Recensioni per
Everybody's Gotta Live
di Miryel

Questa storia ha ottenuto 61 recensioni.
Positive : 61
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/03/20, ore 09:19
Cap. 2:

Ciao carissima, non potevo lasciare questa mini mini-long in sospeso, dunque eccomi qui! 
Questo finale mi ha sorpreso: ormai dovrei essere preparata ai tuoi colpi di scena, eppure riesci a crearne di nuovi, soprattutto perchè sei bravissima a giocare con le linee temporali, gli universi alternativi e, soprattutto, a dosare gli indizi durante la stesura. E' una tua qualità che mi tiene con il fiato sospeso per tutta la lettura e che mi fa stare sempre con l'attenzione concentrata in attesa del capovolgimento - che si rivela come in questo caso sempre meraviglioso!
Hai trattato il tema del "ritorno dalla morte" con grande profondità e intensità, sebbene si tratti di un'esperienza di cui nessuno può avere conoscenza per ovvi motivi ahahah  Peter risulta indagato perfettamente in questo stato di vuoto insopprimibile e allo stesso tempo nel suo desiderio di rimanere "aggrappato alla vita" - richiesta a cui solo Tony può rispondere. Peter non vuole superare il trauma, solo dimenticare, ed è alla fine proprio questo ciò che ottiene, perchè un'esperienza tanto sconvolgente forse davvero non può essere affrontata, del resto.
Un'altra tua storia stupenda, insomma, che finisce tra le ricordate.
Menzione speciale per il paragone tra Peter e Peter Pan: l'ho trovato appropriatissimo.
Alla prossima avventura Starker! Un bacio!

Recensore Veterano
13/03/20, ore 18:38
Cap. 2:

Miryel cara,

che sgambetto mi hai fatto!

Sei stata in grado di confondermi, sorprendermi ed emozionarmi.
L'esperienza di Peter è incredibile e tremenda e tornare alla vita sembra impossibile. E' tornato alla vita, ma è come se non fosse tornato davvero. "Vive" incastrato in un'emozione sorda e stordente, che annulla e vanifica ogni sforzo. Mi colpisce il fatto che nessuno di noi sa davvero cosa si provi a ritornare dalla morte, eppure tu riesci ad avvicinarci a questa esperienza come se fosse reale. Il peso delle emozioni che scatena mi sembra di sentirmelo nello stomaco ed è qui che scatta il BRAVISSIMA obbligatorio. Insomma, è già complicatissimo descrivere e penetrare emozioni usuali, reali, ma riuscire a rendere in maniera convincente un'emozione soltanto immaginata o supposta è roba per pochi. Touché.

Tony, poi, mi ha proprio stesa. Lui non può proprio accettare di dover rinunciare alla scintilla di vita che ha sempre animato Peter e quando comprende che gli sforzi di ripristinarla con cure e attenzioni non sono sufficienti, sceglie con dolore di percorrere l'unica strada possibile. L'unica perché, per Tony, la possibilità di lasciare che Peter si abbandoni e consumi non è contemplata. La scelta che compie è fatta, però, soprattutto di rinunce. Il prezzo per il sollievo di Peter consiste in nostalgia, perdita e oblio. Ma non importa, adesso che Peter è di nuovo se stesso, Tony può sopportare di tutto ed è bellissimo vedere l'impegno che mette nel ricostruire il loro antico legame. E' una ricostruzione che avviene soprattutto attraverso il sostegno e l'annientamento graduale di tutte le insicurezze che hanno preso a fargli inciampare le parole. Questo è amore nella sua forma più profonda.
Come sempre riesci ad assorbirmi completamente e a farmi amare questi due personaggi con sempre maggiore convinzione. Se penso che solo qualche mese fa non capivo cosa ci fosse di speciale in questa coppia, mi viene da sorridere.
Brava sempre, mia cara.

Un grande abbraccio,

Woodhouse

Recensore Master
12/03/20, ore 00:17
Cap. 1:

Ciao, tesoro ♥
Come potevo resistere a una bella dose di angst e introspezione? Come?
Se c'è una cosa che adoro di te, è che sei una di quelle letture che sono una garanzia, che ti metti lì, a leggere dopo una pessima giornata, e prima di andare a dormire e incredibilmente ti rilassi, perché t'immergi nelle atmosfere e nei personaggi e in tutto, e vieni trascinato in questo mondo come se fosse vivido e reale, e ti dimentichi di tutto il resto.
Dunque, sappi che questo capitolo l'ho divorato alla velocità della luce, perché è davvero troppo, troppo bello.
Partiamo dal fato che hai descritto benissimo le sensazioni di Tony dopo aver schioccato le dita. E sorvoliamo sul fatto che sono stata in ansia per tutto il tempo perché aspettavo solo che morisse... Sì, lo so che dall'introduzione era chiaro che non morisse, però io avevo ansia lo stesso XD
Mi piace questo Tony un po' diverso che hai dipinto: un Tony costretto a letto, costretto a fare qualcosa di così dannatamente contro natura per lui; un Tony debole e fragile, dentro e fuori, che sta ricostruendo i suoi pezzi, perché è vero che è forte ed è vero che è spavaldo e tutto, ma il trauma c'è stato anche per lui. E il trauma più grande, in realtà, è Peter. Peter e i sensi di colpa che prova nei suoi confronti, Peter e ciò che gli tace, il suo stargli lontano senza volergli dire nulla. Peter che in questo momento vorrebbe fosse la sua ancora di salvezza, la sua stampella per camminare, qualcuno che lo aiuti a superare il suo momento di difficoltà, e invece Peter è distante, è distante anche se non vuole esserlo, e non può farne a meno.
La morte è qualcosa di complicato e misterioso. Non ne conosciamo i meccanismi, non sappiamo nulla del "dopo", sappiamo solo che non c'è ritorno. E Peter invece torna, e trovo maledettamente realistico il fatto che si senta smarrito e perduto, come se avesse rimesso piede in un posto che non è il suo, che non gli appartiene. Il suo atteggiamento nei confronti di Tony può forse sembrare crudele, date le sue condizioni, ma in realtà è inevitabile. Peter deve ancora comprendere cosa gli sia accaduto, cosa gli sia capitato e non vuole aprirsi, non ci riesce, non con Tony, perché Tony è il suo tutto e parlarne con lui significherebbe dover affrontare e ammettere cose che ora lo schiacciano e lo spaventano. E allora fugge da Tony, perché fuggire da Tony significa fuggire da se stesso e dalla realtà e da tutto quello di cui ancora deve capire il senso.
È struggente vedere Tony dilaniarsi per questo, per Peter; è struggente vederlo darsi la colpa, cercare di capire come aiutarlo e non riuscirci, perché tutto quello che può fare è dargli tempo come dice May. E il tutto è ancora più struggente se lo mettiamo a confronto con quegli stralci di passato che ci mostri, quei momenti di normalità che ci fai intravedere, quando tutto ancora non era crollato a pezzi e Ton e Peter non avevano le loro ferite da leccare.
Sono due reduci di guerra, due distrutti che cercano di rimettere insieme i pezzi, e credo che quando Peter deciderà di aprirsi con Tony, potranno riuscirci davvero. Fino a quel momento, sarà solo sopravvivenza per entrambi.
E Peter con la balbuzie è adorabile, gli si addice tantissimo e tu l'hai reso magnificamente e in maniera realistica.
Carissima, che altro devo dirti? Leggerti è sempre un piacere immenso e ogni volta riesci a coinvolgermi e a stupirmi. Sei un'autrice fantastica e le tue piccole perle sono un piacere per occhi e anima.
Alla prossima ♥

Recensore Master
07/03/20, ore 04:50
Cap. 2:

Allora.
Forse mi ci sarà voluta quasi un'ora per leggere questa minilong - ed è davvero patetico, da parte mia, visto che conta solo due capitoli lol -, ma ne è valsa totalmente la pena.

Intanto, lascia che ti dica una cosa: sei geniale. Adoro come, alla fine di ogni storia, tu riesca sempre a stupire il lettore. A fargli capire che ciò che ha letto, in realtà, ha un ordine ben diverso.

Lasci indizi sottili, piccole tracce che potrebbero lasciar intravedere la soluzione, ma a mio avviso il vero colpo di scena è nella soluzione. Non nell'intreccio (seppur brillante e geniale).

Tutto ha un senso, tutto fila liscio. E adoro che le tue soluzioni abbiano sempre un senso.

Tornare dalla morte (eccoci di nuovo ad affrontare questa dolcissima tematica, stamattina presto xD) deve essere terrificante, destabilizzante.

Qui Peter si spegne, lentamente. E Tony non sa proprio cosa fare. L'unica, appunto, è quella di cancellare tutti i ricordi. Cancellare i problemi. Cancellare la morte. Cancellare Tony.

E... Povero Tony.
Non ci sarebbe mai stata un'altra soluzione, ma quanto deve essere stato doloroso per lui?
Quanto deve essere doloroso guardare la persona che ami negli occhi, essere sopraffatto da ricordi che non gli appartengono più, e non potergli dire tutto?
Non poter mai essere sincero. Non del tutto.

Credo che un po' ammazzi, una cosa simile. Più di uno schiocco di dita per sconfiggere Thanos e salvare l'universo, ma decisamente meno di un Peter in balia del nulla.

Ed è stata giustissima la scelta di narrare l'intera storia dal punto di vista di Tony - che hai caratterizzato alla perfezione, btw.

In più, volevo complimentarmi per i dialoghi. Non sono mai banali. Mai. Hanno uno spessore. Offrono una riflessione importante.

Brava, brava, brava.

Ah!
Geniale la spiegazione per la balbuzie di Peter. Davvero geniale. Adoro come riesci a dare un senso ad ogni minimo particolare, rendendolo fortemente essenziale per la trama. Sei stata davvero brillante.


E mi dispiace non poter dire di più, ma il mio cervello comincia a non connettere più, ahimè.
Sappi solo che: ho adorato questa storia come ogni altra. Mi sai sempre stupire. Non mi hai ancora delusa.

È sempre un piacere - un vero piacere - lasciarsi cullare da una tua storia.
Complimenti.

Recensore Master
05/03/20, ore 19:49
Cap. 1:

Eccomi cara a recensire questa tua dolce e struggente minilong! Avevi già affrontato il finale di Endgame, ma qui ti sei davvero superata. Non solo hai mostrando il ritorno di Stark, ma hai anche mostrato eventi passati e di come i due si siano avvicinati mettendo in campo un tema che mi pare nuovo per quanto ti riguarda; avvero il balbettare. Credo sia questo più di tutti a mostrarci com'era il vecchio Peter rispetto a quello nuovo e di quanto l'aiuto di lui sia stato provvidenziale e salvifico. Un Peter che ritorna dopo i famosi 5 anni, un Peter divorato da un malessere senza nome e che tenta in tutti i modi di alllontanare chi ama pur di comprendere... chiuso in una solitudine senza nome.
《 A fare quello che fa sempre da quando è tornato. [...] Chiedersi perché è successo.»
Nella seconda parte racchiudi alla perfezione il rapporto tra May e Tony, ma anche la rottura tra virgolette, fra i due amati e l'impossibilità da parte dell'uomo di avvicinarsi al cuore del ragazzo... almeno per il momento ovviamente.
A zia May... sì ci hai dato tutto un altro spessore, mi è piaciuta molto.
Scruttura come sempre perfetta.
Un saluto e alla prossima
Elgas

Recensore Master
05/03/20, ore 08:56
Cap. 2:

Uelà!

Ho letto ieri la seconda parte di questa tua mini ma passo a recensirla soltanto ora perché ho preferito rifletterci prima un attimo su. La verità è che non so come considerare il rifiuto di Peter della vita in quanto strappato letteralmente dalle braccia della morte e che non riesce in nessun modo e maniera ad andare avanti, altri ci riescono come anche tu ci accenni grazie alla fede o alla psicoterapia, ma lui no. Il supereroe più umano di tutti, quello che ha dovuto fare la "gavetta" nel quartiere no... si ferma, punto. Era morto e doveva restare morto; sembra essere convinto di non meritare questa seconda possibilità e per giunta di meritare quella schiocco di dita da parte di Iron Man il quale ha trovato il coraggio di fare una cosa tanto coraggiosa proprio pensando a lui. Eh boh, vorrei poter dire che trovo questa sua atavica insicurezza e/o estrema sensibilità affascinante o comunque degna di tenerezza... e invece no. Sarà la prima (e spero ultima) che dico una cosa del genere sul nostro Speedy, ma l'ho trovato molto vigliacco: altri hanno saputo andare avanti, senza essere eroi o niente di speciale e tu invece? Nonostante l'affetto di tutti ( o l'amore come nel caso di Tony) ti rifiuti di farlo? Eh no, Peter: scusami ma a questo giro mi hai proprio deluso. Addirittura bisogna arrivare a cancellarti la memoria per fare il miracolo e Tony vede e provvede, come si dice. Spero che il nuovo Parker/Speedy riesca ad essere più coraggioso del suo predecessore e ti dico che mi piacerebbe vedere un seguito a questa storia. Come sempre ottimamente scritta e narrata, complimenti.
Un saluto e a presto,
Will D.

Recensore Master
03/03/20, ore 15:27
Cap. 2:

GUASCOSA!
T'è piaciuta 'sta doppietta? Beh, a me è piaciuto scriverla e scervellarmi come sempre sulle tue storie – in senso buono, nel senso che mi metti in moto le meningi e i sentimenti con ogni riga, ed è esattamente questo che cerco da una Storia, da un Racconto. E le maiuscole non sono a caso, bada.
Detto questo, ti devo comunque menare, perché io ho infartato quando ho letto la rivelazione di questo capitolo. Sono rimasta a bocca aperta come un pesce lesso e ho riletto tre volte il paragrafo incriminato, oscillando tra il "è un genio" e "ora la ammazzo". Quindi opero una via di mezzo e ti dico che sei un genio mentre ti picchio con le braccia degli Splatters (ma ti risparmio la crema, che io sono una Cosa di classe).

È tipico di Tony, decidere per gli altri. Non perché questo finirà necessariamente per giovargli, anzi, spesso si mette i bastoni tra le ruote da solo, ma accecato dall'ego si convince di fare sempre la cosa giusta, soprattutto se va a scapito proprio.

"Faceva male saperlo prigioniero della vita" questa frase racchiude tutto. Tutto, è la chiave di volta dell'intera storia e sorregge ogni arco e ogni volta che vi hai costruito. Peter, che è vita, è gioia di viverla... prigioniero. Spento, ingabbiato. Poi col parallelismo tra lui e Peter Pan hai direttamente segnato la mia condanna a morte, probabilmente ridendo nel farlo. Dio Co', cosa non fai con le parole e cosa non ti faccio io quando te becco...

Nello scorso capitolo ho accennato alla connessione di responsabilità tra Tony e Peter; ed è qui che trovo lo snodo fondamentale, il motivo per cui Tony ha compiuto una scelta così drastica: lui è già responsabile della sofferenza di Peter. Sia dai suoi occhi che da quelli dell'altro, esattamente come l'hai definito tu in questa sua doppia valenza di salvatore e boia. E responsabile lo sarebbe in ogni caso, che lui tenti di risolvere la situazione o meno; solo che, provandoci, può  sia sentirsi un Tony Stark che non rimane con le mani in mano, sia può alleggerire quel fardello di responsabilità che Peter si piazza sulle spalle, credendo di essere sempre Spider-Man e dimenticando di essere un adolescente che, al di fuori di missioni spaziali, alieni e battaglie, deve ancora capire come funziona la vita. Eppure ha già capito la morte. Ha capito troppo, sa che proverà per due volte quella sensazione, quella fine, e che ciò è inevitabile. Viviamo tutti nel timore della morte, in un modo o nell'altro e in atteggiamenti più o meno spiccati, ma non è una paura tangibile se non nel momento di estremo pericolo, in cui ci sfiora. Noi umani viviamo per esperienze e ci relazioniamo in dipendenza da esse; ma nessuno può relazionarsi alla morte... in quanto appunto morte, senza ritorno. E adesso mezzo mondo l'ha provata sulla propria pelle e sa che tornerà, ineluttabile.
È ben diverso dal vittimismo adolescenziale, è ben diverso da quella depressione che citavo in precedenza anche se mostra dei sintomi coincidenti di apatia e sconforto e atarassia. Non è depressione: è consapevolezza, lucidità di sguardo. Sapere quello che lo aspetta, che aspetta tutti loro, anche Tony. E Tony potrebbe quasi capirlo, lui che è stato perseguitato per anni da una visione frutto delle sue paure più recondite; spaventosa, ma pur sempre incorporea e immateriale. La morte di Peter è anch'essa immateriale, ma gli ha scavato l'anima, e non è un qualcosa che ci si può semplicemente scrollare di dosso.

Co', mi fai partire per la tangente, vergognati. Il punto è che capisco la scelta di Tony. Non la condivido a livello umano, nel tacerla a Peter che dovrebbe avere voce in capitolo, ma comprendo il suo agire in quanto è Tony Stark e abituato a decidere anche per gli altri prendendosi poi lo scotto dell'azzardo. Qui la decisione è di una portata tale da perseguitarlo per sempre, da macchiarlo nel profondo; non è vera e propria eutanasia, ma sta comunque uccidendo una parte di Peter per permettergli di rinascere e fiorire di nuovo. È un discorso delicato, questo, me ne rendo perfettamente conto. Ma non ho potuto fare a meno di trarre il parallelismo nel leggere le tue parole e i tuoi ragionamenti. Così come esiste un diritto alla vita, esiste un diritto alla morte; a Peter è stata già inflitta la morte vera e propria quindi, in un certo senso, la morte dei ricordi sembra per forza di cose il male minore. E forse lo è. Il finale ci lascia sperare che lo sia stato – e in tutto questo so che la cosa giusta da fare sarebbe stato interpellare Peter... se solo Tony non fosse Tony e Peter non fosse stato ingabbiato da se stesso, vuoto come lo hai descritto.
È questo che intendo, quando dico che mi metti in moto le meningi... 
Non sono certa di aver espresso al meglio ciò che intendo, ma sai che puoi bombardarmi e non ti manderò mai e poi mai la postale :')

Chiudo il dibattito filosofico, aggiungo che il dialogo tra loro due mi ha messo addosso brividi inesprimibili e ti dico infine che tu non puoi inserirmi Tony e Natasha nella stessa scena con la pretesa che io non dia di matto. Prima di tutto perché vederla viva e vegeta mi scalda il cuore, e in secondo luogo perché mi fomenti ship non canoniche con quel fatto che lei mantenga la calma al posto suo e lo riesca a calmare. E il suo ruolo è funzionale, ha un senso e un significato: "nessuno si salva da solo"... e se non lo sa lei, Co', davvero non immagino chi altri potrebbe saperlo.

Concludo con un plauso al ritorno della cameriera col chewing-gum (io non dimentico!) e con gli occhi un po' lucidi, anzi, strabordanti, per questo finale che rimane perfettamente in bilico tra i due estremi, di un dolceamaro straziante che però fa bene all'anima. Tu fai bene all'anima, Co', con tutto quello che scrivi, quindi non smettere mai e continua a ficcarmi una massaia agguerrita nel petto <3
Ti mando un abbraccio spaccaossa, a questo giro, che mi hai devastato l'esistenza e ti amo per questo :')



-Light/Cosa-Non-Sicura-

Recensore Master
03/03/20, ore 15:18
Cap. 1:

GUASCOSA MIA!
Allora, io ti meno, capito? TI MENO. Mi hai buggerata, te possino acciaccatte... te le staccherebbi davvero, quelle braccia, se solo non ti servissero per scrivere queste cose meravigliose che mi prendono il cuore e lo strizzano come uno straccio nelle mani di una massaia con la luna storta. Sì, Co', m'hai dato quella sensazione che tu sai mentre leggevo... e quanto sono contenta che tu mi abbia raggirata, quanto çç

Allora, io ci provo ad essere breve su questo primo capitolo, ma sai che così non sarà, quindi preparati con la denunziaquerela/I-wanna-talk-to-the-manager.
Innanzitutto, ti devo di nuovo menare per l'incipit. Un infarto del miocardio sarebbe stato meno doloroso, perché la paura che ci stessi riproponendo la scena canonica c'è stata, c'è stata tutta. Però la speranza s'era già accesa in quel breve, sentito contatto con Rhodey – grazie per dargli spazio, Co', se lo merita abbondantemente ma tutti se lo dimenticano – ed è esplosa assieme a quell'uragano di ragazzo che gli piomba davanti incredulo. E già da qui si percepiscono le radici del tormento di Peter: affrontare la morte, tornare e poi affrontarle di nuovo, sfiorarla con terrore tramite una persona cara che ce l'ha fatta, sì, ma ha inflitto cicatrici a se stesso e a chi lo circonda.

Ormai so il vero svolgimento della storia, ma sai benissimo che, a una prima lettura, non avevo affatto capito dove saresti andata a parare. Immaginati quelli che fanno il test dell'QI coi blocchetti colorati cercando di piazzare convinti il triangolo nel cerchio e fanno pure manina-nasconde per non farsi copiare: ecco, quella sono io che leggo per la prima volta il capitolo. Adesso vedo in modo lampante l'intento di porre questo primo confronto tra un balbuziente Peter e Tony nel passato, almeno apparentemente; solo che ho fatto il passo più lungo della gamba lanciandomi in congetture improbabili :') A parte questo, non hai idea dello spaesamento che ho provato di primo acchito nel constatare che la balbuzie di Peter non fosse limitata a quella prima frase tartagliante, sintomo di un nervosismo e insicurezza che esterna a tratti anche canonicamente, ma fosse dilagante  epermanente. È da lì, che sono partiti i film mentali su quale trauma avesse potuto ridurlo così, troncandogli quel fiume di parole che gli esce sempre ininterrottamente dalla bocca a tempo col suo flusso vitale ed esuberante. Qualcosa di terribile, sicuramente; qualcosa che Tony finge di non notare, nel suo essere così Tony ed evadere i problemi propri e altrui quando non può affrontarli di testa. Non ha vie di mezzo, lui: o la va o la spacca... e quando qualcosa si spacca instaura i tabù, il trattare i danni collaterali come chimere incorporee ma ben presenti a cui non può permettersi di dare ascolto. Penso al post-New York, al suo negare di avere un problema che non si risolve ignorandolo; penso all'intossicazione da palladio e a quell'atteggiamento autodistruttivo che lo caratterizza, che lo consuma e gli fa desiderare di venir consumato a sua volta. Qui il problema è di Peter, ma Peter è un suo problema, perché se lui muore, se lui soffre, Tony ne è responsabile. "It's on me," per citarlo. Ma su questo aspetto torno nel prossimo capitolo :)

Ho amato il raffronto che fai tra Tony e Peter, sulle differenze che li segnano (o meno) dopo cinque anni e quel vuoto che ingloba entrambi in modo diverso eppure complementare. Di chi se n'è andato e di chi è rimasto, rischiando poi di invertire i ruoli. Siamo portati a credere che un Tony che sopravvive annunci automaticamente un lieto fine; ma la vita raramente è così lineare, così semplice. Si sollevano solo problematiche diverse. Dubito che ci sia una soluzione meno dolorosa dell'altra: si tratta della mera differenza tra rimorso di chi è vivo e rimpianto verso chi è morto. Emozioni egualmente corrosive, e Peter si troverebbe comunque ad affrontarne una.

"Peter sbuffò una leggera risata; le sopracciglia piegate ad accentuare la sua fragile malinconia." Credo di amare questa frase e te le stacco io, le falangi. Racchiudi in così poche parole il sollievo di chi è vivo e lo spaesamento mesto di chi non dovrebbe esserlo, in teoria. Peter è fragile, in questo momento, e tu lo mostri agli occhi del lettore e soprattutto a quelli di Tony, che è convinto di poter rompere tutto ciò che tocca; rendendo di fatto Peter intoccabile, per ora, anche solo con le parole argute con cui cerca di appianare gli eventi spigolosi e no nrazionalizzabili.

Peter, da fantasma incorporeo, si è tramutato in un vero fantasma, se ha senso usare quest'espressione. O meglio, si porta appresso un fantasma di nome "morte" che non può prenderselo di nuovo, no nancora, e che muta in quello della depressione. Non usi mai questa parola specifica, d'altronde sarebbe troppo riduttivo etichettare il malessere di Peter secondo dei canoni medici che non tengono conto di un ritorno dalla morte. Ma la situazione di Peter rientra in quell'ombra terrificante che occlude il pensiero e intorpidisce le membra; che centuplica i pensieri rendendo impossibile tutto il resto. E io non posso fare a meno di ammirarti per il modo in cui hai inserito tutto ciò nella narrazione, nel fatto che non vi sia un compatimento nei confronti di Peter, ma una comprensione e un'analisi ferreamente logica di quello che gli è accaduto tramite la voce di May. Perché la sua sorte è condivisa da mezzo universo, May inclusa, ma l'altra metà è rimasta ad aspettare, e questa è una faglia che non può sanarsi del tutto; è un qualcosa che spacca in due il mondo e si fa a volte invalicabile... e questo, tramite un Tony incapace di immedesimarsi, di dare tempo, lo riesci a esprimere perfettamente.

«A fare quello che fa sempre da quando è tornato. [...] Chiedersi perché è successo.» Mi ucciderai, Guascosa, io lo so che prima o poi mi ucciderai. Tu sollevi interrogativi esistenziali e io mi ci tuffo a capofitto, mi ci annego e sono pure felice di farlo. C'hai la Forza che ti guida, o i pugni nelle mani, non lo so, ma riesci sempre a dare vita alle parole e alle frasi con una maestria che non posso che ammirare.
Pensi che sia finita qui? Giammai! Mica eri tu l'unica vittima della "mitragliata", oh.

-Light/Cosa La Giovane-

Recensore Master
03/03/20, ore 12:19
Cap. 2:

Ciaoooo!!!! Mi ero fermata sul tuo nuovo lavoro e ci tornerò tra poco per la recensione ma… mi sono ricordata… Che non avevo ancora recensito questo capitolo meraviglioso (shame of me)

Ed eccomi qua con i mei commenti alla CdC XD

Io comunque sono obbligata moralmente a ripeterti!!!! Mamma mia mia Regina Starker ma quanto ci sta bene questo titolo!!!!

(io comunque sto pesticciando sulla tastiera con un po’ troppa enfasi XD se leggi parole astruse… dont worry non mi sta venendo un itcus XD)

“Faceva male saperlo prigioniero della vita, ora che era tornata ad appartenergli.” Questa frase è meravigliosa. Che poi se pensi a quello che stiamo vivendo, prigionieri dell’isteria collettiva. Adoro questa riflessione, insomma. Perché non si può tornare alla normalità, ciò che è accaduto ci fa sentire in gabbia.

Ma proseguiamo perché di cose da dire diu questo capitolo ce ne sono così taaaaante.

Però quando hai citato “Come l’ombra di Peter Pan” la ex fan di OUAT che è in me ha pensato all’ombra malvagia XD ok no ma amavo Peter Pan. L’ombra che fa parte di lui ma l’eterno ragazzo ha paura di perderla.

“… il suo Peter pareva cresciuto e aver perso quella spensieratezza…” e qui mi viene da pensare che crescere è una fregatura sempre e comunque…

Adoro come nelle tue storie si esplora in c modo così accurato le emozioni, come in questo caso le introspezioni in merito alle emozioni di Peter. Un po’ mi era mancato in Endgame (ok che sono incontentabile XD poi è uscito Far From Home… Oook… ma poi cosa mi lamento, ci sei tu, che quadri il cerchio e ci doni sempre nuove introspezioni su Peter e Tony, doni alle Starker quel tocco di meraviglia che nessun altro può dare!!!!!!


Guarda le riflessioni sono tutte belle, i loro dialoghi.
“… «La vita continua ad avere un senso. Anche quando torni. Il tempo scorre, e va colmato.»…”
Ma tutto questo dialogo andrebbe citato in blocco.
Le emozioni che emergono, così coinvolgenti.
Lo sai adoro ogni volta che scrivi di loro, ma mi ritrovo sempre a dire “staovlta si è superata” e poi mi sorprendi di nuovo!!!!!


«La richiesta d’aiuto del signor Parker non è partita da lui, ma da lei, signor Stark. Se il paziente non ha alcuna intenzione di collaborare, non vedremo mai dei miglioramenti.»
Ehhhh… parole sante… Però mi ci sono ritrovata tanto in Tony… quante volte vorremmo imporre il nostro bene a qualcuno che amiamo?
XD oddio detta così suona davvero male, è meglio come lo hai scritto tu!

«E non si ricorderà più di Thanos ma, soprattutto, di quello che è successo su Titano. Avrà l’occasione di incontrarti ancora, in una… nuova vita che lo aspetta»
Io lo vedo come un dono, per quanto crudele… fatto con il cuore… Un foglio bianco su cui scrivere.
Ah… adoro tutto si questa storia!!!!


Può eliminare il dolore donare una nuova vita?
Si apre una finestra di infinite possibilità.
Il passato è perduto? Oppure… Ricordi perduti dove vanno? Madò mi fai fare tante domande a fine di questa storia. È tanto MARVEL questa storia (ok XD so che sembra non aver senso…)
Io penso alle infinite vite e reset dei fumetti. E tu incarni sempre questo spirito, le riaperture i nuovi inizi. Molto più del film! Devi proprio farti arruolare tra gli sceneggiatori Marvel!!!! Assolutamente!!!!!!!
Ok chiudo qui il delirio e torno al tuo nuovo lavoro ;-))))))
A tra poco!!!!
Boingo!!!!!!!!! La tua foca Troll!!!!

Recensore Master
03/03/20, ore 12:04
Cap. 2:

Tu sei DIABOLICA!
Cioè io ero lì, a leggere quest'ultimo capitolo, già bella pronta per andare a dormire, la perfetta buonanotte della giornata... e quasi salto giù dal letto col cuore a mille quando CAPISCO! Non ci potevo credere, davvero!
Ti ho odiata un po', voglio dirtelo (per caso ti sono fischiate le orecchie verso le 2 e un quarto ieri notte? xD), ma vero è che un colpo da maestro del genere non può che essere lodato fino alla fine dei giorni!
Amo quando una storia non solo mi prende, ma addirittura riesce a sorprendermi! Mi lascia addosso un senso di euforia confortante <3

Andiamo con ordine però: le settimane passano, Tony concede a Peter il tempo che chiede, ma - lo conosciamo bene- non è certo il tipo di persona che lascia i problemi in un angolo a marcire, soprattutto se riguardano una persona cui vuole bene, così torna alla carica e combatte strenuamente per cercare di riportare un Peter inevitabilmente cambiato (inevitabilmente spaccato) alla normalità. Il problema però è che un danno del genere non si può risolvere con una paterna pacca sulla spalla o quattro chiacchiere da un analista. Insomma stiamo parlando di una resurrezione, un ritorno dalla morte!
E allora la soluzione rimane soltanto una, la più drastica di tutte: dimenticare ogni cosa.
Ogni cosa, compreso lo stesso Tony Stark.
Questa cosa mi ha commosso in un modo che non hai idea.
Sappiamo che dopo tutto andrà per il meglio ovviamente, Peter tornerà ad essere felice e ricostruirà con Tony un nuovo legame, forse anche più bello e completo del precedente, ma nella sua scelta di farsi cancellare insieme al male di Thanos, di prendere i suoi sentimenti, tutto il rapporto e la confidenza costruiti in quegli anni e metterli da parte per tornare indietro, io ritrovo il sacrificio estremo di Iron Man, uno che questa volta gli ruba non soltanto il braccio, la pelle, ma un pezzo del suo stesso cuore.
Un pezzo della sua stessa vita.

Quando ad un certo punto lui dice: «Quant’è che ci conosciamo, ormai? Cinque o sei anni?», mi è venuta la pelle d'oca non soltanto perché ho cominciato a capire davvero, ma anche perché, di rimando, ci ho trovato così tanta tristezza in questa semplice frasetta, magari gettata fuori di slancio, in un momento di lapsus e debolezza, che mi si è accartocciato lo stomaco.
Loro si conoscono già.
Tony lo adora già.
Gli atteggiamenti, i gesti, il modo di esprimersi di Peter, Tony li sa già a memoria, anche se lui non lo sa.

Tutto questo per dirti che hai scritto un capolavoro, Miry e ogni volta che penso che le tue Fanfiction siano già ad un certo livello, tu ti superi e asfalti ogni aspettativa.
This is una dichiarazione d'amore, SAPPILO :3
A presto!
Violet

Recensore Veterano
01/03/20, ore 21:08
Cap. 2:

Ciao, Myr ♥ 
Al solito, arrivo in ritardo a causa del mio maledetto cazzeggiare, ma eccomi qui a finire quest'altra tua piccola perla. E niente, cara, cosa posso dirti che, ogni volta, nonostante i miei tempi sia sempre un'attesa per cui vale la pena prendersi tutto il tempo del mondo per poterla assaporare? 
E sì, anche questa volta mi hai trollata, difatti non avevo minimamente messo in conto che la balbuzie di Peter fossero spezzoni di un futuro agrodolce che solo Tony avrebbe potuto dargli. Eppure c'era il sentore, in un certo senso, di un nuovo inizio, soprattutto nelle magnifiche introspezioni di Tony, nei suoi pensieri e nel senso di colpa per non poter riportare /davvero/ e /completamente/ Peter da quella parte. Il tema della morte è qualcosa che mi affascina sempre e, al tempo stesso, mi terrorizza profondamente e il terrore è proprio dovuto alla possibilità di un vuoto eterno, di fluttuare per sempre in una non esistenza e mi sono ritrovata così tanto nelle parole di Peter: a cosa serve continuare una vita di sofferenze se tutto ciò con cui saremo ripagati sarà il nulla assoluto? E Peter di quel vuoto conserva il ricordo e non oso neppure immaginare cosa questo potrebbe significare, a quanto pesantemente possa influire ciò sulla psiche di una persona. 
Adoro come hai trattato questo tipo di stress post-traumatico, non solo nella situazione di Peter ma anche con il programma di assistenza per tutti coloro che hanno subito la stessa sorte, in una sorta di ucronia (passami il termine non propriamente esatto) fumettistica che mi ha ricordato moltissimo la serie di Watchmen. E poi c'è Tony, che non solo anche lui si trova a combattere con i propri demoni dopo aver rischiato la vita per l'umanità in una guerra che l'ha lasciata devastata... ma si deve prendere anche tutta la responsabilità per Peter. Aiutarlo a guarire dai lasciti dei suoi traumi, a ricordare per entrambi senza poter condividere la terrificante verità, a ricostruire qualcosa dall'inizio, tassello per tassello, per poter farsi amare di nuovo. 
Davvero, ormai le parole si sprecano e sento sempre di essere positiva, ma cos'altro potrei aggiungere oltre al fatto che sei sempre bravissima e sì, per me questi due li puoi raccontare in tutte le salse che vuoi perché comunque ti escono sempre meravigliosamente ♥ 
Un bacione enorme, tesoro, alla prossima! 
Lion. 

Recensore Master
29/02/20, ore 09:53
Cap. 2:

Ed eccomi qui, anche se con un ritardo mostruoso, a concludere questa piccola perla! E così le parti (adorabili!) in cui Peter balbetta si trovavano nel futuro, eh? E' stato come un "ricominciare", per loro due, cosa che ho apprezzato tantissimo! *Mi sono venuti i brividini* :)
Di certo il "ritorno alla vita" è uno degli argomenti in cui noi povere fans a cui muore il nostro pg preferito, ci troviamo spesso a trattare, con le dovute conseguenze sulla psiche umana. A parer mio, tu sei stata molto brava a trattarlo! Peter non è in grado, da solo, di ricominciare, di riprendersi dal tempo fermo che lo aveva avvolto, e infatti lui è tutt'ora fermo, il mondo scorre fuori da lui, ma non riesce a prenderne parte! L'unica soluzione che ha Tony per riportarlo al ragazzo che aveva conosciuto, è fargli perdere la memoria, sebbene il trauma permanga, in modo da ricominciare dal principio. Trovo che la soluzione sia molto calzante! :)
E così, almeno qua, dopo tanto patire, si può sperare in un lieto fine tra loro due, finalmente! :) Il fatto di dover ricominciare da capo non è psicologicamente molto facile, ma, in fondo, piuttosto che vedere Peter, il suo ragazzo, con quella oscurità nelle iridi, perpetuamente fermo, praticamente morto, è ancora più difficile da accettare, per cui... menomale che si è trovata questa soluzione! *^*
Come sempre, complimenti per questo racconto, mi ha molto emozionato, non vedo l'ora di leggere altro prodotto dalla tua mano! A presto!

Recensore Veterano
26/02/20, ore 21:17
Cap. 2:

Il primo commento al brucio che riesco a fare, è che io non mi meritavo di soffrire così tanto e di nuovo.
Sono tornata su EFP e, dimmi, potevo non fiondarmi a leggere le tue storie? Sai, è merito tuo se amo gli Starker, anche se zitta zitta me lo tengo per me! Ma veniamo a noi.
Sono incantata.
Non avevo minimamente capito che gli spicchi (che io reputavo passati) fossero in realtà il futuro di loro due. Ti dirò, mi si è spezzato il cuore. La sofferenza di Tony sembra nulla - almeno all’inizio - rispetto a ciò che prova Peter. E santo cielo, hai descritto i loro pensieri e le loro sensazioni in un modo così preciso e profondo, che ho avuto l’impressione di essere io, a provare le loro emozioni mentre leggevo. Mi sono sentita in prima linea a soffrire con loro, come se fossi stata una di loro, man mano che andavi a snocciolare il loro più intimo dolore. Il discorso che precede le sedute di terapia, nella stanza, mi ha fatto malissimo. Peter è così puro, così ferito, spezzato, distrutto, morto dentro, da far spavento. É l’addolorata ombra di se stesso, un guscio semi vuoto, che resta attaccato alla vita solo per non deludere il suo mentore, in un duplice rapporto di vita e di morte. La decisione drastica mi ha dato il colpo di grazia: tutto mi aspettavo, tranne che una sottospecie di lobotomia gentile e ben studiata, che ha fatto esplodere come una bomba il dolore di Tony.
L’effetto collaterale della balbuzie è un espediente letterario a dir poco geniale. Tony vuole aiutarlo a superarla ma sarà sempre lì come monito a ciò che è successo. Acconsentendo all’intervento, Tony ha accettato di farsi carico da solo di ciò che è successo, di soffrire da solo la perdita (doppia, oserei ormai dire) e di continuare a vivere con il pensiero di averlo perso, salvato, condannato e perso ancora. Il lieto fine, ha un retrogusto dolce e amaro allo stesso tempo, perché Tony avrà sempre il peso sul petto dovuto ai ricordi perduti di Peter, a causa sua.
È straordinario il tuo modo di descrivere e trattare la loro chimica. Sono diversi, opposti, ma dipendenti l’uno dall’altro, come se fossero destinati a completarsi. La tua Starker spiana e asfalta la Pepperony senza alcuna ombra di dubbio.
Ho intenzione di sviscerare il tuo profilo per leggere molto altro, con la speranza di non risultare molesta.
Sei grandiosa, ti prego di continuare così.
Un abbraccio.



N.

Recensore Master
26/02/20, ore 11:56
Cap. 2:

SONO SENZA PAROLE.
(Ovviamente in positivo ma non posso scrivere solo questo ahahah)

Allora comincio col dire che non mi aspettavo questo epilogo. Ero sicurissima che Tony avrebbe trovato una soluzione più “semplice” e che Peter si sarebbe lasciato alle spalle questo grave danno che ha subito a causa dell’inevitabile blip. È vero, la soluzione è stata trovata ma non immaginavo di quella portata. Ma riflettendoci bene Tony ha dimostrato di amare incondizionatamente Peter, di essere un uomo altruista e con un grande cuore e, per donargli la tranquillità di cui necessitava, ha deciso di rinunciare a quello che avevano costruito insieme per offrirgli una seconda possibilità. È la prova tangibile che Tony Stark non è solo un genio miliardario playboy filantropo ma ha dentro di sé un’anima meravigliosa e sensibile. Anche in questo caso ha sacrificato sé stesso per un altro essere umano. Sai? Credo che non tutti sarebbero in grado di sacrificarsi in questo modo. Molto spesso l’amore si trasforma in egoismo, ricevere senza dare. È una forma distorta di amore molto diffusa. Con questa storia hai dimostrato che Tony Stark è davvero un supereroe cha ha a cuore il benessere del prossimo (che qui coincide con la persona che ama).
Dopo questa riflessione sono arrivata alla conclusione che l’epilogo è azzeccato per cui complimenti cara. Hai delle idee fenomenali e noi lettori siamo onorati di leggere i tuoi scritti. Ma adesso voglio sapere quando pubblicherai una nuova storia! Perché ci sarà una nuova storia, VERO?
A presto cara, sei un fenomeno <3

Recensore Master
25/02/20, ore 13:29
Cap. 2:

Tu mi stupisci sempre.
Non mi aspettavo questo epilogo, davvero. Sei piena di idee e davvero a volte non so come ti vengano in mente. Ero sicura che tu ci stessi raccontando del passato, anche se il Peter balbettante non mi tornava in effetti... e invece, era il futuro. Davvero, brava!

Mi ha fatto male pensare a un dolore così terribile che non può essere superato in alcun modo. Un dolore che semplicemente toglie ogni desiderio e ogni piacere, lasciando solo una sorta di guscio vuoto. Ma soprattutto, comprendo il dolore di chi invece non sa cosa fare per aiutare. Credo che quando si soffre si è chiusi nel proprio bozzolo, e non ci si curi degli altri, in buona sostanza. Si è troppo concentrati sul proprio dolore per notare quello degli altri. Peter ne è parzialmente conscio, ma non fa altro che aggiungere peso alle sue spalle. E così, a Tony non resta altro che ricominciare da zero.
E' una scelta coraggiosa che denota un amore enorme e che mi ha commosso tanto, perchè rinunciare all'amore per far sì che l'altro possa rinascere è durissima. Ma sappiamo quanto Tony sia un eroe nel profondo, pronto al sacrificio, interiormente ricco. E' una scelta dura, ma anche l'unica possibile.
Ed è bello, bellissimo, che l'amore possa fare il suo corso. Anche così.
Forse è vero che alcuni amori sono "inevitabili" e che riescono ad andare oltre tempo e memoria. Quello tra Tony e Peter, di cui tu parli con passione infinita, è senz'altro così <3