Sono in ritardo, in ritardissimo, ma spero che prima o poi tu tornerai sulle recensioni di questa tua fantastica long e potrai accorgerti di questa recensione.
O forse non sono in ritardo affatto, voglio fidarmi della bontà del tempo, affidarmi alla stessa epifania della nostra Seo, in cui conviene che forse il tempo non è sempre e solo un nemico, ma anche un alleato, pure piuttosto leale, che ti concede di avere determinate cose quando ne hai bisogno.
Ed io ne avevo bisogno.
Del dolore raccontato con chiave ironica, intendo. Del tuo modo di giostrare i personaggi, caratterizzarli, renderli vivi e vibranti e veri. Paurosamente veri.
Che se io me li dovessi immaginare, i Bangtan, verrebbero fuori proprio così, come li hai descritti, ed è sorprendente sapere che hai scritto questa long quando avevi messo i piedi, e il cuore scommetto, nel fandom da poco.
Sono contenta che questo fandom scalmanato ti abbia accolto con strombazzamenti di trombette, perché te lo meriti tu, se lo merita la storia, e i tuoi personaggi così belli.
L'ho divorata, praticamente, in un paio di giorni.
Tra una pausa studio e l'altra, una pausa lavoro e l'altra, nel letto, mentre camminavo con la testa persa dentro il cellulare, rischiando di essere tranciata in due da un'auto in corsa... ma cosa m'importava? Avevo da fare, avevo da leggere, ero troppo immersa.
Quel buco nero di Seo ha attraversato la quarta parete e mi ha risucchiata al suo interno, trascinandomi dentro le vicende ed in ogni sentimento che ho sentito fin sotto la pelle, come l'amore viscerale che è nato, piano piano, tra Seo e Jin.
Ah, la mia amata SeoJin.
Devo dire che durante i primi capitoli, non gli avrei dato un euro. Un centesimo. Un millesimo di won. E invece mi hai sorpresa.
Per quanto la copertina fosse abbastanza eloquente mi aspettavo comunque che, alla fine, lei sarebbe finita con Hoseok, o forse da sola, ma non con Jin. Invece ha "vinto" Jin. Anzi, hanno vinto un po' tutti, ed è una roba bellissima e spiazzante, perché - come hai raccontato benissimo attraverso gli occhi della protagonista - nonostante tutto, nonostante i dossi, i monti, gli iceberg e tutti i Titanic, alla fine nella vita vincono un po' tutti sempre, ognuno con la propria personale epifania, riuscendo a smussare gli angoli, a rendere tutto più morbido, adattandosi alle proprie esistenze e riuscendo a cavarne fuori il meglio. Sempre.
Ho amato Seo dal primo capitolo, perché le sfighe - quelle vere - le sono capitate tutte. Un amore non corrisposto, la paura che ti blocca il cervello, un gruppo di amici debosciati che ha più problemi di te.
L'ho amata perché non si è mai persa solo e soltanto nella sua vita, isolandosi, ma è stata capace di mettere le mani anche nella vita degli altri, aiutarli, consolarli, esserci.
Ho amato Jin e la sua risata, e le sue battute, perché poi io e lui condividiamo lo stesso tipo d'ironia (me ne vergogno? Assolutamente no ahaha) e ogni freddura brutta, bruttissima, a me faceva ridere sul serio.
Ho amato Jin e la sua pazienza, le sue bugie bianche, la sua capacità di restare nonostante tutto. Bello, bellissimo, questo Jin.
Ho amato Hoseok, e i suoi dubbi reali, la sua capacità di essere l'eroe, il sole, la vita e quel kway giallo che, a questo punto, voglio. Lo voglio tantissimo. E l'ho amato insieme alla sua Emily, che non è mai stata una vera antagonista, anzi.
E poi Namjoon e Yoongi. Non potevano essere che loro la coscienza vigile della nostra Seo, con i loro caratteri quasi agli opposti, l'angioletto e il diavoletto sulle sue spalle. Che bellezza immaginarli in quella casa, immaginarli nei loro vari trasferimenti, le ubriacature, i pianti, i gesti d'affetto a modo loro e i turni per portare in giro Monie.
La scena finale della confessione di Yoongi riguardo il suo trasferirsi con Jimin mi ha dato una pugnalata dritta al cuore. Che finale perfetto per quei due.
Arriviamo ai piccini, ai maknae, Jimin, Taehyung e Jungkook.
La sofferenza di Tae era così reale che mi ha tranciato in due le gambe, sono contenta che tu non sia stata così sadica da permettergli di arrendersi alla vita, però quanta ansia in quel capitolo. Quanta ansia.
Jimin è un angelo, il collante, il pilastro fondante che se non fosse per lui, magari, a questo punto non ce li avremmo i BTS - o, almeno, io l'ho sempre considerato tale.
E poi Kookie, il cucciolo del gruppo, così saggio e alcolizzato (che grande scena immaginarlo addormentato, con un paio di mutande in testa e degli occhiali a forma di stella sul puff dalla forma di Snorlax).
Ho amato ogni riferimento agli anni '90, alle vicende dei Bangtan che ci sono state mostrate durante gli show vari, al Trono e i neologismi sulla scia di Seoul Mafia (che l'adoro, che bellezzitudine sapere che non sono la sola).
Eccomi, credo d'aver finito, e per nono smentirmi in quanto fan del Trono, quasi ti facevo una recensione più lunga della fic stessa, ma va così, quando le cose mi piacciono in questa maniera così sfacciata, proprio non riesco a tenere a freno la lingua - o meglio, le mani.
Grazie per questo viaggio incredibile, mi sono sentita sulle montagne russe, e a tratti mi veniva un po' di nausea per tutti gli stravolgimenti, ma lo rifarei altre mille volte.
E ci tornerò su questi personaggi, per godermeli ancora, e ancora, e ancora come una bellissima dipendenza.
Spero che tu trovi tempo di dedicarti alla scrittura e a questi scalmanati di nuovo, mi piacerebbe immergermi in qualcos'altro di tuo che li riguardi, con il tuo stile pulito e il taglio comico.
Borahae, cara Cris <3 |