Ciao, eccomi qui ^^
Se non erro, questa è la prima volta che leggo qualcosa di tuo e posso dirti, in tutta onestà, che ti sto scrivendo questa recensione con gli occhi lucidi.
Questa storia mi è piaciuta veramente tanto. Mi sono affezionata molto a Sarah e Alessandro durante la lettura, al punto tale che quando sono arrivata alla fine ho provato le loro stesse emozioni, come se fossi stata anche io lì con loro, in stazione, e li avessi salutati – forse non per sempre, ma provando comunque la stessa sensazione di malinconia che hanno provato loro. Una malinconia velata prima dall'incertezza e dalla paura di non ritrovarsi più, per poi essere sostituita dalla speranza che niente è perduto e che un giorno, magari, ci si ritroverà per davvero.
Ho frequentato il Liceo Linguistico quando ero alle superiori, ma niente da fare: sono Alessandro inside pur avendo studiato la lingua inglese in maniera molto più approfondita rispetto a lui e fidati che con ogni probabilità al suo posto avrei fatto – o meglio: detto – di peggio. Bello poi perché quando si tratta di tradurre meme e giochi di parole stupidi ci arrivo subito xD
Comunque, ci sono due cose che ho particolarmente apprezzato di questa storia: il fatto che noi lettori riusciamo a entrare in empatia con Alessandro e Sarah praticamente fin da subito e il modo in cui hai giostrato la difficoltà che emerge sempre più quando non si conosce la lingua del proprio interlocutore – e fidati che non è una cosa facile!
Mi è piaciuto perché è stato proprio grazie a quel fraintendimento con “Your train”/“Your name” che il titolo della storia acquisisce un significato ancora più bello e profondo. Perché, diciamocelo, Alessandro sarà pure una frana con la lingua inglese, ma se non avesse frainteso le parole di Sarah non si sarebbe mai spinto tanto oltre con lei, arrivando a lasciarle il suo nome completo e il luogo dove abita pur di poterla rincontrare.
Non tutti i mali vengono per nuocere (!) e in ogni caso, con un po' di pratica sono sicura che Alessandro imparerà in fretta la lingua inglese: quando si ama qualcuno – perché, me lo sento, in questo caso è stato un colpo di fulmine da ambedue le parti – si fa di tutto pur di comprenderlo. E quando di mezzo ci sta una lingua straniera, si fa di tutto pur di impararla, proprio per poter comunicare con la persona amata. Quindi credo proprio che Alessandro si darà da fare con l'inglese e Sarah con l'italiano, così quando si ritroveranno avranno modo di parlare in maniera più sciolta e serena.
Tornando un attimo al primo punto, mi è piaciuta la caratterizzazione di entrambi. Alessandro l'ho adorato fin da subito, così deciso e intraprendente quando il viaggio in treno lo porta al suo appartamento per l'università, perso e insicuro quando la nostalgia di casa si fa sentire con forza. E poi c'è Sarah, che se ne è andata di casa perché non riusciva più a sostenere la pesantezza di una condizione che la schiacciava sempre più giorno dopo giorno, approdando in una terra che non conosce senza conoscere la lingua, il luogo, le persone. Eppure, nonostante tutto, continua ad andare avanti.
E ora, proprio come la frase finale conclude questa storia, lei ha un posto dove andare grazie ad Alessandro.
Starò scrivendo questa recensione da quanto? Cinque minuti? Dieci? Niente, ho ancora gli occhi lucidi.
Sarà poi che hai uno stile talmente delicato che mi ha coinvolta dall'inizio alla fine, davvero, mi è piaciuto molto.
Vado a recuperare un fazzoletto e ti saluto – anche perché penso di averti tediato abbastanza con quella che non credo sia proprio una recensione, ma un mezzo delirio xD
Complimenti, spero di poter leggere nuovamente qualcosa di tuo ^^
M a k o |