GUASCOSA MIA!
Allora, io ti meno, capito? TI MENO. Mi hai buggerata, te possino acciaccatte... te le staccherebbi davvero, quelle braccia, se solo non ti servissero per scrivere queste cose meravigliose che mi prendono il cuore e lo strizzano come uno straccio nelle mani di una massaia con la luna storta. Sì, Co', m'hai dato quella sensazione che tu sai mentre leggevo... e quanto sono contenta che tu mi abbia raggirata, quanto çç
Allora, io ci provo ad essere breve su questo primo capitolo, ma sai che così non sarà, quindi preparati con la denunziaquerela/I-wanna-talk-to-the-manager.
Innanzitutto, ti devo di nuovo menare per l'incipit. Un infarto del miocardio sarebbe stato meno doloroso, perché la paura che ci stessi riproponendo la scena canonica c'è stata, c'è stata tutta. Però la speranza s'era già accesa in quel breve, sentito contatto con Rhodey – grazie per dargli spazio, Co', se lo merita abbondantemente ma tutti se lo dimenticano – ed è esplosa assieme a quell'uragano di ragazzo che gli piomba davanti incredulo. E già da qui si percepiscono le radici del tormento di Peter: affrontare la morte, tornare e poi affrontarle di nuovo, sfiorarla con terrore tramite una persona cara che ce l'ha fatta, sì, ma ha inflitto cicatrici a se stesso e a chi lo circonda.
Ormai so il vero svolgimento della storia, ma sai benissimo che, a una prima lettura, non avevo affatto capito dove saresti andata a parare. Immaginati quelli che fanno il test dell'QI coi blocchetti colorati cercando di piazzare convinti il triangolo nel cerchio e fanno pure manina-nasconde per non farsi copiare: ecco, quella sono io che leggo per la prima volta il capitolo. Adesso vedo in modo lampante l'intento di porre questo primo confronto tra un balbuziente Peter e Tony nel passato, almeno apparentemente; solo che ho fatto il passo più lungo della gamba lanciandomi in congetture improbabili :') A parte questo, non hai idea dello spaesamento che ho provato di primo acchito nel constatare che la balbuzie di Peter non fosse limitata a quella prima frase tartagliante, sintomo di un nervosismo e insicurezza che esterna a tratti anche canonicamente, ma fosse dilagante epermanente. È da lì, che sono partiti i film mentali su quale trauma avesse potuto ridurlo così, troncandogli quel fiume di parole che gli esce sempre ininterrottamente dalla bocca a tempo col suo flusso vitale ed esuberante. Qualcosa di terribile, sicuramente; qualcosa che Tony finge di non notare, nel suo essere così Tony ed evadere i problemi propri e altrui quando non può affrontarli di testa. Non ha vie di mezzo, lui: o la va o la spacca... e quando qualcosa si spacca instaura i tabù, il trattare i danni collaterali come chimere incorporee ma ben presenti a cui non può permettersi di dare ascolto. Penso al post-New York, al suo negare di avere un problema che non si risolve ignorandolo; penso all'intossicazione da palladio e a quell'atteggiamento autodistruttivo che lo caratterizza, che lo consuma e gli fa desiderare di venir consumato a sua volta. Qui il problema è di Peter, ma Peter è un suo problema, perché se lui muore, se lui soffre, Tony ne è responsabile. "It's on me," per citarlo. Ma su questo aspetto torno nel prossimo capitolo :)
Ho amato il raffronto che fai tra Tony e Peter, sulle differenze che li segnano (o meno) dopo cinque anni e quel vuoto che ingloba entrambi in modo diverso eppure complementare. Di chi se n'è andato e di chi è rimasto, rischiando poi di invertire i ruoli. Siamo portati a credere che un Tony che sopravvive annunci automaticamente un lieto fine; ma la vita raramente è così lineare, così semplice. Si sollevano solo problematiche diverse. Dubito che ci sia una soluzione meno dolorosa dell'altra: si tratta della mera differenza tra rimorso di chi è vivo e rimpianto verso chi è morto. Emozioni egualmente corrosive, e Peter si troverebbe comunque ad affrontarne una.
"Peter sbuffò una leggera risata; le sopracciglia piegate ad accentuare la sua fragile malinconia." Credo di amare questa frase e te le stacco io, le falangi. Racchiudi in così poche parole il sollievo di chi è vivo e lo spaesamento mesto di chi non dovrebbe esserlo, in teoria. Peter è fragile, in questo momento, e tu lo mostri agli occhi del lettore e soprattutto a quelli di Tony, che è convinto di poter rompere tutto ciò che tocca; rendendo di fatto Peter intoccabile, per ora, anche solo con le parole argute con cui cerca di appianare gli eventi spigolosi e no nrazionalizzabili.
Peter, da fantasma incorporeo, si è tramutato in un vero fantasma, se ha senso usare quest'espressione. O meglio, si porta appresso un fantasma di nome "morte" che non può prenderselo di nuovo, no nancora, e che muta in quello della depressione. Non usi mai questa parola specifica, d'altronde sarebbe troppo riduttivo etichettare il malessere di Peter secondo dei canoni medici che non tengono conto di un ritorno dalla morte. Ma la situazione di Peter rientra in quell'ombra terrificante che occlude il pensiero e intorpidisce le membra; che centuplica i pensieri rendendo impossibile tutto il resto. E io non posso fare a meno di ammirarti per il modo in cui hai inserito tutto ciò nella narrazione, nel fatto che non vi sia un compatimento nei confronti di Peter, ma una comprensione e un'analisi ferreamente logica di quello che gli è accaduto tramite la voce di May. Perché la sua sorte è condivisa da mezzo universo, May inclusa, ma l'altra metà è rimasta ad aspettare, e questa è una faglia che non può sanarsi del tutto; è un qualcosa che spacca in due il mondo e si fa a volte invalicabile... e questo, tramite un Tony incapace di immedesimarsi, di dare tempo, lo riesci a esprimere perfettamente.
«A fare quello che fa sempre da quando è tornato. [...] Chiedersi perché è successo.» Mi ucciderai, Guascosa, io lo so che prima o poi mi ucciderai. Tu sollevi interrogativi esistenziali e io mi ci tuffo a capofitto, mi ci annego e sono pure felice di farlo. C'hai la Forza che ti guida, o i pugni nelle mani, non lo so, ma riesci sempre a dare vita alle parole e alle frasi con una maestria che non posso che ammirare.
Pensi che sia finita qui? Giammai! Mica eri tu l'unica vittima della "mitragliata", oh.
-Light/Cosa La Giovane- |