Recensioni per
Carezze d'insensatezza
di Traumerin_

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
08/04/21, ore 23:16

Wow.
Ho gli occhi lucidi.
Questa storia è breve, ma intensa.
Sei riuscito in poco spazio a mettere tutto quello che può essere stato il profondo rapporto di amicizia tra James e Sirius.
Mi piace pensare che, a modo suo, anche Sirius potesse essere la coscienza di James.
Che anche lui fosse riuscito a dirgli almeno una volta che incontrare James avesse cambiato radicalmente la sua vita, in meglio. Che quelli passati assieme sono stati gli unici anni di gioia nella sua intera esistenza.

Ti invidio, perchè io non riesco ad essere così sintetica e al tempo stesso così incisiva come te in questa ff.
(Forse non riesco a trasmettere quello che voglio nemmeno con tutte le parole che ci metto).

Ancora complimenti, mi hai emozionato tanto.

Recensore Master
19/12/20, ore 12:48

Ciao Traumerin_,
sono un po' in ritardo ma finalmente arrivo a recensire la tua storia. Tra quelle sul tuo profilo, ho scelto questa per due motivi principali: tanto per cominciare, c'è Sirius – che io adoro – e poi perché il legame tra questi due Malandrini mi ha sempre affascinata. Non mi sono affatto pentita della mia scelta perché questa lettura è stata meravigliosa.
Sono rimasta sbalordita, dico sul serio. Hai descritto in maniera sublime, senza però idealizzare, questa amicizia. Quel legame così profondo, quella connessione che Sirius sente con James, mi ha davvero lasciato senza fiato. Ma la cosa che mi ha stupita più di tutte è stato leggere che, dei due, era James quello che frenava Sirius dal compiere sciocchezze (definiamole così, siamo generose).
(Stupita perché ho sempre pensato che, del gruppo, fosse Remus quello più razionale, quello che tentava di imbrigliare lo spirito ribelle degli amici)
La parte in cui parli di Dissennatori, è perfetta. Assolutamente PERFETTA! Hai fatto in modo che ogni tassello del libro tornasse, mostrando un'immagine di Sirius distrutto, logorato dalla rabbia e senza un briciolo di speranza.
La contrapposizione tra James e i Black mi ha straziato il cuore. Leggere di una famiglia anaffettiva, con un rigido protocollo di comportamento, avvinghiata a delle idee insensate, che non fa altro che pressare i suoi discendenti con aspettative, mentre dall'altra parte c'è un ragazzino che sembra sulla sua stessa lunghezza d'onda, spontaneo e vivace, non può che far riflettere. Non ho mai pensato che fosse James la colonna di Sirius, credevo che si fossero sempre sostenuti a vicenda.
“Ho aspettato una vita per trovare una persona come te”
Questa frase mi ha stesa. Io non sono una fan di James Senior – i suoi comportamenti, nei libri, non mi piacciono affatto – tuttavia qui l'ho amato. Perché quando leggi di una amicizia così radicata, leale e vera, i personaggi poi ti appaiono sotto un'altra luce. Sapere che erano l'uno la felicità dell'altro, la loro intesa, i loro – come hai scritto – tentativi di salvarsi a vicenda, mi hanno completamente stregata. Tuttavia, di questo legame assoluto, hai anche raccontato le imperfezioni, i loro litigi, i loro comportamenti, rendendolo ancor più reale.
L'angst ci sta tutto. Perché il finale in cui si scopre che Sirius vive in una dimensione in cui James è vivo, distrugge. Veramente, questo è il colpo di grazia!
Arrivo alla conclusione dicendoti che è davvero bellissima storia, che mi hai riflettere sui personaggi e che il dolore, l'amarezza, la nostalgia traspare da ogni singola riga. Quindi, tanto di cappello!
Mi dispiace non poter dire di più, sono ancor scossa da quanto ho letto. Una cosa che posso aggiungere però c'è: sei stata davvero fantastica.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Master
02/12/20, ore 21:18

Ciao!
Ci sono tante altre storie tue che spero di riuscire a recuperare al più presto, ma questa mi ha chiamata con un’insistenza unica.
Perché, insomma, Sirius è uno dei miei personaggi preferiti, e il suo rapporto con James è una delle mie cose preferite, e tutto l’angst che non può che seguirne, be’, sì, è una delle mie cose preferite pure quella. In modo del tutto masochistico, me ne rendo conto, ma la bellezza del loro legame sta anche in quello struggimento che si prova quando si pensa a quanto le cose siano precipitate, e a quanto ingiusto sia che la vita di James si sia interrotta così presto, e a quanto terribile e indescrivibile debba essere stato il dolore di Sirius, perso e completamente incapace di dare un senso alla propria esistenza, dopo che l’altra metà del suo cielo (perché sì, non c’è nulla di romantico nel loro rapporto, ma James e Sirius erano davvero due metà dello stesso cielo) è crollata.
Parlo di un dolore indescrivibile, ma è un termine assolutamente improprio, perché tu questo dolore lo hai saputo descrivere eccome, in una maniera assolutamente incisiva e dolorosa, senza fare alcuno sconto, ma riuscendo comunque a mantenere un tono delicatissimo.
Ho amato tantissimo il modo in cui hai strutturato la storia, quasi in un flusso di coscienza dove i ricordi arrivano a piccole ondate, piccole maree che lentamente avvolgono il lettore, e che sin dalla frase di apertura preannunciano un destino fatto di malinconia e di tutto lo strazio che resta dopo il vuoto, dopo la perdita.
Davvero, quella mano sulla spalla a sostituire una coscienza è un’immagine bellissima, ed è perfetta, assolutamente perfetta per delineare il senso del loro rapporto: Sirius che è sfrontato, che non conosce limiti, che spesso oltrepassa ogni limite, e poi James, che con un gesto semplicissimo sa dare un senso a ogni cosa. Ecco, questo continuo rimbalzare dal senso che James sa dare a ogni cosa e all’assoluta insensatezza della vita di Sirius dopo che James ha smesso di esistere mi ha spezzato il cuore in così tanti pezzi che, davvero, non lo so come sto facendo a mettere insieme delle parole che abbiano un minimo di coerenza (perdonami, davvero, se non dovessero averne).
Hai saputo narrare emozioni enormi partendo da gesti piccoli, concreti: da quelle cose che danno colore all’esistenza, da una carezza che a undici anni non dovrebbe sorprendere, le risate, il comprendersi, e ”i siete sempre salvati a vicenda, voi due. E non importava quante ferite vi sareste inferti nel farlo perché la felicità dell’altro è sempre venuta prima della propria – eri disposto a morire pur di saperlo al sicuro.”: ecco, questa frase è perfetta, è un’immagine meravigliosa e ha reso in maniera così accurata il loro rapporto che mi hai distrutta, davvero.
Mamma mia, che meraviglia. Che dolorosissima meraviglia.
Davvero, spero di non essere stata troppo confusa, ma questa storia ha una forza emotiva grandissima, e mi ha investita in pieno.
Ti faccio davvero i miei complimenti!
A presto!

Recensore Veterano
28/11/20, ore 15:25

Tu sei un'assassina perché io non credo di avere più un cuore dopo questa storia. 
Maledetta assassina e dannatamente brava.
Orma lo sai (PERCHÈ LO SAI) quanto io sia ipercritica e puntigliosa sui Malandrini, su James e su Sirius ma sai anche quanto tu sia una delle pochissime persone da cui amo che siano maneggiati, perché ami e comprendi questi personaggi al punto tale che questo amore trasuda da ciò che scrivi.
So anche per quanto tempo ti è frullata nella testa questa storia, per quanto tempo quel "Tutti hanno una coscienza, ma tu, Sirius, hai sempre avuto la mano di James sulla tua spalla" ed ero curiosa di scoprire come avresti sviluppato il resto della storia.
Questa mano di James che frena perennemente Sirius è un'idea che mi piace tantissimo e che trovo molto coerente con quel poco (troppo poco!) che sappiamo di loro: Sirius ha, innegabilmente, un istinto che lo porta sempre sull'orlo del baratro, tende a distruggere ed autodistruggersi in eterno e James lo salva, lo salva sempre, semplicemente esistendo e posando quella mano sulla sua spalla, diventando un fratello per lui.
Inutile dirti che il fatto che tu abbia ambientato la storia ad Azkaban, in un momento in cui per Sirius tutto è perduto, in cui quel desiderio così semplice e al contempo totalizzante è diventato irrealizzabile ed insensato, mi ha straziata totalmente perché c'è la mancanza mista al senso di colpa, c'è il desiderio di una fine che non arriva e di una vita che, vissuta tra le mura della cella, non sembra degna di essere vissuta.
PERFETTA.
La rievocazione, la ricostruzione del rapporto con James, di quest'amicizia "fuori dal mondo", fuori da ogni logica, di quest'amicizia che sopravvive alla morte, mi ha emotivamente distrutta: SENTITI RESPONSABILE, CARINA!
Il rapporto tra James e Sirius è un rapporto che va oltre qualsiasi cosa, era un'ancora per Sirius, fa da contrappeso a tutto quel che ha dentro.
Sappi, poi, che mi ha spezzato il cuore constatare che prima di James per lui non c'erano state carezze ma solo il ghiaccio di casa Black e ho AMATO tutta la storia attorno al "Ovviamente Grifondoro" perché coglie l'essenza di James (ho trovato perfetta la descrizione che ne dà Sirius "troppo libero, troppo amato per credere che esistessero legami costruiti sull'odio") e che Sirius ripropone con quella prima vera piccola sfida alla sua famiglia di nascita, ora che ha trovato quella che ha scelto.
La declinazione delle carezze di James è un altro dettaglio che mi ha colpito moltissimo in questo rapporto "muto", che non ha bisogno di parole, perché basta guardarsi, cercarsi, toccarsi un secondo per sapere cosa voglia l'altro e tu sei stata tanto ma tanto tanto brava!
Mi hai definitivamente distrutta qui: "come la volta in cui, per salvarlo da un Bolide ne prendesti uno al posto suo e lui si lussò una spalla per salvare te dalla caduta" perché, sì, è paradigmatico del loro rapporto, che va oltre l'amicizia. È uno di quegli affetti così totalizzanti da poter sopravvivere, davvero, a qualsiasi cosa.
Te l'ho già detto che mi è piaciuta questa storia?
Perdonami se, forse, questa recensione sarà meno sensata del solito. Forse, è meno meditate ma è scritta di pancia perché non appena ho letto questa storia ho proprio sentito il bisogno di metterti nero su bianco tutto ciò che ho pensato.
Brava brava, pulcina!
Un abbraccio
Fede

Recensore Master
22/11/20, ore 22:53

Penso di averti detto, una volta, di non essere quel tipo di lettrice che si commuove facilmente.
Eppure.. Eppure ho gli occhi lucidi.
Mi hai emozionata. Con le tue parole, con questo Sirius incompleto, con il ricordo di una felicità perduta che risponde al nome di James.

Non so bene come proseguire questa recensione, temo sia destinata a essere terribilmente sconclusionata, quindi preparati!
Posso ringraziarti di nuovo e dirti che sei stata troppo tenera? Non me l'aspettavo assolutamente, questo racconto è ufficialmente il primo regalo di Natale che ricevo e penso che, soprattutto di questi tempi, pensieri come questo, di spontanea gentilezza e voglia di essere vicini in qualche modo, siano speciali e preziosi. Sono felice che abbia pensato a me per questo racconto (e agli occhietti terribili!) e lo sono ancora di più al pensiero di essere stata un piccolo sprono per dare vita a queste pagine stupende, che tramutano in prosa una poesia altrettanto stupenda riuscendo a non tradirla.

Sto tergiversando, immagino te ne sia accorta. Qui si delira e divaga sempre, ormai!
Insomma, mi hai fatto più di un regalo senza (penso!) neanche programmarlo, perché non solo i personaggi e il tema sono tra i miei prediletti, ma lo sono anche il genere introspettivo (indiscutibilmente quello portante del racconto) e la scelta stilistica della seconda persona narrante. Credimi, questa storia è un concentrato di cose che amo!

Non so come esprimermi su questo Sirius, l'ho trovato di una verosimiglianza che fa male. È lui, il Sirius che ho sempre immaginato e che amo, quello al confine tra luce e ombra, quello sull'orlo del precipizio, quello troppo oltre quando torna alla vita senza James.
La mano che carezza, presenza e metafora di un'amicizia eterna e indistruttibile e viscerale, è vivida nelle tue pagine, mi è parsa di vederla calare sulla spalla del tuo protagonista. E poi mi è parsa svanire, strappata via dalle fauci del buio, e lì ho avvertito tutto il peso, il peso dell'assenza.
Mi è piaciuta tutta la storia, ma ho amato il momento in cui Sirius riflette sul dato di fatto che nessuno sia in grado di capirlo, di capire le sue ribellioni, la sua insofferenza. Nessuno guarda oltre e vede quel vuoto che pulsa sul petto e quelle spalle spoglie delle dita di James.
Sei stata così brava nel narrare questo legame irripetibile e lo stato d'animo devastato di Sirius che l'ho sentito tutto su di me, il dolore della mancanza. E mi ha intristita tantissimo pensare che questa mancanza non ha soluzione: non si può tornare indietro, si può solo andare avanti sopportando; un qualcosa che Sirius sa così bene da chiamare a sé la morte, da sperare che l'assenza copra un tempo esiguo, da proteggere Harry (tutto ciò che gli resta, l'ultima promessa) con l'inconfessabile voglia di chiudere gli occhi e raggiungere quella mano che stringe, carezza, rimprovera, rassicura, protegge. Quella mano che è tutto.
Bellissimo, poi, come abbia ripercorso tutti gli anni che hanno condiviso insieme attraverso l'introspezione stessa, dalla lettera ai genitori (con James che capisce ed è con lui sin dal primo istante) alla fiducia mal riposta che lo perseguiterà in eterno.

Ho amato il titolo e le frasi in corsivo di apertura e chiusura, che in effetti aprono e chiudono il cerchio, rafforzando ancora di più l'importanza dell'amicizia di James per Sirius (e viceversa!) e l'insensatezza di una coscienza custodita in una carezza, che è fuori da sé, che è una persona, un amico, un legame eterno, che è in fondo tutto ciò per cui è valso la pena vivere e dare una possibilità alla luce e con essa alla vita stessa.

Grazie davvero, questa storia è stupenda e mi emoziona ancora di più pensare che sia il mio regalo (posso vantarmene? ❤)!
L'avevo già inserita nei preferiti, è lì di diritto e a prescindere!, ma dopo averla letta la inserirei altre mille volte. Amo l'amicizia di James e Sirius, e tu mi hai regalato uno spaccato a riguardo meraviglioso. Grazie!
Un abbraccio grandissimo! ❤