Oggi mi fermo dopo la lettura di un solo brano per due ragioni: uno, perché quando si tratta di Regulus e Sirius divento particolarmente emotiva e, due, perché - ovviamente - non voglio ancora dire addio (o arrivederci, direi) a questa raccolta meravigliosa.
Quando, nella mia solita impazienza, ho dato una rapida scorsa al capitolo in cerca di un nome, il nome del personaggio prescelto e qui approfondito, quando ho letto che stavolta sarebbe toccato a Regulus, già sapevo che sarebbe stato un capitolo memorabile. È difficile, in effetti, decretare un capitolo superiore agli altri e non credo neanche abbia molto senso farlo, perché tu sei in grado di renderli tutti validi, ciascuno - a suo modo - ha la sua specifica dignità e le sue peculiarità, delineate sulla base di ogni personaggio.
Quando si viene alla famiglia Black, il riferimento alle stelle è pressoché immediato e, si dovrebbe dire, ormai scontato. Eppure - non che avessi dubbi, provenendo dagli scorsi brani - tu non hai in alcun modo banalizzato questo riferimento.
Innanzitutto, hai preso quel riferimento di solito enormemente abusato in relazione ai due fratelli Black e, nelle prime righe, lo hai universalizzato. In realtà, è complessa l'operazione che hai attuato - ottenendo un esito dalla carica fortemente poetica -. Per prima cosa, dicevo, lo hai universalizzato: gli uomini sono paragonati alle stelle. La vita è un cielo in cui le singole identità si spengono in un niente - un niente, se paragonato all'eternità -. Allo stesso tempo, hai mantenuto intatta e perfetta la coerenza con il limbo che stai tratteggiando capitolo dopo capitolo. Un po' come nel brano dei "passi"(o almeno, è questo il collegamento che ho realizzato), anche qui - quella persistenza di negativi negli occhi di chi ha fissato le "stelle" con insistenza - mi viene da pensare a quella sorta di "immortale" influenza che chi non c'è più continua ad esercitare, anche quando ha ormai smesso di brillare; immortale proprio in questo senso, ossia capace di superare la morte effettiva del singolo, un po' come la luce della singola stella che non "muore" con essa, ma raggiunge gli occhi di osservatori successivi. In più, in una manciata di frasi (e da qui deduco che tu sia una maestra nel campo dell'angst), hai concretamente sottolineato la drammaticità dell'esperienza individuale di Regulus, la cui luce - celata per tutta la sua effimera esistenza (spesso dimentichiamo che, accidenti, è morto a diciotto anni! Sono lieta che tu l'abbia sottolineato) - si diffonde solo dopo la sua morte.
Quando si viene, poi, alla grotta e al bacile, alle circostanze effettive della morte di Regulus, ecco, è lì che non riesco mai a non emozionarmi (e qui è successo ancora). In primo luogo, è stata una mossa di una delicatezza assurda, sottolineare la diversa consistenza dell'anima di Sirius, rispetto alle anime con cui Regulus è bloccato nel suo aldilà.
O meglio, forse mi sono espressa male (a questo proposito, perdonami se con i miei sproloqui dovessi in qualche modo disattendere e tradire il senso reale del testo; insomma, sono brani così densi e complessi che probabilmente è inevitabile che ciò accada!): in un "luogo" di disperazione assoluta, com'è quello in cui Regulus ha trovato la morte e in cui è in qualche modo rimasto, assieme a chissà quanti altri, disperazione che probabilmente queste anime portano con sé...ecco, in questo contesto, immagino che effettivamente un'anima come quella di Sirius sappia distinguersi senza difficoltà - come lasci intendere qui:"perché non ha mai conosciuto nessuno che sapesse camminare nella luce senza fare i conti con i rimpianti(...)"-. Persino lui stesso, Regulus, non ha mai imparato a sgravarsi del peso che gli lega i polsi (e che lo ha fatto "annegare" più lentamente - ho adorato quella parte! -).
E poi gli occhi di Sirius! Ah, quanto ho amato il tuo proseguire con questi riferimenti "astronomici": che delizia quell'espressione, quei suoi occhi "di luna"!
Ma, ecco, è solo a questo punto che viene la mia parte preferita - in un capitolo di per sé sublime -, ossia quando Regulus "nella luce ricorda cosa voglia dire farsi corpo". Regulus è un personaggio profondamente affascinante, proprio poiché le sue motivazioni sono avvolte dal mistero e di lui, del suo percorso di crescita interiore, non sappiamo nulla. Ma io sono sicura - come, credo, chiunque nel fandom apprezzi questo personaggio e il suo rapporto drammatico col fratello - che nella sua risoluzione finale c'entri molto, moltissimo Sirius, e quelle che erano state le scelte di vita del primogenito Black. Ecco, questa cosa, l'ho ritrovata qui e mi ha straziata (in senso buono, il che - evidentemente - mostra quanto io sia masochista, in fondo): come Sirius ha influito sul suo carattere in vita, qui, "in morte" è Sirius, sempre Sirius (quel fratello sconosciuto ma mai dimenticato) , che lo trae fuori dall'inconsistenza e gli dà "corpo". Naturalmente, la scena dell'abbraccio è stata un colpo al cuore, così come l'inesprimibile grazia contenuta in quel "fratelli", una parola monca, qui, dove siamo soliti fare un uso smodato di fiumi e fiumi di parole spesso superflue, ma che - lì - ha tutto il senso del mondo, tutto il senso di una vita (o di due).
Di nuovo, mi scuso se con queste miei voli pindarici e queste divagazioni finisco col vedere cose che magari non corrispondono alla realtà (pur sapendo che, in letteratura, la realtà oggettiva è cosa difficilmente riscontrabile; ma, ecco, intendo la "tua" realtà, quella che avevi in mente mentre scrivevi).
Volevo solo dire che, quando faccio così, sono solo molto entusiasta. Di solito, le mie reazioni sono due: o lo sgomento, la penuria di parole, o - all'opposto - la parlantina irrefrenabile. Non conosco mezze misure, l'ho già detto, no?
Ora mi dileguo, ma - ancora e sempre - BRAVISSIMA (come se il maiuscolo potesse davvero restituirti la qualità della mia stima!).
Questo in cui ti sei cimentata non è affatto un progetto come un altro, sono sicura che tu stessa ne sia consapevole e, perciò, volevo "rassicurarti" (per quanto tale rassicurazione provenga da una ordinaria, perfetta sconosciuta come me) che anche noi lettori ne percepiamo l'importanza.
Ciao, a presto!♡ |