Penso di averti detto, una volta, di non essere quel tipo di lettrice che si commuove facilmente.
Eppure..
Eppure ho gli occhi lucidi.
Mi hai emozionata. Con le tue parole, con questo Sirius incompleto, con il ricordo di una felicità perduta che risponde al nome di James.
Non so bene come proseguire questa recensione, temo sia destinata a essere terribilmente sconclusionata, quindi preparati!
Posso ringraziarti di nuovo e dirti che sei stata troppo tenera? Non me l'aspettavo assolutamente, questo racconto è ufficialmente il primo regalo di Natale che ricevo e penso che, soprattutto di questi tempi, pensieri come questo, di spontanea gentilezza e voglia di essere vicini in qualche modo, siano speciali e preziosi. Sono felice che abbia pensato a me per questo racconto (e agli occhietti terribili!) e lo sono ancora di più al pensiero di essere stata un piccolo sprono per dare vita a queste pagine stupende, che tramutano in prosa una poesia altrettanto stupenda riuscendo a non tradirla.
Sto tergiversando, immagino te ne sia accorta. Qui si delira e divaga sempre, ormai!
Insomma, mi hai fatto più di un regalo senza (penso!) neanche programmarlo, perché non solo i personaggi e il tema sono tra i miei prediletti, ma lo sono anche il genere introspettivo (indiscutibilmente quello portante del racconto) e la scelta stilistica della seconda persona narrante. Credimi, questa storia è un concentrato di cose che amo!
Non so come esprimermi su questo Sirius, l'ho trovato di una verosimiglianza che fa male. È lui, il Sirius che ho sempre immaginato e che amo, quello al confine tra luce e ombra, quello sull'orlo del precipizio, quello troppo oltre quando torna alla vita senza James.
La mano che carezza, presenza e metafora di un'amicizia eterna e indistruttibile e viscerale, è vivida nelle tue pagine, mi è parsa di vederla calare sulla spalla del tuo protagonista. E poi mi è parsa svanire, strappata via dalle fauci del buio, e lì ho avvertito tutto il peso, il peso dell'assenza.
Mi è piaciuta tutta la storia, ma ho amato il momento in cui Sirius riflette sul dato di fatto che nessuno sia in grado di capirlo, di capire le sue ribellioni, la sua insofferenza. Nessuno guarda oltre e vede quel vuoto che pulsa sul petto e quelle spalle spoglie delle dita di James.
Sei stata così brava nel narrare questo legame irripetibile e lo stato d'animo devastato di Sirius che l'ho sentito tutto su di me, il dolore della mancanza. E mi ha intristita tantissimo pensare che questa mancanza non ha soluzione: non si può tornare indietro, si può solo andare avanti sopportando; un qualcosa che Sirius sa così bene da chiamare a sé la morte, da sperare che l'assenza copra un tempo esiguo, da proteggere Harry (tutto ciò che gli resta, l'ultima promessa) con l'inconfessabile voglia di chiudere gli occhi e raggiungere quella mano che stringe, carezza, rimprovera, rassicura, protegge. Quella mano che è tutto.
Bellissimo, poi, come abbia ripercorso tutti gli anni che hanno condiviso insieme attraverso l'introspezione stessa, dalla lettera ai genitori (con James che capisce ed è con lui sin dal primo istante) alla fiducia mal riposta che lo perseguiterà in eterno.
Ho amato il titolo e le frasi in corsivo di apertura e chiusura, che in effetti aprono e chiudono il cerchio, rafforzando ancora di più l'importanza dell'amicizia di James per Sirius (e viceversa!) e l'insensatezza di una coscienza custodita in una carezza, che è fuori da sé, che è una persona, un amico, un legame eterno, che è in fondo tutto ciò per cui è valso la pena vivere e dare una possibilità alla luce e con essa alla vita stessa.
Grazie davvero, questa storia è stupenda e mi emoziona ancora di più pensare che sia il mio regalo (posso vantarmene? ❤)!
L'avevo già inserita nei preferiti, è lì di diritto e a prescindere!, ma dopo averla letta la inserirei altre mille volte. Amo l'amicizia di James e Sirius, e tu mi hai regalato uno spaccato a riguardo meraviglioso. Grazie!
Un abbraccio grandissimo! ❤ |