aggressivo quando crede che la donna lo abbia abbandonato quando stava morendo e aveva più bisogno di lei. Hai saputo renderlo fedele a se stesso e convincente in ogni gesto che ha compiuto e parola che ha detto.
Hai delineato benissimo anche il rapporto tra Dolores e Alastor e il suo sviluppo, che hai saputo rendere naturale e plausibile, nonostante si tratti di una coppia tutt’altro che canonica. Hai saputo mostrare l’aspetto crudo e disilluso del loro stare insieme, la visione disincantata della vita di entrambi, e hai saputo costruirci intorno una relazione assolutamente in linea con i personaggi.

Trama e originalità: 10/10

Per quanto riguarda la trama, essa si compone, come già detto, di un insieme di ricordi, di momenti della vita di Dolores. La scelta di gestire gli eventi in questo modo è stata vincente, perché ti ha permesso di spostarti rapidamente da un momento all’altro senza che risultasse forzato o frettoloso e mantenendo quella sensazione di flusso di pensieri che è pertinente al contesto. Quelli che vengono presentati, dunque, sono momenti brevi, istanti che hanno segnato la vita di Dolores, che sono stati fondamentali per farla diventare ciò che è e per farle prendere le scelte che ha preso: la struttura in drabble, supportata e legata dal filo conduttore del pensatoio, ti ha permesso di concentrarti sulle scene salienti di un dato episodio, senza doverti perdere in molti altri dettagli che, invece, una strutturazione differente avrebbe richiesto; ciò ti ha consentito di mantenere l’attenzione focalizzata sull’essenziale, con il risultato che, al termine della lettura, si ha un’idea molto chiara non solo del personaggio di Dolores, ma anche e soprattutto delle motivazioni che l’hanno spinta ad agire come ha fatto. La trama, dunque, scorre fluidamente e mantiene sempre alta l’attenzione del lettore, proprio per il fatto che lo scenario cambia in continuazione, presentando sempre qualcosa di nuovo, un tassello in più per il quadro complessivo, senza risultare dispersiva o ridondante.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia è senza alcun dubbio innovativa, non solo per il tipo di coppia presentata, assolutamente non comune, ma anche per il modo in cui hai deciso di gestire e presentare gli eventi. Quella che ci poni davanti è una storia d’amore che non finisce bene: di per sé, quest’argomento è usato e abusato, ma tu sei stata in grado di renderlo qualcosa di nuovo, innanzitutto per il modo in cui hai deciso di presentare la storia (una raccolta di drabble presentate come flusso di ricordi); in secondo luogo e soprattutto per il modo in cui hai deciso di descrivere questa relazione e i motivi che hanno portato alla sua fine: ci si sarebbe aspettati che Dolores lasci Alastor perché lui non può darle l’ascesa sociale che cerca, e invece la fine di quest’amore è l’amore stesso; poiché Dolores è innamorata di Alastor, è terrorizzata e non vuole stare con lui. La sua è una continua lotta tra il rifiuto dell’amore e il trarre forza da esso. Hai presentato una crescita del personaggio strepitosa, con una sua presa di coscienza finale forte e amarissima.
La tua è una storia per nulla scontata, che sa sorprendere, toccare e coinvolgere. Complimenti!

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti è stato assegnato è quello angst e ne hai senza dubbio fatto un utilizzo egregio. La storia è permeata di cupezza e sofferenza, un filo sottile che è un crescendo dall’inizio, quando ci viene presentata la sua infanzia intrisa di pregiudizi, fino alla fine, quando la sua vita è culminata nel fallimento della costruzione di un’esistenza illusoria e tutto ciò che rimane a Dolores è proprio quel sentimento che le è sempre stato fatto credere essere il più illusorio di tutti: l’amore.
Quella che ci presenti è la discesa di un personaggio nella sua autodistruzione, che è stata condizionata da quella figura paterna che ha allontanato, così come ha allontanato ogni altra cosa nella sua vita, compreso Alastor, perché era l’incarnazione - secondo lei - dell’illusione, di ciò che nella sua vita non avrebbe mai potuto essere. La ricerca dell’affermazione, della carriera, il diventare potente e importante per lei sono l’unica cosa reale, e li insegue rinunciando a ciò che di vero c’è nella sua vita, ovvero Alastor. Hai saputo rendere tutto questo in maniera struggente, dolorosa, soffocante, presentando un finale amarissimo, che pure ha qualcosa da insegnare a Pansy. La tua è senza dubbio una storia intrisa di angst, complimenti!

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta moltissimo, non solo per il modo in cui hai deciso di strutturarla e per la coppia che hai presentato (di cui ormai sai che sono una grande fautrice), ma anche per il modo in cui hai deciso di presentare la vicenda, e per il concetto di fondo, questa sottile ironia per cui Dolores ha inseguito un’illusione senza rendersene conto, e ha rifuggito invece l’amore, quel sentimento che era tutt’altro che illusorio, ma che lei ha allontanato, spaventata, capendone la vera importanza solamente alla fine, nella solitudine e nel dolore. Quell’amore per Alastor lungo una vita intera, relegato in un angolo, ma sempre presente; un amore che, per quanto ignorato e respinto, è riuscito a resistere a qualsiasi cosa, al tempo, alla negazione ed è tutto ciò che rimane a una donna che ha perso ogni cosa, una donna che si è vista crollare davanti il suo castello di illusioni, che non ha lasciato altro che polvere. Ed è proprio lì che Dolores ha potuto vedere ciò che, invece, era rimasto in piedi, e non le resta che aggrapparvisi e rimpiangere ciò che sarebbe potuto essere. Una storia coinvolgente, profonda, toccante, ben gestita e strutturata, coerente e di una potenza narrativa pazzesca. Complimenti!

Utilizzo prompt: 2/2

Hai fatto un utilizzo davvero meraviglioso del prompt che ti è stato assegnato. Hai giocato con il significato della frase, facendole assumere varie sfumature nel corso del racconto, presentandola prima come un assioma, e tramutandola man a mano in una domanda, qualcosa che di così certo non è più, per poi farla divenire la negazione di se stessa, perché esiste qualcosa di più illusorio dell’amore. Hai senza dubbio reso centrale il prompt nel tuo racconto, rendendolo il perno dei ragionamenti e delle convinzioni di Dolores e il motore implicito delle sue scelte.

Punteggio totale: 41,8/42

Recensore Master
04/05/20, ore 00:07

E l’Oscar per la Miglior attrice protagonista va a…

Dolores Umbridge in La storia del rospo rosa di LadyPalma



“La storia del rospo rosa” presenta un ritratto a trecentosessanta gradi di un personaggio di cui il canon offre invece ben poco. Dolores Umbridge è cattiva e va odiata, cos’altro c’è da sapere? Moltissimo, ci informa l’autrice di questa storia.
Una storia composta di momenti chiave in forma di drabble per raccontare i punti cruciali della vita del personaggio: dall'infanzia all'adolescenza, dalla salita al potere all'inevitabile caduta, alla morte. I (pochi) elementi canonici vengono presi e gestiti sapientemente per costruire un'intera vita, creando un ritratto che è sì coerente con il canon, ma allo stesso tempo estremamente più ricco.
Nessun difetto è giustificato, nessuna cattiveria è perdonata, ma tutto è spiegato. Se il lettore non può amare Dolores (ma forse un po' di affetto si trova a provarlo, durante la lettura!), di certo al termine di questa OS non può non comprenderla.
Il filo conduttore per ripercorrere la vita di Dolores è dato da una domanda, ed arrivare alla risposta è un'esperienza bellissima, grazie anche allo stile piacevole dell'autrice.
Davvero un ottimo lavoro, alla rappresentazione del personaggio non manca nulla. Complimenti!




(Recensione originale:)

Marti!
Non so che dire, davvero... ho amato questa storia, ogni singolo paragrafo. Sarà dura trovare le parole per esprimere tutto ciò che mi ha trasmesso, sarei quasi tentata di citarla praticamente tutta ma ovviamente evito.
Allora, due parole al volo sulla forma: davvero ottima, scorre benissimo. Non c'è un singolo punto stonato, si legge che è un vero piacere.
Ma naturalmente la parte migliore sono i contenuti.
Ritrovo tratti ormai familiari (grazie a te) di Dolores, ma anche dettagli nuovi. Uno di quelli che mi ha più toccata riguarda il modo in cui hai inserito e giocato con la citazione del tuo pacchetto: Esiste qualcosa di più illusorio dell'amore?
Ho riso amaramente nel leggere la considerazione del padre: ha undici anni, è abbastanza grande per sentirsi dire che l'amore è una menzogna.
Ho riso forse anche più amaramente (ah, l'ironia del karma) quando Dolores rivolta queste stesse parole contro suo padre, che non si capacita del perché mai lei si volti dall'altra parte quando lo incrocia al Ministero.
Ah, un tocco che mi ha colpita dalla prima riga è di scegliere di far vivere la storia di Dolores a Pansy. Sapevo che apprezzi il suo personaggio, ma non avrei comunque immaginato questo risvolto che mi ha colpita in positivo. Visto che siamo in tema Pansy, salto al finale e ti dico prima di tutto che mi è piaciuto, poi che se inizialmente non ero certa di cosa aspettarmi dal titolo adesso sono convinta che sia ottimo per la storia. Bello il paragone con la storia di Piton.
La fine speranzosa per Pansy è molto bella, ma a colpirmi con la forza di uno schiaffo è quella di Dolores con la riflessione sull'amore come unica cosa che resta, quando tutto il resto finisce.
Sai che amo le tue Dolastor, ma questa potrebbe essere la mia preferita dal punto di vista dello sviluppo della coppia. [Be', le Lettere sono a parte!]
Mi permetti di citare qualcosa?
"Stai attenta, bamboluccia. Ti hanno messo le pasticche vomitose nel piatto. Vigilanza costante!"
Io ti giuro che questa prima apparizione di Moody mi è piaciuta tantissimo. È così lui, ma al contempo così spigliato... non lo so, è stata bellissima sia questa scena sia lo svilupparsi della loro amicizia a Hogwarts.
Per quanto riguarda la loro relazione-non-meglio-denominata ai tempi del Ministero, ho amato il tuo descrivere la casa di Moody "tetraggine con un tocco di rosa". Non lo so, colpisce molto come immagine, è ottima per loro due.
Avrei voluto prenderla a schiaffi per come scappa non appena si rende conto di essersi innamorata e non certo per l'aspetto sempre più a pezzi di Alastor, ma al contempo col padre che si è ritrovata mi fai quasi dispiacere per lei. Che vita tristemente vuota.
Ma alla fine, anche per lei, l'amore è tutto ciò che resta.

Non posso credere di essermi persa questa perla per tutto questo tempo.
Si smaterializza subito nelle preferite, è meravigliosa.
Complimenti di cuore Marti, mi hai quasi fatta piangere!

Un abbraccio
Mari
(Recensione modificata il 28/03/2022 - 01:32 pm)

Recensore Veterano
10/03/20, ore 20:48

Ciao mia cara!
Sono corsa a leggere questa OS perché il titolo mi ha davvero incantata. Penso che “rospo rosa” sia un’immagine appropriata per descriverla: il suo aspetto fisico ricorda un po’ un rospetto che se ne sta a gracidare nello stagno e il rosa è il suo colore.
Trovo che tu abbia trovato un modo davvero originale per presentarci la sua storia e cioè attraverso i suoi ricordi che Pansy Parkinson rivive attraverso un pensatoio. Mi piace questa idea di conservare i ricordi di una persona prima che questa muoia perché, come in questo caso, può gli errori, ma anche le cose buone, che una persona ha fatto nella vita, possono essere da monito o da esempio per gli altri.
Certo che la vita di Dolores non è stata per nulla semplice: proveniva da una famiglia dove sua madre una babbana e suo padre uno stregone, che inizia a considerarlo solamente quando lei inizia a manifestare le prime forme di magia e lascia la famiglia, portandosela però dietro con sé, quando lei ha undici anni. Gli anni a Hogwarts non sono assolutamente semplici, ma è proprio lì che incontra Alastor Moody, forse l’unico che, a suo modo, le dimostra di essere suo amico. Mi piace molto che tu abbia utilizzato le immagini della “piccola conchiglia scheggiata” e della “stramba conchiglia” per descriverli.
Il loro rapporto è davvero particolare e, una volta diventati adulti, si trasforma in un vera e proprio relazione sessuale.
Mi spiace che, purtroppo, lei non si lascia trasportare da questo rapporto - troppo presa nel voler far carriera all’interno del ministero, tanto da inventarsi un falso curriculum - cerca che l’amore sia solamente un sentimento illusorio, tanto da chiedersi, come un manta, se “Esiste un sentimento più illusorio dell’amore?” Ma immagino che per una persona con un padre che a sempre denigrato sua madre e che l’ha lasciata alla prima occasione, oltre al fatto che ha sofferto tanto durante gli anni di scuola, faccia cadere i muri che ha innalzato intorno e si lascia amare da qualcuno, ricambiando il suo sentimento. Infatti, non appena vede Alastor in un letto d’ospedale, in bilico tra la vita e la morte, e si rende conto di amarlo, scappa via, quasi rabbrividendo per quel sentimento che prova.
E Alastor è proprio il protagonista dei suoi pensieri negli ultimi anni della sua vita; quando si guarda allo specchio e si vede ormai vecchia e brutta e si rende conto che, cercando di allontanare l’amore dalla sua vita, è veramente vissuta di illusioni. Si rende conto, infatti, che alla fine è l’amore l’unica cosa che resta.
È bello vedere come la sua vita sia da monito per Pansy che, appena finito di rivivere i suoi ricordi, si rende conto che anche lei sta mettendo da parte gli affetti per rincorrere l’ambizione in campo lavorativo. Purtroppo è una cosa che in troppi fanno: pensano che la carriera sia tutto, che sia la cosa a cui si debba dare più tempo di tutte, pensando che si avrà tempo in un secondo momento per l’amore e la famiglia, ma purtroppo che molto spesso non è così e ci si ritrova alla fine soli e senza affetti.
Adoro la frase finale della storia “Faccia da carlino non avrebbe fatto la fine di faccia da rospo” e spero davvero che sarà così per lei.
È stata davvero una storia toccante ed hai proprio ragione, nelle note, a citare la “banalità del male” perché nessuno è l’incarnazione del male, ma ci possono essere stati mille fattori diversi che hanno influito su trasformare così una persona.
Davvero i miei complimenti perché è davvero una storia che ti fa pensare, anche a certi aspetti della propria vita.
Non vedo l’ora di leggere qualcosa scritto da te perché adoro il tuo stile, le tue idee e come le sviluppi.
A prestissimo,
Jodie

Recensore Master
10/03/20, ore 11:58

Recensione premio per il contest: Personaggi random per situazioni random, di Setsy
Miglior IC della coppia
Carissima, questa storia è doppiamente per me! intanto grazie davvero di come hai meravigliosamente sviluppato il prompt per Dark, non speravo che ti ispirasse così tanto! C'è molte volte e ognuna in modo significativo, mai superfluo per "espediente" . E conosco anche la challenge delle mani. Per questo posso dire quanto questo lavoro sia curato e soddisfacente da leggere, e quanto tu debba esserne fiera.
Dolores è veramente un personaggio disgustoso, ma si sa, dietro un cattivo ben strutturato c'è una storia che ne spiega le regioni
Questo quadro completo è incredibile: dalla scoperta dei poteri, alla fine ingloriosa. Certo che è brutta, qundi per una donna (ingiustamente, pur parlando di lei) c'è un destino segnato... ma non con questo è giustificabile
Ce la vedo a trattare male anche il padre che tutto sommato l'ha sostenuta, fino a non volergli parlare più quando è diventata potente.
La sua storia con Moody giuro che mi arriva come una secchiata d'acqua fredda: ma è una coppia popolare, anche se crack? Sono curiosissima
Malocchio l'hai caratterizzato perfino meglio di lei, con il suo modo di fare ruvido, il suo linguaggio sboccato, che la Rowling non ci farebbe mai ascoltare e invece è adatto ad un uomo che rischia la vita, ha perso così tanto, è non è certo il tipo fine in generale
La loro relazione non gli fa tanto onore, ma ci si lega alle persone più sbagliate, a volte
L'evoluzione di Dolores verso il male è graduale, credibile, una narrazione piena che riempie tutto quello che non sappiamo
Il suo IC (non a caso hai vinto questo premio *-*) è assoluto proprio laddove non c'è l'aiuto delle parti note, nella sua vita intima con Moody, nella paura di essersi innamorata. Cosa che costituirebbe svantaggio, come dice Mycroft Holmes, che abbiamo in questo attimo guest star!
Bellissima e terribile insieme l'idea di giocare col suo diminutivo, Dolly, per dire che il rosa di cui si circonda rende tutto una casa di bambola
Questo ha due letture; una è letterale, perchè il suo ufficio non sfigurerebbe nel castello di Barbie
L'altra è per opposizione; non c'è nulla di più lontano di lei dalla tranquillità anche stupida o leggera di un "tipo bambola". Anche l'aspetto fisico ovvio
"Bamboluccia" è stupendo, quella scena l'ho proprio vista davanti agli occhi, è comica e triste insieme
Ora capisco quanto la coppia del mio contest non ti abbia messa in difficoltà: sai prendere i personaggi più impossibili e trarne la musica che vuoi...
a prestissimo spero!
tua, pink Setsy

Recensore Master
12/02/20, ore 19:14

E l’oscar per la migliore ship di sempre goes to…
Dolore Umbridge e Alastor Moody di LadyPalma!

E qui partono gli applausi del pubblico. Ecco immagino queste reazioni da parte degli appassionati del fandom che leggono le tue storie sulla coppia Umbridge - Moody. Una coppia ben costruita è contestualizzata che quasi sembra creata dalla stessa Rowling. Questo è un grande dono per cui rinnovo i complimenti. Tra l’altro muovi così bene il personaggio di Dolores che quasi quasi provo meno antipatia per lei. Perché sì, lo ammetto: mi è stata sempre antipatica. Eppure riesci a renderla più amabile e mi fai provare compassione per lei.
Questa OS racconta il passato di Dolores attraverso gli occhi di Pansy Parkinson che, mossa da una giornata lavorativa alquanto piatta, controlla i file della strega deceduta da poco tempo. All’improvviso ci troviamo catapultati nel mondo di una donna la cui visione distorta dell’amore ha radici profonde che derivano dall’infanzia. Colpa di un padre anaffettivo o con una padronanza dialettica scadente, la piccola Dolores crede che l’amore sia solo un’illusione da cui fuggire. E lo fa per tutta la vita. Scappa anche dall’uomo che la ama, conscio dei suoi pregi e dei suoi difetti.
Ad un certo punto del capitolo sembra quasi che Dolores si renda conto dell’errore che sta commettendo e si lancia letteralmente tra le braccia del suo amato. Un periodo purtroppo breve perché nel momento in cui si rende conto che si è innamorata perdutamente di un uomo si richiude in se stessa e abbandona Alastor nel momento di maggiore bisogno. Da qui parte l’ascesa in campo lavorativo ma nel contempo assistiamo anche alla discesa emotiva e sentimentale, rinnegando Alastor e rinnegando anche il padre.
Si tratta di una storia che ha molti spunti di riflessione su tematiche importanti e la reazione di Pansy Parkinson ne è l’esempio. Mai lasciarsi condizionare dall’orgoglio e dall’aspirazione del potere. L’amore è il movente che tiene l’uomo in vita.
Gran bella storia cara. Complimenti davvero

Recensore Junior
12/02/20, ore 12:04

Eccomi qui cara, sempre piacevolmente soddisfatta!
Devo dire che riesci perfettamente a impersonare il personaggio di Dolores e renderlo vicino rispetto al lettore. Mi piace molto la tua interpretazione del suo passato, dettagli del padre che le hanno insegnato l'amore come sentimento illusorio, cosa che è il perno di tutta la storia. 
Lei è stata descritta in modo impeccabile nei suoi atteggiamenti e rapporti con gli altri, specialmente con Alastor con cui ha una sorta di relazione, anche se non fa altro che allontanarlo sempre di più, fino a cancellare ogni forma di legame che c'era prima.
Nonostante questo, ho apprezzato questa storia tra di loro perché ha sottolineato una possibilità che aveva Dolores di poter superare ciò che l'ha spinta a vivere in quel modo, gli insegnamenti del padre, sicuramente angosciato dalla vita e sprezzante di ciò che gli ha dato. 
Ma questa possibilità non ha saputo coglierla, l'ha buttata via insieme alle sue illusioni.
Fin da bambina notiamo come il fatto di essere speciale, avere la magia, la faccia sentire meno insignificante agli occhi dei suoi genitori anche se poi a scuola ritorna ad essere invisibile e vittima di cattiverie. 
Come sappiamo, tutto questo lo riverserà nei confronti dei suoi alunni futuri che la lasceranno in pasto ai centauri. Quindi non sarà mai ripagata a sufficienza la sua determinazione ad ottere prestigio e imporsi sugli altri
Il pretesto di raccontare la storia di Dolores attraverso i suoi ricordi è stata azzeccata e molto originale, rifacendosi infatti al momento di Piton. Mi hai conquistata.
Storia frustrante, priva di serenità quieta che effettivamente non c'entra nulla con Dolores, ma invece presente il tema dell'ambizione, del voler farsi notare per sentirsi speciale, dell'amore visto come illusione e non come qualcosa che invece può dar tutto.
Come sempre un ottimo lavoro anche a livello testuale e sintattico, sempre pulito e scorrevole il tuo modo di scrivere, limpido e intrigante. Bravissima, alla prossima con grande piacere 😘
(Recensione modificata il 12/02/2020 - 12:06 pm)

[Precedente] 1 2 [Prossimo]